Fra' Gustavo

Nel silenzio della mia camera, lontano da tutto e  da tutti, mi trovai a riflettere come non avevo fatto da tempo, presa da troppi eventi.

Era veramente doloroso pensare a Salvatore e rendermi conto di quello che era successo,del terremoto vero e proprio e del terremoto psicologico che ci aveva colpito,non avevamo possibilità alcuna di  comunicare, di avere notizie l'una dell'altro, eravamo divisi, separati, come se fossimo su due pianeti diversi.

Avrei voluto non pensarlo,avrei voluto segregare  nel mio cuore e nella mia mente tutto l'amore che avevo per lui, tenerlo al sicuro e aspettare fiduciosa il momento in cui ci saremmo rivisti, invece quel sentimento, quell'amore disperato premeva per uscire facendomi del male, ponendomi ogni giorno,anzi, ogni minuto di fornte alla disperazione di amare e di non poter trovare conforto in questo immenso amore.

Solo a distanza di anni,con la maturità,ho capito che in fondo la vita ci stava proteggendo.

Quel sentimento era troppo più forte di noi, ne saremmo rimasti devastati se avessimo potuto incontrarci liberamente, non era un sentimento delicato, leggiadro, come è giusto che sia a quell'età, non ero donna ma amavo come e più di una donna nel fiore della propria femminilità e Salvatore lo stesso, era un ragazzo con sentimenti profondi come quelli di un uomo fatto.

Tuttavia non potevo comprendere tutto questo all'epoca e lo vivevo come una grossa sconfitta, una privazione ingiusta, una punizione divina per chissà quale misfatto e lentamente  imboccai anche il cammino della religione.

Non ero mai stata molto praticante, avevo ricevuto una educazione cattolica,avevo frequentato la chiesa, ricevuto i sacramenti, ma dentro me non era mai scattata la "fede", fu dopo quel terremoto che iniziai a cercare delle verità a pormi delle domande a cui provò a rispondermi un padre francescano a cui mi ero rivolta.

Lo conoscevo da sempre,ma non mi ero mai confidata o avvicinata , lo avevo sempre osservato a debita distanza, anche seguendo  la messa,ascoltando l'omelia,ma senza farmi prendere dalle sue parole.

Quella sera ,invece, sentii imperioso il desiderio di confessarmi con lui ,ma dovetti attendere la domenica successiva, giorno in cui lo avrei trovato in chiesa.

Mi era venuto in mente perchè nel riordinare la mia scrivania trovai in un cassettino, chiuso nella  sua bella custodia ,un piccolo crocifisso in legno intarsiato,regalo di  Fra' Gustavo,così si chiamava; Fra? Gustavo era  una figura ieratica senza essere severa,una figura  che si discostava da tutte le figure religiose conosciute fino ad allora, aveva un carisma particolare che nasceva sia dallo sguardo profondo e azzurro che dalla voce calma e dolce,con una nota garbata di solennità.

Mi chiesi perchè non lo avessi considerato prima sotto questo aspetto  e ne rimasi stupita,provando un vero sollievo ad ascoltare le sue parole e a sentirmi protetta dalla sua attenzione nei miei confronti.


La confessione andò oltre i peccatucci che gli raccontai, arrivammo a parlare di Sasà-non avevo resistito- ma  lui non mi dette dei consigli veri e propri ,mi disse solo di non  "pensare che la mia posizione sociale ,la mia disponibilità di denaro, avrebbero potuto comprare il suo amore" mi disse di vivere semplicemente,con accettazione questo sentimento,senza forzare gli eventi, "di affidarmi a Dio  in questa prova che mi stava dando,ma non di mettermi contro ai miei genitori".

Gli avevo raccontato dell'episodio dell'anello e della mia volontà di aiutare Salvatore, di volermi eventualmente far carico  delle spese che la sua famiglia avrebbe dovuto sostenere a causa dei danni del terremoto, se ne fossi stata a conoscenza.

 Le sue furono frasi piene di buonsenso, anche se   apparentemente prive di originalità, ma che invece scaturirono in me un senso di pace  e da quella domenica mattina riuscii a vedere con meno livore ciò che mi stava accadendo e a considerare meno severamente il comportamento dei miei genitori; non diventai una perfetta cristiana, tuttavia  in me si accese l'interesse per la religione come punto di riferimento, intendo della religione in senso lato,  non precisamente quella cattolica.

Non sono mai stata,neppure durante quel periodo una "baciapile", una infervorata, ho sempre mediato la religiosità con la natura umana, dando una valenza diversa ad alcuni concetti del cattolicesimo.

La dolcezza di Fra' Gustavo mi aveva conquistata e per lunghissimi anni è stato il mio confidente, accettando anche qualche lato del mio pensiero e del mio carattere che  non condivideva.

Il suo apporto è stato  per me vitale, soprattutto in quel momento, che diventò momento di crescita di accettazione e non solo di cieco dolore, è stato davvero importante il suo contributo  e probabilmente ho saputo barcamenarmi in quel mare in tempesta grazie alla sua presenza e disponibilità che non mi ha mai fatto mancare.






Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top