Difficoltà superate

Nelle settimane seguenti  i contatti con Salvatore subirono una brusca diminuizione, lo sentivo lontano, assente, a tratti freddo e questo dette corpo a numerosi dubbi, alimentati anche dalle insinuazioni più o meno velate di un'amica a cui avevo raccontato tutto.

"Ma ti rendi conta, Anna?" mi aveva detto Fiorella un pomeriggio che eravamo  uscite per un thè, "Ti rendi conto dell'assurdità della tua storia?" Aveva continuato impietosamente.

"No, non ti seguo", avevo risposto con voce volutamente neutra.

L'amica mi aveva guardata con un sorriso ironico dipinto sul volto truccato alla perfezione, rispondendomi:

"Ma dai, hai capito benissimo cosa voglio dire...il tuo bel Salvatore  ti ha "ripescata" dal passato perchè tu l'hai cercato, ti sei...ti sei offerta e lui come faceva  a dire di no ad una simile attrattiva?

Sei una bella donna, ma soprattutto hai una posizione economica e sociale  invidiabile...e ricorda che lui è napoletano e come dicono i napoletani? accà nisciuno è fesso..."

La guardai allibita,  la mia realtà si stava scontrandosi con una realtà diversa, dipinta dalle parole  probabilmente sincere di una donna disincantata, moderna  e non obnubilata dai sentimenti come ero io, ma NON potevo credere che Salvatore  volesse approfittarsi di me, ovvero, era plausibile il ragionamento di Fiorella, ma non poteva  rispondere al vero, non per quanto riguardava il mio Salvatore!

"Scusami, Anna, ma se lui fosse davvero innamorato di te,  aspetterebbe così tanto per rivederti? Invece che fa? Mena il can per l'aia, prende tempo, ti telefona quel tanto che basta per non perdere i contatti e questo dopo che vi siete ritrovati grazie alle tue peripezie!

Non viviamo nell' ottocento quando  le distanze erano quasi incolmabili e i rapporti si alimentavano di sogni e di aspettative, ma, cara, siamo ngli anni duemila, dove tutto è possibile, o quasi!

Quattrocento ,cinquecento chilometri, cosa vuoi che siano per due persone adulte e autonome?

Anche se fosse oberato di lavoro potrebbe trovare una giornata per rivederti!Svegliati, ti prego!

Secondo me stai buttando via la tua vita, come se non ti fossero già bastate le esperienze passate", concluse  scuotendo la testa, mentre io me ne stavo sorpresa ed amareggiata a sorbirmi la sua filippica.

In effetti il suo discorso non faceva una piega, ma... ma io sentivo dentro me che c'era altro fra me e Salvatore, c'era qualcosa di indissolubile e di inspiegabile che ci legava e non era opportunismo, tutt'altro...io quello, lo chiamavo  Amore.

"Cambiamo discorso, Fiore" le risposi con calma, con bonaria pazienza, come si fa di solito con i bambini che insistono su qualcosa di inopportuno, ma lei non cedette, continuò imperterrita   nel suo intento di aprirmi gli occhi.

"Sei ingenua, mia cara, sei ingenua come una quindicenne...e probabilmente , per quanto concerne l'amore , sei rimasta a quello stadio adolescenziale,  quello stadio in cui siamo portate  a credere nel Principe Azzurro delle favole, a quel bel principe che un giorno verrà a salvarci da una vita arida e incolore, quel principe che sul suo cavallo bianco ci condurrà in un castello incantato, dove nessuno potrà farci del male, dove vivremo una favola... per sempre, ma sai benissimo che non è così.

Gli uomini sono tutti uguali,  sono opportunisti, cercano di soddisfare i loro istinti...se vedono una buona occasione non se la lasciano scappare,ma di sentimenti ne hanno pochi, te lo assicuro."

"Perchè sei così cinica?" Le domandai un po' alterata.

"Non sono cinica, sono realista". Mi guardò quasi con sfida, per poi concludere:" Me lo saprai ridire, Anna. Secondo me Salvatore  si rifarà vivo al momento giusto per lui, vi incontrerete, forse  riprenderete il filo interrotto tanti anni fa,  ma non lo farà perchè ti ha pensata e amata in tutti questo tempo, oh, no, lo farà perchè TU ti sei ripresentata nella sua vita, servendogli su un piatto d'argento molte opportunità e  lui farà un rapido calcolo su cosa gli convenga fare..."

Lasciai il tavolo a cui eravamo sedute senza salutarla, mi recai alla cassa e pagai il conto, lei non mi richiamò, rimase lì davanti al suo the ormai freddo, ai suoi pasticcini al burro con la ciliegina rossa sopra, le mani in grembo e lo sguardo fisso nel vuoto, mi dissi che probabilmente era stata delusa dall'ultimo fidanzato,ma il tarlo del dubbio si era insinuato dentro me...e faceva male, tanto male, malissimo.

Avvertii una stretta al cuore, come una mano gelida che mi stringesse il petto, sentivo un peso  enorme gravarmi  addosso e desiderai intensamente che il mio cellulare squillasse e che ci fosse all'altro capo Salvatore, invece tutto taceva, anche su whattsapp nessuna notifica da parte sua, ormai erano  tre giorni di silenzio totale.

Ci eravamo salutati senza darci appuntamento, lui non mi aveva  detto, come spesso faceva :"allora, ci sentiamo domani",  aveva chiuso la comunicazione  banalmente, con un insignificante "ciao", che mi era  suonato  vuoto, indifferente, ma carico di tensione, almeno per me.

"Ho bisogno di sentirti, perchè non lo capisci?" invocavo in silenzio Salvatore, sperando che questa mia muta preghiera avesse un qualche effetto positivo, ma il risultato ottenuto era l'opposto, mi faceva sentire ancora più inerme e fragile.

Decisi che era arrivato il momento di chiudere davvero una storia che  mi aveva fatto solo soffrire,  decisi che non lo avrei cercato mai più e che avrei risposto  con noncuranza alle sue eventuali chiamate o messaggi.

"Se mi vorrà davvero, troverà il modo di raggiungermi, altrimenti  getterò la spugna," conclusi così il mio solitario discorso e fu allora che trovai un po' di conforto, riconcentrandomi su di me, tolsi un po' di potere alla mia eccessiva emotività.

Quella sera, nella solitudine della mia casa, mi obbligai  a  pensare ad altro,  mi immersi nell'ascolto di una musica rilassante,  bruciai un incenso gradevolmente profumato e meditai...

Da una parte vedevo la situazione dal mio punto di vista,   attraverso il mio sentire e mi pareva una situazione sofferta ma viva,  positiva, in cui l'Amore stava muovendo  i passi miei e di Salvatore,  facendoci districare tra mille  problemi,  dall'altra vedevo la situazione con razionalità, in cui ero stata io a "fare di più", a spendermi , mentre Salvatore era stato più passivo,  meno presente e questo non poteva essere che un  segno di mancato interesse,

Ma..ma io credevo in questa lunghissima storia, nonostante tutto e  non intendevo tornare sui miei passi, anche se...anche se la  mia parte razionale, il mio giudice interiore mi stava ammonendo!

L'incenso mi avvolgeva  piacevolmente , mentre i miei pensieri stavano sfumando nella leggerezza,  quando squillò il cellulare e sul display apparve "Sasà".

Il cuore iniziò a battermi a mille, quasi non riuscivo a respirare e risposi  a mezza voce.

"Anna, sono Salvatore, come stai?"

""Tutto bene, tu?" mentii, non volendo dargli l'idea di essere stata preoccupata per la sua latitanza.

"Scusami se non mi sono fatto sentire prima, ma quando ci vedremo capirai..ti spieghero'..Non è facile, non è facile per niente, tutto mi si  è complicato,  non sono scuse, credimi.!

la sua voce accorata e le mie sensazioni  mi fecero superare ogni dubbio e mi lasciai andare ad un piacevole senso di beatitudine, cullata dalla sua voce e dalla consapevolezza di non essermi illusa per tutti quegli anni.





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