Diamoci un taglio

"Buongiorno Anna".Sulla chat di Facebook appariva questa frase da parte di Salvatore della Torre, nulla più.

Dal segnale verde vicino al suo nome cvdi che era online e una sorta di pudore mi colpì, avrei voluto subissarlo di domande, ma il timore di  aver imboccato una strada infelice  mi stava fermando. Se mi fossi scoperta troppo avrei potuto provocare una cascata di eventi  anche poco piacevoli,  mettendo a repentaglio la  serenità di Sasà, probabilmente era sposato e se sua moglie fosse venuta a conoscenza del mio interesse avrebbe potuto reagire male, tanto per portare un esempio, oppure lui  avrebbe potuto  rimanere indifferente  o disturbato al mio tentativo di ricontattarlo.

"Buonasera Salvatore", scrissi  come se fossi in trance, quasi guidata da una forza superiore alla mia volontà "mi scusi se l'ho disturbata, ma la vista del mio amico di molti anni fa mi ha incuriosita, i ricordi hanno preso il sopravvento..."

"Non mi hai distrubato" rispose lui dandomi del tu-cosa logica vista la situazione abbastanza informale-, ma del mio omonimo ho poco da dirti, è un mio lontano cugino e ci ritroviamo ogni tanto in qualche occasione."

"E' su facebook?"

"No, non credo".

"Sta bene?"

"sì, certo, sta benissimo, ma perchè non mi racconti di te? ".

Compresi che la situazione stava prendeno una brutta piega, o almeno una piega che io non desideravo e tagliai corto, chiudendo la chat.

Mi dissi che la mia voglia di ricordi si stava scontrando con la realtà e che avrei dovuto immaginarmi che sfidare il destino tentando di raggiungere ciò che mi era stato negato decenni prima, sarebbe stato un insuccesso; mi sentii  sopraffatta dalla vita, mi sentii privata anche di quella flebile speranza coltivata tanto a lungo.

Spensi il pc e corsi a prepararmi,  gli impegni quotidiani mi stavano aspettando,  forse  avrei trovato  il modo di non perdermi dietro a chimere irrealizzabili.

Nei giorni a venire mi tenni alla larga dai social e anche dalla  posta elettronica a loro associata, mi sentivo affranta anche se non volevo ammetterlo neppure a me stessa,  tentavo di  sorridere, di essere disinvolta, propositiva, forte, invece  un senso indefinito di perdita si stava facendo strada in me, soffrivo silenziosamente.

Nel giro di qualche settimana mi ritrovai dimagrita, con gli occhi spenti e la pella ingrigita,  seduta davanti allo specchio stavo osservando la mia brutta copia.

"Perchè ti stai riducendo così? Dove è finita la donna sorridente e piena di vitalità?" mi chiesi con una certa indulgenza, sapevo di essere profondamente ferita, sentivo che era arrivato il momento in cui avrei davvero scritto FINE al sogno cullato per decenni, che veramente  non c'erano più speranze, ma questa voltra, al contrario delle altre, comprendevo che il mio grande amore, il mo sogno bellissimo non era stato coronato per un semplice motivo:  Salvatore non mi aveva mai amata quanto lo avevo amato io, altrimenti avrebbe fatto qualcosa per ritrovarmi, in definitiva la parte attiva di tutta questa storia ero stata io, solo io. Forse in quel preciso momento lui se ne stava tranquillo con la sua famiglia e non si ricordava neppure di me, delle nostre vicissitudini, di quello che ci eravamo detti, dei baci e delle carezze che ci eravamo scambiati.

Mi sentii ridicola, mi feci quasi pena, ma mi sorrisi, decisa a ritrovare il centro dei miei interessi, delle mie abitudini, del mio vivere quieto eppur brillante.

Mi vestii in fretta, poi mi diressi verso un  beauty center, per quel giorno il lavoro avrebbe atteso un po'.

"Come vuole che le faccia i capelli, signora?" La parrucchiera stava osservandomi con aria critica,  sapevo di non avere un bell'aspetto e indugiai un po' prima di rispondere,  attendendo un qualche consiglio. Li avevo portati lunghi per molto tempo, poi ero passata ad un taglio  pratico e sobrio, ora si stavano arricciando di nuovo sulle spalle e mi sarebbe dispiaciuto sacrificarli.

"Non voglio accorciarli, ma renderli un po' più presentabili", mormorai.

La donna mi fece voltare di lato, poi mi alzò il viso con un gesto impercettibile della mano,  infine espresse il suo parere:
" io invece li taglieri corti, ha un bel viso, bei lineamenti, le starebbero bene, sa?"

Stavo per obiettare,pensando a quando avevo conosciuto Sasà, allora li  avevo lunghissimi e ricci,  una cascata di boccoli...ma poi:" Va bene, facciamo un cambiamento".

Poco dopo macchie scure si allargavano sul pavimento bianco del salone di bellezza,  erano i miei ricci a terra, caduti sotto i colpi di forbice della parrucchiera.

Uscii di lì che mi sentivo un'altra, rigenerata, rinnovata, con la pelle del volto morbida e luminosa,  un trucco leggero, le unghie smaltate e un senso di leggerezza in testa, che speravo durasse a lungo.

"Addio,Sasà, ti lascio andare libero, non ti voglio trattenere più inutilmente nel mio cuore," mormorai mentre  mi recavo verso lo studio.

"Come stai bene, cara" ,mi sussurrò la segretaria che mi conosceva da anni  " da molto tempo non ti vedevo così " . Quei complimenti, che  sapevo sinceri,  mi fecero bene al cuore,  "un piccolo incoraggiamento può fare grandi cose", mi dissi.

Seduta alla mia scrivania fui sommersa dalle scartoffie e il mio pensiero si concentrò sul lavoro, fino a quando non mi resi conto che non trovavo più dei files importanti sul pc.

Decisi di fare una pausa e di  ricomporre le mie idee, probabilmente li avevo spostati in un'altra cartella che al momento mi sfuggiva, non la ricordavo proprio.

Sorseggiando un caffè amaro e poco gradevole preso al volo nel bar affollato che era sotto il mio studio, provai a ripercorrere con il pensiero  a cosa avevo lavorato e come negli ultimi tempi, così da poter fare mente  locale sulle possibili collocazioni dei files e cartelle, alla fine ebbi un'intuizione, che per errore li avevo messi  in una cartella personale.

Corsi per le scale, ansiosa di verificare se quella mia ipotesi fosse giusta, in realtà lo era e lo appurai di lì  a poco, ma ritrovai anche  ricordi che volevo cancellare, come poesie e pensieri rivolti verso Sasà.

"Non ce la farò mai a dimenticarlo, anche se mi sono arresa e so che  non ho più nessuna speranza di riallacciare un rapporto con lui" mi trovai a pensare, mi toccai i capelli appena tagliati, dovevo tagliare anche  con il passato e non ritornarci più sopra, riflettei ancora una volta.




Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top