Alti e bassi

Scesi dall'autobus con vari pensieri in testa, stavo recandomi a scuola senza sapere cosa aspettarmi da Nicola dato il suo comportamento ambivalente. L'aria fredda di dicembre mi colpì in pieno volto facendomi rabbrividire, mi strinsi nel cappotto e sistemai meglio la sciarpa intorno al viso,non avevo molta voglia di unirmi agli altri studenti che sciamavano verso il liceo così mi tenne indietro, un po' in disparte.

Procedevo piano, quasi controvoglia, cercando di dare un senso a ciò che provavo, ma era molto difficile ordinare pensieri ed idee. Mi sentivo inquieta. Persa. Persa in un mondo che non sentivo mio, estranea alla moltitudine che mi circondava.

A tirarmi fuori da queste considerazioni  spiacevoli furono due braccia forti che mi strinsero la vita ed un sorriso pieno di luce e calore, che contrastava con tutto il resto.

"Buongiorno Anna". Ancora una volta Nicola riuscì a sorprendermi.

"Ciao". La mia voce uscì quasi tremante, attutita in parte dalla sciarpa che avevo appena allentato e resa più tesa dal clima rigido oltre che dall'emozione.

"Facciamo la strada insieme, ti va?" Lo guardai perplessa, certo che mi andava di camminare con lui!

"Come no!" risposi  affiancandomi a lui che procedeva a passo svelto.

"Ieri sera ci siamo divertiti,vero?"

"Sì,è stata una bella serata". Ero un po' delusa, perchè sembrava parlarmi come ad una comune conoscente e non alla sua ragazza, ma lasciai perdere.

Nel frattempo Nicola sorrideva e salutava tutti quello che incontrava quasi fosse più interessato al resto del mondo che  a me.

"Ieri voleva venire anche Rebecca" aggiunse con un risolino fra l'imbarazzato e  il divertito "per fortuna mia madre l'ha convinta a rimanere a casa."

"Ti avrebbe dato fastidio la sua presenza?"

"No,no" si affrettò a rispondere recuperando un'aria composta "ma mi sarei sentito controllato in un certo senso, sai,le voglio bene,è mia cugina, ma a volte si comporta da impicciona..."

Ero incuriosita dal loro rapporto dopo che Gianni mi aveva messo la pulce nell'orecchio, stavo iniziando a pensare che il rapporto fra i due cugini fosse strano, innaturale, in un certo senso sconveniente, ma lasciai perdere,perchè altrimenti avrei dovuto confrontarmi con troppe idee e pensieri contorti che mi avrebbero solo fatto del male.

"Preferivo stare con te senza occhi indiscreti" questa frase fu un tarlo che scavò ancora di più nella mia psiche, ma al momento lo accantonai per  avere la possibilità di andare avanti senza macerarmi nel dubbio.

"grazie"sussurrai appena,ma lui mi sentì e mi strinse il braccio con aria complice e questo mi bastò per sentirmi felice, Nicola mi stava considerando, mi stava comunicando sensazioni positive.

"In settimana devo studiare molto,ma sabato prossimo ti andrebbe di andare a cena insieme? Una pizza?"

Con questa sua proposta mi fece salire al settimo cielo, tanto che misi da parte tutti i brutti pensieri  precedenti e accettai con visibile  piacere.

Arrivati davanti all'austero portone del nostro liceo fui colta dal dubbio che lui non volesse farsi vedere con me,non so esattamente su quali basi si era andata formando questa mia  convinzione, così mi scostai per allontanarmi,ma lui, invece, ridendo mi prese per mano e facemmo un ingresso quasi trionfale davanti ai nostri compagni che  rimasero un po' sbigottiti.

Vidi in lontananza la figura severa della preside e sentii il cuore accelerare i battiti, non volevo che ci vedesse così,per mano,in un atteggiamento intimo, ma non ebbi la forza di allontanarmi da Nicola questa volta e lui mi trascinò quasi  aumentando l'andatura e salutando la donna con solerzia quando le fummo davanti. Non mi sarei mai aspettata di fare una cosa del genere, però mi piacque questa piccola spregiudicatezza del mio ragazzo, che ancora una volta di più ,nell'arco di una manciata di minuti, mi stava facendo sentire importante.

Ero sulla classica nuvoletta rosa,da cui scesi quando notai Rebecca e Cloe che ridevano guardandoci arrivare, questa volta lasciai la mano di Nicola e salutati tutti frettolosamente, mi avviai verso il mio banco, lui non mi chiamò indietro come avrei sperato e lo vidi con la coda dell'occhio che si era soffermato a chiacchierare amabilmente con le due ragazze.

Quella mattina seguii di malavoglia le varie lezioni, scarabocchiando senza interesse il quaderno degli appunti, per fortuna non fui interrogata perchè non avrei avuto le idee chiare su cosa dire.

In tutta quella girandola di sensazioni, pensieri e sentimenti stavo perdendo me stessa e non me ne accorgevo,  più tentavo di dipanare la matassa e più mi ci trovavo intrigata, Salvatore era sempre nei miei pensieri,ma era troppo doloroso tutto quello che ci era successo, avevo congelato  la parte più viva e più bella di me stessa per aggrapparmi ad una situazione che non prometteva niente di buono, in cui mi stavo trovando a disagio.




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