rozdział szesnasty: Doe wat ik zeg

Sedicesimo capitolo: Fai come ti dico.

𝐖𝐚𝐥𝐝𝐞𝐢𝐧𝐬𝐚𝐦𝐤𝐞𝐢𝐭
𝐭𝐞𝐝𝐞𝐬𝐜𝐨
"𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐛𝐨𝐬𝐜𝐨."


Pensavo che convincere mio padre di una mia imminente partenza a Jugend, una città vicina, sarebbe stato immensamente più difficile, eppure aveva accolto la notizia con un caloroso sorriso.

"Cambiare aria ti farà bene." Era tutto ciò che mi aveva detto, posandomi una mano sulla spalla. Eppure era stato impossibile non notare quella vena di malinconia e sconforto che gli impregnava la voce.

Aveva paura, ancora una volta, di perdermi. Ma come dargli torto? Dopo tutto, gli avevano strappato l'amore della sua vita, mia madre, e poi aveva smarrito anche me, due mesi fa.

Mentirgli era stato difficile, e ancora di più era stato mentire ai miei due migliori amici. Lindsey aveva proposto di accompagnarmi, ma i suoi esami erano dietro l'angolo, e sfruttare quella scusa era stato efficace.

Distolgo velocemente i miei pensieri, issandomi in spalla il borsone con i vestiti che Luke mi aveva ricordato di portare. Perchè lo sto facendo?

E' come se avessi un debito, nei confronti di Orion, e l'idea di saperlo imprigionato mi angoscia.

"Ci vediamo presto!" Mi saluta mio padre, baciandomi entrambe le guance. Sorrido, mordendomi il labbro alla sua frase. Ci ri-vedremo davvero così presto?

Aspetto che rientri in casa per svoltare l'angolo, avviandomi a passo basso verso la parte di barriera nascosta dietro i rovi.

Luke mi aspetta li davanti, con una sigaretta tra le labbra. Riesco a notare il modo in cui rilassa le spalle non appena mi vede, gettando a terra il mozzicone di sigaretta per poi pestarlo col piede.

Prima di avvicinarci troppo controlliamo che non ci siano passanti, scavando poi un passaggio tra i rovi. "Ora devi riuscire a passare la barriera." Mi sussurra Luke, mentre io allungo una mano, incerta.

Chiudo gli occhi, toccando la superficie fredda con le dita.

Immaginati dall'altro lato.

Ripeto questa frase nella mia mente come se fosse un mantra, fino al punto in cui riesco a sentire la sensazione di intorpidimento al corpo. Faccio qualche passo avanti, sentendomi mancare il respiro. Quando finalmente riapro gli occhi sono dall'altro lato, con il respiro affannato e Luke al mio fianco. Con agilità mi passa la sua giacca, imponendomi di indossarla.

"Maschererà il tuo odore." Mi dice, sorridendomi a stento.

La via verso la sua casa è di breve durata, mi sembra di averla ripercorsa mentalmente, negli ultimi due mesi, un'infinità di volte.

Samael è fuori la porta, le mani affondate nelle tasche della sua giacca mentre parla animatamente con Emelie. Sembrano non essere cambiati affatto, come se il tempo per loro si fosse fermato.

Luke grugnisce, attirando la loro attenzione. Entrambi si fanno subito molto silenziosi, Emelie mi sorride, quasi raggiante, mentre Samael alza un lato delle labbra, probabilmente in uno sforzo di sembrare civile.

La porta di casa viene aperta all'istante, e l'odore di legno mi pervade i sensi, facendomi rilassare subito. Il soggiorno è rimasto uguale, nulla sembra essere cambiato anche qui.

"Come stai?" Emelie mi abbraccia di getto, accarezzandomi la schiena con fare materno. Rimango leggermente sorpresa dalla sua espansività, mentre Samael si limita a darmi una pacca piuttosto forte sulla spalla.

"Andiamo, non è il momento di perderci in smancerie." Dice Luke, radunandoci attorno il tavolo. Sopra di esso è stesa una cartina, che deduco sia dei sotterranei della città. Luke indica un punto rosso, fissandoci sopra una puntina.

"Noi siamo qua, accederemo ad i sotterranei tramite lo scantinato." Rimango piuttosto perplessa dal fatto che la posizione della casa sia anch'essa strategica, non avrei mai pensato che ci fossero dei condotti sotto di essa.

"La strada proseguirà sempre dritta per i primi seicento metri, poi si biforcherà in due tunnel. Quello di destra conduce alle segrete dove si suppone sia tenuto Orion." Luke traccia il percorso con il dito, affiggendo un'altra puntina sulla biforcazione del primo pezzo di strada.

Luke guarda poi Emelie e Samael, puntando il dito verso il sentiero di sinistra. "Voi due andrete a sinistra, dovrete percorrere soli cento metri, quando arriverete troverete il deposito d'armi. Questa è la copia della chiave che vi servirà per aprire il deposito, fateci attenzione perchè non ne abbiamo un'altra."

Samael ed Emelie annuiscono con fare complice, mentre Emelie si intasca la chiave.

"Prendete un'arma leggera o qualche fumogeno per distrarre le guardie nel caso ci inseguano. Quando avrete fatto dovrete tornare indietro, alla parte in cui ci separeremo. Ci aspetterete li, e se entro un'ora non saremo tornati, ve ne andrete. Mi sono spiegato bene?"

Non ho mai sentito il tono di voce di Luke così duro, così da Alpha.

"Non ti lascio li dentro." Ruggisce Samael, mentre Emelie gli stringe un braccio per convincerlo a stare zitto.

Non ho mai visto Samael come una persona affettuosa, ma è evidente che tiene a Luke, nonostante sia scontroso la maggior parte del tempo si preoccupa per lui. E' un lato di Samael che, con mio rammarico, ho notato solo adesso.

Luke alza lentamente lo sguardo su di lui, le sue iridi sono ora completamente rosse.

"Ho detto che ve ne andrete dopo un'ora, mi sono spiegato?"

Luke non riceve risposta, e la cosa pare turbarlo vista l'ira con la quale sbatte il pugno sul tavolo, ringhiando.

"Ho detto: sono stato chiaro?" Ripete Luke, questa volta con molta lentezza. Il suo tono di voce è intriso di rabbia, e la frase è formulata sotto forma di comando: non accetterà discussioni questa volta.

Non conoscendolo direi che è solo un bambino bisogno d'essere ascoltato, ma sia io che Samael sappiamo che non vuole metterli in pericolo, per questo è così arrabbiato.

"Si, Alpha." Borbotta Samael, probabilmente ferito nell'orgoglio. Nessuno osa fiatare, quindi simulo un colpo di tosse, attirando finalmente l'attenzione di Luke il quale si riconcentra sul piano.

"Io e te andremo invece a destra, vero le segrete. All'entrata ci sarà una sola guardia, facile da mettere fuori gioco ma preferirei sfruttare il fatto d'esser figlio del Presidente, almeno una volta." Luke estrae dalla tasca dei suoi jeans una boccetta con all'interno una polvere violacea.

"A quel punto dovrai trattenere il respiro, in quanto questa polvere, se inalata, intorpidisce i muscoli, facendo addormentare all'istante qualsiasi essere nel raggio di qualche metro. Una volta messo a dormire, tu mi aspetterai fuori ed io entrerò a liberare Orion-" lo interrompo con un gesto sbrigativo della mano ed uno sbuffo.

"Io entrerò con te."

"Assolutamente no!" Esclama lui, raddrizzando le spalle, con le sopracciglia inarcate e gli occhi che lanciano saette.

Inarco anch'io un sopracciglio, sporgendomi verso di lui.

Forse è ora di mettere in pratica qualche trucchetto da fata.

Concentro gli occhi nei suoi, posando l'indice ed il medio sotto il suo mento, cercando di ricordare le formule trovate nel libro d'incantesimi di mia madre.

"Doe wat ik zeg, Gehoorzaam mij" (Traduzione dal Polacco: fa come ti dico, ubbidiscimi) gli sussurro io, sentendomi gli occhi bruciare. Luke sembra essere finito in trance mentre annuisce.

"Si, va bene." Borbotta, passandosi una mano tra i capelli mentre Emelie se la ride, consapevole di ciò che ho fatt.

"Andiamo a prendere Orion allora!"

20 stelline e cinque commenti per un prossimo capitolo.

Angolo me:

Ecco le abilità da fata di Monike! Introdurrò spesso frasi polacche, appunto per imanere in tema, spero non vi dispiaccia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che ne pensate? Che fine avrà fatto Orion? Cos altro può fare Monike?

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