Rozdział Dwudziestu Czterech: Agatha


Ventiquattresimo capitolo: Agatha

𝐁𝐚𝐬𝐨𝐫𝐞𝐱𝐢𝐚
𝐢𝐧𝐠𝐥𝐞𝐬𝐞
"𝐢𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐯𝐨𝐥𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐚𝐫𝐬𝐢."

La città è gremita di Lupi che gironzolano, c'è chi rincorre i figli e chi si gode il sole contro la pelle.

Luke è uno di quelli, lo si capisce dal modo in cui chiude gli occhi per brevi secondi, sospirando quando il suo viso viene in contatto con il sole.

Sembra quasi un dio, con i capelli biondi che brillano alla luce, la pelle abbronzata e gli occhi talmente lucidi che paiono due oceani.

Gli stessi occhi che incontrai da bambina, la prima volta che lo vidi.

Quanto è strano il destino, se dovessi tornare indietro a quel tempo non penserei mai, nemmeno per una frazione di secondo, che avrei incontrato quel ragazzo dall'aria curiosa e circospetta.

Mi chiedo come sarebbe stata ora la mia vita se quel giorno di qualche mese fa non avessi attraversato la barriera.

Le dita di Luke si intrecciano alle mie, calde e callose contro le mie fredde. E' una sensazione piacevole, non controbatto all'improvvisa collisione delle nostre mani, lasciando che mi porti in giro nella piazzetta.

Gli alberi di ciliegio sembrano pronti a germogliare, cosí come i miei sentimenti. Stare vicina a Luke mi trasmette un senso di sicurezza dal quale non sono pronta a separarmi.

Mi chiedo perchè io abbia sempre rifiutato di sentire questo legame, è come se ora non riuscissi a stare senza.

Eppure la piega che stanno prendendo le cose mi destabilizza, perchè una parte di me è ancora riluttante ad accettare tutto questo.

Com'è possibile che io stia accettando la cosa come se fosse naturale? Come se fosse giusto.

Luke, al mio fianco, sorride raggiante. Pare aver dimenticato come si smetta di sorridere, non l'ho mai visto così euforico, così solare.

Continuo a chiedermi se sia giusto accettare il legame, o se dovrei respingerlo come ho sempre fatto fino ad ora.

"Luke?" Sento una voce estranea provenire da dietro di me, Luke rimane immobilizzato al mio fianco, probabilmente consapevole di chi sia il proprietario di quella voce.

"Papà." È l'affermazione del biondo mentre mi lancia una veloce occhiata, girandosi.

Il mio cuore sembra voler frantumare la mia cassa toracica per quanto batte forte.

Il padre di Luke, il noto Matt, sosta davanti a noi due con espressione sorpresa mentre scruta le nostre mani congiunte.

Il panico inizia a strisciare lentamente in me, come un campanello di allarme che mi avverte del pericolo.

La sensazione di protezione che provavo fino a poco fa sparisce, lasciando posto ad un'ansia più che giustificata.

"Non mi presenti quest'incantevole fanciulla?" Dice Matt, mostrando ad entrambi un sorriso smagliante. Mi chiedo se è finto o se è davvero curioso.

Luke indugia qualche istante, guardandomi allungo.

"Lei è Mönike. Cosa ci fai qui?" Luke parla velocemente, la sua espressione si corruccia mentre Matt torna ad avere un'espressione formale.

"Nulla di che, tua madre mi ha mandato a comprare diverse cose." È la sua risposta, eppure qualcosa mi dice che sta mentendo. Luke si lascia scappare un piccolo sospiro, ammorbidendo però la sua espressione.

"Noi andiamo." Si affretta a dire Luke quando nota il padre pronto ad aprire bocca. Matt si corruccia, quasi come se stesse mettendo il muso e "spero di rivederti presto," mi dice, scoccandomi un lieve sorriso di circostanza.

Luke mi trascina velocemente via dallo sguardo del padre, riesco a sentire il suo cuore battere a ritmo tirato. Non so esattamente come io riesca a sentirlo, so solo che c'è.

Solo quando il biondo decide di aver messo abbastanza distanza tra noi ed il padre rallenta, tirando un lungo sospiro di sollievo.

"Ti senti bene?" Gli domando io, con il tono più debole di quanto mi aspettassi. Lui annuisce, sorridendomi. "Andiamo, Agatha ci sta aspettando."

**

La casa di Agatha, la famosa strega, è ombrosa e completamente sepolta da piante rampicanti che le conferiscono un'aria vecchia. Luke mi ha chiesto di accompagnarlo per verificare le condizioni del suo braccio, ed io ho accettato.

La Strega è sull'uscio della porta, come se avesse saputo esattamente l'istante in cui saremmo arrivati.

La casa di Agatha è stata piuttosto difficile da trovare, questo perchè si trova nel bel mezzo del nulla, nascosta tra le chiome scure degli alberi. La cosa, comunque, mi mette una sensazione di fascino e di terrore allo stesso tempo.

Agatha mi guarda per qualche istante, i suoi occhi sono di un colore indecifrabile, ma ciò che mi colpisce di più è la sua capigliatura. I suoi capelli sono completamente bianchi, non vi è nemmeno un accenno di colore su di essi. Ci sorride in modo quasi tenero, ma ciò su cui mi fisso io sono i suoi canini anormalmente lunghi ed appuntiti.

"Entrate." La sua voce è pacata, dolce, mi aspetto quasi che del miele possa iniziare a colarle dalle labbra fini. Luke mi trascina verso la porta, io sembro più che altro un peso morto. Più mi avvicino e più mi salgono i brividi, riesco quasi a sentire le mie budella attorcigliarsi.

Io e Luke varchiamo la porta d'entrata, un'odore di cannella mi pervade le narici, impregnandomi i vestiti. La casa è decorata da pochi mobili in legno e da una  moltitudine di incensi.

Luke segue Agatha, totalmente in balia della Strega, fidandosi ciecamente di lei. Gli unici rumori udibili sono quelli dei nostri passi che, con lentezza, ci conducono verso lo studio della strega.

Agatha sembra avere un momento di esitazione, lo sguardo fisso sulla porta, poi sposta la sua visuale su di noi.

"Desiderate entrare entrambi?" Ci domanda, inclinando leggermente la testa di lato. Io rimango in totale silenzio, aspettando una risposta da Luke, il quale sembra essere in conflitto.

Il biondo scuote quindi la testa, guardandomi. "Non c'è bisogno che entri, ti preoccuperesti inutilmente."

La sua frase fa breccia nel mio cuore e non so se sentirmi ferita o sollevata. Agatha ghigna, scuotendo anche lei la testa per poi puntare la sua totale attenzione su di me.

"Perchè non vai a sederti in soggiorno, cara? Ti raggiungeremo tra qualche minuto, non ci vorrà molto." La sua voce esce più alta di prima, come se non fosse esattamente una domanda, la sua, ma un'affermazione.

Lancio quindi un ultimo sguardo a Luke, sperando che mi chieda di accompagnarlo, ma lui rimane inerte sul suo posto, prima di varcare la soglia dello studio di Agatha.

Ormai sola, decido quindi di avviarmi in soggiorno. Vi è un grande divano in pelle, poggiato contro la parete, e davanti ad esso un mobile con sopra una moltitudine di foto. Lancio una veloce occhiata dietro di me, e quando capisco di essere totalmente sola, inizio ad ispezionarlo.

Le foto ritraggono una giovane donna, che riconosco essere Agatha, abbracciata ad un uomo dall'aria tranquilla. Le foto si susseguono, alcune ritraggono il paesaggio fatato della foresta, altre la stessa Agatha con in braccio una bambina.

Apro quindi il primo cassetto del mobile, trovandovici numerosi documenti.

Ne sfoglio solo alcuni, ognuno di essi contiene la cartella di qualcuno, di un suo cliente.

Il cuore mi batte forte nel petto mentre cerco voracemente la cartella con il nome di Luke. E' come se fossi spinta dall'istinto, le mie dita percorrono i fogli ingialliti, alcuni piegati in malo modo, fino a quando trovo la sezione da me desiderata.

Sto per afferrare la cartella di Luke, quando i miei occhi vengono catturati da un'altra cartella.

Quest'ultima ha un aria molto vecchia, ma ben curata, tenuta insieme da una graffetta.

Su quella cartella c'è il nome di mia madre.

25 stelline e 4 commenti per un prossimo capitolo

Angolo Me:

Capitolo piuttosto corto, lo so, ma lo considero un 'capitolo introduttivo', visto che ho inserito diverse informazioni utili. Ho in mente qualche colpo di scena, e sono sicura che non riuscirete ad intuire come andrà il prossimo capitolo.

Comunque: abbiamo capito che Monike inizia a provare un'interesse per Luke, positivo, no?

Un bacio!

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