Cap.XX.

Viaggio di ritorno da Milano, 15 Settembre 2017.

- ...Ed io che pensavo fosse uno stalker pericoloso! -
- Be, non lo hai pensato soltanto tu Gabry. -
- Già. Davide se la è vista brutta...Perché ti sei bloccata quando sei uscita dalla presentazione? -
- Avevo paura che tu volessi fargli del male... -
- Lo avevo immaginato. -
- Io odio la violenza Gabriele. -

L'uomo si sofferma col pensiero su questa frase, tenendo lo sguardo su Moira, per capire di cosa lei sta parlando...É una menzogna. Lei non ha paura, anzi la cerca.
- Tu odi la violenza? -
- Perché? Tu no? -
- Dipende. -
- Di cosa stiamo parlando Gabriele? La violenza non è mai giusta o giustificata.

Gabriele fissa la strada. Moira non sta seguendo il filo del discorso. Improvvisamente l'uomo rallenta la corsa verso casa.
- La violenza non è una teoria Moira. Ti hanno insegnato a non farlo perché è sbagliato. In realtà tutti ci siamo dentro e non la rifiutiamo. Anzi, nemmeno ci rendiamo conto..Sappi che qualche sfumatura di violenza c'è in ognuno di noi. Come ad esempio nella lettera che Paolo ti ha scritto a nome di Davide. -
- Tu non sei normale...E poi perché hai rallentato in questo modo?? -
- Stai tranquilla una buona volta. Sono solo le quindici del pomeriggio. -
- Secondo me non vuoi portarmi a casa... -
- Questa è violenza lo sai?? -
- Cosa? -
- Pensaci: Tu non vuoi tornare a casa e rimbalzi su di me la responsabilità. In questo modo io potrei convincermi a seguire un altro itinerario prima di rientrare. Ecco che ti ho trovato una interessante sfumatura. -
- Mi stai solo confondendo le idee. È stai raccontando un sacco di cazzate. -
- Può essere che sia come dici ma...io è te parliamo poco. Ho bisogno di sapere. Parlami di te. -
- Cosa vuoi sapere di preciso? -
- Parti da dove vuoi. Ti ascolto. -
- Ok Gabriele. Vuoi vedere dove vivevo prima di trasferirmi a Firenze?
- Certamente. -
- Esci qui. -

Moira indica l'uscita E45 che porta a Campogalliano.
- Dove abitavi? A Campogalliano?
- Si Gabry. È lì che sono nata e cresciuta.
La ragazza, entusiasta, indica la strada a Gabriele, e nel frattempo parla di sé come se fosse dentro ad un confessionale.
- Sono cresciuta con mio padre. Mia madre è andata via pochi mesi dopo avermi messa al mondo. Era inglese.
- Oh mio Dio, ti ha abbandonata. Mi spiace molto Moira... -
- Ci ha abbandonati entrambi. Io non l'ho mai voluta cercare. Infatti questo argomento si chiude qui...Ma ti parlerò del resto. -
- Se non te la senti più va bene così. -
- No. Ti dirò tutto. -

Il silenzio improvviso di Moira mette in difficoltà Gabriele, il quale cerca subito di colmarlo con una domanda diversa.
- Le tue visioni? Hai avuto ancora le visioni? -
- Per ora no...Però mi sento sempre osservata. Ovunque andiamo io sento le presenze. Anche a Milano in quella biblioteca; le statue mi sembravano animate. Dentro c'era qualcosa. Comunque cerco di non pensarci e di fare del mio meglio per conviverci. Ah ecco! Ora svolta a sinistra. -
- Che strada è questa? Mi sembra di essere in un film horror. -
- Hai paura dei boschi?? -
- Io non ho mai paura. Solo che queste strade non le ho mai percorse. -
- Da piccola mio padre mi portava sempre in questo bosco. Eravamo sempre e solo io e lui. Da quando mia madre è scappata lui é diventato maniaco del controllo e iper protettivo. Fino a quando mi sono messa con Paolo...Comunque, papà mi ha raccontato di avermi portata a Firenze quando avevo due mesi. È stato in quell'occasione che la mamma ha deciso di abbandonarci. Si è assicurata che fossimo addormentati e poi è scappata dall'albergo. Ci ha lasciato solo due righe. Non l'abbiamo più rivista. Fortunatamente io ero talmente piccola che non mi sono accorta di nulla; o almeno credo. A volte penso di uscire di casa e vederla. Non so nemmeno che aspetto aveva, ma la immagino spesso. La insulterei e la manderei via. Sai, molte volte spero con tutte le mie forze di vederla ora che sono tornata a Firenze...Magari lei abita lì da qualche parte. Anche se ho dei seri dubbi. -
- Moira, allora non è vero che non l'hai più cercata...Dì la verità: sei venuta a Firenze per cercare il tuo passato? -

Non risponde ma fissa la strada stretta tra i boschi, forse per paura di non sapere come proseguire.
- Cazzo Moira! Tu non ami Paolo, vero? -

A queste parole la ragazza, colpita, si volta verso di lui. Ha gli occhi sbarrati. È confusa.
- Lo sapevo; lo sapevo. Perché stai facendo questo? Me lo spieghi? Lascia andare quell'uomo per la sua strada! E tu comincia a seguire la tua con maggior convinzione! -
- Ascolta Gabry, io...Che stai facendo? Non puoi lasciare l'auto qui!! -

Gabriele ha parcheggiato la macchina per strada, a fianco del bosco. Non ascolta nemmeno le parole di Moira. Scende dall'auto a passo deciso e va ad aprire la portiera dell'amica.
- Avanti. Scendi. -
- Non dirai sul serio. Portami a casa.
- Scendi. -
- Lasciami il polso! Diamine! Lasciami! -
- Se tu torni a casa e trovi Paolo, lo sai cosa succede? -
- Lasciami ti ho detto! Dove mi stai portando?! -
- Ti voglio mostrare una cosa. -

Il bosco è fitto e buio. I due sembrano dei punti colorati dentro ad una grande ombra. Lui trascina lei. Il passo è sempre più veloce.
- Non sai quello che fai. -
- Tra poco capirai che sei tu a non saperlo. -
- Questo bosco non lo conosci nemmeno. -
- Ma conosco te. Questo mi basta per capire dove sto andando. -

Così, ad un certo punto l'uomo si ferma, voltandosi piano verso di lei. Guarda caso non è per niente spaventata. Moira non teme ne sofferenza ne dolore. Moira cerca la violenza per sentirsi donna. Lui si avvicina lentamente, come se stesse per afferrare la sua preda. Lei non si muove di un millimetro. Non ha paura. Non oppone resistenza. Gabriele è di fronte a lei, con il suo respiro a un passo da lei. Moira lo sente. È regolare, senza intoppi. Nessuno dei due si sente piccolo...Entrambi allungano le mani per cercarsi, mentre si guardano fissi negli occhi. Gabriele che non si aspettava di incontrare le sue esili dita, abbassa lo sguardo su di esse e arrossisce.
- Queste tue mani possono cambiarmi la vita. -

Se prima Moira era un fiume pieno di delirio, ora qualcosa sta cambiando. Stringe forte le mani di Gabriele, senza dargli il tempo di riprendere il controllo; in un fugace attimo indefinito gli alza il mento e lo bacia, per non sentire più il tempo e lo spazio...Lo bacia e lo stringe per non farlo precipitare nell'ardente sottosuolo. Non c'è mente per lui pronta ad affrontare una simile donna, così dolce e allo stesso tempo prepotente Lui, che pensava di poterla gestire, ora non sa più tornare in superficie...
- Moira... -

Ecco le uniche parole che riesce a pronunciare...Ma lui non può, non deve cedere...D'improvviso si libera dalla stretta.
- Tu non lo ami. -

Il bosco si chiude. Le risposte si liberano dagli occhi.
- Non lo hai mai amato. -

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top