Cap.XXXXVI

Nascosto dietro alla porta della stanza di Paolo c'è Gabriele, pietrificato dalle parole che ha appena sentito: Devi fare ciò che la verità ti chiede. E percorrono il corridoio velocemente queste sillabe, sbattendo contro le pareti, entrando furtivamente nelle altre stanze, perforando le coscienze addormentate della gente. Tutto questo senza che nessuno se ne stia rendendo conto.

Gabriele non sa come proseguirà la sua esistenza. Ora è lì rinchiuso dentro a se stesso, anestetizzato dalla situazione. Si tiene in piedi mediante lo stipite della porta, lo sguardo nel vuoto e gli orecchi puntati dentro la stanza. Non c'è più nulla dopo quella frase. Forse Moira sta piangendo o forse ha già preso la sua decisione. "Ma si, tanto vale andarsene" pensa lui tra sé "Non verrà mai da me, e io non potrei mai accettarla così. Lei è parte di una realtà a me ignota."

Non c'è altro da fare. Per l'ultima volta si osserva la mano sinistra appoggiata allo stipite di quella maledetta porta: stacca un dito, poi l'altro e piano piano tutti gli altri. E' libero, ora può andarsene.

- Gabry... - La voce di Moira si stampa sulla sua faccia stupita. L'uomo fa un passo indietro. Cosa sta succedendo? Perché è uscita dalla stanza?

- Moira, tutto ok? - balbetta lui. - Paolo come sta? - Domanda inutile. Moira sa che lui ha sentito tutto.

- Paolo... - Mentre pronuncia il nome muove i suoi passi sempre più vicino a Gabriele. Lui dal canto suo non si muove, e chiude gli occhi, ma no del tutto. Li socchiude e ascolta il suo battito accelerato ricolmo di forza e pace. Il profumo di lei è vicino, sempre di più ad ogni battito. Cosa sta succedendo? I battiti diventano onde e il suono si amplifica sino a divenire bufera. Il profumo di lei è sul suo viso, sulle sue labbra secche per la sete. Gabriele riapre gli occhi. Lei è magnifica. Abbassa lo sguardo sul respiro di lei. Lo sente entrare nella sua gola, lo accoglie nel cuore e nell'anima. E' un respiro lento, delicato, armonioso.

- Voglio l'ignoto. - Escono come frecce le parole dalla sua bocca rosea e profumata.

- Cosa? - Gabriele è in panico, con le mani sfiora goffamente il viso di lei. Dentro al petto la sensazione insistente di non poterla toccare come lui desidera, perché un fuoco lo sta divorando dall'interno.

- Voglio te Gabriele. -

Le sue mani tremano. La pelle di Moira sparisce nel traffico dell'estasi e lo spazio intorno si riduce in un bacio pieno di risposte.
Ma le loro mani non smettono di tremare ed il cercarsi fa sempre più male...

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