Cap.XXXV.

Quando Gabriele imbocca l'autostrada sono già le 10:45 del mattino. Davide di fianco a lui, vorrebbe parlare ma ha sempre il timore di chiedere troppo. Nella testa ha una semplice domanda: In quale paese siamo diretti? Mentre pensa se chiederlo o meno, si schiarisce la voce. In fondo, pensa, non c'è niente di male nella mia domanda.
- Senti Gabry, ma... Dove stiamo andando di preciso? -
Gabriele continua a guardare la strada con espressione serena... Fortunatamente. Ha un caratteraccio questo ragazzo!
- Siamo diretti a Campogalliano. È lì che Moira è nata e cresciuta... Con suo padre. -
Davide è sorpreso dall'informazione appena data. Ma non osa chiedere altro.
- Capisco... - Dice, sospirando. E Gabriele per un secondo si volta per guardarlo. Anche lui è rimasto stupito dalla risposta dell'amico. Comunque, tutto il discorso finisce lì.
- Arriveremo là alle... Aspetta che ricalcolo il percorso... Solo un secondo... -
- Bello il tuo navigatore. -
- In che senso? Non hai mai visto un navigatore? Questo, ti assicuro, non ha nulla più degli altri. Anzi, è il più economico. Io sono tirchio per certi aspetti. -
Intanto continua a pigiare le lettere sullo schermo, e Davide lo osserva con lo sguardo di un attento scolaro.
- Ecco fatto. Ci vogliono quasi due ore amico mio. Diciamo che saremo là un po' prima delle quattordici. Che ne dici? -
- Dico che va bene. Però... Se mi addormento ti scoccia? - Un fatto che a Davide preme mettere in chiaro...
- Sai, io non sono abituato a viaggiare così. Cioè... A vent'anni si... Be, non che io abbia girato il mondo, ma... Ora che ne ho quarantacinque mi sono rammollito, e... - Improvvisamente, Gabriele lo zittisce con la mano che poco prima era sul cambio...
- Basta ti prego! Certo che puoi dormire santo cielo! -
- Miseria che caratterino! -
- Se tu facessi discorsi normali, concisi e sensati forse non reagirei così. E poi non vedi come sono nervoso?! -
- Io ti capisco Gabry. Anche tu però devi capire me. Io ti sto aiutando senza sapere il perché... Eppure sono qui, perché mi fido; perché il cuore mi dice che ne vale sempre la pena di essere utili per il prossimo. Cosa pensi? Che io non sia nervoso o spaventato? -
- Davide, io... -
Per qualche secondo si invertono i ruoli. Ora è Gabriele quello che si sente in difetto. Cioè, meno forte e leader della situazione.
- Scusa amico mio. Vorrei solo essere a casa, senza nessuna preoccupazione. Invece mi ritrovo a vagare a destra e sinistra alla ricerca di Moira... Ho coinvolto anche te. Tu hai già la tua comunità a cui pensare. -
- Smettila Gabriele. Lo sai perché sono qui. Sono venuto io a casa tua. Ero preoccupato ancor prima che tu potessi rendertene conto davvero... Ma non dobbiamo discutere di questo. Dobbiamo solo non mollare. Cercare ovunque. Seguire le piste più assurde e chiedere anche agli estranei... Persino ai senza tetto se ve ne fosse la necessità. Abbi fede insieme a me Gabry! - Davide fa una breve sosta.
- Lo sai come ho fatto ad aprire la mia comunità di bisognosi? -
- No. Come? -
- L'ho aperta è basta. Poi è arrivata la gente a chiedermi qualsiasi cosa. E non parlo di soldi... Le persone mi chiedono anche di mettere una buona parola con un amico con cui hanno litigato; oppure mi chiedono di intervenire sul loro posto di lavoro, per mediare certe dispute tra operai. Mi chiedono di confessarli e di perdonarli perché non si sentono all'altezza della grave malattia di un genitore, figlio, marito o moglie... Invece, solo la vicinanza al malato lì rende unici. Quante cose mi chiedono... I bambini vengono a chiedermi come si fa ad essere bravi figli... Ti rendi conto?? É bellissimo tutto questo! Io ben più che volentieri lo faccio! Posso anche starti vicino solo perché oggi sei triste. Io posso e devo farlo, capisci ora?? Siamo tutti dei bisognosi caro Gabriele. -
Dagli occhi neri di Davide scende la commozione, ed anche quelli grigio verdi di Gabriele sembrano essere lucidi. Ma dal suo sguardo non si riesce mai a captare l'emozione in corso. Pazienza. Il viaggio deve continuare a qualunque costo. Anche nell'ignoto.

È passata mezz'ora dalla partenza dei due amici. Gabriele guarda la spia della benzina, e vede che a pochi metri c'è un distributore. Si ferma. Scende a fare rifornimento e nel frattempo ne approfitta per bere un caffè. Soprattutto per riflettere qualche minuto, visto che Davide è rimasto in auto.
- Buon giorno, un caffè per favore. -
Gabriele beve il suo caffè guardando fuori dall'entrata del bar. Non osserva nulla in particolare. Più che altro osserva i suoi pensieri che portano un unico nome: Moira Bramante. Lei è viva, ora più che mai. È così. Sente che è così... L'uomo respira a fondo e beve l'ultimo goccio di caffè, ma si blocca con la tazzina tra le labbra... Vede qualcosa... cos'è? Strizza gli occhi per mettere a fuoco... C'è qualcuno sul ciglio dell'autostrada... È una donna... Che ci fa lì! È pericoloso e non si può fare! E perché nessuno strombazza per avvisarla del pericolo? Gabriele fugge fuori, non può rimanere a guardare.

- Gabry che fai!! Hei, fermo dove vai?! Non puoi farlo!! - Gli grida Davide accortosi del pericolo.
- Resta dove sei Davide! Vado a salvare quella donna! - L'uomo indica la donna all'amico.
- Quale donna?? -
Osservando bene verso il punto indicato, Davide si rende conto che non c'è nessuno. "È impazzito? Non c'è nessuno là." Pensa. Intanto Gabriele continua a correre con l'intenzione di attraversare l'autostrada. Ma si blocca. La presunta donna al di là gli indica di fermarsi... Lui non può fare altro che obbedire: d'improvviso non riesce più a muoversi... È come se lei lo avesse immobilizzato con un solo gesto. Poi comincia a vedere meglio... Lei non è reale... Ha gli occhi che somigliano ad una sfera magica... Mostrano avvenimenti, situazioni. Dentro a quello sguardo lui vede se stesso e Moira... Lei non è una donna... È la visione che appare spesso all'amica scomparsa! È la fata di Moira!
- Cosa vuoi da me?! - Gli grida dalla sua posizione. Davide osserva senza capire. - Dimmi cosa vuoi!! -
La misteriosa visione continua a mostrare avvenimenti del passato... quale tormento per Gabriele!
- Basta! ti prego! -
In un attimo la donna emette una luce fortissima negli occhi dell'uomo, il quale si ritrova a vedere tutto bianco e nient'altro. Poi gli dice con voce cristallina: "Torna indietro! La luce ti guiderà! Non temere, non sei cieco! Questa è la mia luce!" Poi Gabriele cade in ginocchio, mentre la visione scompare.

A distanza di sei metri c'è Davide di fianco all'auto, il quale ha visto tutta la scena. Vedendo l'amico cadere in ginocchio si spaventa. Per un attimo però rimane immobile ad osservarlo. Non sa che fare. Così prega, e con i battiti a mille, inizia a correre verso di lui. "Signore, fa che stia bene... Fa che stia bene..."

Gabriele sembra in estasi, tiene la testa alzata al cielo, ma i suoi occhi sono chiusi. Le braccia invece sono aperte con i palmi delle mani rivolti verso l'alto. Davide, con cautela, lo prende per mano e, sempre con attenzione, la avvolge nella sua. Poi lo fa alzare per portarlo via da lì e capire cosa sta succedendo... Lui si lascia trasportare, non oppone resistenza e non parla... Fino a quando arrivano vicino all'auto...
- Davide... -
- Si? - Gli risponde Davide, cercando di non interromperlo troppo. - Moira non é a Campogalliano... - Dice, respirando a fondo.
- Io ci vedo. Ci vedo davvero... La luce bianca ed accecante mi guiderà da lei. Ti assicuro che è così. Lasciami fare... So la strada. Devi fidarti. E... Non fare domande. -
- Va bene. Che il Signore sia con te... -
Detto questo gli lascia la mano, come la si lascia ad un bambino che ha capito come si fa a camminare. Questa è la parola che salva. Questo è il vero inizio del loro viaggio.

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