Cap.XXXIV.
- ... Ho freddo... - Un venticello fresco si posa sulla pelle di Moira, mentre il ronzio delle mosche comincia ad infastidirla. È mezza addormentata ed intontita. Inizia però a sentire meglio anche gli altri suoni attorno: il cinguettare di uccellini, l'erba che si muove ed il vento che entra e fischietta, come se stesse entrando da delle fessure... Si sveglia...
- Dove diavolo mi trovo? - Moira non è in ospedale... Moira non si trova nella sua stanza. Sta sognando? Decide di pizzicarsi un braccio per vedere se è realmente sveglia... Santo cielo! Le sue braccia sono legate! - Mio Dio!! È uno scherzo vero?? - Ma nessuno risponde e lei comincia a guardarsi attorno. Si accorge di avere le braccia legate con delle catene, a loro volta inchiodate ad un muro fatto di sassi enormi... Anche ai piedi è stata fatta la stessa cosa... Uniti ed inchiodati al muro... Sembra il Cristo in croce. - Qualcuno mi dica cosa sta succedendo!! Hei!! Aiuto!! Liberatemi!! - É sola. Attorno a lei non c'è niente. Solo polvere e mura... Poi un'entrata... Cos'è?? Una caverna? No. A lei sembra il torrione di un castello... O forse è esattamente un castello piccolo e abbandonato. La luce proviene sia dall'entrata che da piccole fessure tra le rocce. Moira ha paura che tutto possa crollare da un momento all'altro. Poi sente un fruscio e si spaventa... - Chi è là??... c'è qualcuno? - Dopo un breve silenzio il fruscio si fa risentire. Lei sobbalza dal terrore, quando qualcosa le finisce in testa... - Aiuto!! Ahhh!! - Esclama. Ma riesce ad alzare il capo... A colpirla è stato un ramo di edera staccatosi dal soffitto. Perché si trova in quell'orribile posto? Chi l'ha portata lì? Cos'ha fatto di male? L'ultimo posto in cui si ricorda di essere stata è l'ospedale. era da Paolo e stava guardando il cellulare di Gabriele. Ha guardato tutte le sue fotografie, in alcune delle quali c'era anche lei; infatti si ricorda di aver provato nostalgia, così tanta da essere arrivata alle lacrime. Poi ha sbirciato anche la rubrica ed i messaggi... Già, i messaggi... Moira non ricorda più niente da quel momento in poi; non ricorda nulla ne degli sms ne dei numeri in rubrica... Strano... Però le fa male la testa, come se avesse ricevuto un colpo...
- Chi sei tu?! - Dice all'improvviso. All'entrata del "torrione" si intravede l'ombra di un uomo di corporatura robusta. Moira non lo vede bene per via della forte luce proveniente da dietro la figura; ma anche per le nubi di terra e polvere che il vento sta alzando. - Parla!! Chi sei?? - Il respiro della ragazza è sempre più veloce. L'uomo si sta avvicinando e lei può sentire i suoi passi martellarle il cervello. - Non ti avvicinare!! - Ancora non riesce a vedergli il volto... Ma ecco un'altra sorpresa: indossa una veste lunga ed un mantello nero con un'enorme cappuccio che non le fa vedere i tratti del viso. Inquietante. Quell'essere è spaventoso, cammina lentamente tenendo la mano destra nella manica sinistra, e viceversa, la mano sinistra nella manica destra.
- Davide... sei tu?? -
L'uomo avanza senza rispondere... Chi diavolo è quel prete? Sarà davvero l'amico consacrato?
- Smetti di scherzare e liberami, Davide! Come cavolo ti sei vestito?! Dai! Lo so che sei tu! Perché non parli? -
Il presunto prete si avvicina sempre più... Ma non dice una parola.
- Senti Davide... Sei solo un consacrato o sei prete ora?? Possiamo parlarne... Ti aiuterò a capire, basta che mi liberi e mi dici cosa sta succedendo! Io devo tornare da Paolo! Lui ha bisogno di me! - Moira ha quasi l'impressione di essere in presenza di un fantasma. Sente i suoi passi ma non il suo respiro. - Mi stai spaventando. Non è divertente!! -
Ora l'uomo è esattamente di fronte a lei, con la testa china e le mani sempre nella stessa posizione: dentro alle maniche.
- Davide? - C'è troppo silenzio...
- Davide? - Terrore... Esso alza il capo. - Oh Dio!! - Esclama Moira. - Non sei Davide. Sei tu... -
Il misterioso personaggio muove la bocca esprimendo un ghigno diabolico.
- Non te l'aspettavi vero? -
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