Cap.XXXII.

Firenze, 30 Settembre 2017

Ore preziose e traballanti
stan ad imitar una fiamma,
quando sei qui con me.

Tu che volteggi e balli,
roteando la gonna,
mentre la testa mia gira.

Tu che dentro al sol
riscaldi d'inverno,
bruciando d'estate.

Cosa cerchi ancor
nella mia misera stagion?
Scalda dove c'è il suon,
poiché io son solo rumor.

A Scandicci le giornate della gente trascorrono monotone, tra il lavoro ed il poco tempo per la famiglia.
Nessuno si conosce, nemmeno tra vicini. Non c'è un'anima cui importa di un'altra. Che paese strano e riservato. Gabriele l'ha scelto proprio per questo. È sveglio dalle ore 7:30, pur non avendo nessun impegno in programma. Si è svegliato per scrivere... Lei ieri non è tornata e non ha risposto al cellulare. Lui è tornato a casa alle 18:30, sfinito, logorato. Si è abbandonato sul letto così, vestito e pieno di ferite interne. Il sonno l'ha ucciso in un minuto.
Questa mattina però la testa sta ricominciando a ragionare molto in fretta: dov'è Moira? Non può far finta di niente!
Decide di andare dal padre. Forse è là.
Si sveste per cambiarsi i vestiti, quando improvvisamente qualcuno suona il campanello. Ma lui non aspetta nessuno. Chi diavolo è a quell'ora del mattino?
- Chi è? -
- Davide. -

Davide?? Gabriele apre la porta ad occhi sbarrati.
- Che succede? -
- Scusa se ti disturbo così presto ma... Ho chiamato sia te che Moira, e nessuno di voi mi ha risposto. Sono venuto per la presentazione di domani pomeriggio, ricordi? Mi sono preoccupato... Il telefono mi dava sempre la segreteria. -
- Hai fatto bene a preoccuparti. Vieni, entra. -
Davide non comprende subito le parole di Gabriele.
- Forza, entra. -
- Ah si... Scusa. -
- Siediti pure. Ti porto un caffè? -
- Si grazie. -
Forse è meglio berci sopra un buon caffè amaro, visto che non sa cosa aspettarsi da quell'invito ad entrare. Quel tono di voce lo ha subito allarmato. Probabilmente non ci sarà nessuna presentazione. La regina del silenzio dovrà attendere. Peccato. Chissà cosa sarà successo, se qualcosa è realmente accaduto.

Eccolo finalmente con i caffè.

- Prego, serviti pure. -
- Molto gentile. -
Con molta calma Gabriele lascia che l'uomo si versi il caffè, e si sistemi comodo sulla poltrona del salotto.
- Non sai niente vero? -
- A che proposito? - Chiede, mentre sorseggia il suo caffè, fingendo una calma surreale.
- Riguardo Moira ed il suo compagno.
- ... -
- Ok... Lui è entrato in coma, un mese fa. Lei... be vedi... È da ieri che non ho più sue notizie. Sono certo le sia accaduto qualcosa, ma non posso spiegarti ora. Il discorso si farebbe troppo lungo. Ma... Ho bisogno del tuo aiuto per ritrovarla. Ti prego. Ho anche bisogno che tu ti fidi di me senza farmi domande. Ti prometto che ti dirò tutto. Tu non corri nessun rischio. Ecco perché devi dirmi di si. -
Occhi negli occhi, i due si scrutano in cerca di una reazione che li faccia entrare in sintonia.
Gabriele si alza dalla sua poltrona, sicuro di sé.
- Bene, andiamo. -
- Prima devi promettermi una cosa. -
- Cosa? -
- Che le confesserai i tuoi sentimenti. -
Lui lo guarda, però non sa cosa dire.
- Come lo sai? -
- Vedi, quando mi hai detto che eravate fidanzati, io non ci ho creduto. Dal suo viso ho capito che non era vero; ma dal tuo ho capito che l'amavi. E poi ho letto questa poesia. -
Nel frattempo appoggia la mano sul foglio, spingendolo verso l'amico.
- Si... Quella... Non mi vorrà mai. -
- Tu pensi? Guarda che bisogna sempre tentare quando c'è un forte sentimento alle spalle. -
- Forse... Comunque ci penserò. -
Tenta di sfuggire al discorso ma Davide lo blocca afferranfogli il braccio destro.
- Perché non mi hai detto niente quando sono venuto alla presentazione? -
- Cosa dovevo dirti? Che mi stava crollando il mondo addosso, e che in quel momento avrei preferito essere morto piuttosto che lì in mezzo a quella gente? -
- Ti avrei aiutato anche allora. -
Bruscamente Gabriele si stacca dalla presa di Davide, il quale non si scompone minimamente. Ecco, un buon osso duro il mite consacrato.
- Ok Ok!! Le dirò tutto! Ma ti prego non guardarmi in quel modo! -
- Bene. Andiamo allora. Dobbiamo trovarla. Da dove iniziamo amico mio caro? -
- Nessuno mi ha mai chiamato così... Grazie Davide. -
Lo abbraccia con forza, questa volta.
- Cominciamo a cercarla dal padre. -

Riusciranno a ritrovarla senza avere nessun particolare indizio? La cosa certa è che il tempo sicuramente non è dalla loro parte. Solo il cuore può esserlo. E quindi, si comincia da esso.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top