Cap.XLIX
- Che strada è questa, Gabry? É inquietante... -
- Non vedo nulla io. Comunque è la strada giusta. Senti una cosa: dimmi cosa c'è attorno a noi. -
- È una stradina stretta... Ci sono tanti alberi... Sembra quasi un bosco. La strada è piena di buche... -
- Quelle le sento. -
- Già è vero. Comunque, non ho idea di che posto sia questo. Non sapevo neppure dell'esistenza di un luogo simile qui a Firenze... Io che pensavo di conoscerla bene, e invece. -
- Va bene Davide, ho capito; grazie. Però ti prego: non iniziare a parlare a chiodo... -
- No, no! Tranquillo amico! -
- Vedi altro? -
- ... Alberi, ancora alberi. Sono altissimi. C'è un'atmosfera così cupa... Eppure è ancora giorno. -
- Che ore sono? -
- Sono le tre del pomeriggio. Però le piante mi danno la sensazione di essere nel bel mezzo della sera. -
- Hei Davide... - Dice Gabriele a voce bassa e ad orecchio teso, come se stesse ascoltando qualcosa... - Ci siamo quasi... -
- Come lo sai? -
- Lo so e basta. Non fare domande. -
- Oh Signore, ricomincia! -
- Ssssss! Silenzio! Fammi concentrare accidenti! -
La voce profonda di Gabriele mette sempre un pizzico di timore, nel dolce e mansueto Davide. Non sa come, ma riesce ad ammaestrarlo al silenzio, ogni volta che lui vuole.
- Misericordia! Wow!! -
- Che succede, Davide?!? -
Ma Davide non risponde.
- Che succede?! Mi vuoi rispondere?!?
- Siamo in un immenso prato verde! Da non credere: brilla tantissimo sotto al sole!! Cavolo... Peccato che tu non possa vederlo. Non posso dire di preciso quale tipo di verde sia perché... -
- Davide?... -
- Perché così non l'ho mai visto! Eppure non sembra nemmeno un prato, talmente è perfetto e lineare! L'erba è tagliata alla perfezione, non c'è un ciuffo che spunta e... -
- Davide!! Per carità!! Smettila, ora ci vedo!! -
- Oh... Davvero? -
- Si Davide... Siamo arrivati... Lei è qui da qualche parte. -
- Ma... Dove? Qui c'è solo erba. -
- Certo, ma se non camminiamo non possiamo vedere cosa c'è più in là... -
- Giusto. Muoviamoci! -
Davide comincia a camminare come uno scolaretto, mentre Gabriele rimasto più indietro, scuote la testa pensando tra se "Se non ci sarebbe, dovrei inventario uno come lui..."
- Sai Gabry... -
- Cosa. -
- Mi sembra di camminare su un lago verde. -
- Accidenti... Sei proprio impazzito... -
- Qui è bellissimo! -
- Potrebbe essere il tuo inferno. -
- Anche il tuo. -
- Anche il mio, si... -
- Però ho l'impressione che la tua visione sia stata solo un inganno per portarci altrove. Ho paura che lei si trovi proprio dove stavamo andando all'inizio: nel suo paese natale. -
- Ancora con queste incertezze? Non puoi sempre saltare da un'idea all'altra come ti pare e piace! Lei è qui: ficcatelo in testa! -
- Ok. -
- Hei... Guarda là... -
E proprio quando Davide stava per perdere ogni speranza, ecco un segno.
- Che cos'è quello? Una caverna? -
- No amico. Quello è ...O meglio era ...Un castello, credo, del quale è rimasto solo il Torrione che vedi. Strano però... quel torrione è molto più piccolo rispetto a quelli che ho visto in giro. Non sembra essere stato adibito a difesa. -
- Quindi?? -
- Lo sai cosa voglio dire. È inutile che nascondi la verità. Tanto la tua anima la conosce già. -
- Lei è li dentro, vero? -
- L'importante è che sia viva... -
- Ho paura. -
- Non ora Davide. Non ora. Andiamo e guardiamoci le spalle... -
C'è un venticello rumoroso che copre le voci e maschera i suoni della natura. Difficile per i due amici sentire se è in arrivo un pericolo. Sono ancora lontani dal torrione, ma piano piano, a piccoli passi felpati, le distanze si accorciano. Gabriele si accorge di avere ragione sulle reali dimensioni di quella struttura...È proprio piccola, anche da più vicino.
- Ci siamo quasi. - Sussurra Gabriele, per non fare rumore. Ad ogni passo continua a voltarsi. Con le orecchie non riesce a sentire; ma con gli occhi deve stare attento a quello che non vede... Poi c'è Davide, la sua spalla. Anche lui sta imparando dall'istinto, che in certi casi è l'unico senso funzionante. Gabriele lo ha sempre pensato: "L'istinto è il primo della lista. Poi ci sono i cinque sensi."
- Che giorno è oggi? -
- Il 30 Settembre. Perché? -
- Perché non te lo dimenticherai mai più, amico caro... -
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