Cap.XXIII.

Firenze, 28 Settembre 2017

Tra le vie di Firenze, sale un venticello punzecchiante ed allegro, mentre il sole galleggia sull'orizzonte. È mattino. Alla clinica dove Paolo è ricoverato, le infermiere iniziano a distribuire la colazione. Moira, accoccolata sulla poltrona, apre gli occhi al tentennare delle tazze. Legge il cellulare: c'è un messaggio di Gabriele. Roma è troppo grande senza di te. Buon giorno Moira, hai parlato con il medico?
La ragazza sconfortata rimette in borsa il cellulare senza dare una risposta. Lei non sopporta queste attenzioni.
- Infermiera scusi! A che ora posso trovare il dottore? -
- Tra un'ora arriverà. -
- La ringrazio. Senta, le posso chiedere un'altra cortesia? -
- Certamente. -
- Mi lascerebbe una tazza di tè? -
Le lascia la colazione e se ne va. Moira non sa perché ha chiesto quella tazza di tè. Sono giorni che si nutre solo di craker e frutta. Ma la voglia di mangiare è nulla. Pensando alla sua situazione, istintivamente si sposta i capelli dietro aĺle orecchie, e si guarda le mani... pallide. Si vedono le vene, e fa impressione percepire che il sangue scorre senza di lei. Proprio il suo sangue... Quello che dovrebbe farla vivere.
- Pazienza... Ci vuole molta più pazienza. Io non ho paura. Posso controllare qualsiasi cosa, posso essere messa al muro senza essere sconfitta, perché la sconfitta non esiste nella mia vita. -
Ancora non sa che di pazienza dovrà averne ancora molta, e per lungo tempo. O forse già lo immagina.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top