Ristorante Christian Etienne, Rue de Mons, Avignone

Dopo sei ore di viaggio Camille non poteva dire di aver voglia di mangiare in un ristorante chic come Christian Etienne, ma sua sorella Solange aveva insistito perché si incotrassero lì.

Era molto stanca, ma non le andava di rifiutare l'invito, dopotutto non vedeva sua sorella da tempo.

Infondo avrebbe dovuto incontrarla comunque, poiché sarebbe stata proprio Solange a farle fare il giro degli appartamenti in affitto di Avignone.

Era la migliore agente immobiliare di tutta la città e un'abilissima arredatrice.

Camille avrebbe voluto avere almeno la metà del talento della sorella nel fare il suo lavoro.

Il ristorante era molto grande, con tavoli rotondi, grandi finestre si aprivano sul lato destro della sala.

Vide un cameriere avvicinarsi insieme ad una donna che Camille riconobbe subito come sua sorella.

-Prego madame - affermò il cameriere spostando leggermente la sedia per far accomodare la donna.

-Grazie Gerard.

Quando il cameriere si allontanò Solange si alzò e abbracció la sorella.

-Sono così felice di rivederti Camille. Mamma e papà non vedono l'ora di incontrarti.

-Anch'io sono felicissima Sol.

Solange aveva due anni in più di Camille ed era felicemente sposata con Rafaël Williams, un intraprende ristoratore di origine americana, che aveva fatto breccia nel cuore di Solange, quando alla donna era stato chiesto di trovare un immobile per il ristorante di Rafaël.

Tra loro era scoppiato l'amore e dopo due anni di fidanzamento si erano sposati. Camille aveva sempre invidiato la sorella, soprattutto dopo il fallimento del suo matrimonio con Bernard.

Solange aveva i capelli color cioccolato, occhi verdi, corpo formoso, indossava una gonna al ginocchio color crema, abbinata con una maglia a maniche corte giallo chiaro, scarpe con il tacco bianche.

Una borsa a spalla gialla completava il look abbastanza informale di Solange.

Il cameriere tornò dopo poco chiedendo cosa volessero ordinare.

Le due sorelle ordinarono e poi Solange partí all'attacco chiedendo se aveva qualche idea su dove avrebbe voluto andare ad abitare.

-Pensavo ad un punto non lontano dal palazzo dei Papi.- rispose Camille.

Solange annuì pensierosa mentre osservava l'abbigliamento molto formale della sorella.

Camille portava un tailleur color fumo di Londra, con camicia bianca della quale si vedeva il colletto, i capelli erano legati in uno chignon composto, scarpe con tacco nero e una borsa a spalla nera di Armani.

Portava un orologio al polso destro che le dava l'aria da donna in carriera.

-Sol? Hai qualche idea?

-Sì penso di avere l'appartamento che fa per te. Si trova in  Rue de la Balance, è un bell'appartamento spazioso e luminoso. Ha un ampio balcone so che a te piacciono molto i balconi ampi.

Camille sorrise. Sua sorella la conosceva veramente bene.

-Sei un mito, Sol! Ti adoro.

Camilla l'abbracció forte e poco dopo il cameriere portò la portata principale.

Fu un pranzo allegro e spensierato, come Camille non ne faceva da tempo e, per una volta, non pensò né a Bernard né al libro che avrebbe dovuto scrivere.

Inoltre, stranamente, Jean non si era fatto sentire e la cosa non poteva che far piacere alla donna.

-Il tuo editor non si è fatto sentire, vero? - chiese Solange qualche minuto dopo mentre passeggiavano lungo Rue de la Balance.

-No, probabilmente ha dato ascolto all'avvertimento che gli ho dato prima di partire da Parigi.

Camille si sistemó gli occhiali da sole mentre si guardava intorno.

Da un lato della strada si ergevano palazzi antichi dalle facciate ornate di finestre a colonnine; dall'altra, edifici moderni dalle linee mediterranee.

Solange si fermò davanti ad un palazzo storico dalla facciata ottocentesca.

-Ci siamo, vieni ti mostro l'interno. - affermò la ragazza facendo segno alla sorella di seguirla.

Oltre il portone dall'aria antica vi era un ampio sottoscala dove vi erano le cassette della posta. Delle scale coperte da una moquette rossa portavano ai piani superiori.

-Vieni, ti porto di sopra, l'appartamento si trova al quarto piano.

-Dov'è l'ascensore? - domandò Camille togliendosi gli occhiali da sole con fare snob.

Solange inarcó le sopracciglia.

Si rese conto, non per la prima volta, che Bernard aveva trasformato sua sorella in una donna snob, molto diversa dalla ragazza di campagna che conosceva.

-Non c'è, bisogna salire a piedi. È un problema?

Camille cercò di non mostrare la sua irritazione. Tuttavia non voleva dare alla sorella motivo di rimproverarla.

-No, nessun problema.

Solange sorrise mentre estraeva dalla borsa una cartellina con il logo dell'agenzia immobiliare per la quale lavorava.

Iniziarono a salire e Camille notò immediatamente le porte in legno blindate, con i numeri e i cognomi degli inquilini scritti su eleganti etichette.

L'eleganza che si respirava in quel quartiere la faceva sentire bene.

Si rese conto però che una parte di lei si sentiva terribilmente a disagio.

Quella parte che aveva sempre detestato Parigi e il lusso sfrenato.

Quando arrivarono al piano interessato Camille rimase molto colpita dalla semplicità della porta. Era l'unica del corridoio.

-Come mai c'è solo questa porta?

-È l'appartamento più grande del palazzo, per questo nessuno lo aveva affittato. È già arredato, non so se questo è un problema per te.

-No, non è un problema, non mi sono portata niente da Parigi se non le cose a cui tenevo di più.

-Bene, allora ti faccio vedere com'è l'interno.-sorrise Solange mentre infilava la chiave nella toppa e apriva.

Oltre vi era un ampio salone dal pavimento lucido, due bellissimi divani, un tavolino e un televisore di ultima generazione facevano bella mostra di sé. Una grande porta finestra dava sull'ampio balcone.

La cucina si trovava oltre una porta scorrevole, vi erano inoltre due camere da letto e un bagno.

-È veramente bellissimo, Sol. Se fosse per me lo affittarei subito.

-Bene perché... ho qui le chiavi  e il contratto di affitto, sorellina. - affermò Solange mostrando un mazzo di chiavi scintillanti.

-E tu come …?

-Ti conosco bene, Camy sapevo che ti sarebbe piaciuto.  Così ho parlato con il mio capo perché ti permettesse di affittarlo. È stato felicissimo, ora firma qui e poi andiamo a prendere i bagagli che hai lasciato in macchina. - sorrise Solange dando alla sorella il contratto di affitto.

Camille sorrise firmando.

Aveva appena trovato la sua casa dei sogni nella sua città natale. Ci sarebbe voluto un po' per lasciarsi alle spalle la vita frenetica di Parigi, ma con un po' di impegno ci sarebbe riuscita.

Qualche ora dopo Camille era sola nel suo nuovo appartamento circondata da scatoloni che provenivano dalla sua vecchia casa. 

Sorrise, era ora di cominciare la sua nuova vita.

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