Casa di Marco, Rue Vieux Sextier, Avignone
Quando Marco rientrò a casa erano le sei e mezza passate. Mulan andò subito a sdraiarsi nel suo angolo preferito vicino alla porta finestra che dava sul balcone.
L'appartamento di Marco si trovava in un palazzo al numero 16 di Rue Vieux Sextier,
nella mansarda. Era un appartamento abbastanza grande con un salotto , una cucina, una stanza da letto, un bagno.
In salotto vi era un divano letto, parecchie librerie piene di libri e non solo. Un tavolino di legno occupava il centro della stanza, un televisore LCD faceva bella mostra di sé sul portatelevisore, di fianco al quale vi era una PlayStation 3, accatastati di fianco alla console vi erano parecchi giochi su tutti però imparava la saga di Kingdom Hearts che Marco adorava.
La cucina non era molto grande, ma era una delle stanze preferite di Marco, perché era proprio in cucina che, oltre a mangiare, si sviluppavano le idee per il suo atelier.
Marco si trovava spesso seduto al grande tavolo di quella stanza con il diario in mano e un carboncino a disegnare i suoi modelli fino a che le sue mani non diventavano nere come il carboncino.
Quando aveva un'idea la buttava giù su quel diario relegato in pelle nera chiuso con un nastro rosso fuoco. Era un regalo di sua sorella Veronica che gestiva insieme al marito Christian un agriturismo fuori città.
Marco adorava il tiro con l'arco, le arrampicate, andare a cavallo e le passeggiate per le vie di Avignone. Era un ragazzo tranquillo e questo le sue amiche Anne-Sophie e Jasmine lo sapevano bene.
Tanto che avevano rinunciato a cercare una ragazza che riuscisse a comprendere Marco fino in fondo.
Forse perché la passione del ragazzo per Il signore degli anelli era totalizzante o forse, semplicemente, perché Marco non era come tutti i ragazzi di ventotto anni.
Gestire un negozio non era facile soprattutto nel campo della moda.
Si avvicinò al mobile dove teneva il cordless e fece partire la segretaria telefonica.
Il primo messaggio era di sua sorella Veronica.
Marco sono io, ascolta abbiamo inaugurato un nuovo punto per il tiro con l'arco, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, chiamami appena puoi.
Il secondo messaggio era di Anne-Sophie.
Ehi Marcolino, ti va di uscire con me e Jasmine diciamo venerdì sera? Chiamami...
Il terzo era di sua madre.
Ciao, campione, ho fatto la torta al cioccolato, la tua preferita, quando vuoi passa da me, io e papà vorremmo rivedere sia te che Veronica, fammi sapere quando sei libero.
Vi era anche un quarto messaggio di Desirée.
Ciao, Marco, sono io, scusa se ti disturbo oggi che è sabato, volevo chiederti se sapevi se avevamo della stoffa azzurra in magazzino? Mi è venuto un dubbio. Chiamami.
Marco sorrise mentre Mulan si alzava dal suo angolo e si avvicinava. Prese il cellulare e mandò un messaggio a Desirée dicendole che aveva ordinato un nuovo stock di stoffe, tra cui quella azzurra che le piaceva tanto.
Lei le rispose con dei sorrisi e dei bacini augurandogli buon fine settimana.
Mulan tirò la manica del suo padrone indicando la ciotola vuota vicino all'ingresso.
-Fame eh? Beh anche io ne ho, ma non ho voglia di cucinare. Mi sa che chiamo le ragazze e usciamo stasera.- affermò Marco mentre si dirigeva verso un mobile in cui teneva le crocchette per il suo cane.
Mulan iniziò subito a girare intorno al suo padrone come a incoraggiarlo.
-Sì, sì tranquilla ti do da mangiare.- ridacchió il ragazzo mentre versava nella ciotola di Mulan la tanto agognata cena.
Cambió l'acqua per Mulan poi si sedette davanti alla porta finestra ammirando il sole che stava tramontando all'orizzonte.
In quel momento qualcuno bussò insistentemente alla porta.
-Arrivo.
Si alzò per poi andare alla porta e oltre lo spioncino vide una donna poco più grande di lui di qualche anno. Era sua sorella Veronica.
-Vero.
-Ciao, Marco.- Il sorriso di sua sorella era sincero e luminoso come sempre.
Veronica aveva tre anni in più di Marco, lunghi capelli castani ricci quasi sempre legati in una morbida treccia, grandi occhi blu cobalto, labbra carnose e piene. Mani di bambina attaccate a braccia in grado di sollevare un vitello.
In quel momento indossava un vestito a fiori molto morbido che mostrava le sue forme rese più dolci dalla gravidanza che stava portando avanti.
-Vieni dentro, non stare sulla porta.
Marco si spostò per fare entrare la sorella e la fece accomodare sul divano del salotto.
-Come mai sei qui da sola?
-Perchè volevo parlarti da sola.
Il ragazzo iniziò a preoccuparsi seriamente, pensando che Veronica avesse dei problemi con il marito.
-Tranquillo, non ho alcun problema con Chris, ma voglio parlarti di Aurora.
Aurora era la sorella minore di Veronica e Marco, aveva diciotto anni, e studiava danza classica da quando ne aveva sei. Era la sua più grande passione praticamente da quando aveva iniziato a camminare. Marco era sempre stato convinto che la sua sorellina sarebbe diventato una grande ballerina.
-Cosa è successo ad Aurora?
-Niente, tranquillo. Ha deciso di iscriversi alla Royal Ballet School a Londra.
Marco sgranò gli occhi.
-Nessuno di noi ha i soldi per poterla mantenere in quella scuola.
-Tranquillo, il problema non è economico, i nonni vogliono pagarle la retta. Il problema sta nel come Aurora sta affrontando la cosa.
A quel punto Marco iniziava a preoccuparsi sul serio. Sapeva quanto Aurora sapeva essere maniacale in certe cose soprattutto quando riguardavano le sue passioni.
-Sta tutto il giorno in camera sua a cercare il pezzo giusto per presentarsi al provino, ma non riesce a trovarlo, si sta demoralizzando e temo che possa ammalarsi.
-Ascolta parlo io con lei. Forse è per questo che mamma mi ha chiamato o meglio ha lasciato un messaggio in segreteria in cui mi diceva che aveva fatto la torta al cioccolato, e ci invitava a mangiarla.
-Sì probabilmente vorrà affrontare l'argomento con tutta la famiglia.
In quel momento suonarono alla porta e Marco andò ad aprire. Oltre vi era il fattorino di una pizzeria che si trovava poco lontano da dove abitava lui.
-Grazie.
-La signora mi ha già pagato - affermò l'uomo indicando Veronica.
Lei sorrise mentre l'uomo salutava lasciando i due fratelli Rigon ai loro pensieri.
-Beh grazie per aver ordinato una pizza formato gigante per tutti i due. - rise Marco mentre iniziava a preparare la tavola.
-Ho pensato che avremmo avuto bisogno di molto tempo per discutere. E cosa c'è di meglio di una buona pizza per ricordarci la cara vecchia Italia? - domandò ridacchiando Veronica.
-Hai ragione.
Si sedettero uno di fronte all'altra addentando la pizza, ma nessuno dei due proferí parola.
Veronica osservava la casa del fratello con aria curiosa e un po' stupita. Era una casa molto ordinata sulle varie mensole vi erano draghi, fate, elfi, folletti di tutte le misure e colori. Un chiaro omaggio alla più grande passione di Marco, oltre al cucito, ovvero il fantasy.
Marco aveva una collezione di portachiavi a forma di drago di vari colori che gli servivano per decorare le sue chiavi. Sia quelle di casa sia quelle del suo negozio il Queen Susan Atelier che si trovava in Rue de la République non lontano dalla piazza del palazzo dei Papi.
Come tutte le donne della famiglia Rigon anche Veronica amava il negozio di Marco, soprattutto perché il ragazzo aveva allestito un angolo tutto dedicato ai costumi di film, serie TV, fumetti videogiochi insomma qualunque cosa che confezionava ogni tanto per rendere un po' più allegro l'atelier. Marco infatti era sì uno stilista, ma anche un costumista.
Questo spiegava il suo immenso amore per i costumi e per il cosplay. Molti ragazzi e ragazze si presentavano al suo negozio per ordinare i costumi più strani e dai colori più stravaganti. Era anche per questo che il Queen Susan Atelier era famoso in città.
-Ti fermi a dormire qui?
-No, grazie fratellino, torno a casa ho chiamato Chris di venire a prendermi. Ci vediamo da mamma e papà.
-Va bene.
Detto questo Veronica uscì lasciando Marco solo con i suoi pensieri.
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