Casa di Camille, Avenue des Champs-Élysées, Parigi
-Non puoi fare sul serio! - La voce di Jean, il suo editor, proveniva dalla cornetta del cellulare.
Camille sorrise appena arrotolandosi una ciocca di capelli sul dito indice della mano destra.
-Sono serissima, Jean.
-Ma la casa editrice si aspetta che tu scrivi un altro libro. -
Camille sorrise immaginando il suo editor mentre si scompigliava i capelli per la disperazione.
-Non ho detto che non scriverò il libro, solo non a Parigi.
-Ti prego ripensaci- Jean si stava giocando il tutto per tutto e Camille non capiva il motivo del suo comportamento.
Che differenza faceva se il libro lo scriveva ad Avignone anziché a Parigi?
-Mi dispiace, non ho intenzione di ripensarci, ti chiedo di rispettare le mie condizioni. Voglio tranquillità e riservatezza, quindi non chiamarmi cinquanta volte al giorno per chiedermi quando sarà pronto il libro, perché non lo so.
Dall'altra parte del telefono Jean fece una faccia stupita.
-Camille...
-Per ora la conversazione termina qui.
La donna riattaccó di colpo lasciando il suo editor con un palmo di naso.
Camille sospirò mentre appoggiava il cellulare sul tavolo del lussuoso salotto del suo appartamento.
Erano passati quasi quattro anni dal suo divorzio dal marito Bernard Moreau, figlio di un imprenditore del settore dell'editoria, che l'aveva lasciata per una ragazza più giovane.
Camille aveva trent' anni, capelli biondi sempre legati in uno chignon, occhi verdi, corpo formoso, ma non troppo.
In quel momento le vibró il cellulare, era un messaggio di sua sorella Solange.
Da Solange :
Ciao sorellina, come stai? Non vedo l'ora di rivederti :)
Camille sorrise. Era da molto tempo che non vedeva sua sorella e la sua famiglia. Dopo il matrimonio con Bernard non aveva più visto nessuno dei suoi familiari.
Si era sposata a ventidue anni con rito civile, la festa era stata sfarzosissima e Camille si era sentita una vera e propria principessa.
Dopo qualche tempo però la ragazza si era resa conto che non era quella la vita che voleva vivere.
Certo in quei pochi anni di matrimonio si era fatta una solida carriera come scrittrice, così da essere indipendente dal suo ricco marito.
Dopo qualche mese Camille era rimasta incinta e la cosa le aveva fatto bene, ma purtroppo aveva perso il piccolo poco dopo e, questo aveva iniziato a far scricchiolare il suo rapporto con il marito.
I problemi matrimoniali erano diventati sempre più pesanti, tanto che persino l'attività di Camille ne aveva risentito.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la scoperta che il marito la tradiva con una giornalista più giovane di Camille, conosciuta ad una festa alla quale la ragazza non era andata.
In seguito aveva trovato Bernard nel loro letto con la suddetta giornalista e Camille aveva provato un senso di schifo per quell'uomo, tanto che aveva chiesto il divorzio ottenendolo.
Le condizioni erano semplici. Camille avrebbe ottenuto la casa coniugale, un lussuoso appartamento in centro a Parigi, ma non poteva pretendere altro dal marito e alla donna era andata benissimo così. Non voleva più niente da Bernard.
Lui era andato a vivere con Alexiane, la giornalista, e ora aspettavano un bambino.
Camille storse il naso disgustata pensando che lei aveva amato quell'uomo.
Si diresse in camera da letto e tirò fuori dal grande armadio a parete le sue valige, non voleva restare un secondo di più a Parigi.
La stanza era molto grande con un letto al centro due armadi a muro e una specchiera davanti al letto.
La scrittrice alzò lo sguardo verso lo specchio, il quale, le rimandò l'immagine di una giovane donna dall'aria raffinata molto diversa dalla ragazza che era partita da Avignone con la testa piena di sogni e aspettative.
Una sera, poco dopo essere arrivata nella capitale, ad un party, organizzato dalla redazione della casa editrice per la quale lavorava, aveva incontrato Bernard e se ne era innamorata.
Camille si portò una mano allo chignon che le legava i capelli e se li sciolse facendo ricadere sulle spalle.
-Non voglio più essere quella di prima, voglio tornare a essere la ragazza acqua e sapone che era partita da Avignone.
Ed era proprio all'antica città dei Papi che la donna era diretta. Sarebbe partita il giorno dopo.
Iniziò a mettere in valigia le sue cose. Non aveva molta voglia di prepararsi, quindi decise di farsi un bagno.
Il bagno era molto grande con una bellissima vasca in marmo rosa al centro e il pavimento talmente lucido da potervisi specchiare.
Si immerse nell'acqua bollente pensando di riuscire a rilassarsi almeno un po'.
Non le dispiaceva molto lasciare Parigi, non si era mai trovata bene.
Tuttavia doveva ammettere che quando Bernard aveva scelto quell'appartamento che dava proprio sugli Champs-Élysées, Camille era rimasta davvero folgorata. Fin da bambina aveva desiderato una casa proprio su quella via. Ricca di negozi di lusso e ristoranti raffinati.
Camille si rammaricava per essere stata tanto frivola quando era giovane. Sposare Bernard era stata la più grande stupidata che avesse potuto fare.
Quando ebbe finito il bagno andò nella sua stanza con l'intenzione di fare i bagagli. Non poteva partire subito perché aveva delle questioni da mettere a posto tra cui il suo ex marito che continuava a chiamarla.
Camille non rispondeva quasi mai alle telefonate di Bernard anche perché si erano già presi a parole quando stavano divorziando. Ora non ne voleva più sapere niente di lui o della sua compagna.
La donna iniziava a domandarsi se i sentimenti che il marito provava per lei fossero veri oppure fosse solo un modo per farsi pubblicità.
A quel tempo Bernard era ancora in corsa per prendere il posto del padre come boss della casa editrice che gestivano con successo da generazioni.
Camille aveva ringraziato il fatto che i suoi libri non venivano pubblicati dalla casa editrice dell'ex marito. Era sempre stata una donna indipendente che non voleva sentirsi legata a niente.
Sorrise mentre iniziava a preparare i bagagli. Presto si sarebbe lasciata Parigi alle spalle.
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