Capitolo 6

La borsa cadde a terra con un tonfo sordo mentre Grainne, esaminata il piano terra della casa. La pioggia era cessata e l'umidità sembrava essere penetrata attraverso gli strati di legno delle finestre e sembrava essersi espansa per tutto l'edificio, anzi sembrava concentrarsi nell'ingresso.
Era lì da soli due giorni ed era già provata, sia fisicamente che psicologicamente; la casa era davvero un rudere, ed era terribilmente fredda come ricordava.
Si mise ad accendere i due camini, le uniche fonti di calore e si sedette in cucina vicino al fuoco scoppiettante a sfogliare il diario che per tutto il giorno aveva portato con sè. Nemmeno lei sapeva esattamente cosa stesse cercando tra quelle pagine eppure se quel diario era arrivato sino a lei, sospettava che qualcosa dovesse nascondere e sopratutto non veniva citato nella lista che avevano trovato ed era piuttosto insolito, d'altronde la sua ominima possedeva davvero poche cose quando era stata arrestata, quindi quel diario sarebbe comparso e invece no. Sopratutto sua nonna cosa c'entrava ? Perché le aveva impedito anni prima di leggerlo ? Troppe domande e pochissime risposte utili.
Appoggiò le braccia sul tavolo posandovi sopra la fronte, malgrado tutti i suoi sforzi di mettersi a suo agio, Grainne spesso si trovava confinata o meglio nascosta in cucina.
Dormiva nella sua vecchia stanza ma era in cucina dove si tratteneva più a lungo, sembrava che in quel luogo lei avesse il controllo della situazione.
Il suo debole senso di sicurezza si rafforzata in quell'ambiente, era confortante essere circondata da tutte cose di sua nonna, i vecchi utensili, i libri di ricette; si rese conto che gli scaffali erano ancora pieni di polvere e si ripromise che l'indomani avrebbe fatto qualcosa. Si sollevò osservando l'ambiente che la circondava  e prese distrattamente tra le mani un barattolo, l'etichetta era fragile e sbiadita, lo depose sul tavolo ad osservarlo, il contenuto nero sembrava polvere e se lo rigirò tra le mani.
Si chiese cosa avesse contenuto quel vecchio barattolo e a cosa era servito il suo contenuto.
Un tonfo la fece sussultare , il libro che giaceva sul tavolo proprio accanto a lei era caduto a terra aprendosi su una delle tante pagine; passò qualche minuto prima che Grainne lo prendesse in mano, osservandolo con una fremente ansia, lo prese e lo depose nuovamente sul tavolo chiudendolo, riprese il barattolo e rimise sul ripiano, quando si voltò il libro si era riaperto .
Lo osservò per un primo momento da lontano quasi incerta, raggirò il tavolo mettendosi davanti al libro per un breve momento ebbe paura di toccarlo, ma si diede mentalmente della stupida.
Vi si sedette davanti perché si rese conto di stare tremando, prese la pagina con la punta delle dita, la sfogliò avanti e indietro, fu un riflesso del fuoco, ma le parve che sotto tutto quello strato di inchiostro di fosse qualcosa che non aveva notato.
La filigrana delle carta era piuttosto spessa, come se le pagine fossero più di una, come se risultassero incollate, ovviamente non si notava eppure osservando il libro attentamente si poteva vedere dove la rilegatura era stata staccata, sicuramente da una mano esperta e attenta erano difetti impercettibili quindi chi lo aveva fatto doveva essere stato molto abile.
Si disse fra sè che doveva scrollare quelle pagine, doveva sapere cosa c'era stato celato sotto; quindi fece varie ricerche su internet e l'unica soluzione era il vapore . Ci mise tutta la notte armata di pazienza e delicatezza,

Le pagine sparse sul tavolo sembravano un solitario di carte, disposte accuratamente una dietro l'altra. Grainne se ne stava in piedi camminando su e giù per la cucina. Guardò distrattamente l'orologio erano le tre di notte e lei non aveva intenzione di dormire era troppo agitata per poter dormire. Doveva razionalizzare quello che aveva scoperto o sarebbe impazzita.
Prese una delle pagine il titolo in latino recitava : lebetem et ferro praticamente il calderone e il coltello e sotto il titolo altre quattro righe cercò di tradurle e scrisse la traduzione su un foglio e le rilesse ma senza capire molto, la rilesse ad alta voce dando aria a quelle parole:
                                          Nell'acqua io immergo questa lama
                                          Per guardarmi dal ladro e dalla trama
                                          Possa nè carne nè guscio astrale
                                          Fare il suo ingresso in questo locale.
Quando finì di recitare la frase, con gli occhi della mente vide sua nonna: i capelli tirati sempre rigorosamente indietro mentre sedeva a terra davanti all'ingresso con davanti un grosso calderone in peltro, ricolmo d'acqua la vide prendere un coltello e immergerlo all'interno recitando la frase . Ma l'immagine sfumò immediatamente lasciando il posto a quella di una giovane le dava le spalle ma sedeva anch'ella a terra con davanti il calderone aveva i capelli del suo stesso colore .
"questo incantesimo ci proteggerà almeno finché non usciremo."
Grainne con la coda dell'occhio vide una sagoma avanzare ma non fece in tempo a vederla sentì solo il suono della sua voce alle spalle.
" nessuno ci disturberà bambina..."
Quella voce la fece sussultare perché non era la prima volta che la sentiva ed era convinta di conoscerla perfettamente, e sapeva che ogni volta le penetrav nel cervello, e le lasciava un'atro marchio indelebile, le caua brividi, la rendeva docile e soggiogabile.
Ma quella voce per un momento le aveva fatto perdere il controllo, in quell'istante ripensando velocemente alle due visioni era sicura di aver capito distintamente la parola Incantesimo.
Sentì che stava per sorgere un'attacco di panico, le gambe cedettero e si trovò a terra in ginocchio con la testa tra le mani. Non capiva cosa le stava accadendo, non riusciva a spiegare come si sentisse sapeva che aveva paura di sé stessa, degli altri e persino della sua mente.
Prese la giacca e uscì nonostante  l'ora tardissima e si avviò a piedi verso Urquhart Castle, sapeva che forse era l'unico luogo in cui poteva riuscire a ragionare.

Sedeva sul parapetto con le gambe penzoloni osservando il lago davanti a lei; oscuro come petrolio , il cielo ancora carico di pioggia minacciava di nuovo un temporale ma Grainne non se ne preoccupava, teneva tra le mani le pagine che aveva recuperato dal diario ma ancora non si rendeva conto dell'importanza che avevano. Per tutta la vita  aveva combattuto, contro coloro che la ritenevano diversa, contro l'opinione di individui ignoranti e superstiziosi ma in quell'istante si chiedeva se davvero tutte quelle leggende e   dicerie fossero vere ? Cosa implicavano davvero ?  E lei in tutto quello cosa c'entrava ?
Le pagine che aveva tra le mani sembravano pulsare come se volessero lanciare un messaggio, ma lei non riusciva a coglierlo, oppure voleva ignorarlo non sapeva nemmeno lei cosa fare.
Si appoggiò alla fredda roccia millenaria, respirando l'odore dell'aria autunnale cercando di stare calma e metabolizzare ogni cosa ma risultò invano; ella si sentiva trasportata dagli eventi, sembrava incapace di contrastare ciò che le stava accadendo intorno e invano tentò di rilassarsi, risultò impossibile.
Fu un suono di zoccoli e un nitrito ad attirare la sua attenzione, e si concentrò sulle rive del lago al di sotto dove stava lei; in un primo momento le parve di non scorgere nulla ma guardando con occhio attento si rese conto che c'era una sagoma immobile. Dovette guardare una seconda volta per rendersi conto che la figura che pareva osservarla era seduta su un cavallo nero come il cavaliere. Anche se Grainne non poteva vederlo sapeva che l'essere la stava guardando con occhi rossi come le fiamme dell'inferno; aveva talmente paura che rimase ferma , solo il martellare del cuore la rendeva viva e non una maschera di terrore.
E Sentì un sussurro arrivare al suo orecchio come se qualcuno fosse alle sue spalle, una voce arrivata direttamente dall'oltretomba per perseguitarla , per soggiogare la sua mente, per renderla schiava della paura.
" Grainne....vieni...vieni da me....vieni dal tuo signore....".
Si coprì le orecchie per non sentire quella voce che le faceva tremare le ossa, cercò di opporsi con tutta sé stessa .
" vieni con me....tu appartieni a me....solo a me...."
Grainne ne ebbe troppo paura, avvenne molto velocemente  si ritrovò a correre verso casa a tutta velocità, dietro di lei sentiva gli zoccoli scalpitare sul terreno sempre più vicini, non aveva fiato, ma correva. Le gambe stanche le facevano male ma lei non intendeva fermarsi almeno non finchè inciampo probabilmente su un sasso o una radice; l'impatto con il terreno fu traumatico e riversa a terra si rese conto di sentire un dolore al ginocchio . Le prese il panico perché non riusciva a sollevarsi a causa del dolore e il cavaliere era sempre più vicino, fu una sensazione strana come se si sentisse braccata, come se quella situazione fosse già stata vissuta e si trovasse esattamente nella stessa situazione, non lo ricordava con la mente ma solo con i sentimenti. Si voltò verso il sentiero e vide la figura del cavaliere galoppare furiosamente verso di lei. Accadde velocemente uno dei fogli che aveva tra le mani sembrò emettere una strana energia, divenne di un colore azzurrognolo e le bruciò i palmi lasciò i fogli cadere sul terreno e come er magia le scritte divennero incandescenti. Era un richiamo quello, quelle parole incise sulla carne, si indevano sulla sua carne nella mente e nei meandri della memoria; fu irresistibile il richiamo di quella pagine e lentamente sussurrò quelle parole incandescenti come lava.
< INVOCO IGNEM SACRUM DEAE . VOS POSTULO FLAMMAM. AD QUOS EIECI TE DE INFERNO DAEMONIUM.>.
La sua voce parve provenire dagli inferi e appena finì di pronunciare quelle parole un fuoco dalle fiamme azzurre si materializzò intorno a lei, creandole una gabbia di fuoco alla parvenza impenetrabile. Il cavaliere che era a pochissima distanza da lei impennò il cavallo dalla paura ed emise un'urlo agghiacciante, sparendo poco dopo in una nuvola nera, non lasciando niente dietro di sè e il fuoco si spense.
Grainne improvvisamente si Sentì stanca, affaticata e dolorante e Sentì la testa pesante e svenne su quel sentiero.


Correva, correva in mezzo alla neve, al freddo che le gelava le ossa e le bruciava la pelle; correva per paura o disperazione non lo sapeva. Era confusa e le lacrime che le solcavano il viso sembravano diventare cristalli di ghiaccio, e poi cadde di nuovo in mezzo a quel freddo opprimente . Urlò , sussurrò e pianse e pronunciò un nome.....prima un lieve sussurro e poi divenne un'urlo disperato < DIARMAIND....DIARMAIND.>.

Grainne si sollevò urlando quel nome, si guardò intorno terrorizzata perché ricordava di essere svenuta su quel sentiero, ricordava di essere caduta, e in fatti quando provò a piegare il ginocchio le fece un male terribile. Si guardò intorno e si rese conto di essere nella stanza di sua nonna, riconoscibile dal letto a baldacchino, una stufa a legna in ghisa che emetteva una fievole luce, ma c'erano anche altre candele accese; si guardò e notò che qualcuno si era preso la briga di coprirla con la coperta di lana e sul comodino a fianco a lei sorgeva una tazza fumante. Aveva ancora il  fiatone, ma non riusciva a capire chi fosse stato a condurla a casa, ma appena formulata, la domanda ebbe una risposta: i passi pesanti sulle scale e la porta aprirsi e sulla soglia comparire l'unica persona che mai si sarebbe aspettata e lei come paralizzata.
< Grainne ? >. Disse Cameron affacciandosi .
Grainne lo guardò ad occhi sbarrati, ma provò solievo a vederlo, e tutta quell'adrenalina scemò immediatamente e lei scoppiò a piangere.
Lui avanzò verso la stanza sedendosi sul letto, angosciato da quella reazione, ma prima che lui potesse dirle qualcosa lei gli gettò le braccia  al collo aspirando il profumo della sua pelle.
< ehi...>.
Sembrava a disagio, cercò di stringerla , ma lei si aggrappò ancora di più a lui, un gesto inaspettato sopratutto per lei che evitava ogni contatto fisico ma era troppo sconvolta e affondò il mento tra il collo e la spalla di lui, finchè lo Sentì vincere la sorpresa e rilassarsi.
Rimaseri abbracciati finchè Grainne non ritornò i sè e si rese conto di essere rimasta abbracciata a quello sconosciuto per troppo tempo.
Si staccò da lui tentando di mettere un pò di distanza e lui sembrò accorgersene allontanandosi impercettibilmente.
< ti ho sentita urlare...prima ...>;
< un sogno....>;
< me lo vuoi raccontare ?>.
Lo guardò negli occhi stupendondosi ancora una volta di potersi perdere nelle profondità di quel mare agitato che erano gli occhi di Cameron.
< non...saprei cosa raccontare....io...come hai fatto a trovarmi ?>.
Lui scostò lo sguardo dai suoi occhi, come se non riuscisse a sostenere quella semplice domanda.
< faccio fatica a dormire....e quindi cammino delle volte di notte e errando sono finito sul sentiero e ti ho vista accasciata a terra.>;
< non hai sentito un'urlo ?>.
Lui scosse la testa.
< che è successo Grainne ?>.
Le scostò una ciocca di capelli dal viso e al passaggio delle sue dita sulla pelle , lei rabbrividì in modo incontrollabile, non sapeva davvero se dirgli la verità ma una parte di lei sapeva che poteva fidarsi; anzi lei voleva disperatamente fidarsi, liberarsi dal peso dei suoi sogni, delle sue visioni.
< ero uscita....dovevo pensare...e qualcuno mi ha inseguita. >;
< qualcuno ? Chi ?>.
Cameron risolto preoccupato.
< non lo sò....era un'uomo a cavallo....avevo paura e mi sono messa a correre ma sentivo la sua voce nella mia testa....>.
Le venne nuovamente da piangere ma ricacciò indietro le lacrime.
< e che fine ha fatto il cavaliere ?>.
Lei scosse la testa .
< sembrerò una pazza....io me ne rendo conto...io.....>.
< shsss>.
Cameron prese le sue mani, le tenne tra le sue grandi e calde e continuò a guardarla in un modo che a Grainne non parve possibile.
< puoi parlare. Lo sai che lo puoi fare . >.
Lei fece un sospiro e si fece coraggio.
< il diario...il diario serviva a mascherare qualcosa...ogni pagina nascondeva qualcosa....incantesimi....>.
Lo guardò aspettando una reazione su quel volto cesellato e imperturbabile, ma non avvenne; lui continuò a guardarla e basta; e Grainne continuò.
< c'erano incantesimi....pozioni....infusi...come un'almanacco.  Qualcuno prese quel libro quando lei venne arrestata probabilmente, lo rubarono e lo mascherarono. E' per quello che su quel documento compare citato un libro ma non il diario. >.
Lui la guardò con uno strano luccichio negli occhi.
< Hai letto quelle pagine vero? >.
Lei annuí.
< non sò bene cosa sua successo ma un momento prima quell'essere stava galoppando verso di me e un momento dopo delle fiamme azzurre si sono alzate intorno a me  e lui é scomparso. Lo sò che è folle ma é così... Non l'ho immaginato. >.
Cameron le sorrise.
< Lo sò che non l'hai immaginato. Ma tropoe cose sono avvenute negli ultimi giorni. Ora hai bisogno di riposo Grainne. >.
Sembrò fin troppo protettivo, la stava trattando come una bambina e quello non lo poteva tollerare, doveva fargli capire che la questione non si poteva ancora chiudere.
< Ho sognato di chiamare Diarmaind. >.
Cameron che nel frattempo di era alzato, si voltò verso di lei con una strana espressione, come se un fuoco si fosse accesso in quel mare cristallino.
< credo di aver sognato per un momento dj essere lei. Credo che cercasse aiuto. Che volesse Diarmaind. >.
Cameron le si avvicinò, sporgendosi verso di lei, intrappolandola tra le braccia, i loro visi era talmente vicini che a Grainne sarebbe bastato sporgersi appena per sfiorargli le labbra e si ritrovò a pensare alla sensazione che avrebbe provato a baciarle. Ma la vocr di Cameron la riportò al presente, una voce suadente e calma che la ipnotizzava.
< é meglio se dormi bambina. >.

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