La vendetta di Stoccafisso (parte uno)
Io e la mamma non siamo mai state grandi fanatiche dello sport. Non ce lo potevamo permettere, abbiamo avuto il televisore solo per un breve periodo, e quel poco di programmi che abbiamo guardato riguardavano per lo più la gastronomia o serie tv. Mamma uscì per un paio di settimane con un giocatore di football, un uomo basso e dal fisico allenato che non faceva altro che parlare delle sue maledettissime partite, vantandosi delle sue prestazioni fisiche sia nel campo che sotto le lenzuola. Era veramente disgustoso, e di fatto mamma lo mollò nel giro di poco tempo, con grande sollievo di tutti.
Poi fu il turno di Olly, un altro tizio preso da chissà dove, che durò ancora meno del giocatore di football. Olly era un allenatore di basket, un altro idiota che amava gridare durante le partite e piangere come una femminuccia ogni volta che la sua squadra del cuore perdeva.
Quindi lo ammetto, non ho mai avuto esperienze particolarmente memorabili nel campo sportivo. Non ho mai praticato attività fisiche se non le risse, frequento la palestra assiduamente, questo è vero, ma solo perché ho bisogno di tenermi allenata, in caso qualcuno ferisse o martoriasse un'altra volta Luke. Nella nostra vecchia scuola c'erano poche squadre, e il numero di studenti che le frequentavano potrebbe esser contato sulle dita di una mano. Perciò sono abbastanza sconvolta quando raggiungo il piccolo stadio della scuola, già affollato di studenti in divisa, e genitori orgogliosi pronti a urlare "quello è mio figlio!" non appena una delle due squadre farà punto.
Gli spalti pullulano di gente, è difficile muoversi, e nell'aria si è diffuso odore di patatine fritte e popcorn, la gente si è vestita con abiti che rappresentano i colori della squadra. I Tigers, giusto? Oddio, spero di non sbagliarmi, finirò per essere uccisa da dei fanatici per aver esultato al punteggio della squadra avversaria.
Luke sta praticamente gongolando, non gli è mai capitato di partecipare a eventi simili, la gioia si legge nei suoi occhi, e basta per compensare il mio disagio evidente nel dover affrontare una folla di persone che non conosco e non voglio conoscere. Stiamo già salendo su per i gradini quando la voce di Sophia ci richiama. <<Di qua! Sasha, Luke!>>
Luke si precipita verso i sedili più vicini allo stadio degli spalti, dove Sophia si trova, la felpa della squadra, bianca e grigia, le sta particolarmente bene, rendendola una piccola musa fanatica di football. Quando la raggiungiamo, siamo praticamente alla ringhiera che si affaccia sullo stadio, non avrei mai creduto che un giorno avrei avuto un simile privilegio, da qui non avremmo problemi a capire come sta procedendo la partita, certo, sempre che io ne sappia qualcosa di football.
<<Ehi, Luke>> spalanca le braccia e lo stringe in un abbraccio che le fa guadagnare almeno cento punti amicizia, Luke ridacchai e ricambia la stretta come solo lui può fare. <<Sono contenta di vedere che siete arrivati in tempo, vi ho tenuto i posti.>>
<<Non ce n'era bisogno, non ci capiremmo nulla comunque>> le faccio presente, infilando le mani nelle tasche dei miei jeans. Lei sorride e inizia a frugare nella sua gigantesca borsa, tirando fuori due fasce colorate con la scritta TIGERS. Inarco un sopracciglio.
<<Dovete metterle>> ci ordina <<ora voi fate parte della scuola.>>
<<Non credo proprio>> ribatto. <<Non sono venuta qui per fare il tifo. Sono qui solo perché Stoccafisso ha comprato mio fratello.>>
<<Avanti, gli farà piacere vederti fare il tifo per lui.>> Mi porge la fascia, e io sospiro di nuovo. <<Fidati, sarà estremamente felice. Lui è un grande superstizioso, sai?>>
<<Chi, Stoccafisso?>>
Sophia ridacchia e annuisce. <<Proprio lui. Prima di ogni partita deve assolutamente darmi tre baci sulle guance e stringermi la mano per due secondi, è convinto che se non lo facesse gli porterebbe sfiga.>>
Uh, questo sì che è interessante. Sapevo che i giocatori di football tendono ad andarci pesanti con le superstizioni, ma non immaginavo certo che Stoccafisso appartenesse alla stessa specie. <<E allora scompari, così che si disperi per l'incombente sfiga>> dichiaro solenne, facendola scoppiare a ridere. Luke si adopera per mettersi la fascia in testa, ma il risultato è alquanto grottesco, perciò lo aiuto. <<Sasha, potresti farci una cravatta>> mi suggerisce.
<<Diavolo, no, Luke, non puoi indossare due cravatte insieme, nemmeno la mia pazzia arriva a tanto.>>
Dagli spalti si leva un boato, il cronista di turno inizia a parlare per aumentare la suspense e le squadre escono accompagnate ai fischi e gli applausi dei tifosi. Sophia si anima di motivazioni infondate e inizia a strillare insieme al pubblico restante, mentre i giocatori della nostra squadra marciano verso il campo con la solennità di un soldato. <<Eccoli!>> Sophia mi scuote per un braccio. <<Li vedi? Sono Aaron e Bill!>>
<<Non riesco a vederli, hanno dei caschi in testa, sono tutti uguali, un po' come i pinguini.>>
<<Aaron è l'1, il quarterback, e Bill il 7, il wide reciver.>>
Provo a individuarli, ma diciamocelo, è praticamente impossibile. I ragazzi delle squadre avversarie salutano i presenti sugli spalti come dei maledetti attori sul Red Carpet, il tizio al microfono continua a parlare per incitare la folla sfegatata, assordandomi le orecchie. <<Sasha!>> Luke saltella felice. <<E' bellissimo! Ci sono un sacco di persone! Alla mamma sarebbe piaciuto un sacco!>>
Forse ha ragione. Conoscendola, la mamma si sarebbe gasata parecchio, avrebbe ordinato una lattina di birra, si sarebbe fumata sette sigarette e avrebbe tifato per la squadra col ragazzo più figo. Mi sfugge un sorriso. <<AAAROOON! BIIIIIL!>> strilla Sophia, le mani ancorate attorno la bocca per far risuonare la sua voce sopra quella delle altre.
Due caschi si voltano nella nostra direzione, le statura sono così simili che non fatico molto a indovinare chi siano i loro proprietari, si avvicinano a noi con passo lento e sicuro, Aaron sfila lentamente il casco, rivelando i suoi capelli biondo cenere e la sua notevole bellezza. Una ragazza dietro di noi strilla emozionata, non posso biasimarla, se avessi un minimo di voglia sessuale anche io lo avrei fatto al suo posto.
<<Ehi, Aaron!>> Luke si affaccia dalla ringhiera per salutare il quarterback o quel che sia e dargli un bacio sulla fronte. <<Aaron! Vincete!>>
<<Ehi, Campione>> ricambia lui, dandogli una stretta con la mano. <<Tranquillo, ce la faremo.>>
<<Principessa>> interviene Bill, rivolto a me <<ho ancora la gastrite provocata dal tuo pugno sullo stomaco, se sbaglierò a ricevere la palla, sarà solo colpa tua.>>
Sophia scoppia a ridere e gli si avvicina per dargli un abbraccio, forse un altro delle loro credenze superstiziose, Luke sghignazza, mentre Stoccafisso volta lo sguardo su di me. <<Non avrei mai creduto che saresti venuta>> ammette alla fine.
<<Ti piacerebbe farmi venire, eh?>>
Scuote la testa, ma un leggero sorriso trapela dalle sue labbra. <<Non hai idea di quanto>> mi prende in giro. Appoggio le mani sulla ringhiera e mi sporgo così che i nostri volti siano più vicini. Le sue lunghe ciglia adombrano le guance, delineate e marcate, come piccole spighe di grano. Mi guarda, io guardo lui, ed è come se il mondo momentaneamente si fermasse. Eccolo, lo Stoccafisso che conosco, quello in grado di farti mancare il fiato con un singolo sguardo. <<Ma sono contento che tu sia qui, ci porterai fortuna. Le pazze portano sempre fortuna a una partita di football.>>
<<Parlando di fortuna, ho scoperto che sei un grande superstizioso. Cosa devo fare per mandarti in panico e farti fallire la partita? Mi divertirei un mondo.>>
<<A dire il vero c'è una cosa che potresti fare, ma mi odieresti a morte>> ammette alla fine, dopo una pausa di riflessione.
<<Se intendi fare sesso con me, mi dispiace, non sono disponibile, sono una donna frigida e poco attiva sessualmente, finirei per fartene pentire.>>
Sophia scoppia a ridere e Bill scuote la testa, Luke sembra perplesso, il concetto di "sesso" gli è ancora del tutto estraneo, nonostante più volte abbia tentato di introdurgli il discorso "i bambini non vengono portati dalle cicogne, ma è sempre un uccello a dar loro la vita". Mi sfrego il naso, gelato per le temperature ghiacciate di questo mese, e Aaron continua a scrutarmi senza parlare. Il loro allenatore inizia a sbraitare per richiamare i giocatori, sarebbe il momento per lui di tornare al campo e per me di andarmi a sedere nella tribuna insieme agli altri, ma nessuno dei due sembra disposto a cedere. <<Mi hai convertito, Sasha>> ammette lui alla fine, con una risata <<alla vendetta.>>
<<Ah, davvero?>> domando divertita. <<E come vorresti vendicarti su di me?>>
<<Avvicinati un altro po'.>>
<<No, santo cielo, chi si avvicina a qualcuno che vuole vendicarsi di te?>>
<<Devi portarmi fortuna, Sasha Porter, lo hai dimenticato? Vedilo come un pagamento per aver picchiato mio fratello.>>
Sophia e Ridarella stanno guardando attentamente il nostro spettacoletto comico, sorridono come dei deficienti quando Aaron mi attira sé per baciarmi. Sbatto le palpebre, stupefatta, il contatto è elettrizzante e spaventoso al tempo stesso. Okay, non me lo aspettavo. Devo dirlo a parole: è stato bravo. Complimenti a Stoccafisso, è riuscito a vendicarsi alla perfezione.
Dalla platea dietro di noi si leva un boato, fischi e applausi coronano questo secondo bacio meno romantico della storia mentre un brivido attraversa la mia spina vertebrale e l'allarme pericolo squilla dentro la testa. <<La mia vendetta non è ancora finita, Porter>> mi avvisa Aaron, una volta allontanatosi. Dietro di lui, l'allenatore li richiama per il riscaldamento, sorride ancora e mi dà un colpo sulla guancia con la mano, proprio come feci io quando lo baciai per prima.
<<Grandissimo figlio di...>>
È troppo lontano perché possa sentire la mia imprecazione. Sophia sghignazza mentre Luke mi guarda confuso. <<Credo che tu gli piaccia>> afferma convinta la prima, le risate che ancora scuotono le sue spalle.
<<Io credo voglia solo farmi incazzare. E ci sta riuscendo alla perfezione>> ribatto con solennità. Torno a sedermi, lo sguardo di tutti addosso.
<<Non penso Aaron voglia farti arrabbiare, Sasha>> interviene Luke, accanto a me. <<La gente non bacia altra gente per far arrabbiare, no?>>
<<In questo caso sì, Campione>> replico con un sospiro.
Dio, Stoccafisso sa davvero come vendicarsi, il mio cervello è impappinato e quasi non riesco a seguire quello che accade nel campo, se avessi saputo che un esemplare di genere maschile avrebbe sortito questo effetto su di me sarei stata alla larga dagli uomini più di quanto non abbia già fatto. Alla mia sinistra, Sophia mi scruta con attenzione. <<Non piaccio a tuo fratello>> ripeto per la millesima volta. L'arbitro fischia per l'inizio della partita e dietro di noi i ragazzi iniziano ad urlare.
<<Non ci sarebbe nulla di male, sai?>> interviene lei. <<E' raro che a Aaron interessi qualcuno, lui se ne sta sempre per i fatti suoi.>>
<<Su questo non avevo dubbi, ma ciò non significa che da qui a poco diventerò tua cognata>> rispondo, accavallando le gambe. Luke posa la testa contro la mia spalla mentre sorride e io gli accarezzo i capelli.
Sophia scuote la testa e osserva insieme a me i ragazzi mentre si scontrano e danno testate, credo si chiami placcaggio, o almeno credo. Dio, faccio davvero schifo a football, non so nemmeno cosa sta succedendo. Mi gratto il naso, Aaron lancia la palla dall'altro lato del campo e Bill la riafferra con un salto notevole, altre urla, altri boati. <<Sai, Sasha>> afferma alla fine, a bassa voce, in modo che solo io possa sentirla <<da quando sei arrivata hai stravolto la vita di tutti quanti.>>
<<Ehi, grazie.>>
<<No, intendo in senso positivo>> le sfugge una risatina, fissa il campo con aria vaga e assente, e sospira a sua volta. <<Era passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo potuto...>> si ferma, deglutisce rumorosamente, i suoi occhi vengono coperti dalle lacrime. <<Odiavo davvero andare a queste stupide partite una volta.>>
<<Una volta? Io lo odio tutt'ora.>>
Ride di nuovo, ma il dolore nello sguardo non scompare, se possibile si accentua ancora di più. <<Volevo solo dirti...>> si schiarisce la gola e mi guarda con delicatezza, un leggero sorriso solca le sue labbra tremolanti <<... va bene se per una volta fai qualcosa per te stessa. Va bene se per una volta tu custodisca unicamente il tuo cuore.>> Di fronte la mia sorpresa, mi dà un pizzico su una guancia. <<A volte anche una custode di cuori ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, sai?>> mi sussurra a bassa voce nell'orecchio, mentre una lacrima solca la sua guancia pallida ed emaciata.
<<Sta' tranquilla, Sophia>> la rassicuro, sforzandomi di sorridere nonostante abbia appena avuto un colpo apoplettico. <<A me basta Luke, sono...>>
Dietro di noi, si leva un boato, un tizio ha appena buttato a terra Aaron con una forza a dir poco spaventosa. Un energumeno dalla stazza inquietante che nemmeno io avrei il coraggio di affrontare, non senza un'arma. Sophia strizza gli occhi e fa una smorfia. <<Grandissimo bastardo>> mormora alla fine.
<<Credo abbiano appena segnato un punto>> aggiunge Luke. <<Ho letto le regole del football, non è un fallo.>>
Immagino abbia ragione,visto che l'arbitro non fischia per fermare la partita. La palla finisce nelle mani di un tizio della squadra avversaria, che la calcia dall'angolo del campo. <<Quello è Jack Valentine>> mi spiega Sophia <<il capitano dei West Lions.>>
<<Non scorre buon sangue fra di voi?>> ipotizzo, notando il suo sguardo pieno d'odio.
<<Detto così è un eufemismo.>> Si passa una mano fra i boccoli biondi. <<Lui e Aaron non si possono vedere. Credo sia perché alla scorsa partita Valentine lo abbia chiamato "raccomandato milionario".>>
Inarco un sopracciglio. <<Be', credo di averlo fatto varie volte anche io.>>
<<Non in quel modo>> ribatte Sophia. <<Lui... ci considera dei superficiali.>>
<<Sophia, anche io vi consideravo così all'inizio.>>
Lei si smuove sulla sedia, facendo traballare la borsetta che tiene poggiata sulle cosce. <<Sì, ma tu ci hai conosciuto, Sasha!>> replica tagliente. <<Invece Valentine ci odia a priori solo perché siamo ricchi.>>
Non posso fargliene certo una colpa, dover avere a che fare con un tizio che ha tutto quando tu sei povero in canna certo non ti fa sentire meglio. Mi gratto il naso. Dal campo, Aaron si rialza, e nonostante ora indossi il casco, sono sicura al 100% che stia lanciando a Jack Valentine la sua occhiata omicida alla Stoccafisso. Odio ammetterlo, ma mi sfugge un sorriso.
<<Be'...>> mi rivolgo a Luke <<... direi che per una volta possiamo fare il tifo, non credi, Campione?>>
Il volto di lui si illumina come un albero di Natale. <<VAI AROON! VAI BIIIL!>> strilliamo tutti e tre in coro. <<FATEGLI IL CULO!>>
Nota autrice
Una piccola spiegazione-pippone-analisi poiché ho visto che alcuni se lo sono chiesti nei commenti.
Sasha è asessuale?
NO.
Sasha può provare attrazione e interesse verso il sesso opposto. Lo dimostra già dai primi incontri con Aaron, quando lo prende in giro per le sue "tette" e ammette che toccare il suo fisico non sarebbe una brutta idea, e anche in altre occasioni.
La questione principale, il vero motivo per cui spesso a sua volta afferma di non avere alcun tipo di "voglia" non è una sua presunta asessualità.
Come spiega in più di un'occasione, Sasha, da che è nata, ha sempre visto le relazioni romantiche e anche solo quelle sessuali come una gigantesca perdita di tempo davanti a problemi più gravi secondo lei:
La povertà della sua famiglia, la situazione di Luke, il lavoro della madre, la violenza e la decadenza del luogo in cui abitava prima, etc...
Quindi MAI si è davvero interessata al sesso opposto, mai si è data il permesso di farlo e anzi, ha proprio buttato nella spazzatura anche solo l'idea di concedersi qualche tipo di relazione amorosa/sessuale, non ritenendole adatte a lei e al suo contesto familiare.
L'ennesima prova di quanto lei abbia, ancor prima di trasferirsi, sacrificato TUTTO di sé stessa col solo scopo di mettere al primo posto Luke e sua madre. Un'altra sua azione da "custode di cuori".
Tra i tanti motivi per cui Sasha dubita di un possibile interesse di Aaron nei suoi confronti ce ne sono alcuni molto importanti già presentati da lei stessa e che verranno ribaditi anche dopo:
- Così come lei non si è mai interessata a nessun ragazzo, così nessun ragazzo si è mai interessato a lei prima di allora (prima di Aaron) e della cosa, detta in modo papale papale, A LEI NON FREGAVA NA MAZZA. Come detto e ribadito, lei ha sempre considerato l'amore come una immensa perdita di tempo.
- Lei ed Aaron vengono da due contesti OPPOSTI. Aaron è letteralmente figlio di due miliardari, Sasha è letteralmente figlia della povertà e della decadenza assoluta. Quindi ANCOR PIÙ fatica a immaginare di poter interessare ad Aaron.
- Sasha è PIENAMENTE consapevole di avere un carattere da stronza e perciò non contempla proprio la possibilità che possa interessare a qualcuno per questo
- Così come è consapevole del suo tremendo carattere, così è consapevole del suo aspetto. Leggendo alcuni commenti, ho visto che ad alcuni lettori non piace granché l'idea che Sasha venga definita "non bella" o "muscolosa" o "maschiaccio". Mi spiace però dirvi che LEI È PROPRIO COSÌ.
Sasha nacque nella mia testa con LO SCOPO PRINCIPALE di sdoganare i topoi e cliché triti e ritriti negli young adult, in cui la protagonista femminile si definisce brutta ma in realtà è una gnoccolona e in cui la sua bellezza fuoriesce subito agli occhi del manzo.
Sasha NON è così.
Sasha è una ragazza muscolosa (non una culturista, sia chiaro, ma muscolosa sì), altissima, che se ne fotte altamente del suo aspetto fisico, che non si prende cura di sé da quel punto di vista e che non ha un minimo di "femminilità". Ha i capelli lunghi, sì, ma non li sistema mai, come dice, dato che lascia che sia Luke ad occuparsene - il solo e vero motivo per cui se li è fatti crescere così tanto, ennesima prova di quanto si sveni per lui senza pensare mai a sé.
NON È BELLA da un punto di vista "oggettivo", se così vogliamo definirlo. Non ricalca MINIMAMENTE il concetto attuale di "bellezza". Non è una sottospecie di Zendaya e non è nemmeno "attraente" come lo si intende di solito.
Sia chiaro: per Aaron lei è attraente ECCOME, ma questo perché lui ha imparato a guardarla bene e a non giudicarla più solo dalla prima impressione che aveva di lei. Davanti a tutti i loro battibecchi/incontri/discussioni si è reso conto della REALE BELLEZZA di Sasha che va oltre i canoni di bellezza stabiliti dalla società.
Aaron e Sasha nascono proprio con l'obiettivo di rivoltare quelle storie ormai note a tutti in cui il bad boi individua subito la bellezza della sua Hope Summer Verginy.
Aaron è il classico Macho Man Biondo che però dimostra di essere ben altro rispetto agli stereotipi dei libri attuali col suo carattere.
Sasha è invece la ragazza maschiaccio che NON ha una bellezza finora rimasta "celata a tutti" e che viene però subito notata dai manzi che la circondano.
Per questo vi chiedo di cercare di capire almeno da ciò il mio punto di vista. Leggendo alcuni commenti ho potuto notare che alcuni di voi non volevano che Sasha avesse questo aspetto fisico o che avrebbero finto di immaginarsela in un altro modo, cosa che, lo confesso, un po' mi dispiace, perché va contro alla mia volontà di scrittrice.
Con questo non voglio accusarvi, sia chiaro, ma vorrei provare a farvi capire il mio punto di vista da autrice della storia. Dicendo che vi immaginate Sasha con un aspetto diverso, ignorando così quanto da me scritto e voluto, non mi rendete granché felice, PROPRIO PERCHÉ ci tengo tantissimo a "sdoganare" i preconcetti che si hanno su alcune caratteristiche fisiche delle donne da sempre considerate "sbagliate".
Pensate se avessi reso Sasha molto sovrappeso e di risposta avessi ricevuto commenti come "io la immaginerò magra però", ecco.
Sasha non è "bella" in modo oggettivo, non è femminile e non è nemmeno "attraente" nel modo che lo si intende di solito.
E tornando al discorso, ANCHE QUESTO è uno dei motivi per cui lei dubita che possa piacere ad Aaron, proprio perché consapevole di ciò, cioè di non essere una "bellezza".
Spero di essermi spiegata abbastanza, se avete dei dubbi fatemelo sapere!
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