-The Dragon's Nest | Il Nido del Drago-

Titolo: The Dragon's Nest | Il Nido del Drago
Autore: MartinaDavi

Genere: Fantasia

Stato: In corso

Premessa: Rincontriamo la nostra fetentissima autrice MartinaDavi. Chi la ricorda? Avevamo già analizzato quella gran figata di "Le macabre interviste di P.L." che è, attualmente, la storia con il miglior punteggio qui su "La Critica".
Come sappiamo è in grado di regalarci (e straziarci) tantissimi feels. Anche questa volta non si è fatta pregare: le riesce proprio facile essere crudele e.e


1) Trama

La storia è una storia nella storia: beccatevi 'sto trip.
Spieghiamo umanamente parlando.
Artigern, o Arty per gli amiki, è un vecchio cantastorie che gira il suo mondo raccontando la sua avventura. È seguito dal suo compagno di viaggi, Sparviero, un drago bianco.

Assieme narrano le loro gesta ai bambini, o a chiunque si voglia soffermare ad ascoltare.
E il racconto ci si presenta in questo modo.

Si avvia e facciamo la conoscenza di un Arty bambino, cresciuto per le strade con un gruppo di altri bambini orfani.

Ci troviamo in un mondo ancora oscuro per noi, sicuramente diverso dalla Terra, che l'autrice sta delineando poco alla volta. Qui non ci sono solo gli umani a vivere, ma tante altre creature. Tra queste anche i Draghi, resi alla stregua di animali da soma, schiavizzati. E gli Athi, una razza quasi del tutto scomparsa, della quale fa appunto parte Arty.
Il passato degli Athi e dei draghi è intrecciato e turbolento.
Il bambino si ritroverà a dover fare da baby sitter ad un cucciolo di drago bianco, che chiamerà appunto Sparviero. Assieme inizieranno la loro avventura, triste, cruenta, strappa lacrime, molto più grande di due piccoli e goffi cuccioli come loro.

Penso che la meraviglia di questa storia, oltre che nella sua trama davvero valida, si possa ritrovare nel metodo narrativo. Il meccanismo del cantastorie è perfettamente funzionale e tremendamente coinvolgente. Soprattutto perché, in alcuni capitoli, il vecchio Arty interromperà la narrazione per riposarsi. Lo vedremo debole, forse prossimo alla morte, e la curiosità di sapere cosa sia accaduto per portarlo lì, a distanza di anni, con Sparviero, ci riempie di curiosità.
Avete presente quando sapete già il finale di qualcosa? Sappiamo che qualsiasi cosa affronteranno nella loro avventura comunque sopravvivranno e si ritroveranno assieme. Ma un po' come quando guardiamo Il Re Leone e speriamo sempre in un miracolo che salvi Mufasa, la nostra mente ci porta a fantasticare. Quello che avviene nel mezzo del racconto risveglia con turbolenza la nostra curiosità.
Una meraviglia, come sempre. L'autrice non mi ha delusa, ovviamente.

Voto 9/10


2) Originalità

I draghi sono creature trite e ritrite, come sappiamo, ma l'autrice si è superata come sempre, creando un universo davvero diverso dal solito.

Abbiamo i richiami ad un mondo sconosciuto (che sono curiosa di veder approfondito meglio, ma l'autrice mi ha già anticipato che lo farà, quindi non posso far altro che metterle fretta. FORZA, FORZA, SCRIVI OTTANTACINQUE CAPITOLI!), come molti creati nella storia della letteratura fantasy, ma c'è stata l'accortezza di non basarsi su idee già utilizzate. No elfi, no gnomi, no troll.
Athi. Una razza meravigliosa inventata di sana pianta dall'autrice. Si tratta di buffi omini non particolarmente alti e tremendamente pacifici. Capelli rossi ed occhi grigi, contraddistinti da una buffa pancetta tonda (almeno durante la loro infanzia).
Cosa che devo dire assolutamente, perché ho amato da impazzire, è la tenerezza di questi esseri da bimbi. Se gratti loro la pancia, è quasi assicurato che si mettano a dormire. I primi capitoli (più tranquilli e meno spacca cuori) sono un must di tenerezza e comicità, con qualche lacrimuccia sparsa.

Troviamo una forse già vista rivalità tra specie per un motivo o per un altro, il tiranno ambiguo, ma è tutto posto in maniera davvero diversa dal solito.

Il protagonista non è il prescelto di qualcosa che salverà il mondo per un qualche preciso motivo. È un bambino goffo e panzutello, scaraventato in un marea di eventi dai quali, come è normale che sia, cerca di scappare.

Altra cosa che ho trovato molto originale è il fatto che Arty e Sparviero siano legati da amicizia, non da legami mistici.

Cerco di spiegarmi: Arty e Sparviero sono amici, cercheranno di dividerli, ma il loro legame è di per sé puro. Si sono scelti a vicenda, senza costrizioni, senza che arrivasse Eragon e il marchio sulla mano. Non ci sono robe strane che costringono "cavaliere di draghi" a "draghi" a stare assieme. Qui è tutto più pacifico e sicuramente "cavalieri di draghi" è l'ultima cosa che ci verrà in mente.

Ho apprezzato davvero questa svolta più innovativa. Il drago è una creatura libera dall'Athi, non è la sua cavalcatura e amico, è amico e basta. Non è il mezzo per qualcosa, non è un animale domestico o di compagnia. 
Bellissimo e apprezzatissimo.

L'autrice ha portato una vera boccata d'aria fresca sulle storie di draghi.

Voto 8/10


3) Coerenza narrativa

Abbiamo un nuovo 10 in coerenza narrativa!
Torna tutto.
Faccio un discorso soprattutto per quanto riguarda le reazioni di Arty e Sparviero.

Arty non è eroico, ha tutte le emozioni che avrebbe un bambino spaventato, ma leale fino alla fine.

Sparviero anche è un cucciolo, ingenuo, facilmente influenzabile. I suoi mutamenti non avvengono dal nulla, sono perfettamente razionali, i suoi dubbi leciti e le pulci nell'orecchio non istantanee, hanno il loro tempo di attecchire.
Perfetto!

Voto 10/10


4) Metodo narrativo

Come sempre i dialoghi dell'autrice sono impeccabili, divertente, veloci, teatrali. Meraviglia delle meraviglie.

Il metodo che ha adottato è davvero funzionale e realizzato nel migliore dei modi. Il narratore principale della storia è Arty, il vecchio cantastorie, ma, come premette lui stesso all'inizio, anche Sparviero interverrà. Seguiranno quindi anche capitoli con il suo punto di vista, per colmare alcune scene che altrimenti sarebbero oscure, perché Arty non è stato presente. Oppure per giustificare alcuni comportarmi che, se non stessimo nella sua testa, non capiremmo a fondo.
I toni utilizzati, inoltre, non ci allontanano mai dall'atmosfera di "favola". Rimaniamo catturati dalla narrazione, ma non si perde di vista la base del tutto: è Arty/Sparviero che narra, è un racconto nel racconto.

Un punto un po' debole è nelle descrizioni dei paesaggi. I personaggi sono perfetti, i colori meravigliosi dei draghi sono spettacolari. Riusciamo perfettamente ad immaginarli, sono davvero sgargianti.

Avrei voluto vedere qualche scorcio in più di questo mondo sconosciuto ancora così oscuro. 

Personalmente ho immaginato gli scenari della vita di Arty e Bonnie un po' come un paesaggio desertico, simile alla Agrabah di Aladdin. Per il resto è più semplice perché percepiamo la presenza di foreste, grotte ed alberi. 
Penso però che si possa rimarcare un po' la faccenda, darci qualche dettaglio in più sui luoghi, i colori dell'esterno. Ogni tanto perdiamo la presa su quel mondo.

Voto 8/10


5) Grammatica

Pfff, manco a dirlo: l'autrice è una delle persone più precise e corrette che io abbia mai letto qui su Wattpad.
Ci sono davvero solamente due o tre piccolissimi errori di distrazione su più di venti capitoli. 
È un mostro della grammatica, ma questo già l'ho detto.

A tratti la vorrei rapire e costringerla a correggermi le cose, insegnarmi la grammatica ect, ma poi penso che altrimenti non saprei il finale di questa storia e i miei piani di conquista della Treccani crollano.

Voto 9/10


6) Caratterizzazione personaggi

Allora, non è cattiveria, ma voglio chiamare in causa vari autori che affermano: è impossibile caratterizzare un personaggio in pochi capitoli.

Capitoli. Capitoli? 
MartinaDavi ha dato un principio di caratterizzazione più che approfondito, più che perfetto, a Sparviero in trenta righe al massimo. E non lo ha fatto come molti pensano che si debba caratterizzare:

Ciao, sono Sparviero. 

Sono un drago e ho due settimane di vita.
Ho le squame bianche e sono atletico.

Molti dicono che sono fighissimo, ma in realtà so di essere molto brutto, per questo mi taglio le squame.

Okay, tornando seri. L'autrice, nel corso dei capitoli, delinea perfettamente tutti i personaggi, in una netta distinzione tra i buoni e i cattivi. Ho pensato che Nonna Nube fosse un'assassina di uccellini per un attimo, al tempo della lettura di quel passaggio, ma sorvoliamo.

Voto 10/10


7) Stile

Penso che questa sarà una ripetizione della prima analisi che feci all'autrice, cerco quindi di variare un po'.
Come ho detto lo stile è fortemente comico anche qui, ma, nel Nido del Drago, piuttosto che nelle Macabre Interviste, il riso si va presto perdendo, a favore di emozioni fortissime.
La punteggiatura è calibrata perfettamente sulla velocità indispensabile alla lettura per trasmetterci nel migliore dei modi le sensazioni presenti.
L'autrice non smette di stupirmi, il suo stile è semplice, ma versatile per tutte le occasioni in cui ce lo propone, in grado di farci ridere, stupire e piangere.

Voto 10/10


Conclusioni

Io non ho nulla da dirvi se non: leggete questa storia. La perfezione che raggiunge l'autrice nelle sue opere è tale da farci sempre pensare a come meriti qualcosa di diverso da Wattpad. Su Wattpad, piuttosto, le sue opere faticano ad emergere, perché non ci troviamo di fronte alla solita protagonista figa e cazzuta. Già di per sé questo mondo è sempre proprio bravo a soffocare le storie migliori, a favore delle storie lette e rilette, scritte con le unghie dei piedi e fatte salire solo dallo spam. 
Sono davvero contrariata nel vedere queste storie al limite della perfezione così trascurate.

Quindi, nel mio piccolissimo, voglio aiutare l'autrice, perché ne vale la pena, perché merita davvero.

Per chiunque sia amante del fantasy, i draghi, per chi voglia leggere qualcosa di diverso dalla solita storia di "cavaliere di draghi" e "draghi", mettete in biblioteca Il Nido del Drago.

Post.Scriptum. Vi ricordo che l'autrice resta comunque cattiva. Scrive eventi troppo spezza cuori e.e INFAMONA.

Voto complessivo 64/70

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