-Ricordi di spine-
Titolo: Ricordi di spine
Autore: Micole1700
Genere: Storie d'amore
Stato: In corso
Premessa: Non sono fresca di lettura.
Ho finito di leggere i capitoli disponibili di questa storia circa una settimana fa, dopo di che ho dovuto interrompere tutto quel che facevo per concentrarmi solo ed esclusivamente su un esame che ho sostenuto e passato ieri.
Sono forte degli appunti che ho preso durante la lettura, ma potrei inciampare in qualche dettaglio a livello di trama. L'autrice mi correggerà e spero non me ne vorrà a male, ma la mia memoria è pessima.
Premessa 2: Ho una nuova scusa per giustificare gli errori che non vedrò mai perché sono pigra. Sto male, mentre ieri morivo nel tentativo di strappare un 18 all'esame, mi è venuta l'influenza.
E niente, ho anche finito l'Oki. Questa è la disperazione. Abbiate pietà del mio muco.
1) Trama
La storia parla di Ambra, una ragazza toscana incline all'apatia, figlia di una madre un po' stramba e soggetta all'asocialità.
L'unica persona che sembra capirla e con la quale abbassa leggermente il suo scudo è Roberto, ragazzo napoletano conosciuto anni prima in vacanza. Con lui Ambra impartisce un rapporto di strano amore mascherato da amicizia, entrambi non hanno idea di cosa sia il loro legame, ma sicuramente qualcosa di particolare.
La storia prende una svolta interessante quando si trasferisce a Napoli con la sua famiglia.
Qui conoscerà il migliore amico di Roberto, Bruno, ragazzo problematico in maniera diversa da Ambra, figlio di un padre violento ed una madre perennemente sbronza.
Bruno, playboy incallito, sembra colpito da questa ragazza così sfuggente e dai suoi vacui occhi neri.
Uhm, allora, vorrei intanto dire un paio di cose.
Penso sia necessario inserire l'avvertimento "contenuti per adulti". Le scene di sesso sono ripetute, non descritte nei dettagli, ma piuttosto esplicite.
In generale la storia è adatta più ad un pubblico adulto, mi sono stupita di non trovare la segnalazione nell'anteprima, in effetti.
Questa storia mi ha lasciata perplessa, un po' pensierosa.
L'avvio è piuttosto particolare, l'autrice sembra sottoporci la storia come fosse una specie di fiaba per adulti e fin qui molto interessante.
La narrazione prosegue in maniera un po' ambigua, in alcuni punti palesandosi forse un po' forzatamente (ne parleremo meglio dopo nella sezione Coerenza narrativa), ma lentamente questo nodo di perplessità si scioglie.
Il tutto diventa più fluido e iniziamo a fare la conoscenza dei protagonisti. Il tutto si rivela molto piacevole, in una lettura che va migliorando in un crescendo.
Consiglio quindi di non fermarsi assolutamente ai primi capitoli: ho percepito la discesa intorno al capitolo "Vedi Napoli, poi muori".
Voto 9/10
2)Originalità
Eh, uhm, insomma.
Se consideriamo la storia nel suo genere, "Storia d'amore", il racconto ha una certa notevole originalità. Principalmente nel personaggio di Ambra e nel suo rapporto con Roberto.
Ma, cosa che faccio io, perché penso che un'etichetta non possa delineare una ciospa, considerando il generale le tematiche ci sembrano ritrite.
La fobia della madre per gli specchi ed Ambra stessa sono gli elementi più originali, ma il resto ci sa di risaputo.
Bruno ovviamente è figo e rubacuori. Le ambientazioni e gli eventi sono simili a molti altri (festini vari, locali, non abbiamo intravisto ambientazioni diverse per ora), due personaggi complicati che andranno a scontrarsi in qualche modo.
Tra tutti i posti in Italia Ambra, dalla Toscana, va a finire proprio a Napoli.
Mi ha ricordato vagamente la storia che ho analizzato un paio di settimane fa, "Broken Souls", per i toni un po' noir a tratti inquietanti. Ma, se in Broken Souls c'è il personaggio di Chris a dare un senso originale e totalmente nuovo alle storie di quelle anime spezzate, qui l'accoppiata Ambra e Bruno non sembra avere molto di nuovo.
Quindi ripeto, interessante il rapporto controverso di Ambra-Roberto, ottima la caratterizzazione della ragazza, davvero innovativa. Il resto va un po' a cadere nel blando, ma penso, autrice, che ti rifarai a breve con la storia della madre di Ambra e spero aggiungendo nuove ambientazioni.
Consiglio: rivedrei la scena in cui il pilota che gareggia con Bruno si scopre essere una donna.
È un cliché più che antico (Ruggiero e Bradamante stanno applaudendo) e per carità, non dico nulla su questo. Ma ci è posto come una specie di piccolo colpo di scena.
Per questo rivedrei la sua struttura, cercando di smorzare questa specie di aspettativa che ci va poi deludendo. Si capisce la trappola più o meno da subito, è un peccato. Si crea un'atmosfera di attesa trepidante, per poi scoprire quello che ci eravamo aspettati fin dal principio: è una donna. Ah, okay, ciao Bradamante, anche tu qui?
Voto 5/10
3) Coerenza narrativa
Siamo arrivati alla sezione del terrore.
Iniziamo subito ad elencare le incoerenze che ho trovato. Autrice, non posso segnalarti anche il capitolo perché non erano numerati e trascrivermi ogni volta tutto il sottotitolo diventava stressante per me e il blocco note (sono pigra), ma cerco di contestualizzarti la scena, ovviamente.
-Il video di Chiara. È un elemento sottovalutato.
Abbiamo visto da poco con i nostri occhi la distruzione che può portare un evento del genere. Se è riuscito a vederlo Roberto da un amico chissà quanti altri ne saranno entrati in possesso. Lei non ne sa niente? Non si è resa conto che la stavano filmando nell'atto?
La sua vita non ha subito cambiamenti? È sempre tranquilla e serena?
Ho visto con i miei occhi la disperazione di una ragazza che, quando ero al liceo, fu sputtanata ingiustamente dall'ex ragazzo. Una sua foto iniziò a girare, l'intero liceo le faceva i cori canzonandola alle spalle.
Cambiò scuola il prima possibile.
Cose di questo genere non sono così innocenti come ce l'hai mostrate tu. Mi sembra tu abbia dato troppa importanza a ciò che pensa Roberto di lei, di come sia "caduta in basso" (per carità, fatto benissimo quello), trascurando tutto il resto.
-Quando Bruno ancora minorenne guida per portare la madre in ospedale. La poliziotta si intenerisce e lo lascia passare.
Okay, allora, a me è sembrato un po' impossibile ed assurdo che la poliziotta lo lasciasse fare. Lo lascia passare e fin qui no problem, ma percepisce la sua giovane età, lo lascia andare così? Non si propone di scortarli, di accompagnarli lei con la volante e tanto di sirena? Preferisce mandare da solo un ragazzino di NonRicordoQuantiAnni con una madre priva di sensi, così che magari i ricoverati saranno due e non uno?
-Rapporto Ambra-Bruno.
Si scambiano circa mezza parola, si guardano negli occhi e sono magicamente in grado di capire quasi perfettamente sia l'uno che l'altro.
Uhm, interessante, sembra che siano fatti per stare insieme, se sono così bravi a capirsi tra di loro.
Il problema, però, a mio parere, è la componente di realismo che così se ne va allegramente a quel paese.
Si guardano negli occhi e sembrano sapere tutto dell'altro. Sherlock Holmes, sei tu?
Autrice, consiglio di rendere più graduale la cosa, se vuoi imprimere del realismo nella storia, altrimenti così è perfetto, non è fastidioso, ma molto introspettivo. Anche se ci sembra un po' stonato ed improbabile.
-Ambra afferma di non guardarsi da troppo tempo allo specchio.
Mi sembra un po' un'esagerazione. Afferma di non avere specchi in casa se non in bagno. L'ultima volta che si sarà vista sarà stata l'ultima volta che è andata a far pipì, quanto tempo potrà essere passato?
Posto in questo modo sembra che abbia timore del suo riflesso, ma ci dice che sentiva la mancanza delle superfici riflettenti, quindi non comprendiamo bene.
-Quando Ambra aspetta l'autobus, ma non passa, chiama Roberto e lui le chiede se si è persa. Lei non smentisce di essersi persa e lui le dice di tornare a casa.
Se davvero si fosse persa non penso troverebbe la strada per tornare, soprattutto perché stiamo parlando di una città come Napoli. Ti perdi? Hai finito di vivere (*accende google maps*).
Penso basterebbe dare le vere motivazioni della chiamata: l'autobus non passa.
-Bruno dà per scontato che Ambra "gliela darebbe". Se davvero sono entrambi lo Sherlock Holmes dell'altro pensiamo che sia vero. Ma a noi lettori Ambra non è stata mostrata come una che la darebbe a tutto il mondo, anzi, tutto il contrario. Il rapporto con Roberto con ci azzecca, è qualcosa di troppo particolare per definirlo in questo modo.
Voto 3/10
4) Metodo
I dialoghi sono ben fatti, fatta eccezione per il primo che Ambra sostiene con la madre, quello riguardo il trasferirsi con loro a Napoli e studiare lì.
La ragazza non spiccica parola, ma la madre intraprende tutto un trip mentale assurdo che non riusciamo a seguire. La capiamo un po' particolare, ma stona moltissimo, non riusciamo proprio a comprenderlo. Autrice, potresti darci qualche base per giustificarlo?
Le frasi sono ben costruite, ma alcune volte si cade in meccanismi esagerati. Utilizzi la funzione dei trattini in maniera eccessiva, costruendo una matrioska in un singolo periodo.
Es. Nell'ultimo capitolo che ho letto c'è un discorso che si fa sulla donna delle pulizie che la madre di Bruno non voleva in giro nel periodo di festività.
Attorno a questo passaggio la frase viene rimpinzata da un'altra frase, finendo per stroppiare. Perdiamo il filo del discorso, sballottati in giro.
La funzione del trattino è più scattante - che diavolo! - non così intripposa.
Autrice, ti consiglio di smembrare di più la frase, facendo anche ricorso a delle sconsigliate parentesi piuttosto, ma così vai ad infilarti in periodi eccessivi nei quali si va a perdere il filo del discorso.
Le ambientazioni le ho trovate un po' scarne. Soprattutto quelle esterne.
Ci troviamo a Napoli! Una città che, quando la vidi, riuscì a stupire anche me che, venendo da Roma, sono molto: "Seh, vabbè, ma io so de Roma, che so 'sti du sassetti che chiamate monumenti?".
Autrice, aggiungi scenografie, descrizioni, buttaci in mezzo un po' di colore. Hai a disposizione una delle ambientazioni più belle d'Italia.
Voto 6/10
5) Grammatica
Molti pochi errori in questa storia.
Ho trovato solo parecchie imperfezioni con le virgole, pochi verbi sbagliati e la confusione tra "se stesso" (senza accento su sé) e "sé".
Voto 8/10
6) Caratterizzazione personaggi
Praticamente nulla da rimbrottare su questo!
I personaggi, nella loro originalità e non, sono tutti perfettamente caratterizzati.
Anche una Claudia apparentemente stereotipata si rivela essere molto più di una ragazza gelosa, anche se preda di una persona che evidentemente non la merita.
I personaggi hanno le loro particolarità ed è solo Roberto quello che ci sembra ancora il più ambiguo. È confuso quanto lo siamo noi su di lui, ma non dubito che l'autrice lo andrà a delineare presto.
Voto 9/10
7) Stile
Velato di grigio, introspettivo, a tratti spietato.
Lo stile dell'autrice ci appare molto interessante, qualche termine crudo ci trascina in un'atmosfera noir (questo l'ho già detto, I know) fatta di apatia ed animi tormentati.
Penso sia praticamente al limite della perfezione lo stile dell'autrice, adatto a questa storia d'amore un po' di diversa dai canoni e si mescola al fumo e alla bella Napoli un po' troppo sottovalutata.
Voto 9/10
Conclusioni
Come detto, inizialmente ero molto perplessa su questa storia. Sarò sincera, avevo iniziato non apprezzandola, ma poco a poco ho capito più cose, qualche nodo si è districato e ne sono davvero rimasta affascinata!
I due capitoli "Vedi Napoli, poi muori" sono stati sicuramente i miei preferiti, avevo sperato di vivere un po' più Napoli e un po' meno festini ed alcool, ma questo è solo il mio parere personale.
Penso che tutto abbia un grande potenziale e mi auguro davvero che neppure una goccia di tutto venga sprecato.
In generale consiglio la storia (ripeto anche questo) ad un pubblico adulto, relativamente adulto. *conta con le dita i propri anni* *si rende conto di averne solo una ventina abbondante* Uhm, facciamo sopra i 16 anni e non se ne parla più!
È una storia particolare, che brilla, a mio parere, per lo stile e la particolarissima protagonista.
Voto complessivo 49/70
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