-Necromoria-

Titolo: Necromoria
Autore: Dyonisia
Genere: Fantascienza
Stato: In corso

1) Trama

La trama iniziale ci risulta abbastanza familiare. Vengono tessute le basi di una storia distopica con sbocco sulla fantascienza.

Ci troviamo in un mondo post apocalittico, dove la razza umana è stata costretta a rintanarsi in dei Rifugi per sopravvivere. Circondati da mura protette, al di là si trova la piaga che ha costretto la razza egemone alla quasi estinzione: un fungo, un fungo capace di corrodere e divorare l'organismo umano, portandolo dolorosamente alla morte.
Ma capita, in alcuni casi d'infezione, che il corpo reagisca bene, anche meglio. Il sopravvissuto al fungo, guarito, acquista capacità quasi soprannaturali, dovute al contatto prolungato con quell'entità superiore che sta divorando la Terra. È così che nasce la casta dei Migliori, lo stadio successivo all'umano medio, che hanno posto sotto ad una distopia soffocante il resto dei sopravvissuti, rinchiudendosi in una città dalla bianca perfezione, Cram.

Ma il Rifugio è solo il punto d'inizio della storie di tre fratelli, Jack, Nick e Morris. L'ultimo fa ormai parte da anni della casta dei Migliori e, rinchiuso in una bolla di freddezza e da mura gelide, si è impegnato nel dimenticare i due suoi fratelli, rimasti invece nel Rifugio degli sfigati assieme a tutti gli altri.

Jack e Nick finiranno all'esterno delle mura, dove faranno la conoscenza di creature umanoidi sopravvissute al fungo, sì, ma fortemente diversi dai Migliori. Chi sono?

E tra ragazze dai capelli color bubblegum, conigli mutati in cavalli bisbetici, ranocchie schizzinose e il sempre più vicino collasso della razza umana, scivola con eleganza la storia di Necromoria.

Chi segue Cryterio da un po', sa che io odio la fantascienza. Bene.

Chi mi legge nel pensiero, invece, sa che adoro la distopia. 
In ogni caso, non penso sarebbe bastato il genere della fantascienza per frenarmi dall'amare questa storia che, dell'autrice, è probabilmente quella sto preferendo -e le ho lette praticamente tutte!

Necromoria non ha buchi di trama, parte da una base già sentita per schizzare in tutte le direzioni possibili, stravolgendo totalmente l'idea che si ha di un romanzo distopico. Utilizzando i tre punti focali dei fratelli, si ha modo di scoprire realtà diverse, tutte perfettamente approfondite, velate da tante metafore che solo col tempo si riescono a cogliere.

Una rete di citazioni attuali e passate percorre la storia, sposandosi perfettamente con una realtà futura, ma così rovinata da risultarci gemella a 'sto mondo del cavolo che stiamo mandando avanti.

Che dire?

10 più che meritato.

Voto 10/10

2) Originalità

Gli elementi iniziali ci rimandano a tante altre storie, a tanti videogiochi ambientati in mondi post apocalittici. Sono le basi delle basi, dopotutto.

Dove sta la bravura dell'autrice? Certamente nel partire da qualcosa di già sentito e modellarlo immediatamente in maniera diversa. Tre punti di vista, non tre sconosciuti, tre fratelli che si staccano e riacchiappano in continuazione, dove Morris rappresenta certamente il ruolo più originale.

Non voglio lasciare alcun genere di spoiler, perché una bella parte della bellezza di questa storia è proprio aspettarsi un qualcosa, e ritrovarsi a fronteggiare dell'altro.
Avrei pensato di vedere l'intero nucleo narrativo svolgersi nel Rifugio, ma già dopo pochi capitolo fottesega proprio del Rifugio, vado ad esplorare questo mondo fungoso, altro che gallette e sopravvivenza ostentata. 

Vogliamo parlare di tutte le parole che si inventa Jack? Parliamone perché ad ogni capitolo finisco per versare litri di lacrime dalle risate.

Come vengano certe cose all'autrice non lo so, so solo che riesce come sempre a mescolare tanti generi in una sola narrazione. Al che passiamo dalla macabra fantascienza in un capitolo,  a comiche scene bucoliche in quello successivo.

Meraviglia, come sempre.

Voto 9/10

3) Coerenza narrativa

Sì, ecco, beh.
Io uso sempre roba varia per segnarmi gli errori che trovo.
Al momento di scrivere la recensione ho aperto il blocco note e niente, ho trovato solo un appunto. Mi sembrava molto triste lì, solo soletto, che mi guardava tipo "Ma che cazzo ci sto facendo qui?".

Coccolatelo, perché l'ho visto un po' depresso.

-Nel capitolo 21 Aaron, guardando Jack, afferma di vederlo molto dimagrito, da quando ha rotto la sua mente. Nel capitolo 23, invece, viene detto che Jack ha acquistato un po' di chili da quando è arrivato al villaggio dei Sopravvissuti.

Ora vai, piccola incoerenza solitaria, vai a ripararti e non tornare mai più.
*si asciuga una lacrimuccia di commiato*

Voto 9/10

4) Metodo narrativo

Il metodo non sbaglia un colpo.
Descrizioni degli ambienti accurate, ma non ripetute fino alla nausea, che comunque restano vive nella nostra memoria per tutta la narrazione, facendoci spaziare dalla verde atmosfera esterna, alla bianca Cram, la città dei Migliori.

Le descrizioni fisiche sono rilasciate poco a poco, soffermandosi giustamente maggiormente sui mutanti della palude, che le nostre povere menti becere non riuscirebbero altrimenti a focalizzare perfettamente. 

Voglio utilizzare qualche altra riga per battere le mani, alzarmi e poi inchinarmi di fronte alle descrizioni delle azioni di Croak, una cavolo di rana, che è così naturale e perfetta che io boh. È il mio personaggio preferito, un rospo sì, si comporta troppo bene da rospo domestico. Dovremmo avere tutti una Croak nel soggiorno.

I dialoghi sono realistici, non si dilungano mai in maniera naturale, spesso divertenti, incisivi e chiari in tutti gli altri casi.

Voto 10/10

5) Grammatica

Sono presenti solamente dei piccolissimi errori di battitura.

Voto 9/10

6) Caratterizzazione personaggi

Allora, dovete sapere, che Croak è un bellissimo personaggio e... Okay, vabbè, non parlerò di Croak il rospo.

Specificando innanzitutto che tutti i personaggi sono perfettamente caratterizzati, mostrandosi come un ampio repertorio di figure originali e ben calcate, vorrei concentrarmi sui tre fratelli.

È impossibile non amare tutti e tre, Morris compreso che, inizialmente, potrebbe apparire detestabile, dall'alto della sua rupe di crudeltà, ma nasconde in sé così tanti segreti che solo col tempo, conoscendolo, coglieremo.
Una psiche delicata, malvagia, divisa in una guerra tra ego, al limite della pazzia, piegata dall'ostenta superiorità dei Migliori. Morris è certamente il personaggio più scuro e complesso, non il mio fratello preferito, ma certamente il più lavorato.

Vogliamo parlare di fratelli preferiti?

Nick, vieni a me! Nick è il mediano dei tre fratelli, un omone dall'animo tenero, ma dalla cazzutaggine di un orso. Non c'è frase che dica senza infilarci dentro altre un paio di parolacce, iperprotettivo, nasconde forti insicurezze.
Lo adoro. Se dovessi scegliere un compagno per la vita lui sarebbe il mio sposo ideale, dove si compra?

Concludiamo con Jack, il più adorabile e giovane dei tre. Trasognato e spesso distratto, ha l'insano hobby di inventare parole che il suo vocabolario non riesce a colmare. Di istruzione ignorante, ma non stupido, la sua innocenza e la sua bontà sembrarono simboleggiare la speranza in una razza umana incattivita dal costante pericolo.

Voto 10/10

7) Stile

Come già detto, l'autrice si contraddistingue per la sua inumana capacità di giostrarsi tra ottomila generi diversi. Abbiamo una base fantascientifica e distopica, per poi finire a girovagare tra qualche romanticismo (assolutamente nuovo per gli standard di Dyonisia! Che solitamente lascia i suoi protagonisti in vedovanza o peggio, nella brutale friendzone), tratti di horror, paranormale, comico,... non penso neppure di riuscire a cogliere tutto.

La componente delle citazioni poi, in questa storia, è particolarmente forte. Sono incastrate bene, non passando inosservate ma dando un bel po' da pensate, legandosi anche al velo metaforico che percorre il romanzo.

Lo stile dell'autrice è chiaro, fluido, semplice ma non goffo, elegante e pulito. Capace di inoltrarsi in esperimenti narrativi interessanti (mi è piaciuto molto l'uso grafico delle frasi e delle lettere per suggerire qualcosa. Le lettere staccate per segnare il tono folle di Robert; la composizione particolare delle frasi durante i sogni lucidi di Jack attaccato al fungo;...), senza che questi prendano il sopravvento.

Questo prova, ancora una volta, come uno stile sviluppato non possa che continuare a migliorarsi ancora e ancora.

Voto 10/10

Conclusioni

Credo che l'autrice abbia fatto un ennesimo salto di qualità con questa storia.

La mia contorta ipotesi è che, questa volta, si sia presa più spazio per ampliare. Le sue storie si sono sempre contraddistinte per una non eccessiva prolissità, ma in questa è tangibile la vastità maggiore.
C'è più spazio, più aria, orizzonti diversi e ancora oscuri che ci fanno capire che il meglio deve probabilmente ancora venire.

È una storia che consiglio a tutti, come sempre consiglio proprio l'autrice come anima pia da seguire con affanno, perché i suoi scritti hanno una tale lavorazione da meritare assolutamente il nostro tempo. 

Una storia variopinta, Necromoria, dinamica, che persino nei capitoli più statici riesce a scuoterci in qualche modo. Non c'è mai una pausa, l'autrice calibra perfettamente i capitoli in modo che a scene forti si sovrapponga qualcosa di più leggero. La lettura che ne esce è tremendamente terapeutica e piacevole, che scorre con incredibile facilità sotto ai nostri occhi.

Voto complessivo: 67/70

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