-Ho paura di mio figlio-

Titolo: Ho paura di mio figlio
Autore: CC_MEUNIER
Genere: Paranormal horror
Stato: Completo


1) Trama

Armatevi di coraggio, miei prodi porcellini d'india, perché si avvia il Cryterio by Night. Questa volta non per le zozzate che abbiamo incontrato, ma perché ci sporcheremo di sangue.

Ho paura di mio figlio è una storia dalla quale non mi sarei aspettata niente di meno, sono sincera. Avevo grandi aspettative e non ne sono rimasta delusa neppure lontanamente.

La protagonista è Jeanette, mamma di Jakob. È dalla gravidanza che il bambino sembra avere qualcosa di strano, fenomeni paranormali girano attorno a lui, dando il via a incubi, crisi isteriche alle quali solo un neonato può dar vita (date un ciuccio a quel moccioso!), atti di autolesionismo.

Jeanette, disperata e alla ricerca di risposte, si rivolge a uno psichiatra che le suggerisce, innanzitutto, di scrivere un diario, raccontando e annotando tutti i comportamenti strani di Jakob.

È così che la donna entra in un mondo più pericoloso di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Suo figlio non è pazzo, c'è qualcosa di molto angosciante e misterioso che si nasconde dietro ai suoi atteggiamenti.

Che cosa?

Ah.ah. Non ve lo dico manco morta.

Andate a leggere e rischiate di farvela addosso.

Mica sono l'unica disgraziata che ne deve uscire terrorizzata, oh.

Dunque, la storia è completa, quindi nella sua interezza non ho riscontrato buchi di trama. Tutto torna al pettine e un bel colpo di scena ci dà modo di guardare al tutto con occhio molto molto diverso da quello che ci ha accompagnato per tutto il racconto.

Ho un appunto.

Eh sì, ho sempre un appunto.

Tra i primi capitoli ce n'è uno dedicato ad una seduta spiritica che Jeanette fa alla ricerca di risposte che, in realtà, non arrivano (non del tutto almeno).

Come ho fatto già notare all'autrice, circa, io non avevo assolutamente capito come si collegasse l'episodio al resto della storia.

Prima che mi rispondesse e mi spiegasse come stavano le cose, il ricordo di questa seduta spiritica mi aveva lasciato un po' l'amaro in bocca.

È uno dei forse più banali episodi riscontrabili in una storia paranormale, ma assolutamente il mio preferito! Mi piace vedere come tutto torni, come frasi sconnesse dettate da spiriti irrequieti acquistino senso solo alla fine della storia.

Beh, questa volta non è successo, perché, escludendo ovviamente lo spirito del tedesco, quei messaggi inquietanti e "quell'attacco" da parte dell'infiltrato non sono spiegati per nulla.

Nel senso, non si capisce chi diamine sia quel tizio che arriva a scassare le balle. Non capiamo che non c'entra nulla con Jakob e Jeanette, che è solo un rompi scatole di passaggio.

Questo ci porta ad aspettare che il "FANGO" di cui ci parla, verrà ritrovato nella storia.

Onde evitare queste aspettative infondate, consiglierei un piccolo approfondimento su come in realtà sia un evento totalmente sconnesso, in modo da non darci false speranze.

Voto 8/10


2) Originalità

La storia è pervasa da cliché del paranormale e dell'horror, come ad esempio inquietanti canzoncine, bambole di porcella, lo switch su lingue diverse dalla propria, donne con capelli luridi alla Samara style, la tavola ouija,...

Però, ci terrei a dire che tutto questo è trattato in maniera molto particolare. Innanzitutto l'autrice dimostra grande cultura a riguardo, non buttandoci in mezzo a una seduta spiritica senza le dovute spiegazioni tecniche.

Inoltre, l'idea di farci credere in una banale "possessione" non si traduce proprio così.

Evito spoiler, ma comunque ci troviamo di fronte a una tematica utilizzata non troppe volte.

Sebbene la struttura stessa del diario non sia eccezionalmente originale, l'atmosfera nella quale siamo immersi e i vari colpi di scena sono veramente inaspettati.

Quindi, riassumendo: eventi già visti, ma rivisitati da un altro punto di vista molto, ma molto interessante.

Non si cade nel banale.

Voto 7/10


3) Coerenza narrativa

Ho un po' di punti da segnalare dei quale, in realtà, non sono del tutto certa.

Aspetto l'autrice per delle delucidazioni.

In caso abbia fatto un gran bel buco nell'acqua mi scuso immensamente e prometto di provvedere a cancellare immediatamente.

-Nel corso della storia, Jeanette inizia a dubitare della saluta mentale di Jakob, probabilmente convinta da quel manipolatore di Paul. Ma, in tutto questo, sembra escludere profondamente l'eventualità di fenomeni paranormali.

Non capisco come, dopo aver presenziato ad una seduta spiritica, aver comunicato con spiriti più o meno buoni, non torni con i pensieri mai "all'assurdità" della cosa. Su come tutto quel mondo che non aveva creduto possibile, sia in realtà reale. Su come, semplicemente, ci sia assolutamente la possibilità di fenomeni paranormali che si aggirano attorno a Jakob, perché lei stessa ne ha avuto le prove.

-Il 24 maggio, Jeanette parla della "Paura del Sonno" di Jakob. Il fatto che sia in maiuscolo e in corsivo ci ricorda inevitabilmente il disturbo che gli diagnosticherà il 2 giugno Mark.

Sembra che Jeanette sappia già del disturbo, scrivendolo in quel modo, piuttosto che in maniera blanda, come semplice problema secondario. In questo modo sembra ci stia parlando a sua volta di un disturbo della quale era già a conoscenza, quando in realtà lo verrà a sapere solo poco dopo.

-Nel giugno 2003 viene ricordato il compleanno dei tre anni di Jakob e viene ricordato come se passato da un anno.

Ma dovrebbe compiere più anni Jakob, no?

-Quando la nonna paterna ripete le frasi precise che ha detto Jakob da "posseduto" è abbastanza improbabile che sia in grado di rievocarle in maniera così perfetta. Lei non parla per nulla il francese e sappiamo che il parlato è un casino (quanti affanni che mi ha fatto passare). Per un'inglese poi deve essere ancora più complesso, rispetto ad un italiano che, leggendolo, dovrebbe capirne vagamente il senso: fanno parte di due rami linguistici completamente diversi.

-1 luglio. Questa è un'incoerenza stupidissima e narrativa.

Viene affermato che la bambina in sedia a rotelle "guarda dritto" Jeanette. Ma è strabica, è un controsenso.

Voto 6/10


4) Metodo narrativo

La narrazione si svolge in prima persona e si utilizza il metodo del diario.

Trovo che sia una struttura perfetta della storia, ci dà modo di assistere agli sproloqui, al flusso di pensieri anche incostante di Jeanette, di scavare nella sua mente senza che lei se ne renda conto.

Ci saranno molti dettagli che dovremo cogliere da noi, perché Jeanette non sta scrivendo per noi, non ci deve rendere le cose facili, sta scrivendo per se stessa.

Le descrizioni fisiche sono scarne, ma nulla da ridire a riguardo, se non fosse che ho storto il naso di fronte al "Non sono male come donna, ho occhi marroni e capelli castani" (non è la frase presa precisa, sto andando a memoria), perché è stata una caduta da teen fiction schifida (cosa che questa storia non è neppure lontanamente, ovviamente, non vorrei dare un'idea sbagliata), un'auto descrizione che ho trovato un po' forzata.

Le descrizioni degli ambienti sono povere per quanto riguarda i luoghi familiari, com'è giusto che sia. Che senso avrebbe far descrivere a Jeanette la sua cucina?

Ha invece senso gettare qualche dettaglio in più sui posti nuovi che incontriamo durante la storia.

I pochi dialoghi riportati sono perfetti, molto naturali e i discorsi indiretti che Jeanette inserisce sono fluidi, chiari e riassuntivi alla giusta maniera.

Mi è piaciuto molto come l'autrice sia riuscita a rendere bene l'atmosfera da "foglio scritto a mano" aggiungendo dettagli interessanti, sfruttando la scarna formattazione di Wattpad a suo favore.
È riuscita a creare qualcosa di molto suggestivo, abbinandoci frasi confuse nei momenti giusti, per ricreare l'atmosfera e la dispersione mentale della protagonista.

Voto 8/10


5) Grammatica

Boh, che ne so. Ero così presa dalla lettura che ci ho fatto davvero poco caso, tanto per darvi un'idea di come prenda facilmente la storia.

Okay, cercando d'essere un po' più seri (ero davvero infervorata, ci ho fatto nottata a leggere) i pochissimi errori sono di sola distrazione.

Si incontrano sporadici per i primi capitoli, andando avanti aumentano poco di più.
Nulla di grave.
O almeno, nulla che io abbia notato.

Voto 8/10


6) Caratterizzazione personaggi

Tutti i personaggi ci vengono filtrati dallo sguardo poco stabile di Jeanette.
Partiamo da lei però.

Un'evoluzione inquietante la sua, che vediamo perfettamente e sentiamo trapelare dalle sue frasi e i suoi pensieri. Non la possiamo vedere a relazionarsi con le altre persone, lei racconta gli eventi e basta, ma come scrive, le parole che utilizza, ci fanno capire di lei molto più di quanto vorrebbe.

Il diario nasce per aiutarla a mettere a nudo i problemi di Jakob, ma diventa inevitabilmente la sua valvola di sfogo principale, l'unico poco per gettare via pensieri troppo scuri per restare nella sua testa.

Di conseguenza, tutti gli altri personaggi non ci vengono descritti in maniera molto semplice. Es. Mark è stupido (no, scherzo Mark, sei carino. Sei la prova del nove che mi ha fatto capire come anche lo psichiatra che ho inserito in Aurora non sia anormale come avevo creduto. Siete proprio una brutta razza, gneh.). No, non ci viene sottoposto nulla del genere.

Jeanette racconta gli eventi e ci lancia ogni tanto qualche frase rappresentativa che ci fa drizzare le orecchie, che ci fa comprendere perfettamente la natura dei personaggi con i quali si scontra la protagonista.

Perfetto!

Tutto perfetto!

Personaggi molto d'impatto, inquietanti, che si muovono perfettamente come pedine pallide.

Voto 10/10


7) Stile

È la prima storia che leggo dell'autrice e, posso dire con certezza, che il suo vero stile si palesa solamente nella Nota a fine storia, dove è proprio lei a parlarci.

Uno stile molto austero, pulito ma dalla sintassi puntuale, adulto.

Al contrario, lo stile che incontriamo per il resto della storia è molto colloquiale, spiccio, euforico. Forse si fa un eccessivo uso di punti esclamativi, ma mi immagino perfettamente Jeanette a smadonnare gli dei inserendo punti esclamativi per la rabbia.

Semplicemente, la protagonista non è una scrittrice, sta scrivendo qualcosa di molto personale come un diario, consapevole che nessuno andrà a leggerlo, se non lo psichiatra, e che certamente non verrà giudicata per lo stile.

La punteggiatura è perfetta, scandisce molto bene il ritmo, dando una fluidità incredibile fin dal primo capitolo.

Una volta iniziata, questa storia è impossibile d'abbandonare.

Ho apprezzato molto la capacità dell'autrice di mettersi in panni diversi dai suoi, dal ricreare la scrittura sgangherata di una madre esaurita.

Voto 10/10


Conclusioni

La storia è finita di filata tra le mie preferite in assoluto, senza alcun ripensamento.

La consiglio apertamente a tutti gli amanti del genere, ben consapevoli dei rischi ai quali andranno incontro.
Non è un horror puro, ma l'inquietudine regna sovrana, quindi a vostro rischio e pericolo. A mio parere è molto bella e darci un occhio ne varrebbe proprio la pena.

Ho adorato tutto, dal primo capitolo all'ultimo. La trollata finale dell'autrice mi ci ha fatta cascare con tutte le zampe, ha reso molto più vivida la storia.

L'unica cosa per la quale mi son sentita quasi male è stato l'episodio del gattino.
In quel momento ho dovuto chiudere sconvolta.
L'immagine era così tremenda che volevo mettermi a piangere.
Autrice, sei un'infamona!

Voto complessivo 57/70


Off Topic: La prossima critica sarà l'ultima della lista. Quindi quella puzzolente di Isa_RafMic può uscire dall'angolino punitivo nel quale l'ho segregata.

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