Mi sembra familiare
Molte storie narrano che il mare in tempesta sia pericoloso, che se le onde sono alte c'è la paura che aumenta in chi ammira lo spettacolo.
Ma se invece il mare fosse pericoloso quando è calmo. Quando all'apparenza e calmo. Magari lo specchio d'acqua fa come gli esseri umani, quando è più distrutto, spaventato o arrabbiato nasconde tutto sotto una maschera, e mostra al mondo che nulla lo può scalfire.
Perché è nelle profondità del mare, dove il buio regna che i mostri continuano a prosperare.
Bellatrix pov
Il sole splende in cielo.
Ma non per molto ancora, in lontananza si vedevano due nuvoloni avvicinarsi.
Sto lottando con tutta me stessa per non tirare fuori il telefono e scattare una fotografia.
Ma devo prestare attenzione a quello che dice Rigel.
Mi sta raccontando cos'è successo oggi a scuola.
"Rigel rallenta un attimo, penso di non aver capito bene.
Mi stai dicendo che un ragazzo ti ha aggredito e tu sei stato espulso?
Questa cosa non ha il minimo senso logico."
Mi sta mentendo e non so perché.
L'unica cosa che so è che mio fratello è un gran bugiardo e un combina guai ancora più grande.
Penso che abbia fatto qualche scherzo alla persona sbagliata.
Ma non capisco perché non sia sincero, dopotutto noi parliamo sempre di tutto.
Più o meno.
"Belle è la verità, cosa vuoi che ti dica non ho mica preso io questa decisione."
Mio malgrado mi tocca credergli.
Non voglio cominciare una guerra con lui su chi abbia ragione.
Siamo arrivati sui pressi del Moscova, uno dei fiumi principali che attraversa Mosca.
Lo percorriamo ancora un po' in lunghezza.
Mi soffermo ad osservare l'acqua scorrere.
Il fiume ha origine sull'altopiano di Smolensk-Mosca e sfocia nell'Oka presso Kolomna.
Da piccola credevo che se mi fossi buttata nel fiume sarei riuscita ad arrivare a Kolomna super velocemente.
Credevo che il corso d'acqua avrebbe funzionato come le scale mobili, solo in piano e sarei riuscita ad arrivare alla cittadina e visitarla.
Non mi ponevo il problema di come tornare.
Non avrei mai voluto ritornare alla mia vita.
La mia grande convinzione è sfumata a sei anni quando in gita scolastica abbiamo notato un soldato caderci dentro.
L'uomo non è sopravvissuto.
Da quel giorno ho capito che il fiume è pericoloso e i militari possono controllare solo le folle e non gli elementi climatici.
Io e Rigel arriviamo ad un bar.
Il "satellite".
Locale frequentato per lo più da ragazzi della nostra età e più grandi.
Però non in questo orario.
Ci accomodiamo in un angolo, il più riservato è il più distante da tutti.
Una cameriera si avvicina e ci porge il menu.
Lo osservo e un senso di nausea mi pervade.
Non mi va di mangiare in pubblico.
La signorina ritorna e chiede le ordinazioni.
"Per me una cioccolata calda è per te Belle?"
Rigel comincia per primo e ovviamente prende una cosa super calorica.
"Niente grazie."
La ragazza mi guarda come per dire: "e allora cosa ci sei venuta a fare qua?"
Riprende la parola il mio gemello.
"Allora faccia due cioccolate e due fette di torta alle mele, grazie."
Finirò di scrivere la giovane se ne va.
Mi prendo la maglietta all'altezza della pancia e la allontano dalla pelle.
Ormai è un gesto che faccio di continuo.
Così come stare seduta sul bordo della sedia e in punta di piedi.
"Bellatrix, scommetto che oggi non hai fatto colazione e che a pranzo hai mangiato un panino, adesso ti godi la cioccolata e la torta.
Non voglio che la mia sorellina mi svenga in braccio finché siamo in giro insieme."
Lui non capisce.
Nessuno capisce.
"Rigel, non dovrei mangiare così tanto."
Guarda il soffitto e poi punta di nuovo i suoi occhi celesti su di me.
"Rigel non dovrei magiare così tanto.
Rigel questo vestito non lo posso mettere è troppo attillato.
Rigel oggi non posso venire al mare.
Rigel io non troverò mai nessuno sono troppo brutta."
Imita la mia voce.
Sono le solite scuse che gli rifilo.
"Tu non capisci."
Gli sussurro a denti stretti.
"Io non sono come te, non ho un fisico perfetto che fa invidia a tutti, non posso mangiare tutto quello che voglio senza ingrassare."
Rigel continua a fissarmi negli occhi.
Questi sono i momenti in cui detesto il fatto che non proviamo emozioni.
"Bella ora ascoltami."
Lo faccio. Soprattuto perché mi ha chiamato Bella.
Il soprannome che mi dava da piccola quando continuavo a ripetermi di essere brutta.
"Pensi che la bellezza sia avere un fisico perfetto.
Che poi chi stabilisce cosa è perfetto e cosa no?
Delle persone stupide che sanno solo guardare come appare una persona esternamente.
La bellezza invece è fare in modo che gli altri ti apprezzino per quello che sei.
Ci saranno persone a cui non piacerai ma questo è normale, e poi vi saranno persone che credono che tu sia la cosa più bella di questo mondo.
Poi sta a te a chi dare più importanza."
Me lo ripete da tutta la vita ed ogni volta io lo ascolto ma non riesco a crederci.
"Non è vero, nessuno vorrebbe mai stare con me, nessuno vorrebbe che io fossi la madre dei propri figli."
Si guarda le mani e sussurra.
"Se fossimo in un altro universo, un altro pianeta, in un altra epoca.
Se io e te non fossimo fratello e sorella, se non fossimo gemelli.
Stai certa che io ti chiederei di diventare mia moglie."
O mio dio.
Questo non me lo aspettavo.
"Rigel io io non so cosa ..."
"Non ho finito."
Ed io rimango lì ad ascoltarlo.
Non che fosse un segreto che lui tenesse a me.
Ma non mi aspettavo così.
"Belle, sei la persona più bella che io conosca.
Con quei tuoi occhi diversi.
Uno blu come è profondità dell'oceano e uno grigio chiaro come la luna.
I capelli come la pece.
Il tuo metro e sessanta che ti rende una nana su miei occhi.
Oltre all'aspetto fisico sei anche la persona più gentile che conosca.
Sei l'unica che nonostante abbia perso la facoltà di avere emozioni continua a preoccuparsi degli altri.
Quindi sì io sarei disposto a restare con te in eterno.
Tu sei la mia galassia."
La cioccolata e la torta arrivano appena in tempo.
Non me la sentivo di rispondere.
Rigel è sempre esplosivo, dice quello che gli passa per la testa.
Nonostante tutto quello che ha detto non mi alzo dal tavolo.
Anzi, prendo la forchetta e comincio ad addentare la torta.
Rifletterò sulle sue parole sta sera.
Ora non mi va.
Anche perché si è richiuso in se stesso quando ha capito che non avrei ribadito.
Mi soffermo ad osservarlo, vorrei digli che anche io vorrei restare per sempre con lui.
Ma ha ragione in questo mondo non è possibile.
E noi non possiamo cambiare le nostre vite.
Vedo la porta aprirsi e un ondata di impiegati e dirigenti in giacca e cravatta, militari e caporali entrano nel locale.
Tra tutti la mia attenzione si sofferma su un uomo più giovane degli altri.
Ha i capelli neri corti neri, il tipico taglio da militare.
Gli occhi azzurri, ma non come il cielo limpido, ma come il ghiaccio.
Non l'ho mai incontrato.
Ma il suo volto mi è per uno strano motivo familiare.
Eppure io non ho mai avuto nemmeno un discorso con uno di loro e quando sono in servizio indossano sempre il passamontagna.
È altissimo, addirittura più di mio fratello, penso arrivi ai due metri.
È stupendo.
Indossa l'uniforme militare e sulle spalle ha qualche stella e qualcos'altro.
Non saprei a cosa servono tutti quegli ornamenti.
Non mi sono mai interessata alla vita militare ma forse sta sera potrei fare un giro su Wikipedia per scoprire qualcosa.
Continuo ad osservarlo.
Penso abbia percepito degli occhi addosso e per questo comincia a guardarsi intorno.
Mi rintano con il naso nel bicchiere di cioccolata.
Che buon profumo.
Così comincio a berla.
Il ragazzo decide di ignorare la sensazione e prende posto.
Sto per sputare tutta la cioccolata su mio fratello.
Il giovane ha sbagliato tavolo, si è seduto con i manager invece che con i commilitoni.
Questo è strano.
Ognuno sta con i propri simili ma lui sta sfidando la società.
E nessuno sembra farglielo notare.
La cameriera si avvicina al loro tavolo per prende le ordinazioni.
In tutta la mia vita non sono mai stata una che parla molto e questo mi ha portato ad osservare e ascoltare molto.
Ora noto che la cameriera sta alzando la gonna rossa bordeaux della divisa e sbottonando la camicetta bianco panna.
Che schifo!
Ho capito che le donne non hanno diritti ma lei si mette in mostra come se fosse un pezzo di manzo in macelleria!
La giovane segna le loro richieste e si allunga sul tavolo per prendere i menu.
Questa è mancanza di professionalità!
Il militare appena nota le sue intenzioni rotea la testa per non osservarla.
Almeno qualcuno che rispetta le donne!
Belle che cavolo stai facendo?
Non lo conosci nemmeno e già giustifichi le sue azioni?
Il mio subconscio non mi dà mai tregua.
Beh basta poco per farlo tacere.
Il fanciullo che poi non credo sia così giovane mi sta fissando.
Come l'ho capito?
Che mi sono guardata intorno come una scema notando che attorno a me e Rigel si è formato un vuoto.
Il ragazzo penso abbia capito la mia sorpresa infatti ha abbassato la testa e poi ha riportato lo sguardo su di me.
Io penso di funzionare male riuscendo alla questione del genere maschile.
Tutte le mie compagne di classe appena notano qualcuno di interessante si mettono in tiro.
Più o meno come la cameriera.
Io invece funziono al contrario.
Ignoro l'individuo.
Non so cosa mi spinga a farlo.
Penso sia il fatto che sono molto introversa e per le mie.
Però non saprei dare una spiegazione logica.
Continuo a fare finta di niente e cerco di attaccare discorso con il mio fratellino.
Io non comincio mai un discorso, neanche con il mio gemello.
"Allora...."
Mi guarda.
"Si sto parlando con te pagliaccio"
"Bene perché in sedici anni che ti conosco con hai mai cominciato tu a parlare, tra un po' mi convincevo che sei un automa in grado solo di rispondere."
Il solito.
"Penso che, visto che verrai nella mia stessa scuola potrei cominciare a rubarti qualche passaggio nei giorni uggiosi."
Accetta molto volentieri.
Passa qualche istante ma sento i suoi occhi ancora addosso.
In realtà non mi hanno lasciato neanche un momento, ha assistito a tutta la conversazione e anche al seguente silenzio.
Il suo sguardo però è diverso dagli altri.
Normalmente se una persona mi presta attenzione e sto mangiando smetto subito perché a disagio.
Invece lui non mi provoca lo stesso fastidio.
Anzi, ho mangiato tutta la torta e bevuto tutta la cioccolata.
O meglio ho bevuto tutta la mia cioccolata e metà di quella di Rigel.
Non posso farci nulla, quando ho il ciclo il cibo dolce e la mia unica salvezza.
"Bene Belle, abbiamo mangiato, bevuto, ora bisogna pagare il conto."
Tira fuori una monetina dalla tasca.
"Facciamo testa o croce?"
Gli prendo la moneta dalla mano e me la metto in tasca.
Con questa ci comprerò qualche caramella domani.
"Io avrei un idea migliore, fai il galantuomo e paghi tu, grazie!"
Accetta, non mi direbbe mai di no.
Mente lui va alla cassa io rimango al tavolo.
Per pagare si è formata una lunga coda, penso ci metterà un po'.
Torno con lo sguardo sul cadetto, almeno credo sia cadetto.
Ribadisco che non ne sò nulla riguardato alla vita in caserma.
Lo vedo rivivo sul tavolo.
Lo guardo meglio per capire cosa fa facendo.
Cerca di coprire il suo operato con il braccio sinistro mentre scrive.
Aspetta un attimo.
La penna è sulla mano sinistra.
È mancino!
È un tratto particolare ma non unico, non mi aiuterà molto per scoprire la sua identità.
Mentre lui trafuga con il tovagliolo io decido di andare avanti a leggere il libro che avevo nella cartella.
Neanche il tempo di leggere due pagine che la curiosità mi pervade.
Rialzo il capo e noto che il bigliettino è nelle mani della cameriera ora.
Brava Bellatrix, hai dato giudizi affretti su quel ragazzo.
È come tutti, di sicuro le avrà dato il numero.
La scena mi fa talmente ribrezzo che torno con il naso nel libro.
Sento un dito battermi ritmicamente sulla spalla.
Sollevo lo sguardo.
È la cameriera.
"Questo te lo manda quel bell'imbusto al tavolo vicino alla finestra."
Butta il biglietto sul tavolo.
"Chissà cosa ci abbia visto di bello in una mocciosa così quando avrebbe potuto avere una come me!"
Guardo il foglietto.
Lo prendo.
Non so cosa aspettarmi.
Spazio autrice:
So che avevo detto che questa settimana non sarei riuscita a pubblicare ma ho fatto uno sforzo.
Prima di tutto vi ricordo di mettere una 🌟 se il capitolo vi è piaciuto.
Immagino abbiate un po' di domande.
Ad esempio:
Rigel era davvero serio?
Chi è questo tipo?
Perchè Belle dice che gli è familiare?
Ma soprattutto cosa ci sarà scritto in quel biglietto?
Bene lo scoprirete solo vivendo.
So che ci saranno alcuni errori ma vi chiedo di comprendere che per me questa è una settimana davvero no.
Detto ciò qui potete lasciare le vostre più sincere opinioni.
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