Veloce
È una bella giornata di Marzo, l'aria è frizzantina ma si comincia a sentire il profumo della primavera. Lara sta per affrontare l'esame più importante della sua vita. Si è allenata per un anno, tutti i giorni, per riuscire a battere il suo record nei cento metri. La sua allenatrice, nonché amica, Megan, è sicura che possa farcela. Ma Lara sente l'agitazione crescere ogni volta che, mentre si scalda, si gira verso gli spalti e vede volti conosciuti: i suoi genitori, i suoi amici. Non può deludere né loro e né tantomeno se stessa: vuole conquistarsi un ruolo importante nell'atletica leggera per ripagare gli anni di sacrifici fatti per arrivare dove si trova adesso. Troppe le volte che non è potuta uscire perché troppo stanca, perché dopo la scuola c'erano sempre gli allenamenti e poi studiava fino a notte fonda. Ma adesso la scuola è finita, lo scorso Giugno si è diplomata all'ISEF di Torino e da quel momento si è dedicata esclusivamente alla sua passione più grande e cioè la corsa. Se riuscisse a portare a casa il risultato potrebbe puntare alle olimpiadi di Tokyo del 2020.
È ora: tutti i partecipanti si mettono in posizione sulla linea di partenza, in quella posa statica prima dello stacco. Lara respira, inspira ed espira lasciando entrare più aria possibile e cercando di calmare l'agitazione che la assale. Un colpo annuncia il via e Lara non pensa più a nulla: sente solo le sue gambe che quasi non toccano terra, il cuore pompare più sangue e i suoi occhi che puntano all'obiettivo. Non si guarda intorno, né tantomeno si lascia distrarre dai cori di incitamento dagli spalti. Taglia la linea del traguardo dopo 10 secondi e 30 centesimi, lasciando dietro tutte le altre ragazze e staccando la seconda di 4 centesimi di secondo. Quando si rende conto di avercela fatta corre ad abbracciare Megan, e poi i suoi genitori e i suoi amici sugli spalti. Piange e grida dalla gioia, non riuscendo a contenere l'emozione e la forza che quella vittoria le infondono. A decorrere da oggi ha un anno di tempo per puntare a Tokyo 2020. Sale sul gradino più alto del podio e viene premiata con una medaglia d'oro con un rilievo di un piede alato.
Scesa dal podio, e dopo una bella doccia, vede entrare Megan negli spogliatoi, tronfia d'orgoglio.
«Stasera si festeggia mia cara! Avevo già organizzato tutto giorni fa!»
«E se non avessi vinto?»
«Io non avevo dubbi riguardo la tua vittoria!»
«Dove vuoi portarmi?»
«Tu pensa solo a renderti presentabile e ad essere pronta per le otto!»
E Lara obbedì. Non sarebbe mai riuscita a dire no a Megan, le era troppo riconoscente. Tornò a casa e i suoi genitori le fecero trovare una graditissima sorpresa: una 500 cabrio, di color azzurro Italia, come la divisa che forse sarebbe riuscita ad indossare alle olimpiadi. Si commosse ed abbracciò i suoi genitori, e poi chiamò Megan dicendole che non serviva che la passasse a prendere perché non vedeva l'ora di sfoggiare il suo gioiellino.
Quando arrivò al ristorante si guardò un po' attorno per scorgere Megan. Quest'ultima iniziò a sbracciarsi da un tavolo in fondo alla sala e Lara la raggiunse notando che fosse in compagnia di un ragazzo dal volto noto. Quando si presentò dicendo di chiamarsi Federico Cattaneo, Lara ricordò chi fosse: colui che aveva ottenuto il record nei cento metri nel 2017. Megan aveva chiesto al suo allenatore, presente anche lui a cena, se fosse disposto ad allenare Lara due giorni a settimana. Lei rimase scioccata.
«Mi stai mollando Megan?»
«Ma no, che dici?! È che voglio darti uno stimolo in più ... e credo che un nuovo allenatore potrebbe aiutarti! Si tratterebbe solo di due giorni a settimana ...»
Lara si sentiva a disagio, con le spalle al muro. Sapeva che sarebbe stata una grande opportunità, che Megan lo faceva per il suo bene, e che avrebbe dovuto superare la paura del nuovo se davvero puntava a Tokyo.
«Ok, va bene!» accettò, a malincuore.
«Grande! Allora, visto che dovrai andare a Saronno, sicuramenti ti allenerai due giorni di fila, per evitare viaggi inutili e avremmo pensato al venerdì e al sabato...così avresti la domenica per riposarti e dal lunedì al giovedì ti alleneresti con me, come sempre! Che ne pensi?»
«Penso che avete già deciso tutto, quindi non posso che dire che va bene...»
«Fede ti aiuterà ad ambientarti i primi tempi!»
«Avrò anche un autista personale, un facchino o altro? Hai pensato proprio a tutto è Megan?!»
Lara notò Federico che rideva insieme al suo allenatore. Ma sinceramente a lei non veniva proprio da ridere, anzi era parecchio in ansia. Per fortuna durante la cena si rilassò, iniziò a conoscere il suo nuovo allenatore Alessandro e lo trovò un uomo rassicurante e deciso. A fine serata rimasero d'accordo che gli allenamenti sarebbero iniziati il venerdì successivo ed era libera di andare in macchina o in treno, prenderla in stazione e accompagnarla nell'albergo che l'avrebbe ospitata per la notte non sarebbe stato un grande problema. La settimana scivolò via velocemente. I suoi genitori, appena saputa la novità, non si fidarono a mandarla in macchina da sola per un viaggio di circa due ore. Quindi almeno per le prime volte Lara decise di andare in treno. Quando arrivò alla stazione di Saronno trovò ad aspettarla Federico. Lo vide che le alzava la mano per salutarla e farsi notare. Indossava una maglietta bianca con su una felpa aperta blu, jeans e scarpe da ginnastica. Era appoggiato ad un Audi bianca. Lara si avvicinò, lui si tolse gli occhiali e se li mise sulla testa.
«Buongiorno Lara, come stai? Andato bene il viaggio?»
«Buongiorno Federico, sto bene grazie...anche il viaggio non è stato troppo stressante.»
Lui le prese il trolley e lo mise nel bagagliaio. Lara girò e si andò a sedere in macchina.
«Bel mezzo!»
«Grazie! noi uomini ci teniamo ai motori!»
Aveva sempre quel sorriso sulla faccia, genuino e sincero. Lara iniziò a rilassarsi, e per fortuna il viaggio dalla stazione all'albergo fu breve, perché la confidenza tra loro due era ancora troppo poca. Federico le spiegò che la pista di atletica dello stadio comunale distava 500 metri dall'albergo e si propose di venirla a prendere. Ma Lara optò per una passeggiata. Aveva un'ora di tempo per sistemarsi e presentarsi da mister Alessandro. Federico scese il trolley e lo diede a Lara, le fece un sorriso e risalì in macchina. La sua stanza era al secondo piano, piccolina ma confortevole. La finestra dava su un non troppo grande giardino in cui c'era anche una piscina ancora chiusa, essendo marzo. Si cambiò e si avviò verso lo stadio. Una volta lì salutò il mister e lui a sua volta le presentò le altre ragazze. Erano tutte molto alla mano e felici di fare la sua conoscenza. Tutte tranne Anna. Era una ragazza davvero bella, bionda e alta più di Lara. Aveva gli occhi azzurri e un fisico pazzesco, merito di allenamenti e di una fortuna naturale. Il suo saluto fu freddo e squadrò la nuova arrivata dall'alto in basso. Lara si dimostrò la più veloce di tutte... ma non più veloce di Anna. Vide il mister congratularsi con lei, che lo ringraziò e si voltò verso tutte le altre ragazze con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Arrivarono i ragazzi e Lara capì che il loro allenamento sarebbe ripreso il pomeriggio. Anna corse verso Federico e lo abbracciò. Lui ricambiò ma pareva teso. Alzò una mano a salutare Lara e lei ricambiò. Ma quando Anna si voltò e vide che Federico stava salutando proprio lei, la nuova arrivata, le fece uno sguardo truce. Lara si sentì a disagio, quindi si voltò e si diresse negli spogliatoi. Poco dopo arrivò anche Anna, sempre accompagnata da quel sorriso malizioso sulle labbra. La vide avvicinarsi a lei, aspettando che ricambiasse l'attenzione.
«Se non vuoi avere problemi ti consiglio di stare lontana da Federico, chiaro?»
«Non so cosa tu possa pensare, ma io sarò qui solo due giorni a settimana... e sono venuta ad allenarmi!»
«Lo spero per te! Ah...la prossima volta chiama un taxi per farti portare in albergo!»
Si allontanò e si andò a fare una doccia. Le altre ragazze avevano visto la scena e fissavano Lara, in imbarazzo forse più di lei. Non le dissero nulla, fecero finta di fare altro e si diressero verso le docce. Soltanto una ragazza, Marica, le si avvicinò.
«Non darle peso. Anna è una ragazza viziata, che ha avuto sempre tutto dalla vita, e ciò che non ha avuto ha trovato il modo di guadagnarselo. Però non ti conviene mettertela contro...è un consiglio, eh!»
«Non ho intenzione di mettermela contro, ma non capisco perché ce l'abbia con me!»
«Evidentemente vede in te del potenziale...»
«Ma tra lei e Federico...»
«Vuoi sapere se stanno insieme? Hanno avuto una storia, tra alti e bassi. È sempre stato lui a mollarla e lei ha sempre trovato il modo per riconquistarlo.»
«Non vedo come qualcuno possa resisterle, fisicamente ... ma sopportare il suo carattere mi pare impossibile!»
Scoppiarono a ridere, si lavarono e uscirono insieme. Marica abitava vicino lo stadio comunale e doveva passare davanti l'albergo di Lara, quindi fecero la strada insieme. Vennero sorpassate dall'audi di Federico e Lara notò che in macchina con lui c'era anche Anna. Le fece il solito sorriso malizioso e le alzò la mano. Federico la guardò di sfuggita e tornò a fissare la strada.
Lara si accigliò e Michela non poté a fare a meno di notare il cambio d'umore dell'amica. Ma preferì non dire nulla, per il momento. Si salutarono davanti l'albergo, si scambiarono i numeri di cellulare e si diedero appuntamento per gli allenamenti del pomeriggio. Lara pranzò con un piatto di pasta al pomodoro e un'insalata, poi salì in camera, prese un libro e andò in giardino a leggere comodamente su una sdraio. Le scese un po' di sonno e si addormentò una mezz'oretta. Quel breve riposino le fece bene, perché i suoi tempi migliorarono, quasi alla pari di quelli di Anna, che non la prese benissimo. Difatti fu la prima a cambiarsi ed andarsene, non rivolgendo parola a nessuno. Lara invece fece tutto con calma, scambiandosi opinioni e considerazioni con Marica. Ma mentre preparava la borsa per andarsene si accorse di non avere il cellulare. Ricordò che stava ascoltando la musica nel tratto di strada dall'albergo al campo, quindi lo aveva di sicuro abbandonato sugli spalti mentre aspettava che finissero gli allenamenti gli atleti under 18. Fece una corsa per andare a recuperarlo, ma nell'aprire la porta che divideva il campo dagli spogliatoi, colpì in pieno volto Federico, che stava entrando per andarsi a lavare. Lo vide portarsi le mani al viso con una smorfia di dolore, accompagnando il tutto con imprecazioni incomprensibili.
«Oh, Santo cielo! Fede scusa! Non ti avevo proprio visto!»
«Me ne sono accorto! Dannazione Lara, ma quanta forza hai? A che velocità andavi?»
«Ho dimenticato il mio cellulare sugli spalti, stavo andando a riprenderlo e Marica mi sta aspettando per andare via...Fede?! Ti sta uscendo del sangue!»
Tolse le mani e Lara vide il taglio sul naso e il sangue che scorreva dalle narici.
«Senti, sai guidare no?»
«Si, certo...»
«Devi accompagnarmi in ospedale...vai in infermeria e prendi del ghiaccio istantaneo...io vado a recuperare la mia roba negli spogliatoi e a cambiarmi.»
«Ma io veramente...»
«Senti Lara non c'è tempo ora per dubbi o paure! È il minimo che tu possa fare!»
«Hai ragione. Corro!»
«Cerca di non uccidere altre persone nel mentre!»
Lara prese il ghiaccio istantaneo e lo portò a Federico, che se lo mise subito sul naso. Recuperò il suo cellulare e guidò fino all'ospedale, seguendo le indicazioni che le diede lui. Fortuna che Anna fosse andata via prima di questo incidente. Non dovettero attendere molto al pronto soccorso: a Federico non fu riscontrata la rottura del setto ma solo una brutta contusione e gli misero due punti sul taglio. Gli consigliarono qualche giorno di riposo, soprattutto di sospendere gli allenamenti. Lara si sentiva in colpa, ma leggermente sollevata dal fatto che non ci fossero rotture.
«Come ti senti?»
«Meglio , mi hanno prescritto degli anti dolorifici...che ore sono?»
«Quasi le otto»
«Hai fame? Ti va una pizza?»
«Sto morendo di fame! Ma ...»
«Ma...?»
«Sicuro che ad Anna non dia fastidio?»
«Io e Anna non stiamo insieme. E comunque non è qui adesso e non c'è bisogno che lo sappia. Avermi accompagnato in ospedale non la vedo una punizione adeguata, minimo devi offrimi anche una cena!»
Lara fece una risata e accettò. Andarono nella pizzeria di un amico di Federico, presero pizza e patatine mandando al diavolo la solita dieta giornaliera. La serata passò tranquilla e in serenità, confidandosi e parlando delle loro famiglie. Federico aveva una sorella di otto anni più piccola, di nome Lucrezia. Aveva un buonissimo rapporto con sua madre, meno con suo padre, da sempre poco presente e poco interessato alla sua vita. Lara invece gli disse che era figlia unica, che amava sia sua madre che suo padre, che l'avevano sempre appoggiata nelle sue scelte sostenendola come meglio potevano. Era passato appena un giorno, eppure già si sentiva a casa. Uscirono dalla pizzeria che erano quasi le undici. Federico la riaccompagnò in albergo, ma quando si voltò e le disse che erano arrivati, notò che Lara si fosse addormentata. Restò per un po' a guardarla: aveva la testa leggermente inclinata verso di lui, i capelli castani che le ricadevano sul volto. Le labbra rosee leggermente schiuse, il respiro regolare. Si avvicinò e le scostò una ciocca di capelli dal viso, poi la chiamò dolcemente per farla svegliare. Quando Lara aprì gli occhi si ritrovò a pochi centimetri dal viso di Federico.
«Mi sono addormentata... scusami...»
«Come prima giornata deve essere stata parecchio stancante ...»
Federico recuperò la posizione sul posto di guida, mentre Lara si slacciava la cintura e cercava di dare un nome a quella strana sensazione che le mordeva lo stomaco. Uscì dall'abitacolo e passò davanti la macchina dirigendosi verso l'ingresso dell'albergo, quando Federico la chiamò dal finestrino aperto.
"Ehi Lara, stavo pensando che domani potrei aver bisogno di qualche altro favore!»
«Ci stai prendendo gusto, eh?! Comunque chiamami pure...io ripartirò in tarda serata»
«Mi piacerebbe chiamarti...peccato che non abbia il tuo numero!»
Lara ci pensò un po' su. Sapeva che era una scusa, che l'indomani Federico non avrebbe avuto bisogno di nulla. E in quel momento il fantasma di Anna tornò a farsi vivo nella sua mente. Federico lo notò e cambiò strategia.
«Facciamo così: ti lascio io il mio, nel caso ti venisse voglia di sentire come sto! Giuro che ti salvo con un nome diverso, anzi: ti salvo con numero sconosciuto, così nel caso qualcuno mi controllasse il telefono non saprebbe che sei tu!»
Lara scoppiò a ridere e gli lasciò il suo numero. Federico le fece subito uno squillo per farle salvare il suo. Poi ripartì e Lara salì velocemente in camera. Si mise il pigiama e si infilò a letto. Prima di addormentarsi le arrivò un sms di Federico: "Grazie per avermi accompagnato in ospedale e per la serata... e un po' meno grazie per la botta in faccia! Buonanotte! =)". Lara sorrise e rispose: "Grazie per non avermi denunciato, per avermi fatto guidare la tua macchina e di aver pagato tu la cena! Buonanotte!". Poi si addormentò sorridendo.
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