Segni di riavvicinamento


Lara partì quasi subito, senza nessuna voglia. Dopo quello che c'era stato tra lei e Federico, andarsene e lasciarlo lì, in quel luogo che per lei era diventata una seconda casa, le costava molto. Cercò di concentrarsi sugli allenamenti con Megan, il suo obiettivo era sempre lo stesso e non vi aveva rinunciato. Ma ogni tanto la sua testa vagava e con il pensiero tornava a lui. Megan la vedeva stare molto più tempo al telefono, la vedeva sorridere e parlare a bassa voce. Fu la stessa Lara a confessarle che non vedeva l'ora che arrivasse il giovedì sera per ripartire e tonare a Saronno. E proprio il giovedì sera ricevette una gradita sorpresa. Federico non si era fatto vivo tutto il giorno e Lara era un po' perplessa da questo suo comportamento. Mentre correva a casa per cambiarsi e prendere un treno, trovò la sua macchina parcheggiata sotto casa, come nuova. Quasi si emozionò nel vederla di nuovo lucida e impeccabile, come se nulla fosse successo. E poteva avergliela riportata solo una persona. Corse in casa e aprì la porta con foga. Lo trovò seduto sul divano, con un caffè in mano, che parlava tranquillamente con sua madre. Dovette usare tutto l'autocontrollo che possedeva per non saltargli addosso, a cavalcioni, e baciarselo lì sul divano di casa sua. Fu lui ad alzarsi e ad andarle incontro. Gli diede due baci sulla guancia e gli fece l'occhiolino.

"Hai visto la macchina, Lara? È come nuova! Il meccanico di Federico è stato proprio bravo! Mi fa piacere che tu abbia trovato un amico come lui, mi sento molto più sicura adesso!"

Lara avrebbe voluto risponderle: «Ma quale amico e amico, mamma! Sapessi cosa abbiamo fatto cinque giorni fa su quella terrazza! E sapessi da quando sto pregando l'arrivo del giovedì per tornare da lui! Secondo me non saresti più così tranquilla!». Ma si morse la lingua, gettò il borsone da una parte e si andò a fare una doccia fredda, molto fredda, scusandosi con Federico e dicendo che sarebbe tornata entro pochi minuti. Quando tornò in salotto, con una semplice t-shirt rosa, una minigonna di jeans e a piedi nudi, Lara notò lo sguardo di Federico cambiare. Non aveva messo il reggiseno e lui se ne era accorto, perché il suo sguardo si era soffermato proprio lì. Lo vide prendere un biscotto e cacciarselo in bocca per intero, come per sfogare il nervosismo. La mamma continuava a parlare, di come era Lara da bambina, della sua passione per la corsa che aveva sempre avuto, di come le piacesse vincere contro le altre ragazzine. Era sempre stata brava a scuola, aveva sempre rispettato i suoi genitori e le loro regole. E adesso era contenta di come stava crescendo, delle responsabilità che si stava prendendo e della maturità che stava dimostrando. Federico faceva finta di ascoltarla interessato, e ogni volta che poteva guardava Lara, che si era seduta accanto a lui. Lara prese a sua volta un biscotto, e dovette sporgersi verso Federico per arrivare al vassoio sul tavolinetto. Si alzò leggermente e allungò il braccio: lo sguardo di Federico corse lungo il braccio, la schiena, il sedere di Lara, e quella gonna decisamente troppo corta che lasciava scoperte quasi completamente quelle cosce sode e muscolose. Lara si risedette e mangiò il biscotto, con nonchalance, mentre sua madre continuava a parlare senza essersi accorta di nulla. Federico si tolse la felpa e iniziò a sudare. Ma a Lara quel giochetto piaceva, non aveva mai provocato nessuno prima di allora. Suonò il telefono e Luisa si alzò a rispondere. I due ragazzi rimasero soli in salotto. Lara si avvicinò a Federico:

"Che stai facendo? Vuoi farmi crollare davanti a tua madre? Posso assicurarti che ho molto autocontrollo!"

"Non mi pare... mi sembra tu abbia molto caldo..."

"Vatti a mettere un reggiseno!"

"Già, che sbadata! Per la fretta non ho indossato neanche le mutandine ..."

Federico distolse lo sguardo e rise, si versò un bicchiere d'acqua e lo bevve tutto d'un fiato. Tornò Luisa e i due ragazzi si allontanarono di qualche centimetro.

"Mamma perché non vai a provare la macchina, per vedere se è tutto apposto? Così io mi finisco di preparare per poi ripartire con Federico per Saronno"

"Ma se Federico ha guidato fin qui credo sia tutto in ordine, no? Perché provarla io?"

"Già, vero... allora vai a comprare qualcosa per cena, così ceniamo prima di partire?"

A quelle parole Luisa non resistette e non si fece domande sul perché pareva che la figlia la volesse fuori di casa. Prese la borsa ed uscì. Rimasti soli i due ragazzi non si trattennero più. Iniziarono a baciarsi lì sul divano, anche se Federico era teso. Lara lo rassicurò dicendo che sua madre ne avrebbe avuto per circa quaranta minuti e che suo padre non sarebbe rientrato prima di un'ora visto che lavorava in banca. Lo prese per mano e lo portò nella sua stanza, dove chiuse la porta a chiave.

"Carina la stanza...il letto è comodo?"

"Comodissimo, vuoi provare?"

Si gettarono sul letto e si spogliarono velocemente, amandosi in fretta. Quando sua madre rincasò si erano già vestiti e stavano uscendo dalla stanza.

"Ho fatto vedere la casa a Federico!"

"Davvero una bella casa signora Luisa, complimenti!"

Ma Luisa non era nata ieri e quei due ragazzi nascondevano qualcosa. Fece finta di nulla e andò in cucina a preparare la cena. Rincasò anche il padre di Lara, il signor Guido. Mangiarono tutti insieme pollo, patate e una zuppa di legumi, presero un caffè e verso le nove Lara e Federico si misero in viaggio verso Saronno.

Lara preferì tornare al solito albergo, anche se Federico l'avrebbe voluta a casa sua. Non erano ancora una coppia di fatto, era troppo presto per poter parlare di fidanzamento, quindi preferiva mantenere un profilo basso. E poi in questo modo avrebbero avuto una stanza per loro, senza genitori tra i piedi. Quando salirono in camera a lasciare il trolley di Lara, Federico pareva pensieroso. Lara ormai lo conosceva abbastanza da riuscire a leggerne i cambi d'umore. Si gettò sul letto, incrociò i piedi e si mise a fissare il soffitto. Lara si sedette vicino a lui e si appoggiò sul suo petto.

"Che succede? Sei stato parecchio in silenzio anche in macchina..."

"Ho ricevuto una telefonata da mio padre ... vorrebbe incontrarmi..."

"E tu che vuoi fare? Lo vuoi vedere?"

"Sono due anni che non ho sue notizie ... e no, fosse per me non vorrei incontrarlo, ma..."

"Ma...?"

"Dice che è importante ..."

Lara scivolò accanto a lui e lo abbracciò. Si addormentarono così, senza parlare più. La mattina dopo fecero colazione e si diressero insieme al campo per gli allenamenti, passando prima da casa di Federico in modo che potesse cambiarsi. Una volta giunti al campo, mano nella mano, si trovarono faccia a faccia con Anna. Si guardarono perplessi, Anna abbassò la testa e si diresse verso gli spogliatoi. Lara fece lo stesso e la seguì, mentre Federico andò a cercare il mister per parlargli. Erano sole, le altre ragazze non erano ancora arrivate. Anna si stava spogliando per cambiarsi: era più magra, aveva perso uno o due chili, ma era sempre bellissima.

"Ti starai chiedendo che ci faccio qui ..."

"Anche, sì ... ma prima dimmi: come stai? Come vanno le sedute?"

"Bene...non andrò più in giro a distruggere macchine. A proposito: l'hai riparata? So che mia madre si è occupata delle spese ..."

"Sì, è tornata come nuova ..."

"So di avere esagerato, ma non è colpa mia se sono innamorata di Federico. L'ennesimo rifiuto ha fatto troppo male ... non c'ho visto più. Ma forse avrei dovuto prendermela con lui e non con te ... quindi per questo ti chiedo scusa..."

Lara era sorpresa da quelle parole. Non si aspettava una Anna così diversa. Le porse la mano, voleva chiudere il passato e iniziare un nuovo rapporto di rispetto reciproco. Prima o poi avrebbe dimenticato Federico e forse avrebbero potuto conoscersi meglio e magari andare d'accordo. Anna fissò quel braccio teso e quella mano aperta davanti a lei, ma non riusciva a stringerla con la sua. Il braccio non rispondeva ai suoi comandi, non si alzava, rimaneva penzoloni contro il fianco.

"Non ce la faccio Lara, non ancora ..."

"Prenditi il tempo che ti serve ... io sono pronta a ricominciare d'accapo e ti ho già perdonata, come ho detto a tua madre..."

"Lo so ... mi ha chiamata per dirmelo."

"Chiamata?"

"È una storia lunga... io vivo sola da due anni ..."

Lara ripensò a quello che le aveva raccontato Federico, del tradimento di suo padre con la madre di Anna. Ma si era soffermato a parlare della sua famiglia. Immaginò quindi che Anna avesse rotto quasi del tutto i rapporti con sua madre e fosse andata a vivere sola. Più la guardava più leggeva tristezza nei suoi occhi, ma anche una grande tenacia, quella che probabilmente le permetteva di rimettersi in piedi ogni volta. Anna si sedette continuando a guardarla.

"Posso farti una domanda?"

"Certo ..."

"Tu e lui ... Federico... siete innamorati o scopate e basta?"

Lara fece un respiro profondo e si sedette vicino a lei. Avrebbe voluto dirle di farsi gli affari suoi, ma non riusciva più ad essere arrabbiata. Stava lì, indifesa, con la testa incassata tra le spalle incurvate.

"Siamo innamorati. Io almeno sono molto innamorata di lui, e credo che per Federico sia lo stesso."

"È il primo amore per te?"

"Sì..."

"Anche per me lo è stato ... poi solo rapporti occasionali... non sono mai riuscita a sostituirlo, e non sai quanto c'ho provato!"

La vide alzarsi, mettersi una maglia e allacciarsi le scarpe. Si asciugò una lacrima, prese la borraccia dentro cui sciolse una bustina di sali minerali e si fermò di spalle sulla porta aperta.

"Non portarmi via anche le olimpiadi. Oggi come oggi ho un unico obiettivo: andarmene da Saronno. Lo stage a New York mi darebbe modo di respirare per alcuni mesi..."

Non aspettò nessuna risposta. Scomparve dietro la porta mentre Lara restò lì, muta, seduta sulla panca, con quelle parole che le ronzavano nella testa e tanta, tanta confusione.

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