Ricordi dal passato
"... fino a due anni fa mio padre viveva ancora in questa casa. Poteva stare fuori parecchie settimane, ma tornava sempre qui. Mia madre ha sempre saputo della sua doppia vita, delle sue scappatelle. Non so come abbia fatto a sopportarlo per anni. Il giorno di carnevale di due anni fa, Anna aveva organizzato una festa in maschera a casa sua. Aveva invitato anche i miei genitori. La serata stava andando bene, ci stavamo divertendo tutti. Mio padre era mascherato da Zorro, Sophia da Frida Kahlo. Ad un certo punto non li vidi più. Mia madre se ne stava da una parte con il suo bicchiere di champagne, la sua maschera veneziana sul volto, che non riusciva comunque a nascondere la sua rassegnazione. Io e Anna iniziammo a guardarci intorno, poi perlustrammo la casa. E poi li trovammo: erano in giardino, sul retro della casa, dentro la casetta degli attrezzi che facevano sesso. Mia madre mi aveva seguito, vide anche lei la scena. Non disse una parola, le vidi solo due lacrime scorrerle sul volto. Uscirono dalla casetta e ci trovarono lì fuori. Anna sparì per due giorni e poi passò due mesi in un centro per superare il trauma. Ma tornò più forte di prima e si dedicò anima e corpo all'atletica vincendo i cento metri nel 2017. Mia madre chiese il divorzio e mio padre uscì definitivamente dalle nostre vite. Ora capisci perché mia madre è molto affezionata ad Anna? Quello che è diventata è solo colpa di sua madre. Ha fatto di tutto per riavvicinarsi a me. Ma io non ce l'ho fatta e non ce la farò mai a tornare con lei. E ho cercato di perdonare anche Sophia, che era vedova e libera di fare quello che voleva della sua vita. Ma proprio con mio padre? Proprio con il padre del ragazzo di sua figlia? Io voglio solo dimenticare quella famiglia, anche se sono affezionato ad Anna e lo sarò sempre."
Lara lo abbracciò. Federico si appoggiò a lei, ma non pianse. Non avrebbe versato una lacrima per quel bastardo di suo padre. A Lara Anna faceva sempre più pena. Se avesse saputo prima tutto questo forse non l'avrebbe neanche denunciata. Non riusciva ad immaginare l'umiliazione che Federico e sua madre avevano dovuto subire, ma era orgogliosa di come erano riusciti ad alzare la testa.
"Avevo promesso a mia madre di tornare a casa. Ma non ho voglia di lasciarti."
"Fosse per me ti terrei qui a casa per sempre. Ma capisco che i tuoi siano in pensiero. Hai una grande fortuna ad avere una famiglia unita. Tienitela stretta Lara. Io tanto non scappo."
"Sono contenta che tu ti sia confidato con me."
"Non ho raccontato mai a nessuno questa storia, neanche ai miei amici. Mi vergognavo troppo. Quando riparti?
"Domani."
"Allora stasera sei tutta per me?"
"Certo che si!"
"Bene ... allora vatti a preparare. Ho una sorpresa!"
Prepararsi per cosa? Lara cominciò a chiedere dove dovessero andare, se doveva vestirsi elegante o meno. Non aveva con se granché. Quindi Federico decise di accompagnarla nel negozio di sua madre e di farle scegliere il vestito che le piacesse di più. Rosa fu felicissima di aiutarla. Lara scelse un vestitino nero, giro manica, che arrivava a metà coscia, un po' pomposo per via del tulle che gonfiava la minigonna. Le sue gambe muscolose e sode vennero slanciate da un bel paio di décolleté rosse tacco dodici, su cui Lara sperava di riuscire a camminare. Rosa le raccolse i capelli in uno chignon e le diede una truccata: un po' di mascara, un po' di sfumature di ombretti, del fard sugli zigomi e un bel rossetto rosso sulle labbra. Quando si guardò allo specchio fece quasi fatica a riconoscersi. Probabilmente non era stata così carina neanche alla sua festa dei diciotto anni. Federico arrivò verso le sei. Era stato fuori tutto il pomeriggio, probabilmente per preparare la sorpresa per la serata. Quando la vide uscire dal negozio, rimase quasi senza parole. Le baciò la mano e le aprì lo sportello dell'auto per farla salire. Non le disse dove erano diretti, ma il viaggio durò circa un'ora. Arrivarono su un'isoletta sul lago Maggiore chiamata Isola Superiore o Dei Pescatori. La luna illuminava quel tratto di lago e le piccole imbarcazioni ormeggiate. Tirava un leggero venticello e Lara ringraziò che Rosa le avesse consigliato di portare con se il chiodo di pelle, essendo ancora fine Marzo. Fecero una passeggiata sul molo e poi tra i vicoletti di quell'isoletta dove non circolavano macchine. C'erano gatti ovunque, reti da pesca tutte colorate appese ai muri in pietra della case. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Lara e Federico camminavano mano nella mano, guardandosi di tanto in tanto. Si fermarono davanti un villino, Federico estrasse delle chiavi ed aprì in cancello.
"Questa è la casa dove mia madre è cresciuta insieme ai miei nonni. Ho passato le mie estati migliori in questo angolo di paradiso. Con mio padre sempre fuori casa le mie vacanze estive le passavo sempre qui. Nonno era un pescatore, uscivo la mattina presto e andavo con lui in barca. Mia nonna e mia mamma restavano qui a parlare e preparare da mangiare. Mia nonna ha sempre odiato mio padre, e non voleva che mia madre lo sposasse. Ma lei era testarda e giovane, e mio padre era bello e ci sapeva fare. Mio nonno è stato più un padre per me. È morto tre anni fa, aveva quasi novant'anni, e pochi mesi dopo di lui è morta anche mia nonna. Neanche la morte è riuscita a tenerli lontani."
A Federico si era inclinata la voce e si era voltato per asciugarsi le lacrime. Lara lo abbracciò forte. Entrarono in casa: Federico le confessò che non era più riuscito ad entrarvi dopo la morte dei nonni, e solo quel pomeriggio era riuscito a trovare la forza di farlo. Aveva sparso varie candele per il salotto, apparecchiato una piccola tavola rotonda su cu varie pietanze di pesce facevano bella mostra. Lara gli chiese se avesse preparato tutto lui e come avesse fatto con così poco tempo. Era emozionata, mai nessuno gli aveva organizzato una cosa del genere. Lara assaporò tutte le pietanze: insalata di mare, salmone marinato, patate e polpi, un'insalatina mista. Era tutto squisito, anche la bottiglia di vino bianco che non ebbero problemi a finire. A fine cena Federico prese il cellulare a mise la stessa canzone di Ed Sheeran che avevano ballato la notte del suo compleanno. Prese la mano di Lara e la invitò di nuovo a ballare. La complicità tra loro era cresciuta, come anche l'attrazione fisica. Le confidenze di Federico lo avevano reso ancora più attraente e piacevole agli occhi di Lara, che si sentiva sicura tra le sue braccia e si lasciava trasportare con fiducia. Iniziarono a baciarsi e non riuscirono più a staccarsi. Salirono sulla terrazza, dove Federico aveva allestito una tenda riempiendola di cuscini e coperte. Stettero per un po' a guardare le stelle, e poi un po' infreddoliti, entrarono nella tenda. Si abbracciarono per scaldarsi e poi ripresero a baciarsi. Federico lasciò scorrere la mano lungo la coscia, fino ad afferrare la natica con presa forte. Lara sentì la lampo aprirsi dietro la sua schiena: sapeva cosa stava per succedere e anche se per lei era la prima volta si sentì assolutamente pronta. Federico fu delicato e dolcissimo. Accompagnò Lara nella scoperta di quel piacere ancora estraneo per lei. Fu una sorpresa anche per lui: aveva avuto altre ragazze ma mai per nessuna aveva provato quelle emozioni così forti. Baciò ogni parte del suo corpo, ogni centimetro della sua pelle. Lara si abbandonò completamente, in balia delle sue stesse emozioni, anche lei curiosa di scoprire Federico. La mattina si svegliò prima Lara: era avvolta nel piumone con Federico, sentiva il suo respiro tra i suoi capelli, dietro il collo. Avevano i piedi intrecciati e Federico la stringeva a sé con entrambe le braccia. Anche le loro mani erano unite. Lara sarebbe rimasta lì per sempre. Ma poi si ricordò di dover prendere un treno per tornare a casa. Si voltò piano verso Federico, mise un braccio sotto la testa e rimase a guardarlo per un po', accarezzandogli i capelli. Lui aprì gli occhi ed entrambi si sorrisero. La attirò a sé e mise la testa sul suo seno.
"Fede, è stato bellissimo stanotte ..."
"Anche per me ... restiamo qui, allora?"
"Mi piacerebbe, non sai quanto ma ..."
"Devi tornare a casa, lo so ... forse dovevo essere più convincente stanotte..."
"Ti assicuro che lo sei stato..."
"Lasciami riprovare in un altro modo..."
Federico iniziò a farle il solletico e Lara iniziò ad agitarsi e ridere come una pazza. Riuscì a sgattaiolare fuori dalla tenda ma Federico la prese subito. Erano completamente nudi e faceva abbastanza fresco. Si abbracciarono tremanti e si baciarono con passione. Poi sentirono dei fischi. Dal molo dei pescatori guardavano verso di loro a braccia conserte e ridendo della scena. Lara si abbassò svelta sulla terrazza mentre Federico li salutava alzando la mano. Lo tirò per una mano per farlo abbassare a sua volta. Si guardarono e scoppiarono a ridere. Poi Federico si girò di scatto verso di lei:
"Ti amo."
Lara smise di ridere e diventò seria. Gli chiese di ripetere per paura di non aver sentito bene, e Federico lo ripetette di nuovo. Lara rimase senza parole, prese il volto del ragazzo e lo bacio.
"Ti amo anch'io, Fede.
Si abbracciarono, si fecero una doccia, una colazione veloce in un baretto e ripartirono verso Saronno.
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