Ira
Notte fonda. Nella tasca posteriore dei jeans di Federico vibra il cellulare. Facendo attenzione a non svegliare Lara che dorme al suo fianco, lo estrae. È una chiamata di sua madre. Il display segna le 3:43 e di sicuro si sarà preoccupata per non averlo visto rientrare. Le scrive un messaggio dicendole di essere rimasto addormentato da un suo amico e che sarebbe rientrato ormai in mattinata. Un rumore di vetri rotti attira la sua attenzione. Si avvicina alla finestra e scosta la tenda: qualcuno in strada sta prendendo a sprangate una macchina. È una 500 di colore azzurro. Spalanca gli occhi nel riconoscere la macchina di Lara e anche chi la sta colpendo. Corre fuori dalla camera, indossando solo le scarpe, si volta verso Lara che dorme beatamente e non si è accorta di nulla. Quando arriva in strada vede Anna che, con una rabbia incontenibile, continua a colpire la macchina.
"ANNA FERMATI! CHE CAZZO STAI FACENDO?"
Si getta su di lei facendola cadere faccia avanti e le toglie la spranga di ferro dalle mani.
"SEI UN BASTARDO! VATTENE,LASCIAMI!". Lei riesce a liberarsi e a rimettersi in piedi.
Con quella confusione i vicini avevano già chiamato i carabinieri. Alcuni si erano affacciati alle finestre delle loro abitazioni cercando di capire cosa stesse accadendo in strada. Altri erano usciti incuriositi. Anche Lara era stata svegliata. Si guardò attorno e non vide Federico, ma c'era ancora il suo giubbino. La sirena della volante dei carabinieri l'attirò a guardare in strada. Riconobbe Federico, le mani in mezzo ai capelli, vide la sua auto con il parabrezza frantumato. Indossò al volo un paio di scarpe e scese velocemente in strada anche lei.
Nel vedere la sua macchina con la carrozzeria quasi completamente distrutta ebbe un mancamento e quasi cadde. Federico riuscì a sostenerla prima che cadesse peso morto a terra. Si riprese dopo pochi secondi e riconobbe Anna in piedi davanti la volante dei carabinieri. Lara ritrovò la forza che le era venuta meno pochi minuti prima, corse verso Anna, le tirò una sberla in pieno volto e le diede una spinta talmente forte che Anna cadde a terra battendo il sedere. Federico la bloccò alla vita e la tirò a se per bloccarla contro il suo corpo ed impedire una rissa.
"SEI UNA STRONZA ANNA! QUESTA VOLTA ME LA PAGHI! TI DENUNCIO, TI ROVINO!".
I carabinieri cercarono di placare gli animi e fecero salire Anna in macchina portandola in caserma. Federico accompagnò Lara a sporgere denuncia, con la sua auto. Lei in macchina non disse una parola. Era nervosa, muoveva freneticamente la gamba e si mangiava le unghie. Pianse il silenzio, più per rabbia. Federico si sentiva responsabile, sapeva che Anna aveva sempre avuto come unico obiettivo quello di tornare insieme a lui, e per quanto lui l'avesse allontanata, lei non aveva mai rinunciato. Non c'è mai stata una ragazza dopo di lei, o comunque nessuna che Anna abbia potuto temere. Lara era diversa e lei lo aveva capito subito. Federico le prese la mano e se la portò alla bocca, le diede qualche bacio e poi la tenne sulla sua coscia, abbandonandola solo per cambiare marcia. Lara non la tolse, ma continuò a guardare fuori dal finestrino. Con l'altra mano libera si asciugava le lacrime e si soffiava il naso con un fazzoletto.
Ore 5.00. Lara e Federico escono dalla caserma dopo aver fatto la denuncia. Ad aggravare la situazione di Anna fu l decisione di lui di far ascoltare l'audio che aveva registrato la settimana prima negli spogliatoi. Lara non sapeva che Federico avesse quella registrazione, e se Anna non si fosse comportata come una pazza distruggendo la sua auto, probabilmente lui non l'avrebbe mai usata.
"...la faccio impazzire, non preoccupatevi ragazze! Le ho detto che deve stare attenta a Marica che potrebbe provarci con lei, non sia mai la sverginasse! Laretta la verginella! Le faccio vedere cosa succede a mettersi contro di me, le faccio passare la voglia di rubare il ragazzo alle altre! Questo di oggi era solo un avvertimento. Vediamo che succede adesso. Se la ribecco con Federico passo alle maniere forti!".
Anna uscì verso le 8, dopo l'arrivo del suo avvocato. Per quanto fosse bravo, non riuscì ad evitare la sanzione disciplinare con cui Anna doveva ripagare i danni alla macchina di Lara, 6 mesi di squalifica dalla squadra di atletica leggera più tre mesi di terapia psicologica, con incontri tre volte a settimana.
Ovviamente Lara non tornò a casa quella sera, e non si presentò agli allenamenti. Federico avvisò il mister di ciò che era successo e si scusò con gli osservatori, che ripartirono per tornare la settimana dopo. Con Anna fuori dai giochi per 6 mesi, Lara avrebbe di sicuro conquistato il posto. La portò a casa sua e raccontò tutto a sua madre Rosa, che restò in silenzio davanti a quella ragazza provata e taciturna. Rivalutò all'istante la sanità mentale dell'ex di suo figlio e quasi si pentì di aver sperato che tornassero insieme. Preparò a Lara un thè caldo mentre Federico andò in albergo a recuperare le sue cose. Si mise d'accordo con i carabinieri per portare la macchina da un meccanico di sua fiducia per le riparazioni, al cui conto avrebbe poi pensato quella pazza di Anna. Quando tornò a casa trovò sua madre e Lara che parlavano sul divano. Lara pareva più rilassata, difatti si voltò verso di lui e gli fece un sorriso. Chiese il permesso di farsi una doccia e poi Rosa e Federico le prepararono la stanza degli ospiti. Quando Lara entrò nella stanza, ancora in accappatoio e con i capelli umidi, trovò Federico che posava la sua valigia.
"Ehi...come ti senti?"
"Ancora scossa, ma decisamente meglio ... mi ha fatto bene parlare con tua madre ..."
"Puoi stare qui tutto il tempo che vuoi ... hai parlato con i tuoi genitori?"
"Non ancora, lo farò tra poco ... devo tranquillizzarmi, non voglio che si agitino nel sentire la mia voce scossa..."
Federico le si avvicinò e le accarezzò il volto. Le mise il cappuccio dell'accappatoio sulla testa per tamponarle i capelli ed evitare che prendesse freddo. Lara si alzò sulle punte e lo abbracciò, gettandogli le braccia al collo e affondando il viso nel suo collo.
"Grazie... so che per te non deve essere stato facile far ascoltare quella conversazione ..."
"No, non lo è stato ... ma era giusto così ... dovevo far capire che le intenzioni di Anna erano premeditate..."
Lara tolse le braccia dal collo di lui e lo abbracciò alla vita, posando la testa sul suo petto. Federico le baciò i capelli, poi le prese la testa e la guardò con trasporto negli occhi. La baciò avidamente e la strinse forte a lui, come se avesse paura di perderla. Poi le sussurrò all'orecchio che quando l'aveva sorretta, alla vista della sua macchina distrutta, aveva temuto per lei e si era sentito colpevole per tutta la situazione. Lara gli accarezzò il viso, gli sistemò i capelli, gli baciò le guance, il naso ancora coperto dal cerotto e le labbra. Gli disse che senza di lui non avrebbe potuto affrontare nulla, la sua presenza le aveva dato forza e coraggio, e non era lui il colpevole ma solo la pazzia di Anna. Federico si congedò per andarsi a fare una doccia a sua volta. Lara rimase in camera a vestirsi e chiamò sua madre.
10.
Luisa, la mamma di Lara, si agitò parecchio alla notizia di ciò che era successo, e non per i danni alla macchina, ma per quello che avrebbe subito la figlia se Anna non si fosse accanita sul veicolo ma su di lei. Si fece promettere dalla figlia che sarebbe rientrata al più presto a casa, almeno fino al venerdì successivo, per far passare un po' di giorni e far calmare le acque. Lara fu costretta ad accettare, anche se sapeva che probabilmente quella era la decisione più giusta. Dopo aver pranzato, Rosa andò a lavoro. Aveva un negozio di abbigliamento che gestiva insieme alla sorella, in centro. Lara e Federico riordinarono la cucina e poi si rilassarono sul divano, davanti la tv. Erano esausti tutti e due, tanto che si addormentarono, Lara con la testa appoggiata sulla spalla di Federico e lui con i piedi poggiati sul tavolinetto e la testa reclinata all'indietro. Quando Federico si svegliò, probabilmente per il torcicollo che gli era venuto, e vide Lara addormentata sulla sua spalla, sgattaiolò senza farla svegliare, la fece adagiare sul divano e la coprì con un telo leggero. Poi prese il cellulare e le scattò delle foto. Uscì fuori a prendere un po' di aria, riguardando quegli scatti e sorridendo tra sé e sé. Poco dopo una macchina si fermò davanti il suo cancello. Scese una donna che lui conosceva bene. Federico andò verso di lei e parlarono attraverso le grate.
"Non mi apri neanche?"
"Cosa vuoi Sophia?"
"Sono venuta a darti una notizia: sono riuscita a far ridurre la squalifica da 6 a un mese..."
"Non avevo dubbi che ci saresti riuscita. Cosa ti sei inventata?"
"Credevi che avrei lasciato che mia figlia si rovinasse anche la carriera, per te poi?"
"Anna ha bisogno di cure, è ossessionata da me! E sai bene che la colpa è tua!"
"Non preoccuparti, quelle non le mancheranno adesso, come non le sono mancate in passato! Farò di tutto purché ti dimentichi! Ma l'atletica è un altro discorso ... non posso lasciare che rovini la sua carriera. Farò in modo che Anna si tenga il posto che le spetta in squadra!"
Lara nel frattempo si era svegliata. Aveva chiamato Federico senza ricevere risposta, aveva visto la porta socchiusa ed era uscita fuori anche lei. Si era avvicinata alla spalle di Federico senza essere notata e aveva sentito la parte finale della conversazione. Sophia la guardò, e anche Federico si voltò verso di lei. La donna estrasse dalla borsa un assegno e lo consegnò a Lara.
"Tieni, questo è per le spese della tua macchina!"
Lara lo prese senza parlare, parecchio in imbarazzo. Tremila euro erano forse anche più dei danni effettivi della sua auto. Prima che Sophia ripartisse Lara aprì il cancello e si avvicinò alla macchina della donna.
"Aspetti! Se la spesa dovesse essere inferiore le restituirò il denaro in eccesso."
"Non è necessario ... va bene così."
"Se Anna tornerà a correre per me sarà uno stimolo in più. Non avevo voglia di conquistarmi il posto senza una degna avversaria. E sono disposta anche a perdonarla, se si dimostrerà diversa nei miei confronti. Glielo dica."
"Glielo dirò. Grazie."
Fece un sorriso verso Lara, guardò cupa Federico e poi partì. Quando tornarono in casa, Lara notò subito il cambiamento d'umore di Federico. Qualcosa non le tornava: quella donna non le era sembrata cattiva, ma tra lei e Federico c'era un attrito, qualcosa di irrisolto. Lo vide andare in cucina a bere un bicchiere di acqua, appoggiarsi all'acquaio e guardare fuori dalla finestra. Lara lo raggiunge e attese che parlasse, che le dicesse qualcosa. La guardò sconsolato, le si avvicinò e le accarezzò il viso con entrambe le mani. Poi la condusse sul divano, la fece sedere e lui si sedette di fronte a lei, sul tavolinetto, e iniziò a raccontare.
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