72- AUREEN
Regina di Tenebre.
Fuoco, sentivo solo quello. Accompagnato dalla voce divertita della Corona. Cercai di tastare il mio corpo, ma ero immobilizzata. Come se la mia carne e i miei muscoli si fossero tramutati in pietra. Mi chiesi se quella era la morte.
Non sei morta, erede.
Nel buio infinito nel quale ero caduta, non esisteva altro che dolore. Fitte lancinanti mi attraversavano il corpo. Se quella non era la morte, avrei tanto voluto che arrivasse e mettesse un punto a ogni sofferenza.
Ti ho risparmiata e ora invochi la tua fine?
«Reen, apri gli occhi» udii come da lontanissimo.
Conoscevo quella voce... roca e profonda, capace di raggiungermi anche nell'oltretomba.
Eden.
Ti sta riportando a casa, spera di riavvicinarti al mio potere affinché tu non muoia. La Corona sghignazzò. Ma tu non morirai, oggi. Non hai ancora completato il tuo destino.
Tutto mi tornò alla memoria. Zelveen e Bernilde erano state unite, un tempo. Gemelle. Per qualche ragione quell'informazione toccò un punto dentro di me, un punto così preciso che riuscii a sentirlo nonostante il fuoco.
La Traditrice aveva sconfitto la sua maledizione, aveva rubato la Corona dal mio capo. Perché ero ancora viva?
Perché ho commesso un errore, secoli fa. Ho promesso la mia forza a un cuore buono e l'ho trasformato in qualcosa di orribile. La voce antica della Corona ora suonava metallica, dal sapore del rimpianto. Ho scelto una sovrana degna di regnare, e l'ho cancellata. Ma anche lei ha commesso un errore, quando mi ha ordinato di non fare mai del male alla sua gemella, e a chiunque fosse stato degno d'indossarmi.
Perché la voce infima e vellutata ammetteva le sue colpe solo in quel momento? Ora che non potevo muovere le gambe per inseguire la Traditrice, ora che non potevo nemmeno aprire gli occhi. Ora che, in effetti, ne avevo persino perso la voglia, vista la quantità di dolore che mi si chiedeva di sopportare.
Il fato si doveva compiere, Regina di Tenebre, rispose. E la mia lealtà alla Sovrana dell'Oscurità è un patto che suggellai assorbendo il suo sangue.
Sangue che, però, aveva preso anche da me. Non sentivo male sul palmo della mano, la ferita era insignificante di fronte all'inferno liquido che mi scorreva nelle vene. Ma c'era. La Corona aveva bevuto anche da me, e non mi aveva uccisa.
Sono stata forgiata dalla magia della somma strega Khalite per essere indossata solo da chi ne è degno. E tu lo sei. O lo saresti, se la mia fedeltà non fosse contesa da una regina ben più antica di te. Per questo il mio potere ti ha risparmiata.
Avrei solo voluto chiudere gli occhi, e invece erano spalancati sul nulla. Mi chiesi cosa ci facesse ancora la Corona nella mia testa, come fosse possibile vista la distanza.
Tu non morirai, erede. Mi ripeté. Non oggi, non finché i miei poteri vivranno nel tuo corpo. Non finché la Sovrana dell'Oscurità non si sarà presa la tua anima, o tu non avrai soppresso la sua.
«Reen, svegliati.»
Non ci riuscivo. Per quanto mi sforzassi, non trovavo le forze per obbedire alla supplica di Eden.
Liberati di Zelveen, erede di Tenebre, mi ordinò. E la mia lealtà risponderà solo a te.
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