71- EDEN
Zelveen la Traditrice mi aveva ucciso.
Ero morto quando, accasciato sull'asfalto, non ero stato capace di impedire che Aureen indossasse la Corona. Per quanto avessi strisciato, non ero comunque riuscito a raggiungerla in tempo.
Ero morto quando Aureen, inginocchiata con la bocca spalancata in un urlo silenzioso, si era portata le mani alla testa con l'intenzione disperata di togliersi la Corona. Ma quella era rimasta lì, brillando di tutto il suo tragico potere.
Ed ero morto sul serio quando gli occhi di Reen si erano rovesciati e lei era caduta a terra. Io avevo sbattuto le ciglia imperlate di lacrime più volte, sperando che li riaprisse. Ma non lo aveva fatto, così impiegai le ultime forze per allungare la mano e stringerla intorno alla sua. Poi, esausto, lasciai che si chiudessero anche i miei.
Era finita. Zelveen aveva vito e il potere delle Tenebre avevano sopraffatto Aureen, uccidendola. La Traditrice si sarebbe appropriata della Corona e sarebbe andata a disfare i regni al di là del portale. Non avrei lottato per un mondo in cui Aureen non esisteva.
E se anche fossi stato tanto coraggioso, l'ultimo respiro che i miei polmoni pieni di sangue riuscirono a compiere mi rimase incastrato in gola, dilaniandomi un'ultima volta.
Il buio mi accolse. Era un buio caldo e profondo, come un ventre materno. Senza mai lasciare la mano di Aureen, permisi a quell'oscurità di tirarmi sempre più nel baratro dentro di sé. Me ne beai, persino. Non esisteva giusto o sbagliato, lì in fondo. Non esisteva bene o mani, dolore o piacere, paura o coraggio. C'era solo l'essenza astratta e per nulla lucida di ciò che ero stato.
Un bastardo, un soldato, un re.
Quel buio tanto intenso e tanto confortante, però, divenne pian piano di un bianco accecante. Una luce che aveva le sembianze di Aureen mi accarezzò il torace e poi il collo e poi il viso. Una calda lacrima fantasma scivolò giù, sempre più giù in quell'abisso infinito.
Apri gli occhi.
Un singhiozzo ruppe il silenzio assoluto di quel luogo. Quel suono era venuto da me. Il volto candido di Aureen però era sparito, così mi rigirai guardandomi intorno. Ma di lei non era rimasto nulla, se non la voce. Tentai di obbedire, ma i miei occhi erano già spalancati e la cercavano.
Apri gli occhi, Eden.
Poi, uno squarcio nel petto. E ripresi a respirare.
Mi ritrovai faccia a faccia con un cielo grigio che andava schiarendosi. I fumi degli incendi volavano tra i palazzi. Sbattei le palpebre, incapace di capire.
Il mio torace aveva smesso di bruciare e, nonostante il primo, terrificante respiro, ogni grammo di sofferenza era sparita. Mi massaggiai il punto all'altezza del cuore e mi accorsi che l'unico vago dolore proveniva dall'organo che pompava energico e pronto a sorreggermi. Era la paura.
Voltai piano la testa, incerto se volessi scoprire cosa mi aspettava. Avrei potuto sopravvivere a Zelveen... erosopravvissuto a Zelveen. Ma quel cuore che batteva con rinnovato vigore non avrebbe retto alla vista del corpo vuoto e inerme di Aureen.
Quando trovai il coraggio di obbedire alla disperata speranza che mi occludeva la gola, trovai il volto pallido e disteso della mia regina. Era tornata al vero aspetto, quello Inverso. I suoi occhi erano vagamente cerchiati di viola, le labbra secche e le guance ancora umide di lacrime. Ma il suo petto si alzava e abbassava ancora. Ed era di una bellezza ultraterrena.
Viva. Aureen era viva.
La sua mano fremette nella mia. Avrei potuto piangere per quel piccolo, involontario gesto.
«Ree...» la mia voce suonò roca. «Reen.»
Tossii, espellendo coaguli del mio stesso sangue, poi mi misi carponi. Il dolore era andato, ma ogni mio movimento risultò comunque rigido. Mi avvicinai di più ad Aureen e le scostai i capelli umidi di sudore dal viso.
«Reen, apri gli occhi.» Lei mi aveva riportato indietro dal limbo dei regni, e io avrei tentato di fare altrettanto. Le accarezzai la guancia col pollice e una mia lacrima vi cadde sopra. «Reen, svegliati.»
Non reagiva, ma se anche era priva di sensi, la sua pelle era lucida e luminosa come mai prima di allora.
Un chiacchiericcio flebile e confuso mi arrivò da una delle varie vie intricate che portavano al Jak's. Sollevando lo sguardo, trovai un gruppo di persone ferite e malconce che si guardavano attorno spaesate. Pianti disperati e urla agonizzanti arrivarono da più giù.
Zelveen era scomparsa insieme al suo esercito di umani, e il suo terribile potere aveva lasciato il Mondo Verso, che pian piano si risvegliava dall'ipnosi violenta nel quale era caduto.
Fu allora che mi accorsi che insieme alla Traditrice, era scomparsa anche la Corona di Tenebre. Reen non era mai stata tanto lontana da quell'oggetto, dal giorno che era tornata a Delthar. Se le regole che l'avevano fino ad allora costretta a tenersela vicina valevano ancora, quella distanza avrebbe potuto ucciderla per il dolore. E forse era proprio per quel motivo che i suoi occhi non accennavano ad aprirsi.
Grugnii per lo sforzo che mi costò, ma presi il corpo minuto di Reen tra le braccia e mi sollevai in piedi. L'avrei riportata a casa, a Delthar.
Le braccia di Aureen pendevano inermi quando mossi il primo passo. «Tieni duro.»
Superai i corpi degli umani a cui Zelveen aveva spezzato il collo e m'incamminai a passo svelto verso il portale.
Come promesso, ecco un paio di Fanart di Eden e Aureen:
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