63- AUREEN
Il fascino di Zades non mi avrebbe incantata.
«Sarebbe ancora un piacere se vi dicessi che il mio cuore non è promesso a nessuno?»
«Sareste una bugiarda, se affermaste ciò. Il vostro cuore è senza dubbio promesso a qualcuno. Ma non a me, evidentemente.» Dal suo sorriso sembrava tutt'altro che offeso. «Comunque, non sarebbe un dispiacere. Anche io ho promesso il mio, oramai.»
Poi allungò una mano, pensai per afferrare la mia, e invece intrecciò le dita a quelle di...
...Lady Cheryl.
La guardai sorpresa. «Tu... quando?»
Lei gli si mise al fianco, stringendolo a sé e posandogli la testa su una spalla. Il sorrisetto soddisfatto non le abbandonò le labbra scarlatte nemmeno un secondo.
«Questa meravigliosa creatura mi tiene nelle sue splendide grinfie da lungo tempo. E se voi non aveste rinunciato al nostro matrimonio, oggi non potrei accoglierla nella mia corte.» Zades non le staccava gli occhi di dosso.
«Non ho mai rinunciato al nostro matrimonio. Sono stata ingannata.»
«Ma se anche Kodor non vi avesse risucchiata, l'epilogo sarebbe stato lo stesso.»
Assottigliai lo sguardo, rivolgendomi a Cheryl. «Non hai solo complottato alle spalle di Dorian. Ma anche alle mie. Sei mia suddita, mi dovevi lealtà. O, quantomeno, sincerità.»
«Mai stata tua suddita.» Si sfilò un guanto rosso e mi mostrò l'anello di diamanti che le abbracciava il dito. «Ti ho dato un esercito. Kodor è tua, ci hai guadagnato anche tu.»
Sgranai gli occhi alla vista dell'enorme pietra. «Ti stai per sposare. Diventerai regina di Crysia, una corona di quel peso sulla testa ti avrebbe garantito qualsiasi tuo desiderio soddisfatto a prescindere. Cosa ci hai guadagnato tu nell'aiutarmi? Potevi raggiungere subito il tuo sposo e abbandonare la corte di re Dorian.»
Lei mi guardò come se in quella grande partita fossi la giocatrice meno acuta. «Non hai imparato nulla. Le alleanze si creano quando costano poco. E tu ora, regina di due potenti regni, mi devi un favore.» Mi rivolse un sorriso trionfante. «Avrei potuto prendermi Kodor, magari. Ma se avessi desiderato il regno ai miei piedi, avrei dovuto permettere ancora a quel mostro di tenermi nel suo letto. Forse se tu gli avessi dato un erede ti avrebbe uccisa e mi avrebbe resa regina. Ma io quel trono non l'ho mai voluto, però non doveva averlo nemmeno lui.»
«Quindi hai fatto tutto per vendetta nei suoi confronti? Mi hai manipolata per il tuo tornaconto?»
Tornò alla sua espressione scaltra. «Non fare la schizzinosa. La vendetta è un'ottima ragione.»
«Che c'entra Crysia in questo?» s'intromise Zargan.
«Temo di essere un effetto collaterale» sogghignò Zades. «E la mia sposa ha conquistato un potere non indifferente rendendo la regina Aureen sua debitrice. E, di conseguenza, ha messo se stessa e Crysia in una comoda posizione.»
«Attento, marito» lo ammonì lei, dandogli poi un morso sul collo e lasciandogli sulla pelle una traccia di rossetto. Vi passò sopra l'indice laccato di lucido smalto. «Se approfittate dei miei successi e delle mie possibilità, potreste ritrovarvi anche voi in debito con me.»
Lui se la divorò con uno sguardo. «Che donna meravigliosa.»
Sollevai entrambe le sopracciglia, imbarazzata da quell'effusione. Anche se m'infastidiva che avessero tramato alle mie spalle, dovevo ammettere che erano una coppia perfettamente assemblata. Affiatati, astuti, dai fini ambigui e bellissimi.
«Se pensate che mi sottometterò a voi come il regno di Farith, vi sbagliate» affermai, riportando a me l'attenzione di entrambi. «E potreste comunque ritrovarvi obbligato ad allearvi con qualcuno, vista la minaccia che incombe. Zargan?»
Incaricai così il capo della Resistenza di raccontare il segreto su Zelveen la Traditrice. Il re non ne sembrò così sorpreso. In fondo, il marciume era arrivato anche nel suo regno. Era preoccupato, anche se tentò di mascherarlo.
«Mi trovate d'accordo, Altezza. Insieme abbiamo più possibilità di successo. Ma vanto comunque gli eserciti di due regni, e sono abbastanza arrogante da affrontare quest'antica nemica con le mie sole forze, se dovesse arrivare a minacciare concretamente anche Crysia. Perciò non basterà questo pericolo a unirci. C'è Delthar al centro del suo mirino. Avete più bisogno voi di me di quanto ne abbia io di voi.»
«Cosa volete in cambio di un'alleanza tra noi?» arrivai al sodo.
Zades mi sorrise. «Venite, vi mostro il castello.»
Io e Zargan seguimmo il re e la sua futura consorte che gli si teneva aggrappata al braccio. Cheryl se la stava proprio godendo da matti; era stata mostruosamente brava, glielo riconobbi. Il palazzo era un vero splendore e, come quello di Delthar, su ogni parete che dava sull'esterno si susseguivano una serie di arcate dalle quali si poteva scorgere la città di Crysia tutt'intorno al lago. Arrivammo non in una sala della guerra, come avevo pensato, ma in un accogliente salottino.
Il re ci fece subito servire del tè con i biscotti e ci invitò ad accomodarci sulle poltrone. Solo quando mi sedetti mi resi conto di quanto fossi stanca. Non riposavo per bene da parecchio tempo, e il peso del viaggio si faceva sentire. Rimasi comunque attenta.
«Spero che il clima del mio regno vi sia di conforto, rispetto al caldo estenuante di Kodor.» Zades si portò la tazza alle labbra.
«Non voglio parlare del tempo» posai la mia sul tavolino di cristallo, «voglio patteggiare questo accordo.»
Lui finì il suo tè in tutta calma poi, con un cenno alla guardia appostata alla parete, si fece porgere una pergamena, che infine srotolò con cura.
«Gli eserciti di Delthar e di Kodor risponderanno alla chiamata, qualora Crysia ne avesse bisogno» lesse.
«Tu hai già preparato un accordo?»
«L'ho scritto di mio pugno il giorno in cui Mastro Claudius mi ha rispedito nel mio regno. Sapevo già da allora che questo momento sarebbe arrivato.»
Sputai aria fuori dal naso, come un torno innervosito. «Andate avanti.»
«Dicevo, Delthar e Kodor assicurano a Crysia l'appoggio militare.»
«Accetto, ma solo a patto che Crysia e Farith ricambino.»
«Mi sembra un giusto compromesso» annuì. «Delthar assicura a Crysia la precedenza sugli scambi commerciali e culturali, abolendo le tassazioni sui prodotti importati ed esportati.»
«Siete un maestro in questo gioco, non è vero Zades?»
Lo sguardo che mi rivolse fu una risposta sufficiente.
«Qual ora dalle nostre rispettive unioni dovesse nascere un erede, Delthar e Crysia prenderanno in considerazione l'idea di unirli in matrimonio.»
Mi salì un groppo in gola. Non sapevo se Eden fosse ancora vivo e se ci sarebbe stata ancora occasione di unirci in qualche modo, e la sola idea che non lo avrei più rivisto mi mandava al manicomio. Ma a prescindere non avrei mai costretto un figlio a subire qual che avevo subìto io.
Il re lesse il dubbio sul mio volto e mi anticipò. «Dico solo di prenderlo in considerazione. Nessun obbligo.»
Ci pensai qualche istante. «D'accordo, accetto.» Mi pesò far uscire quelle parole, ma dal momento che il vincolo non era troppo limitante, ce lo saremmo fatti andare bene. «È tutto?»
«C'è un'ultima cosa. Sappiamo entrambi che combatterete contro le Terre Libere. Se Zelveen la Traditrice per allora non ci avrà già massacrati, metterò il mio esercito a tua disposizione. Conquisterete anche il regno al di là del mare e diventerete la regina più potente della storia.»
«Siete di buone speranze.» Intrecciai le mani sulle gambe in una posa rilassata che dissimulava tutta la mia agitazione.
«Al riguardo ho solo una piccola clausola che a voi non cambierà nulla.»
«Sentiamo.»
«Voglio che Crysia abbia l'esclusiva sul commercio della famosa Rosa Nera delle Terre Libere.»
«Voi volete dei... fiori?»
Lui sollevò una spalla. «Non mentivo quando vi confidavo la mia passione per il giardinaggio. E poi lo sapete, non esiste nulla di più raro e prezioso.»
«O nulla di altrettanto velenoso» precisai. «Mi state chiedendo di mettervi in mano un'arma potentissima. Con quei petali si possono creare pozioni micidiali. E voi potreste cospargerne le armi dei vostri soldati... sareste imbattibile. Un solo taglietto potrebbe mandare nel limbo dei regni un uomo adulto.»
«Volete avere il potere tutto per voi, Altezza?»
Era pericoloso accettare quel compromesso.
«Mi state sfidando con il mio esercito in giro per le vie della vostra città?»
«Un esercito che la mia gente ha prontamente sfamato e accudito. Voi non mi attaccherete, non siete così vile. E comunque, saprei difendermi anche senza chiamare a raccolta l'esercito di Farith.»
Ci scambiammo un lungo sguardo. Nessuno dei due voleva cedere.
«Facciamo così» propose lui, «Crysia vi aiuterà a conquistare le Terre Libere e non potrà utilizzare le Rose Nere per scopi militari o politici senza prima essersi consultata con Delthar.»
«Ma certo, finché non vi verrà voglia di usarla contro di me. Anche in quel caso mi avvisereste?»
«Voi non nuocerete a me, e io non nuocerò a voi. Un patto è un patto. E se i nostri figli si uniranno su un unico trono, non avrete nulla da temere.» Batté l'indice sulla pergamena.
Ci pensai un istante. Aveva senso discutere per delle piante, quando fuori stava marcendo tutto? La minaccia era troppo concreta per inalberarci proprio a quel punto.
«D'accordo, mi sta bene.»
Zades si alzò e io lo imitai. Quando lui mi prese la mano nella sua, io ricambiai la stretta. Quel sorriso di cui si parlava in tutto il Mondo Inverso fece la sua comparsa.
«Direi che siamo alleati, allora. Prepariamoci a questa guerra.»
«Mastro Claudius sta organizzando un esercito» m'informò Lenna più tardi.
«Una staffetta è arrivata con la notizia giusto un'ora fa» aggiunse Anna. «Le voci sulla regina Aureen che marcia verso Delthar si sono mosse in fretta.»
Le due guerriere mi erano corse incontro lungo il ponte levatoio non appena avevo lasciato il palazzo di re Zades.
Non avevo accettato la sua ospitalità per la notte. Volevo riprendere in fretta il viaggio verso Zambet, dove il principe Loran ero certa mi avrebbe accolta con rispetto. Nonostante la sua fastidiosa allergia ai pollini, i suoi starnuti e lo sputacchiare qua e là, avevo visto in lui una persona perbene.
«Non possiamo dare ai suoi uomini il tempo di organizzarsi al meglio. Dobbiamo arrivare lì subito» riflettei a voce alta.
Ma non potevo rinunciare all'alleanza del quinto regno del Mondo Inverso. Avevo unito Kodor, Crysia e Farith. Non potevo rinunciare all'appoggio di Zambet. Dovevamo essere tutti uniti.
«Zargan» chiamai il capo della Resistenza, «andrai con Rob dal principe Loran. Contratterai l'alleanza. L'erede al trono è una persona a modo» specificai sperando che Lady Cheryl, la quale si stava avvicinando, sentisse «non si mostrerà tracotante con i membri della mia corte.»
«Partiamo subito, Altezza» acconsentì lui, seguito da Rob.
Annuii. «Vi aspetto a Delthar.»
Mentre li guardavo allontanarsi, Lady Cheryl mi si accostò all'orecchio. «Non ce l'avrai con me, spero» il suo tono era tutt'altro che mortificato.
«Avrei preferito che mi informassi prima. Ma no, non ce l'ho con te. Non avrei mai dovuto scordare che razza di infida manipolatrice sei.»
«Così mi lusinghi.»
«Non ce l'ho con te» ripetei, questa volta senza caricare la voce di risentimento. «Gli affari sono affari, lo capisco. E mi sei stata comunque molto utile. Ti devo parecchio, e sono felice di ripagare il debito stringendo un'alleanza con Crysia, nonostante i vantaggi che essa ha ottenuto.»
«Non è stata solo una questione d'affari. Meno sapevi delle mie macchinazioni, più eri al sicuro... più o meno. Avevi già abbastanza a cui pensare, non mi sembrava saggio caricarti del dubbio sulla mia lealtà. Crysia ne ha sicuramente giovato, io ci ho guadagnato una posizione di rilievo agli occhi di Zades, e quindi una corona. Ma tu hai ottenuto tutto ciò di cui avevi bisogno» affermò, abbandonando per un istante quel suo tono insinuante. «Il fatto che ti abbia tenuto un segreto, non mi rende meno amica.»
Sollevai un sopracciglio, dubbiosa e divertita. «Tu ti consideri mia amica?»
«All'inizio pensavo che fossi solo una ragazzina viziata con una corona capitata per caso sulla testa.»
Roteai gli occhi. «Questo me lo hai già detto una volta.»
«Be', lo ribadisco. Ma poi ho scoperto il tuo coraggio e il tuo interesse per la gente. Non hai sacrificato nemmeno un innocente per arrivare dove sei. Questo merita il mio rispetto e la mia amicizia.»
Sorrisi, stupita e anche un po' lusingata. «Non ti facevo così piena di senso di giustizia.»
Lei mi posò una mano sulla spalla. «Avremo tempo per conoscerci meglio, allora.»
«Immagino che la prossima volta che ti vedrò sarai regina. Dovrò trattarti come mia pari.»
Cheryl mi fece l'occhiolino. «Io sono già una tua pari. Corona o meno.» Dopodiché se ne andò, ripercorrendo il ponte levatoio e raggiungendo il suo futuro sposo che l'aspettava con le mani in tasca.
Scossi la testa, incredula. E chi lo avrebbe mai pensato?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top