Saga di Geralt di Rivia (The Witcher)
Partiamo da una premessa: qui parlerò SOLO dei libri e NON dei videogiochi. Questo perché i videogiochi non li ho mai giocati e, da quel poco che so tramite wikipedia, seguono una strada tutta loro che ha poco a che fare con i libri.
Quindi, oggi parlerò della Saga di Geralt di Rivia, che è il nome ufficiale della saga letteraria del polacco Andrzej Sapkowski (non chiedetemi di dirlo ad alta voce davanti a lui perché probabilmente mi prenderebbe a bestemmie). La saga, specialmente nei racconti, ruota attorno allo strigo Geralt di Rivia, cioè un umano che è stato mutato usando erbe, pozioni e magia per combattere i mostri che infestano il mondo in cui è ambientata la storia. Nelle prime due raccolte di racconti viene spiegato un po' in generale la storia di Geralt e di come ha formato legami con Ranuncolo, un trovatore famoso sia per le sue ballate che per essere un dongiovanni, e la maga Yennefer, che si legherà a lui in un amore tormentato. Il rapporto più importante che avrà tuttavia sarà con Ciri, l'altra protagonista della saga, legata a lui dal destino. Nel corso dei romanzi per varie vicissitudini si separeranno e, tra guerre e intrighi politici, cercheranno di riavvicinarsi.
Ci troviamo in uno dei più classici dei contesti fantasy, in un mondo immaginario popolato, come detto prima, da svariati mostri presi direttamente dalla cultura popolare dell'europa settentrionale e non, ma anche da elfi, nani e altre creature intelligenti e spesso discriminate. Il continente (se qualcuno si lamenta dei nomi banali che Martin dà alle terre, qui Sapkowski non si degna neanche di pensarci) è diviso in vari regni. A sud è tutto conquistato dall'impero Nilfgardiano, che viene presentato come l'impero, tra virgolette, malvagio, mentre il nord è diviso in svariati regni più o meno potenti.
La saga è molto avvincente e interessante, piena di spunti di riflessione. Sicuramente uno dei più riusciti è quello della discriminazione razziale, affrontata di petto e nei modi più disparati. Come accennato prima, ci sono diverse razze senzienti, tutte sono chi più e chi meno discriminate e non di rado si fa riferimento ai pogrom di non umani, una cosa che nel medioevo avveniva piuttosto spesso e un tema che nell'Europa orientale è molto sentita; proprio lì, infatti, c'è stato il pogrom più sanguinario della storia, dove morirono oltre 100 mila persone. Non bisogna tuttavia fare l'errore di parteggiare per gli oppressi, perché si rischia di dimenticarsi che entrambi possono commettere orrori, e anzi quelli che prima erano discriminati potrebbero persino venire giustificati per le stesse azioni che condanniamo nei discriminanti. Nella storia gli umani discriminano terribilmente gli elfi, ma da parte loro gli stessi elfi sono terribilmente presuntuosi, guardando dall'alto in basso qualunque altra razza e disprezzandoli profondamente. Ci sono moltissime altre razze che abitano il mondo: nani, mezzuomini (si, sono gli hobbit di Tolkien, presi paro paro), gnomi e gli strighi, anche se sono sui generis, e sono tutte molto simili agli umani: grossolani, rudi, con molti difetti, ma hanno imparato a vivere tra di loro in un modo o nell'altro. Gli elfi no. Loro soltanto all'apparenza sembrano molto diversi dagli umani, ma in realtà tra tutte le razze sono proprio loro ad avere in comune con noi i tratti peggiori. Quando infuria la guerra tra l'impero e i regni del nord, i più duri con loro, gli elfi non esitano un istante a farsi usare dall'impero, commettendo atrocità di ogni genere e uccidendo a sangue freddo persone innocenti, poi, quando creano uno stato tutto per loro, i discorsi vertono tutti sull'ammazzare tutti gli umani presenti nei loro confini o comunque mandarli via. Nel mondo che hanno conquistato (dato che in questa saga esiste il multiverso) hanno sterminato tutti gli umani lì presenti e poi hanno rapito persone dagli altri mondi per farli diventare loro schiavi. La protagonista femminile che si trova lì viene portata dagli unicorni in un enorme cimitero, e lei constata con orrore che sono tutte ossa umane, migliaia e migliaia.
Come già ribadito due volte, Sapkowski è polacco, e ciò è molto importante per capire la sua opera. Tutti quanti sanno che la Polonia durante la seconda guerra mondiale è stata invasa dalla Germania nazista, non tutti però sanno cosa è successo dopo. Finita la guerra l'Unione Sovietica, che aveva annesso la parte orientale della Polonia con il trattato Molotov-Ribbentrop e che non ha mai restituita ai polacchi, ha dato come contentino buona parte della Germania orientale e quasi tutta la Prussia alla Polonia. Erano zone tedesche da secoli, in cui la maggioranza dei cittadini era tedesca che parlava tedesco, e i polacchi si sono accaniti con grande brutalità su di loro, scacciandoli via da terre che erano loro da tempi immemori e causando una delle ondate di profughi più disastrose della storia. Per darvi un idea, ben 7 milioni di tedeschi furono costretti ad abbandonare le loro case e rifugiarsi in quello che rimaneva della Germania, distrutta dai bombardamenti e dagli ultimi mesi di guerra. Sapkowski quindi lancia un duro ammonimento al suo popolo di non diventare come quelli che li hanno sottomessi, nascondendosi sotto maschere di profonda ipocrisia. Monito, ahimè, che purtroppo non stanno ascoltando visto come stanno andando le cose nell'Europa nord-orientale.
Altro tema affrontato di petto è quello della donna. Nel corso della saga Ciri, la protagonista femminile, viene a più riprese cercata da persone il cui unico scopo è ottenere un figlio. Lei, infatti, possiede il potere di viaggiare nel tempo e nello spazio a piacimento e di sbloccare i passaggi tra gli universi che un tempo era stati chiusi (levate Sora, a Ciri le fai un baffo). Tutti quanti vogliono ottenere questo potere, e tutti la guardano solo come una giumenta da accoppiamento: gli elfi vogliono costringerla a dare un figlio al loro re per far tornare il gene nella loro razza e aprire il passaggio, l'imperatore di Nilfgaard, che, ATTENZIONE SPOILER, è anche suo padre, vuole costringerla a dargli un figlio che secondo una profezia sarà una sorta di messia o quel che è, e il mago Vilgefortz addirittura vuole costringerla ad avere un feto da cui poi potrà ottenere cellule staminali da impiantarsi per ottenere il potere per se (sì lo so, questa parte sembra più di un racconto horror che di un fantasy medievale). Ognuno di loro è interessato al potere, fregandosene di Ciri come persona solo perché donna. Tuttavia, se gli uomini si considerano superiori, anche le donne fanno altrettanto. Nel corso del libro infatti le maghe decidono di formare un loro concilio della magia, e proprio nella prima riunione si vantano della presunta superiorità del sesso femminile. Tuttavia, proprio come gli elfi si dimostrano uguali agli umani, anche le donne si dimostrano uguali agli uomini. Infatti una maga del consiglio prova ad ammaliare Geralt per scoprire dove si trova Ciri, ma finisce lei per essere ammaliata da lui (vantandosi davanti al consiglio di quanto lui sia totalmente dipendente da lei mentre invece è il contrario). In seguito, quando crede di essere riuscita a ingannarlo, scopre che è lui ad aver tenuto il controllo e aver ingannato lei, mandando il consiglio nella direzione sbagliata. Alla fine, poi, si dimostrano terribilmente ipocrite volendo anche loro usare Ciri per ammaliare il principe di un regno importante e ottenere il controllo dello stato, oltre a prendersi il suo potere per loro.
In conclusione, questa saga merita, e merita tanto. Avrà i suoi alti e bassi, ma secondo me è una lettura estremamente avvincente che ti lascia molte cose.
Catone
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