Prologo

"Halloween, la notte dei demoni. Chi non ama Halloween? Nessuno. Ma quante persone amano i demoni?"

Amare i demoni.

Demoni.

Questo era il pensiero che continuava a farsi spazio nella mente di Timmy. Un pensiero che non riusciva a scacciare via totalmente, e più provava a cancellarlo, più gli ritornava impresso. Era marchiato ormai da quelle parole, un continuo ripetersi, come se un vortice di disperazione lo stesse avvolgendo cercando di farlo spaventare. Ormai le lettere gli erano stampate in mente, gli sarebbe bastato chiudere gli occhi per vedersele davanti.

-Vai Timmy, Vai!

L'aveva incoraggiato Hans poco prima.

Si trovavano davanti alla casa più brutta e rovinata del quartiere, in cui proprietario ne era morto anni prima. Nonostante ciò la casa godeva di vita propria. Verso sera, le luci si accendevano da sole. Prima in cucina, poi in sala da pranzo, nel salone e infine in camera da letto. Ogni tanto anche il camino si accendeva. La casa era in vendita, ma mai nessuno aveva avuto anche solo il coraggio di avvicinarsi a quella creatura.

-Avrai mica paura?!

Lo stuzzicò Hans ancora.

Timmy entrò nel giardino.

Ora era lì. Lì davanti alla porta.

La creatura riusciva a sentire fin troppo la paura e la timidezza di Timmy.

Il ragazzino bussò la porta.

Avrebbe voluto scappare.

Le luci del salone si spensero improvvisamente lasciando accendere quelle dell'ingresso.

La porta si aprì.

Entrò uno spiffero d'aria, che fece cigolare e traballare di un poco il macabro lampadario nel lungo corridoio.

Timmy si girò verso l'amico, non voleva perdere la scommessa.

Entrò e non ne uscì mai più.

Nonostante siano passati 20 anni dall'accaduto, molta gente dice di risentire ancora, ad Halloween, ogni notte, la risata di quel piccolo bambino.

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