CAPITOLO XIV: Segreti di Congrega

Il sole penetrò dalle finestre della stanza di Corrado. Si alzò dal letto e si diresse verso la vasca e la riempì con acqua e poi aggiunse l'olio essenziale alla rosa. Si tolse la camicia, ormai tutta stropicciata, tutti gli indumenti e s'immerse nella vasca piena di acqua calda e fumante. Non riusciva a credere a ciò che era successo la sera prima, era stato con Katherine per tutta la notte a leggere, lei lo aveva consolato e poi lui l'aveva baciata intensamente, con amore, quello che provava per lei. Non vedeva l'ora di scendere in sala per fare colazione con lei, avrebbero parlato ancora di libri, voleva mostrarle i suoi libri sull'Italia, sulla cultura partenopea, voleva mostrarle i meandri nascosti del suo cuore senza alcuna remore, se solo lei glielo avesse chiesto. Non riusciva più ad aspettare, si sentiva energico, come se fosse stato trafitto da un fulmine e avesse assorbito tutta la sua energia. Si era alzato ed avvolto in un soffice asciugamano. Non riusciva più a rimanere disteso nella vasca. Raccolse i capelli in uno chignon dorato ed indossò l'uniforme da allenamento, indossò quella invernale poiché quel giorno si sarebbero allenati all'esterno e avrebbe portato Katherine con sé. Non era partito tutto da lui, era prerogativa del capocongrega che uno stregone della zona aurea controllasse l'allenamento di quelli meno esperti. D'un tratto Corrado senti bussare alla porta, e si riprese dal suo flusso di pensieri. Aprì la porta e rimase sconvolto nel vedere Katherine che gli sorrideva. << Buongiorno.>> Disse calma. Lui non riusciva a mettere insieme una parola accanto all'altra. La ragazza inarcò le sopracciglia, era visibilmente confusa. Dì qualcosa, Corrado, dì qualcosa, si disse. << Buongiorno, hai riposato bene?>> lei si rilassò e lui gli fece segno di entrare. << Vieni, ti offro un tè al Karkadè e melissa, un toccasana per le notti insonni.>> Lei gli sorrise. << Grazie, accetto volentieri.>> Era strano ma era come se Katherine fosse più rilassata, meno rigida, forse era vero ciò che gli diceva sua madre " Corrado, ricorda, l'amore cambia, ti rende migliore. Vuoi mostrare il tuo meglio, vuoi essere migliore. L'amore è la più grande di tutte le magie."

Katherine si accomodò sul ciglio del letto di Corrado ancora disfatto, effettivamente si era svegliato da poco e ancora non aveva pensato a risistemare la stanza. Katherine poggiò sul letto un grande libro con una copertina in velluto viola. Corrado prese la teiera in alluminio, vi aggiunse dell'acqua e con un solo gesto della mano la portò all'ebollizione. La ragazza rimase a bocca aperta come ogni qualvolta vi erano manifestazioni palesi di magia. Corrado prese due tazze e ne porse una a Katherine, aggiungendovi delle foglie di karkadè e melissa. << Permetti, dovrei rammendare la stanza. Sai non aspettavo visite.>> Le prese la mano e la fece accomodare sulla poltrona accanto al letto. Uno schiocco di dita e il letto fu ricomposto, cosi come tutti i vestiti sulla toeletta, dietro il separè. Corrado si sedette sul letto, proprio di fronte a Katherine che stava bevendo la sua tisana. << A cosa devo questa visita?>> Lui agitò il cucchiaio per diffondere lo zucchero disciolto nella bevanda scura. Katherine gli porse il libro, il " De Sineanimae". Corrado sapeva di averlo già visto, era un libro proibito ormai da molto tempo. Parlava di argomenti molto crudi sulla trasformazione in senzanima, e di cosa migliorava nei poteri di uno stregone quando veniva trasformato. Nel medioevo molti stregoni ne erano rimasti affascinati e cosi vendettero la loro anima ai demoni per diventare senzanima, provocando gravi problemi alle Congreghe e all'ordine che perse gran parte dei suoi valorosi guerrieri. Quel periodo venne ricordato dagli stregoni come epidemia senzanima. Quel libro, in mani inesperte, poteva significare distruzione e morte. << L'ho trovato questa mattina sul mio comodino, guarda la dedica.>> Katherine aprì il libro e dalle prime pagine ne usci un foglio con un messaggio molto inquietante.

Alla mia cara e dolce sorella, Katherine Brannagan, strega della congrega di Londra

Cara Kathy,

sono costernato per come si sono sviluppate le cose tra di noi. Sono tuo fratello maggiore e, nonostante il sangue di demone che annebbia la mia mente, il legame fraterno è qualcosa che va oltre il tempo e lo spazio, oltre le idee, oltre ogni genere di analisi razionale. Io personalmente la definisco metafisica, qualcosa priva di ogni genere di fondamento scientifico, solo amore. Purtroppo io non ho avuto una scelta, ma tu si. Chiedo pertanto un incontro alla biblioteca di Londra, quest' oggi nel primo pomeriggio.

Tuo Fratello,

Dominic Brannagan.

<<Devo andare, Corrado. Abbiamo bisogno di informazioni sul suo piano, sul perché i senzanima lo seguano ovunque vada come un capo militare, un re. Ho bisogno di capire, Corrado. Chi sono? Come mai posso creare pentacoli inusuali? Lui potrebbe sapermi rispondere, so che ha ogni risposta...>> Il terrore si era fatto spazio nel cuore di Katherine, la paura di incontrare nuovamente suo fratello era forte, ma la voglia di comprendere, quella era mille volte superiore ad ogni ansia o paura. Corrado era ancora seduto sul letto che leggeva il messaggio con ponderata calma. << Concordo, dovresti incontrarlo. Riusciremo a capire il suo piano. Ma organizzerò una spedizione per starti vicino. Dominic è molto forte e pericoloso.>> Lui ripiegò il biglietto, e se lo mise nel taschino con fare cospiratorio. Scosse la testa, ormai era tanto che sperava di incontrare suo fratello, era un membro della famiglia e avrebbe potuto soddisfare le sue curiosità, poi avrebbe pensato a fargliela pagare nella maniera degli stregoni: era un senzanima, doveva pagare. Avrebbe avuto Corrado con sé e non avrebbe sbagliato ancora, tutte le vittime sarebbero state vendicate, la pietà avrebbe dato spazio alla rabbia. Pensò a sua madre Jacqueline, il suo sguardo vitreo, i capelli dorati macchiati di rosso. A distoglierla dai suoi pensieri di morte e distruzione la mano di Corrado sulla spalla, delicato come un battito di ala di farfalla, un sussurro delicato. << Non preoccuparti, non sei sola.>> Il suo dolce sorriso sul volto come una consolazione, come se davvero, in tutto quello che le stesse accadendo lei non fosse sola, l'unica colpa e l'unico motivo. La fece alzare e l'abbracciò, fu qualcosa di inaspettato, molto inaspettato. Ma in fondo tutto ciò che riguardava lei e Corrado era qualcosa di inimmaginabile e inaspettato. In quella stretta ricordò il bacio della notte precedente, nel buio, illuminati da un moncone di candela e dalla luce della luna. Le labbra dei due, stretti in una morsa. Un bacio tormentato e desiderato. << Adesso vieni, andiamo a fare colazione, sei troppo emaciata, gli stregoni necessitano di energia. Oggi abbiamo un'occasione imperdibile, possiamo stanarlo. >> Le prese la mano ed insieme uscirono fuori dalla stanza. La pietra fredda della Congrega di Londra fece rabbrividire Katherine, che si strinse nelle spalle. Corrado accanto a lei indossava un'uniforme che sembrava molto più pesante della sua, e soprattutto più calda. Corrado girò il volto verso Katherine, che tentò di camuffare il freddo che le faceva tremare l'anima... Corrado prese la giacca che stava indossando. << So quanto possa essere freddo questo posto nei mesi più duri, prendi la mia giacca. Io sono abituato a questa fortezza.>> Alzò la giacca e l'avvolse sulle spalle della ragazza.

La sala della colazione era riscaldata dai camini che scoppiettavano, al grande tavolo Solstice stava bevendo del thé caldo a testa bassa, vederla così fece sentire Katherine uno straccio, capiva perfettamente la sofferenza che provava in quel momento, lei stessa l'aveva provata non meno di una settimana prima, la paura di perdere tutto e la effettiva consapevolezza che la seguiva e che ti struggeva l'animo, ma mentre Solstice aveva ancora un fratello a cui fare affidamento, su cui contare. Katherine quel giorno avrebbe incontrato ancora una volta suo fratello, colui che aveva tentato di ucciderla con un pugnale sulla tomba di suo padre a Manchester, che aveva ucciso sua madre e che affermava di amarla ancora, di soffrire per sua sorella. Katherine spostò la sedia e si sedette accanto a Solstice che alzò lo sguardo per guardarla. << Katherine, buongiorno. Stamattina ti sei alzata davvero di buonora, cosa è successo? >> aveva un sorriso spento, come se la sua cara amica fosse stata svuotata dalle emozioni. << Ho avuto delle cose da fare Solstice, te ne parlerò a breve. Piuttosto come sta Edward? >> La ragazza sorrise. << Sta bene, si è svegliato. Mi ha persino parlato Katherine, è un miracolo. >> Le prese la mano e la strinse. << Ed è tutto merito tuo, Katherine. Io...>> La ragazza sembrava in difficoltà, come se le parole fossero difficili da pronunciare. << Io ti ringrazio con tutto il mio cuore.>> Si voltò e bevve un altro sorso dalla tazza. Katherine era confusa, Solstice era così aperta con lei, da quando si erano conosciute, dopo un primo approccio un po' burrascoso. erano sempre andate d'accordo. << Solstice, dimmi, ti ho forse fatto qualcosa? Ti sento distante.>> Solstice si voltò di nuovo. << Tu? Katherine, no, tu non mi hai fatto niente...>> Sospirò. << L'unica cosa è che mio fratello è quasi morto ed io non ho fatto niente.>> Katherine le sorrise. << Tu hai fatto moltissimo in passato e anche in questo caso sei stata fondamentale. Hai vegliato su di lui tutta la notte ed è grazie a te se lui è sereno adesso.>> Katherine notò gli angoli della bocca della ragazza piegati verso l'alto. << Katherine, io ti ringrazio, davvero. Sono davvero rincuorata dalle tue parole.>> Katherine sorrise e poi bevve un grande sorso dalla tazza che era comparsa davanti a lei. Il secondo tè della giornata, ma questa volta il sapore della bevanda non fu tonica e rigenerante come la tisana del primo mattino che aveva bevuto con Corrado, ma corposo e dolce con un intenso sapore di vaniglia che rigenerò Katherine inondandola di una piacevole sensazione di calore. Dopo poco Corrado si presentò al cospetto di Katherine. << Dobbiamo andare, la tua prima prova sta per avere inizio. Dovrai dimostrare una perfetta padronanza del fuoco, dopodiché passerei ad un elemento diverso.>> Poi sorrise. << Ed io mi occuperò del tuo allenamento d'ora in poi.>> Katherine lanciò uno sguardo a Solstice che aggiunse maggiori informazioni. << Questa è la prassi, Katherine. Io mi occupo della conoscenza basilare, devo riuscire a far fuoriuscire il potere dallo stregone. Il mio compito termina dopo la prima prova, che consiste nel dominio di un elemento. Dopodiché vi sono ancora nove prove da affrontare. Dopo il superamento delle prove della Nikeika, si selezionano i membri della zona aurea.>> Solstice parlava con un tono emozionato. << Naturalmente, visto il tuo potenziale, necessiterai di poco tempo per entrare nella zona aurea.>> Corrado le porse la mano e fece alzare Katherine. I due si allontanarono dalla sala in silenzio. Da lontano Solstice le stava sorridendo, avevano lavorato intensamente, tutto sarebbe andato per il meglio, ne era sicura. Dopo aver attraversato le cucine e il corridoio ad angolo con il ballatoio, arrivarono al pentacolo di Mercurio << Corrado, sarà molto ardua questa prova? >> Corrado la guardò negli occhi. << Devi confidare in te stessa, Katherine, e ogni cosa verrà da sé.>> Le prese la mano e la portò verso il pentacolo. Lì già posizionati incontrò Edward, completamente ristabilito, in compagnia di Jorge, il giovane stregone che aveva incontrato durante il suo primo di allenamento. Katherine si diresse verso Edward che le sorrise. << Stai bene, Edward!>> E lo strinse a sé. Lui abbracciò la ragazza con delicatezza. Vedere Edward completamente ristabilito fece sentire Katherine più tranquilla, Solstice non avrebbe più dovuto soffrire.  

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