Capitolo IX: Ragioni del cuore
Quando si risvegliò Katherine si accorse di trovarsi immersa in un mare di cuscini di piume d'oca finemente ricamati e, girandosi attorno, notò che si trovava nella sua stanza nella Congrega di Londra, accanto a lei Corrado, addormentato su di una poltrona dorata, le teneva la mano. Il viso del giovane era disteso sul letto mentre l'intero corpo era ancora sulla poltrona. Katherine sorrise dolcemente al pensiero che Corrado avesse passato tutta la notte a vegliare su di lei su di una poltroncina. Katherine rimase ad osservare il giovane ancora preso dal sonno e che non pareva volersi svegliare. Tutto rimase tranquillo e rilassato come nella locanda, lei e Corrado, insieme, beati e tranquilli. Ad un tratto la porta si spalancò e, dal corridoio, un vassoio fluttuante apparve seguito da una chioma corvina: era Solstice, concentrata nel non far cadere il vassoio rovesciando tutto ciò che conteneva per terra. Indossava uno dei suoi completi più semplici, dovette constatare Katherine, una semplice camicia bianca ed una gonna marrone molto lineare e che le copriva la vita. La ragazza appoggiò la colazione sul tavolo, muovendo le mani in sincronia con il vassoio che atterrò sul tavolo appoggiandovisi. Si girò rivolgendo il viso verso il letto di Katherine e, nel vederla sveglia, si portò le mani alla bocca e corse dalla giovane e l'abbracciò forte. << Katherine, stai bene!>> disse Solstice. Katherine sentì il suo vestito bagnato di lacrime ricambiando l'abbraccio di Solstice. La giovane si staccò da Katherine e le sorrise. << Qui alla Congrega eravamo tutti in pensiero per te, Corrado e per Edward.>> Pronunciando l'ultima parola, la giovane si rabbuiò. Ed in quel momento nella mente di Katherine comparve un unico pensiero: Edward. Tornò così tutto alla mente della giovane, compresa l'immagine del giovane che piangeva sul corpo esanime di Rodrigo, ucciso da un senzanima. << Cosa è accaduto Solstice? Dov'è Edward?>> Disse Katherine, Solstice rispose. <<Si trova nella sua stanza ormai da due sere e non vuole uscire nemmeno per cenare. La morte di Rodrigo lo ha distrutto completamente.>> All'improvviso la giovane si sentì profondamente in colpa, sapeva che i senzanima cercavano lei e non Rodrigo e se lei non fosse mai andata in quel ristorante tutto ciò non sarebbe mai avvenuto. << Mi dispiace Solstice, è tutta colpa mia. I senzanima cercavano me e...>> Le lacrime uscirono dagli occhi neri di Katherine prima che lei potesse anche solo tentare di trattenerle, non riuscendo cosi a completare la frase. << No, Katherine, non è colpa tua. Rodrigo ha sempre avuto a che fare con cattive compagnie, inoltre praticava un mestiere non proprio rispettabile.>> Il tono di Solstice era spento, si vedeva che la sofferenza del fratello la faceva soffrire, lo si notava anche nel suo sguardo, di solito luminoso ed allegro, ormai divenuto spento e morente. << Ora devi mangiare qualcosa, hai dormito per due giorni interi.>> Disse Solstice, porgendo a Katherine il vassoio, poi continuò << Non voglio perdere la mia compagna di stanza, almeno non una simpatica come te.>> Detto questi si rialzò dal letto di Katherine e si diresse verso la porta, i tacchi risuonavano sul parquet in mogano. << Vai già via Solstice?>> Disse Katherine, prima che Solstice varcasse la porta della stanza. << Sono in ritardo per l'allenamento dei bambini e sarebbe meglio svegliare Corrado, oggi dovrà fare lezione.>> E cosi si allontanò richiudendosi la porta alle spalle, lasciando ancora una volta i due giovani soli. Il rumore della porta chiusa destò dal suo sonno Corrado, i suoi occhi azzurri si aprirono lentamente, con delicatezza, come se non volesse ancora svegliarsi. Da quella distanza Katherine riuscì a notare la profondità degli occhi del giovane, non era un azzurro comune, i suoi occhi erano chiari e sembravano essere scolpiti in un blocco di ghiaccio con sfumature cerulee attorno l'iride. Non appena lo sguardo di Katherine incontrò gli occhi di Corrado, l'intero viso di questi parve illuminarsi. Nel guardare il viso del giovane, Katherine sentì dentro di se qualcosa agitarsi, non riusciva a distinguere bene cosa fosse, non riusciva a distinguerlo, ma era la stessa sensazione di leggere un libro nuovo, oppure della luce del sole calda che ti scalda dentro. Il giovane sorrise e si raddrizzò, stiracchiandosi, per poi appoggiarsi allo schienale della poltrona. << Buongiorno Katherine.>> La voce di Corrado era ancora profondamente assonnata ma nonostante ciò il tono era chiaro e comprensibile. << Buongiorno Corrado.>> Dentro di se Katherine sentì mille sensazioni diverse scuoterla e non riusciva a darvi una spiegazione. <<Spero tu abbia dormito bene.>> Ancora in preda alla confusione, Katherine continuò la conversazione tentando di non far trasparire i suoi sentimenti. << Ce la siamo vista proprio bella in questi giorni, questo arrivo alla Congrega non sarà stato dei migliori.>> Il ragazzo parlò con tono pacato poi sbadigliò. Katherine sentì il senso di colpa e di ansia tornare alla mente per provocarle ulteriore dolore. Corrado scrutò il viso della giovane con aria confusa, poi disse: << Katherine, non devi pensarci più, è tutto finito.>> le prese la mano e la carezzò con dolcezza. <<Sul tavolo hanno preparato uno spuntino che potrebbe bastare per un bastimento, direi che è ora di mangiare qualcosa.>> Disse Corrado, poi porse una mano a Katherine, e continuò << non vorrai lasciarmi tutto solo, non è vero?>> Corrado prese la mano della giovane ed alzò Katherine, sotterrata nel letto ricoperto di mille cuscini ricamati e dalla trapunta color malva. Katherine non oppose resistenza, la fame che aveva era veramente troppa per astenersi. La mano di Corrado stretta nella sua la fece arrossire, spingendola a coprirsi il viso non appena la mano fu libera. I due si diressero verso la toeletta, dove Solstice aveva appoggiato un vassoio e, dopo che Corrado ebbe recuperato il vassoio riccamente riempito con ogni sorta di vivanda si potesse immaginare, i due si appoggiarono sul baule situato davanti al letto di Katherine. Sul vassoio erano riposti in ordine due bicchieri di cristallo con due brocche colme di ciò che a Katherine parve succo d'arancia e di una stana sostanza simile a champagne. Inoltre vi erano una fragrante ciambella rustica ed una bavarese in bella mostra pronte per essere mangiate, non mancavano però l'argenteria e dei fazzoletti per pulirsi. Nonostante la vastissima quantità di cibo e di bevande contenute nel vassoio a Katherine tornò in mente ciò che Corrado le aveva detto nel breve periodo di veglia nella locanda di Madame Carter, Corrado doveva dirle qualcosa e la curiosità le fece dire. << Corrado, cosa volevi dirmi nella locanda? >> Corrado, colto di sorpresa, era intento a versare della spremuta d'arancia in due bicchieri, si voltò di scatto e rovesciò parte del succo sul vassoio. Il viso del giovane prese d'un tratto un colorito roseo e dalla sua bocca uscì una frase biascicata che Katherine non riuscì quasi a capire. << Corrado, puoi ripetere? Non sono riuscita a capire nulla di ciò che hai detto.>> disse lei perplessa. Corrado fece un respiro profondo, poi guardò Katherine negli occhi e le disse. << Katherine, ti piacerebbe fare un giro di Londra con me?>> Mentre si portava il bicchiere alla bocca, Katherine lo appoggiò di nuovo sul vassoio. << Lo so, è una domanda a bruciapelo ma è da un po' che volevo chiedertelo, vivi qui e mi sembra giusto che tu debba conoscere la città.>> disse Corrado. Katherine si sentì stranamente confusa, dentro aveva molta paura di tornare fuori dalla Congrega, alla mercé dei senzanima e di suo fratello Dominic, ma allo stesso tempo non voleva deludere Corrado, che era stato tanto gentile con lei. << Corrado, vorrei tanto accettare il tuo invito ma io ho molta paura di incontrare di nuovo un senzanima. Non so se sono preparata...>> Corrado le prese la mano e la carezzò, poi disse, rincuorato dalle parole di Katherine. << Di questo non dovrai preoccuparti. So come devo agire nel caso qualche essere avesse delle strane intenzioni nei tuoi riguardi.>> e mostrò a Katherine i palmi delle sue mani, su questi il tratto nero del pentagramma era vivo e spiccava. Lo sguardo di Corrado era penetrante e vivo, << Non ti toccheranno nemmeno con un dito.>> disse e strinse le mani di Katherine tra le sue. Katherine non sapeva il perché ma sentiva di voler dare fiducia al ragazzo. << Accetto, Corrado, verrò con te a fare una passeggiata, anzi, con tutto quello che è successo, un po' di aria fresca non potrà che farci bene.>> disse Katherine, cercando con tutte le sue forze di nascondere l'ansia e la paura che provava in quel momento di fronte a se, però, Corrado sfoderò un sorriso che trasmetteva felicità. Fu, per tanto, inevitabile il sorriso di Katherine, non riusciva a credere che poteva rendere un ragazzo felice solo grazie ad una passeggiata per le vie di Londra. << Bene, detto questo, direi che è arrivata l'ora di iniziare a mangiare qualcosa o sverremo prima di arrivare a mezzogiorno.>> disse Corrado brandendo un coltello con cui tagliò due fette della deliziosa bavarese alla fragola, porse una fetta a Katherine ed una nel suo piatto. << Corrado, ma qui voi durante la mattinata di cosa vi occupate? >> disse Katherine mentre si versava del succo d'arancia nel bicchiere. Corrado rispose. << Ci alleniamo per non essere mai impreparati agli attacchi dei senzanima.>> Poi la guardò negli occhi e disse. <<Dovresti venire in palestra, sono sicuro che ti farebbe bene un po' di esercizio. Inoltre devi riuscire a dominare i tuoi poteri e non vi è posto migliore della palestra per cominciare.>> Katherine non seppe cosa rispondere, non era certo una persona che amava combattere ma durante la mattina non sapeva mai cosa fare e questo la infastidiva non poco. <<D'accordo Corrado. Verrò in palestra per imparare a dominare i miei poteri.>> Il giovane sorrise e si alzò dal baule. << Perfetto!>> disse, poi diede uno sguardo all'orologio, scosse la testa e continuò. << Siamo in ritardo e la persona a cui dovrò affidarti non ci aspetterà se non arriveremo in un lampo.>> Cosi prese il braccio di Katherine, ancora con il bicchiere tra le mani ed esclamò << Pretio!>> Ed i due entrarono in un vortice di luce.
I due si ritrovarono davanti ad una grande porta, su cui vi era incisa una frase in latino di cui Katherine capì a stento il significato, non le era mai piaciuto il latino, troppe declinazioni e grammatiche complesse ed inoltre la letteratura era troppo statica ed eroica e non era mai riuscita a farsela piacere. << Corrado, cosa vuol dire questa incisone? >> disse Katherine indicando la grande porta in legno su cui vi era un incisione di una spada sormontata dalla misteriosa frase. Il giovane le rispose con prontezza. << Significa "Palestra di Londra", "Gymnasium Londinii". >> Katherine si portò un dito al mento, non era propriamente sicura che l'incisione fosse corretta e così si rivolse a Corrado e disse << Ma Londinium non è un nome di terza declinazione? >> Corrado la guardò stranito, gli occhi fuori dalle orbite. << Come scusa? Londinium è un nome neutro e segue le regole dei nomi neutri di seconda declinazione. Non siamo molto portati per il latino, a quanto pare.>> Disse ridacchiando. Katherine si girò, si sentì leggermente irritata, non sapeva perché ma il commento di Corrado l'aveva infastidita. << Non vi è alcun bisogno di essere aggressivi. >> disse con noncuranza. Poi si diede uno sguardo, indossava una camicia bianca coperta un gilet a righe gessato nero cosi come il pantalone e delle scarpe nere abbastanza alte. Aveva indossato un pantalone e la cosa non aveva alcun senso. Quando Corrado l'aveva portata con la magia davanti alla palestra indossava la camicia da notte ed ora era abbigliata di tutto punto ed indossava un paio di pantaloni. La giovane alzò lo guardo e vide che Corrado era ormai all'interno della porta cosi si affrettò per seguirlo. Quando finalmente lo raggiunse lo fermò e lui la guardò con uno sguardo annoiato. << Katherine siamo già in ritardo, non possiamo tardare ancora.>> La prese per la mano ed i due attraversarono un corridoio che li portò in un'ampia sala, erano arrivati nella palestra. Katherine non aveva mai visto un posto di tale imponenza. Le pareti erano altissime ed il soffito si chiudeva a volta, cosa che fece dedurre a Katherine che si trovassero in una torre. Era qualcosa d'incredibile, vivere in un posto talmente meraviglioso e non conoscerne nemmeno la struttura ne le stanze, pensò. Corrado la portò all'interno della sala dove ad attenderli vi era Solstice che combatteva con un bastone con delle fiamme alle estremità. Dall'altro lato, un ragazzino che non avrebbe potuto avere più di quattordici anni, tentava con tutte le sue forze di contrastare gli attacchi di Solstice. Ad un tratto i due si fermarono e, con un gesto della mano, Solstice spense le fiamme. Nella mente di Katherine parve come se dalle mani di Solstice fosse uscita una strana forza che le avesse spente. I due si chinarono con le mani unite e il giovane la ringraziò. I due si diressero verso l'uscita e, quando guardò nella direzione dei giovani sorrise animatamente. In un attimo fu davanti ai due e disse. << Voi cosa fate qui?>> Ed abbracciò prima Katherine e poi Corrado che l'alzò da terra. Solstice era minuta ma combattiva come una iena. Corrado indicò Katherine e le disse. << Cugina, la cucciola vuole imparare cosa significa far parte del branco.>> Lei la guardò con gioia. Poi continuò << E poi deve imparare ad usare i suoi poteri in modo corretto e...>> La cugina lo interruppe prima che potesse terminare la frase. << Ed io sono la donna che potrà riuscirci.>> prendendo poi le mani di Katherine tra le sue. << Non preoccuparti, nel giro di un mese sarai in perfetta forma fisica e saprai dominare i tuoi poteri perfettamente.>> Disse Solstice con gli occhi che ardevano di determinazione. Poi si voltò verso il cugino. << Quanto a te, dovresti essere nella zona Aurea già da un quarto d'ora.>> Lo fulminò con lo sguardo. Poi senza prendere fiato continuò. << E non è una divisa quella che indossi. Guarda Katherine, piena di determinazione e già pronta per cominciare.>> Corrado alzò gli occhi al cielo e con un gesto della mano cambiò completamente il suo abbigliamento: La camicia azzurra e stropicciata aveva dato posto ad una camicia bianca e ad un gilet uguale a quello che Katherine e Solstice stavano indossando. << Katherine, seguimi.>> Solstice portò Katherine in una delle zone in marmo con al centro un pentacolo molto particolare che si soffermò a guardare. << Questo è il pentacolo di Marte, dona forza in battaglia, è qui perché vedendolo ogni volta che ci si allena è più facile memorizzarlo.>> Disse Solstice, brandendo lo stesso bastone che aveva usato nel combattimento con lo stregone uscito dalla sala poco prima. << Incendio.>> Disse e le estremità del bastone presero fuoco. Poi porse un bastone a Katherine e le ordinò di imitarla. Katherine si concentrò sul bastone e poi disse. << Incendio!>> E due fiammelle uscirono dall'arma nelle mani della ragazza. Solstice sorrise. << Ottimo, per essere il tuo primo tentativo. Ora guarda il palmo della mano.>> Katherine obbedì. Vide che il pentagramma era diverso: era rosso come se delle fiamme fossero all'interno delle sue mani e il pentagramma ne rivelasse l'esistenza. Solstice poi la richiamò all'attenzione. << Il fuoco è l'elemento più semplice da dominare, è dinamico e brucia nelle vene. Il pentagramma ne è il simbolo. Coraggio riprova!>> Esclamo la ragazza, facendo roteare il bastone. Katherine si concentrò con tutto la forza mentale in suo possesso ed esclamò ancora << Incendio!>> E dal bastone uscirono delle fiamme che lampeggiarono con forza. Solstice annuì. << Il più è fatto. Ora vediamo come combatti!>> E si lanciò in avanti verso Katherine. La ragazza si ritrasse e, all'attacco di Solstice, alzò il bastone in orizzontale e riuscì a schivarlo, roteò su se stessa e fece roteare il bastone. Solstice sorrise, poi tornò all'attacco e le due si scontrarono con un faccia a faccia. Poi la mora si inginocchiò e con un gesto fulmineo fece cadere Katherine colpendola alle caviglie con il bastone. La ragazza si alzò e puntò il bastone alla gola di Katherine. << Mai perdere la concentrazione.>> La voce era ferma, era un'ottima lottatrice, dovette ammettere Katherine. Le porse un braccio per aiutarla a rialzarsi. << Non è la prima volta che combatti, devi averlo già fatto.>> Un vortice di ricordi tornò alla mente di Katherine: " Katherine devi saperti difendere, saper usare delle armi non ti renderà meno femminile di quanto tu non lo sia già." La voce del padre tornò alla mente di Katherine cosi come tutte le immagini delle sessioni d'allenamento che, da quando ebbe compiuto quindici anni, si erano susseguite nel tempo. Gli allenamenti sotto la pioggia con Dominic, con gli scarponi pesanti per sovrastare il freddo della neve. Era scontato che per Katherine non fosse la prima volta. La giovane, non sapendo come far scomparire le fiamme vi soffiò sopra spegnendole. Poi porse il bastone a Solstice. << In effetti mio padre mi ha insegnato come utilizzare il bastone e la spada.>> Lo sguardo di Katherine s'incupì e, istantaneamente Solstice le fu vicina. << Katherine non preoccuparti, ci sono io con te, e poi ci sono Corrado ed Edward...>> La voce della giovane si affievolì nel pronunciare quel nome. Poi si riprese ed il suo sorriso risplendette di nuovo. << Vieni.>> Le indicò di seguirla. Katherine si alzò dal pavimento e prese la mano di Solstice. <<Ora che ho testato le tue abilità ti porto a fare un giro della palestra.>> La portò al centro. << Questa è la sala principale.>> Disse muovendo il braccio in maniera plateale, poi continuò. << Come puoi vedere vi sono varie zone da combattimento in marmo, ognuna con il proprio Pentacolo. Intervallate da uno splendido parquet.>> Pronunciò l'ultima parola enfatizzando il suo accento francese. Poi proseguirono salendo degli scalini. << Questo è l'armamentario, in realtà ve ne sono due, ma qui si trovano le armi per allenarsi. >> Disse mostrando la parete. << Qui troverai ogni genere di arma esistente.>> Poi mi fece avvicinare. << Ora ti mostro come prendere le armi.>> Si mise di fronte alla parete e rivolse la mano davanti a se. Dalla parete uscirono delle armi. Solstice ne estrasse una poi disse. << Sai, la balestra è molto meglio del bastone e della spada.>> Poi si portò un dito al mento poi parve aver recuperato un dettaglio importante nella memoria. << La zona da combattimento è l'Arena, importante per le competizioni.>> Disse distrattamente mentre si dirigeva verso una parete che a prima vista parve uguale a tutte le altre poi Solstice portò di nuovo la mano davanti a se e questa si aprì e Solstice fece cenno di seguirla. Il corridoio dov'erano entrate era terribilmente buio così Katherine usò uno dei pentagrammi che ormai aveva imparato a memoria. << Fos.>> Pronunciò e la mano risplendette di luce. Riuscì a scrutare nell'oscurità un sorriso appena accennato di Solstice. << Vedo che ci stai facendo l'abitudine, Katherine.>> disse e le due alla fine entrarono in una sala parallela alla palestra. << Benvenuta nella zona Aurea >> disse sistemando per terra la balestra. Nel campo, molto più grande delle zone di battaglia della palestra, due corpi si sfidavano lanciando calci e pugni. Tra gli scatti fulminei Katherine riuscì a riconoscere prima Corrado, i suoi capelli biondi che svolazzavano per la sala, poi Edward con i suoi occhi ametista. Solstice prese la balestra e, gettando l'occhio nel mirino, sparò verso la parete opposta. I due giovani si fermarono nel vedere la freccia centrare perfettamente il bersaglio. << Signori! Grazie per la vostra attenzione. Volevo avvisarvi che noi signorine per oggi abbiamo finito, ci vediamo a pranzo.>> Detto questo le strinse il braccio e disse. << Pretio.>> Ed entrambe scomparirono. In un lampo di luce.
Le due si ritrovarono all'esterno della palestra e Solstice che, inoltre, aveva raccolto i suoi capelli in una treccia. << Direi che possiamo andare in camera.>> Disse picchiettando un dito sul mento e cosi le due ragazze imboccarono la strada che le avrebbe condotte alla loro stanza. << Solstice, ma tu non fai allenamento nella zona Aurea come Corrado ed Edward?>> Lei la guardò. << Certamente, solo che durante la settimana mi occupo dei principianti.>> le prese la mano. Nel frattempo svoltarono passando davanti alle cucine. << Il ragazzino che hai visto oggi, Jorge, è uno stregone e viene qui un paio di volte alla settimana prima di andare a scuola.>> Katherine parve confusa. << La Congrega non fornisce un' istruzione privata solo per gli stregoni?>> Solstice aprì bocca per rispondere quando dalle scale apparve il signor Warbrake che agitò la mano nella direzione delle due. << Signorina Drandouille, signorina Brannagan, aspettate!>> Katherine e Solstice si fermarono ed attesero che il Capocongrega fosse più vicino a loro. Non appena i tre s'incontrarono il capo congrega disse << Signorina Drandouille, abbiamo ricevuto una comunicazione dalla locanda della signora Carter, ha chiesto la presenza immediata di un gruppo di stregoni nel suo locale, dei senzanima hanno fatto irruzione.>> Katherine si portò la mano alla bocca, la signora Elizabeth era stata tanto gentile quando aveva perso ogni forza, voleva aiutarla. << Signor Warbrake, se non vi sembra troppo, vorrei partecipare anche io a questa missione. Sapete oggi ho iniziato il mio addestramento.>> L'uomo sorrise. << Era proprio quello che volevo proporvi signorine, di andare insieme. Sapete Corrado è molto occupato con le lezioni di storia della magia e Edward...>> Pronunciò il nome con aria sommessa. << Non mi sembra il caso di mandarlo in missione con ciò che gli sta accadendo nell'ultimo periodo.>> Guardo Solstice poi continuò. << Signorina Drandouille, spero concorderete con me.>> Solstice annuì senza aggiungere nulla. << Signore non la deluderemo. Ora se ci permette vorremmo andare a prepararci per la missione.>> Il capo Congrega annuì e lasciò libero il passaggio alle ragazze. << Katherine preparati.>> Disse Solstice mentre camminavano verso la stanza <<Stai finalmente per capire cosa significa essere una strega.>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top