Terza parte
VERONICA
«Dove sono tutti i suoi giochi?! Ricordo che la casa ne era invasa l'ultima volta che l'ho vista!», urlo appena entro in casa.
«Tesoro, io e tuo padre li abbiamo sistemati tutti in camera di Samy in queste due settimane», mi risponde mia madre avvicinandomi il bicchiere d'acqua che aveva preparato mio padre.
«Non me ne faccio nulla dell'acqua! Non servirà a farmi calmare lo capisci?!», sbotto contro mia madre urtando il bicchiere che teneva in mano e facendolo cadere a terra.
Il pavimento del salotto è ricoperto di pezzi di vetro. Lì dove prima giacevano i giocattoli lasciati in disordine da mia sorella, ora non c'è altro che un bicchiere rotto e dell'acqua versata.
«S-scusa mamma...i-io non volevo», le dico con voce tremante.
«Cosa succede quì?!», urla mio padre entrando in salotto.
«Papà io...».
«Artur, Veronica è molto scossa, non volendo ha rotto un bicchiere, non preoccuparti, ci penso io», interviene mia madre prima che io possa concludere la frase.
«Mi dispiace, papà», aggiungo io con un filo di voce continuando a fissare i pezzi di vetro sul pavimento.
Lui torna nel suo studio senza aggiungere altro.
«Tesoro, perché ora non vai a riposarti un po'? Qui ci penso io a ripulire tutto», mi dice mia madre sorridendomi in modo dolce e gentile.
«Va bene, mamma, grazie», sono le uniche parole che riesco a dirle prima di uscire dal salotto.
***
Eccomi qui, dopo due settimane, sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto e a chiedermi che cosa mai possa aver fatto una bambina di dieci anni per meritare la morte.
Era così dolce, piena di energie, non si stancava mai di giocare.
Se solo lo avessi saputo...avrei giocato molto di più con lei, invece di dirle di lasciarmi in pace...
Ma che razza di sorella sono stata?!
«Veronica, hai sentito?», mia madre mi distoglie dai miei pensieri, non mi sono accorta che fosse entrata in camera.
«Come? Hai detto qualcosa, mamma?».
«Ho detto che è pronta la cena, ti stiamo aspettando a tavola».
La cena? Non ho fatto caso al tempo che passava...vorrei dirle che non ho fame ma la farei preoccupare e non voglio.
«Oh...d'accordo, eccomi», le dico alzandomi dal letto e seguendola fuori dalla porta.
***
«Veronica, io e tua madre abbiamo deciso di farti ripetere questo anno scolastico», mi dice mio padre rompendo il silenzio che era stato il protagonista della cena fino a quel momento.
«Come? Perché non me ne avete parlato prima?», chiedo cercando ancora di analizzare la notizia appena ricevuta.
«Tesoro, abbiamo notato che sei molto scossa e crediamo che la cosa migliore per te sia prenderti un anno sabbatico», interviene mia madre notando il mio tono di disappunto.
«E poi la decisione è già stata presa, oggi stesso ho parlato con il preside della tua scuola», aggiunge mio padre in tono decisivo.
Di tutta risposta, decido di alzarmi da tavola e di andare in camera mia, ignorando i rimproveri di mio padre e i tentativi di mia madre di farmi ragionare.
È incredibile il modo in cui la mia vita stia cambiando in maniera così radicale, senza che io possa fare niente per impedirne l'andamento.
In un solo giorno, vengo a sapere di essere stata in coma per due settimane, di aver perso mia sorella e come se non bastasse, ora mi viene perfino imposto di lasciare la scuola.
In effetti, quest'ultimo punto mi fa infuriare più che altro per un fatto di principio, per non aver potuto scegliere...ma se devo essere sincera, non credo di avere nulla che mi leghi a quella scuola. Insomma diciamocelo, se a qualcuno dei miei compagni fosse importato realmente di me, sarebbero venuti a trovarmi per farmi le condoglianze o anche solo semplicemente per chiedermi come stessi.
Tutto questo mi fa sentire veramente molto sola...
Ecco finalmente la terza parte!!! Avrei voluto pubblicarla prima ma purtroppo non sono stata molto bene in questi giorni...inoltre, cambiavo idea continuamente nello svolgimento di varie fasi della storia.
Spero che vi piaccia!
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