9. APPROFONDIRE IL LEGAME

Il locale era piccolo, in una via laterale. Io e Kyle ci accomodammo a un tavolo sul fondo. Non so di cosa parlammo quel giorno. Della scuola, della città, del tempo. Ridemmo, questo lo ricordo bene. Mi resi conto che Kyle era molto più bello quando rideva. C'era qualcosa nel modo in cui sorrideva che lo rendeva affascinante. Scoprii che gli comparivano due fossette sulle guance, che la sua risata era roca, che si copriva il viso con entrambe le mani e poi si spingeva indietro i capelli. Quel nuovo lato, leggero, forse frivolo, mi piaceva.

Qualche volta mi rifugio in quel momento. Cerco di rievocare le sensazioni che provai. Mi sembra di tornare a casa dopo un lungo viaggio. A chi ero un tempo. A chi era Kyle. A chi avrebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente. A un mondo che non potrebbe mai tornare.

Quello divenne il nostro rito. Ogni giorno, prima di tornare a casa, passavamo lì e parlavamo. Non avevo mai parlato tanto con Kyle. Scoprii che era brillante, intelligente, creativo. Un ascoltatore attento. Scrivemmo addirittura un racconto insieme. Lui che si allungava sul tavolo per rubarmi la penna. Io che la stringevo con forza perché non me la portasse via. Le dita che sfioravano, lottavano, accarezzavano. Ricominciammo a leggere Lovecraft.

Kyle mi esponeva le sue teorie di scienze. -Il tempo non esiste, viviamo su un continuum, presente, passato, futuro si accavallano-

-Ma è follia-

-Un giorno ne avremo la prova-

Era come se fossimo sotto un incantesimo. Fino a quando eravamo nel locale Kyle parlava e svelava parti di sé. Quando uscivamo si chiudeva nel proprio mutismo.

Mi chiesi spesso se non fossi diventata folle, se non avessi creduto di vivere qualcosa che in realtà non stavo vivendo. Ogni tanto però Kyle mi rivolgeva uno sguardo e, in quello sguardo, sapevo che ogni cosa era reale. Non immaginavo nulla.

-Mmm, sembri strana- commentò Tania un giorno.

-Parla quella che non si fa più vedere da quando ha le nuove amiche-

Tania sbuffò. –Dovresti farti anche tu delle amiche, passi troppo tempo da sola-

Me ne rimasi in silenzio. Avrei potuto gettarle in faccia la verità. Che io avevo un amico che valeva mille volte le sue. Che Kyle mi apprezzava per chi ero, non per chi fingevo di essere. Che finalmente mi sentivo meno sola. Le parole però avevano un sapore amaro. Non riuscii a pronunciarle. Tania credette così di aver vinto e se ne andò. Io mi sentii sconfitta, ma una parte di me era contenta di preservare il segreto. Sapevo che se le avessi detto di me e Kyle, beh, avrebbe rovinato il nostro rapporto. Si sarebbe messa in mezzo, avrebbe mentito, avrebbe coinvolto i nostri genitori.

Senza Kyle ero uno spettro,  reale quanto un miraggio.


Fu proprio al nostro bistrot che accadde uno di quei piccoli eventi che anni dopo avrebbe portato a un'esplosione in grado di sconvolgerci la vita, che ci avrebbe condotti su quella scogliera.

Era un pomeriggio sereno, la luce del sole scivolava dentro le vetrine e accarezzava il viso di Kyle rendendolo più spigoloso.

-Odio dover stare in quella classe- Kyle giocherellava con il bordo di un tovagliolo. –Sono tutti una massa di sciocchi che vogliono attirare l'attenzione dell'insegnante, come se a lui importasse qualcosa di noi-

-Nemmeno io mi trovo bene- mormorai, appoggiata contro lo schienale.

Era l'ennesima volta che affrontavamo lo stesso argomento. La nostra estraneità tra i compagni. Il nostro essere diversi. Non amabili. Quello era l'unico luogo in cui potevamo confrontarci senza freni. Non mi aspettavo la piega che avrebbe preso la conversazione.

-Tania fa di tutto per isolarti-

-Tania?- non la citavamo mai. Era come un argomento tabù, uno spettro intorno al cui nome volteggiavamo senza pronunciarlo.

-L'ho vista con le sue nuove amiche, ragazzine insignificanti che si credono donne, e ho sentito che ti criticava-

La cosa mi diede fastidio. Non volevo che Kyle parlasse male di Tania anche quando se lo meritava. Nonostante io stessa pensassi quelle cose.

-Meriti di più che lei-

-Tania è mia sorella ed è soprattutto mia amica-

-Non davvero- Kyle appoggiò le mani sul tavolino e si spinse avanti, ciocche scure che gli coprivano gli occhi azzurri. –Tania non ha amiche, le persone come lei desiderano solo essere accettate e sono capaci di fare qualsiasi cosa per riuscirci-

Quelle parole mi provocarono un senso di gelo. –Non è vero- ma sapevo di mentire. Tania me lo aveva confessato che desiderava essere accettata e io sapevo che era disposta a qualsiasi cosa.

-Lei non è come, non devi giudicarla con i parametri che usi per te stessa... guarda, a te basta stare qui con me e sei felice, ti accontenti di qualcuno che ti apprezzi... lei vuole la fama e un giorno riuscirà ad averla-

Aveva ragione. Tania era determinata, una determinazione di cui io non ero capace, che forse mi spaventava addirittura.

-Credimi, Tania non è tua amica-

Aprii la bocca per rispondere, ma la gola era secca, mi sembrava escoriata, scorticata. E poi successe l'imprevisto.

Una risata. Il cuore saltò. Avrei riconosciuto ovunque quella risata. Quel suono deciso. –Roger- mi voltai.

Oggi, alla luce di ciò che so, dico che avrei fatto meglio a far finta di non averlo visto. Sarebbe stata un'altra storia.





Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top