18. ALIBI

Fecero tutto Tania e Kyle. Me ne vergogno. Il danno era mio. Avrei dovuto fare di più. Ero di ghiaccio. Non riuscivo nemmeno a pensare.

-Ho bisogno di riposare- Tania si lasciò scivolare a terra, vicino alla fossa dentro cui aveva nascosto il corpo.

Kyle scosse la testa. -Non c'è tempo per riposare, devi andare in paese e farti vedere, bisogna che ti crei un alibi

-Un alibi?- Tania aggrottò la fronte. Sembrava più che mai una bambina.

-Non appena vedranno che è scomparso chi pensi che incolperanno? Devono credere che tu sia stata in paese tutto il giorno

Tania tremò ancora di più. Era arrabbiata, era triste, era invidiosa, lo capisco ora, di quel rapporto tagliente che vedeva tra me e Kyle. -Non posso fare finta di nulla- si allungò verso di me, come per abbracciarmi.

Le andai accanto, mi lasciai cadere nella polvere, la strinsi. Kyle sbuffò.

-Non fare la melodrammatica, Tania, l'hai voluto tu

-Mi odi

-Mi sei indifferente

-Devi crearti un alibi- sciolsi l'abbraccio, feci un passo indietro, le sorrisi.

-Non posso lasciarti così

-Me la caverò- le feci un sorriso.

Tania non rispose. Un tremito la scosse. Era una Tania che non conoscevo. Fragile. Un vaso sospeso su un pavimento di pietra destinata a infrangersi al suolo.

-Vai- urlò Kyle.

Tania annuì, si alzò, corse via.

-Noi andiamo a casa

Cercai di alzarmi. Avevo le gambe di piombo.

-Andiamo

Non mi mossi.

Kyle mi venne di fronte, l'espressione tesa. -Lo faccio per te, Naila, non voglio che tu sia accusata di averlo ucciso

La consapevolezza di quelle parole bruciò. -Ho difeso Tania

-La vostra parola contro quella di una delle famiglie più potenti del paese- non dovette aggiungere altro.

Quel segreto ci avrebbe uniti per sempre. Un filo rosso legava noi tre.

-Nessuno troverà il suo corpo

-Come puoi esserne certo?

-Lo so e basta, fidati di me- mi porse la mano.

Che altro potevo fare? La presi. Ruvida e calda. Mi sollevò, io leggera come aria, lui solido come pietra. Mi lasciò.

-Se qualcuno chiederà dov'eravamo diremo che abbiamo passato il pomeriggio in biblioteca, ognuno a leggere per i fatti suoi, saremo il reciproco alibi, diremo che Tania era con noi, si è stufata ed è andata in paese

Annuii, il cuore che mi esplodeva in gola. Sembrava troppo. Era una storia irreale. Una di quelle leggende horror. -Quello che ho fatto...

-Era necessario, non pensarci più- mi posò una mano sul braccio. -Non è mai successo

Era facile dirlo per lui. Avrei voluto essere capace di smettere di pensarci.

-Nessuno ha visto quell'uomo con Tania, non ci saranno problemi

Non sapeva quanto si sbagliava.

-Hai fatto quello che dovevi, Nai- mi venne vicino. Aveva il colletto in disordine.

Glielo sistemai. Kyle s'irrigidì. L'occhio mi cadde sul lembo di pelle nuda alla base del collo. Respinsi l'impulso di premerci sopra le labbra.

Il suo sguardo trasmetteva mille sentimenti.

Non dovremmo

Lo voglio

Siamo nei guai.

-Dobbiamo tornare a casa

Staccai le mani dalla sua camicia. -Già, a casa... l'altra notte...

-Non è il momento di parlarne, dobbiamo tornare a casa e fingere che non sia successo nulla, capisci?

Non capivo. Si riferiva ai fatti di quel giorno? O a noi due intenti a baciarci nel mio letto? Come poteva ignorare quello che era successo?

-Andiamo, su, prima che arrivi qualcuno, non ci troveranno- mi cinse la vita e mi spinse verso casa.

Non parlammo per tutto il tragitto. Ogni cosa mi sembrava irreale. Ero finita in un incubo.

Quella notte non dormii. Continuavo a sentire i rumori alla scogliera.

I fantasmi che urlavano e litigavano.

Che cos'avevo fatto?

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