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Non lasciai solo Jace lì, lasciai tutto. Il mio cuore era lì, con Jace. Mentre correvo piangevo e pensavo che forse quel mostro già lo aveva posseduto. Ero distrutta solo a pensarlo. In quella casa lasciai tutta la mia roba. I miei vestiti. I miei amici. Il mio ragazzo. Con le lacrime agli occhi, corsi per un po'verso una direzione sconosciuta. Quando atterrai nei pressi di un cartello notai che non ero più in città. Ero arrivata al confine.
Dopo quel cartello c'era la foresta, cupa e silenziosa. Mi feci coraggio e vi entrai. Gli alberi erano così alti che dalle loro foglie la luce del sole non passava e dava alla foresta un'aria cupa e buia.
Dopo aver camminato un po'arrivai ad una radura, dove trovai dei rifugi. Mi avvicinai furtiva e silenziosa. Bussai al rifugio dall'altra parte rispetto all'entrata. Mi aprì un ragazzo sui 20 anni. «ciao, ti dispiace se sto un po'con te?» chiesi educatamente. «beh, non ti conosco» disse lui esitando. «ti spiegherò tutto» dissi. «ok. Ma perché hai gli occhi gonfi?» mi chiese. «ho pianto» risposi. «ok. Spiegami tutto» disse, facendomi entrare. Mi accomodai sul divano. «allora, sono stata adottata da una famiglia di vampiri» iniziai. «come si chiamano?» chiese curioso. «il fratello più grande si chiama Nicholas» risposi. «quel Nicholas?» chiese. «tu lo conosci?» chiesi. «sì. Siamo stati grandi amici per anni» rispose lui. «cosa gli è successo?» mi chiese. A quella domanda piansi. Singhiozzando, gli dissi tutto.

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