18
Nulla. Buio assoluto. Ricordavo solo il morso sul collo di Alec.
Riaprii gli occhi. Ero nel mio letto. Girai lo sguardo e vidi Jace che piangeva e mi guardava. «E-Emma» disse lui singhiozzando. «Jace. Sono viva?» chiesi io. «sì» disse lui continuando a singhiozzare. «non piangere Jace» dissi. «lo so Emma. È che ti amo» disse tutto d'un fiato guardandomi negli occhi. «ti amo Jace» dissi sorridendogli. Mi abbracciò. Ricambiai l'abbraccio per poi baciarlo sulle labbra. Ricambiò il bacio e lo fece diventare sempre più passionale. Io sul letto e lui sopra di me. Continuammo a baciarci. Poi lui si staccò dalle mie labbra. «vuoi essere la mia ragazza?» mi chiese. Non sapevo cosa rispondere. Ero felicissima per quella proposta. «sì, Jace, voglio essere la tua ragazza» dissi felicissima. E tornai a baciarlo, io tra le sue braccia, lui tra le mie. Ero al sicuro, ero sua.
Venimmo interrotti da un rumore, che proveniva dalla cucina. Decidemmo di aprire la porta e andare a controllare. Tutte e due davanti alla porta della mia stanza. Davanti alle scale, passò una sagoma nera che mi fece sobbalzare. Jace mi prese da dietro, come se mi volesse proteggere da chiunque stesse passando.
Ritrovammo la sagoma che stava salendo le scale e aveva in una mano qualcosa di scintillante. Rimasi bloccata, mentre Jace prese la sua fidata spada.
La sagoma ci raggiunse.
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