Capitolo 19

Domenica, 23:40

Il telefono del professore squilla, non fa in tempo ad alzare la cornetta che la voce squillante di Carapace gli colpisce le orecchie.
"Perché cazzo non ci hai avvisato?! Dov'eri?" Urla al Professore, che è come in uno stato di trance.

62 ore di rapina

"Uomo ferito, uomo ferito" entra Minotauro con Tigre Viola fra le braccia, ha una grave ferita alla testa, probabilmente morte celebrale, ma Minotauro non riesce ad accettarlo.
Così, gli innientta delle medicine, gli diamo corda, non è il momento di peggiorare le cose.

Lo sguardo di Tigre Viola non era mai stato vivace, ma ora era lo sguardo di tutti noi, triste, e assente.
La speranza è come le tessere del domino, quando ne cade una, cadono anche tutte le altre.
E gli ostaggi si resero conto che eravamo fottuti.
"Si sieda" ordina sempre più forte Chatnoir, all'insegnante, "il suo alunno è fuggito con altri ostaggi, non dovete preoccuparvi per loro, stanno tutti bene" ma il suo tono non è più ingenuo e rassicurante, è duro e freddo.
All'improvviso, gli ostaggi si mettono in piedi, ed applaudono, Chatnoir cerca di farli sedere, ma invano.
Ci penso io, sparando in aria, cade un religioso silenzio.
"Sedetevi, tutti!" Urlo, solo l'insegnante rimane in piedi, mi avvicino minacciosa, "siediti, siediti, per favore" forse perché nota il mio sguardo triste, e miei occhi lucidi, obbedisce.

Flashback, Toledo

Siamo seduti al tavolo, all'aperto, chiacchieriamo del più e del meno, fino a quando, il Professore parla.
"Gli ostaggi" "con il passaggio delle ore gli ostaggi smetteremo di essere buoni, quando vedranno che nessuno verrà rilasciato, il loro istinto di sopravvivenza, li spingerà ad agire" rena di mette a ridere, "e che cosa faranno? Quei rammolliti si trasformerranno in Hulc?" Ironizza, "più o meno".
"Cercheranno di scappare, o scapperanno" "nooo" cantileniamo io e Rena Rouge, "è possibile che vada così" "ma siamo armati!" "E a quel punto gli ostaggi smetteranno di avere paura, se dovesse succedere è importantissimo ristabilire il controllo, e in questo caso, lo faremo attraverso, l'empatia" "creando, un clima di fiducia più solido di quello che abbiamo instaurato fino a quel momento" "però, la fiducia e gli M16 non vanno molto d'accordo no?" Rido, "e allora dovremo cercare qualcosa che ci avvicini agli ostaggi" "vediamo, cos'è che unisce le persone?" "Il pallone?" "Il sesso?" "Ma niente di tutto ciò è utile per il nostro piano" "cos'è che unisce noi?" "Il denaro" "il denaro! Di altre cose no ma di denaro, ne avremo tanto, ho riflettuto molto su come fare diventare gli ostaggi, nostri alleati" " e sono arrivato ad una conclusione, denaro, o libertà".

Adesso

E così facemmo, chiedemmo proprio questo agli ostaggi.
Soldi, o libertà.

Intanto, Rauqel riascolta i messaggi di Hanchel, con le lacrime agli occhi.
Ora si che si sente in colpa.
Terribilmente, in colpa.

Quanti colpi puoi incassare prima di finire al tappeto? Se sei Rauqel Muriglio, tanti.
Ma sapere incassare bene ha un lato negativo, se i colpi non finiscono, alla fine cadi lo stesso.
E quando cadrai, sarà come se quei colpi arrivassero insieme.
La Muriglio smise di sentire, e di pensare, iniziò a camminare, era un corpo vuoto, che voleva solo che tutto finisse.

Il Professore aveva costruito il piano con una precisione millimetrica, ogni movimento della Polizia, ogni possibile errore della sua banda, il comportamento degli ostaggi, ogni variabile.
Tutto.
E quando, credeva di avere il controllo, scoprì, che non era così, non avrebbe mai pensato che per evitare che il suo piano andasse in fumo, avrebbe dovuto uccidere.
Uccidere, la madre della donna di cui si stava innamorando.
E tutto, per un semplice messaggio, o forse non così semplice, dato che avrebbe rivelato la sua identità, e lei, era l'unica ad averlo.
E beh certo, nessuno è preparato a questo.

Flashback, Casa di Raquel

L'anziana sente squillare il telefono fisso, si avvicina, è un messaggio indirizzato a sua figlia, ma presa dalla curiosità, lo ascolta.
Non capisce che cosa significhi, l'unica cosa che sa è che la voce, è di Hanchel, il collega di sua figlia, e che sta parlando di un certo Professore, di qui aveva scoperto identità.
Ma, la donna non sapeva che proprio l'uomo di cui Hachel stava parlando, era in ascolto.

Intanto, tenda della Polizia

"Che cos'è?" Chiede Raquel riferita al liquido inniettato nelle sue vene, "un calmante" risponde Suares, "avete già parlato con gli ostaggi?" Domanda, "che hanno detto?" Li incalza, "per ora ci hanno detto che stanno scavando un tunnel, localizzeremo la posizione esatta" comunica Suares, "e quello che già sappiamo, che sono armati fino ai denti, Raquel, sei la persona più qualificata per dirigere questa operazione, però adesso è il momento di riposare" aggiunge calmo, lei fa una smorfia, "non si preoccupi di nulla" le sussurra Prieto, "sta arrivando il commissario per prendere il suo posto, così potrà andare a casa per qualche ora, lei deve dormire" lei lo fissa infastidita, "posso fare una telefonata?" "Certo, tenga" le porge il telefono.
"Salvador, sono Raquel, ho bisogno che, che mi porti via da qui, questo è il giorno più brutto della mia vita e devo scappare da questa tenda, da questa città, Salvador, sei lì?" Spiega con voce rotta, "non posso ho un impegno" ribatte fermo, " certo, certo capisco, chiamare così-" ma lui chiude la chiamata.

Casa di Raquel

Il Professore entra in casa di Raquel, ha il sospiro irregolare e un'ansia mai provata prima, ma la nasconde in un amichevole sorriso.

Intanto, Zecca di Stato

Viperion controlla le pupille di Tigre Viola, scuote la testa, "non reagisce, non voglio fare l'uccello del malaugurio ma credo che il danno sia irreperibile" ci guardiamo mortificati, "e come lo sai?" Interviene Rena, "sei un neurochirurgo?!" Alza la voce, "non si può sapere! Lo bisogna portare in ospedale! Perché magari, si può ancora curare" "da qui non uscirà nessuno" risponde impassibile, "chiaro? Con o senza buco in testa, sai che ha detto il Professore" lei rotea gli occhi, "il Professore, mene fotto del Professore, dov'era il Professore quando sono scappati 16 ostaggi?! Dove era quando hanno spaccato la testa a Tigre Viola, apriamo, chiamiamo la polizia, così lo portano in ospedale" sbotta lei, "che diavolo stai dicendo? Le regole erano chiare, nessuno esce da qui, le abbiamo accettate tutti, anche Tigre Viola!" "Sono fuggiti 16 ostaggi, le regole sono cambiate" sibilo, "gli ostaggi non sanno che sta succedendo, Tigre Viola si" "e allora? Eh? Non può nemmeno parlare, e anche se potesse non ci tradirebbe mai cazzo, mettiamola ai voti" interviene Chatnoir, Viperion gli punta una pistola, "qui non siamo in democrazia!" C'è di nuovo uno scambio di pistole, "hai ragione, non lo siamo" sputa Rena, "apriamo il portone, e facciamo uscire Tigre Viola" scandisce, "da qui non esce nessuno" ringhia lui, "Viperion" sussurro minacciosa, "Tigre non esce" la voce di Minotauro ci va voltare, ci abbassa le armi, "io parlato con Tigre prima di entrare, non importa ferita, meglio morte che carcere, tu capito?" Spiega a Rena Rouge, "si" sussurra triste, " io occupo di tigre".

Intanto, a casa di Raquel il tempo scorre, il Professore ha un piano.
Lei gli offre un caffé.

Esistono 10 Milà modi per uccidere una nonna, ma il professore non era un sicario, era più un giocatore di scacchi, poco a suo agio nel mondo del crimine.
Così scelse l'opzione più pulita ed intelligente, versare due milligrammi e mezzo di Dioxina nel caffè della nonna.
Aspettare l'arresto cardiaco che avrebbe provocato, e scomparire.
Pulito, e semplice.
E così fece, versò il veleno nel caffè, ma non ebbe il coraggio, lui non era, e non sarebbe mai stato un assassino, così, evitó di fare bere il caffè alla nonna, uscendo dalla casa poco dopo.

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