Capitolo 13
Casa di Raquel
Rauqel entra in camera sua, in questo momento vuole solo dormire, come se il sonno cancellasse i suoi problemi.
Si toglie la divisa e le scarpe con un lentezza da Oscar, poi, sempre lentamente cammina verso il letto.
Poggia la testa sul cuscino, e le suona in telefono, sbuffa rumorosamente.
Legge il nome sul display: Hanchel
"Hanchel, dimmi" risponde con voce stanca, " ciao Rauqel, stavi dormendo?" Rauqel fa una pausa, "no no che succede?" Chiede con gli occhi socchiusi, " no, no, no, no, no, no, no, non succede niente tranquilla, ascolta, stavo pensando a una cosa, hai un minuto?" "Si certo si" "perché quella reazione per Handy Worror" lei assume un'espressione perplessa, "come scusa?" "Uomo pieno di sorprese, che cosa c'è?non mi possono piacere i musei o i pittori moderni?" "Si certamente, mi hai preso li alla sprovvista perché non lo sapevo" "ma questo mi si addice no?" "Beh sì, ascolta Hanchel,sono molto stanca, parliamo domani?" "Il tipo con qui ti ho vista alla caffetteria, quello che ti teneva la mano, andresti a letto con lui" il Professore, che ascolta segretamente la conversazione, si mette a sedere sul letto, un po' in imbarazzo, "dimmelo, voglio saperlo" il tono di Rauqel si indurisce, "Hanchel, perché questa domanda?" "Andresti a letto con lui si o no?" Chiede sempre più nervoso, "rispondi" "beh sì, si, sono una donna libera di 40 anni, e mi farebbe bene una bella scopata" il Professore si sente avvampare, "per avere qualcosa di diverso a cui pensare, quindi, sicuramente si, quindi?" "Ho capito, vuoi dare una occasione a tutti, lo capisco" lei sospira frustata, "Hanchel, quello che è successo fra noi due a San Seviglia, è stata un'avventura, e sono passati 8 anni" la faccia del Professore è sconvolta, adesso gli piacciono anche i gossip? " E ascolta, ho limitati danni perché siamo colleghi" " e amici Raquel" "e amici, e sei sposato Hanchel" "sono sposato, perché tu hai detto che fra colleghi con avrebbe funzionato, e poi ti sei spostata tu, con un collega, perché non mi guardi mai come un vincente,a sempre come un perdente, a cui non puó piacere Handy Worror, vorrei solo che mi guardassi come un uomo Raquel, giuro che non ci metterei 10 minuti a lasciare Carmen" c'è una pausa, "perdonami, Rauqel, perdonami, non so neanche quello che sto dicendo, credo che questa rapina ci stia facendo impazzire un po' tutti" "si si, questo è vero, sta facendo impazzire tutti, Hanchel, è tardi, vai a dormire eh? Parliamo domani" "buonanotte Rauqel" "Buonanotte".
Il Professore si sdraia nuovamente sul letto, e la mamma di Rauqel ha sentito tutto, lei sì che ama i gossip.
Zecca di Stato, interno
Viperion si chiude in ufficio, quando entro, lui nasconde qualcosa, chiudo la porta dietro di me.
"Che bella visita, dovresti venire qui più spesso" ironizza, mi siedo di fronte a lui, "vedo che hai un bel ufficietto, ora ne hai due?" "Mi piacciono gli uffici" "mh" "ho, sempre desiderato averne uno con la scrivania di Mogano, però il crimine e gli uffici non vanno molto d'accordo" poggiamo entrambi la pistola sul tavolo, "fa caldo qui" "vedo che ti sei messa il giubbotto anti proiettile per venire a trovarmi" annuisco, "avrei preferito un corsetto veneziano" "vedi, ancora non riesco a capirti del tutto" lui mi interrompe, assumendo il suo solito tono autoritario, "perché sei venuta qui Ladybug?" Mi sporgo un po', "per chiederti, per favore, di chiamare il Professore, per dirgli cosa hai fatto" rispondo minacciosa, "che hai fatto uccidere un ostaggio" lo incalzo, "bambino, cattivo" lo prendo i giro, lui tace, "perché sai che succede? Che il Professore è il mio angelo custode, e se non glielo dici tu, dovrò farlo io" "tu?" "Mh mh" " e fare la figura della spiona, dell'attrice, della talpa schifosa, sono un gentiluomo, è una cosa che non potrei permettere" mi alzo e prendo la pistola, porgendogli il telefono, lui chiama.
"Si?"
"Ho violato la rima regola del piano, ho ucciso un ostaggio" "in realtà non io, è stato Carapace, ma non è questo il punto, lo ha fatto sotto il mio ordine" "ho preferito dirtelo io personalmente" roteo gli occhi, il Professore non risponde, esco dalla stanza sbattendo la porta.
"Era l'unica linea rossa"
"Hai rovinato tutto"
"Capisco la tua preoccupazione"
"Hai rovinato tutto"
"Quella donna aveva un cellulare fra le gambe, forse voleva usarlo per chiamare sua cugina a Celito, per raccontarle che si faceva il direttore generale, ma la realtà che penso che avesse intenzione di chiamare la polizia"
"Ora non ci sono più telefoni, di questo puoi stare certo"
"Chi era la donna?"
"Monicá Gazzambighe"
Il Professore batte il telefono sul tavolo, si sente spaesato, ma soprattutto, spaventato,
"Hai intenzione di punirmi? Sai, dovresti farlo,so che sei un idealista, che sei un brav'uomo,ma ora basta giochetti, adesso devi punirmi, perché se non hai il fegato, andrà a finire male, telo ho detto molte volte nel corso degli anni, non sono io ad avere dei problemi, sei tu, dovrai punirmi, perché così saprò che sei un capitano, che sei al timone, che sei un persona di cui ci si può fidare, sembra che non desideri parlarmi ora, nessuno all'estero sa di questo sfortunato decesso quindi il piano va avanti" "Vorranno una prova che siano vivi in meno di 48 ore" butta giù il Professore.
Rauqel viene svegliata dalla suoneria del telefono, "Suares" "ispettore, abbiamo trovato qualcosa nei filmati della sicurezza del museo, è importante" "arrivo".
Domenica, 08:35
Tenda della Polizia, Zecca di Stato, esterno
Rauqel e Hanchel sono uno di fronte all'altro, mentre lui le chiede scusa, Raquel dice di non preoccuparsi.
46 ore di rapina
"Ascolta, abbiamo fatto progressi, abbiamo i filmati del giorno in cui Adrien Agreste e Marinette dupeng-cheng sono andati al museo" comunica ad Hanchel, osservano gli oggetti che depositiamo nel vassoio all'ingresso, ingrandiscono, sono delle chiavi di un auto, adesso sanno il modello dell'auto con cui entrammo quel giorno.
Ibiza del 92.
Flashback, Toledo
"Queste sono le chiavi dell'auto, Rena, Chatnoir, cambiatevi per andare la museo" dice il Professore, "io?, Sul serio? In città?" Risponde attonita Rena Rouge, "si tu" "si ma non mandarmi con il ragazzino, mandami con un uomo vero, mandami con Minotauro" "Andiamo noi due?" Mi chiede all'orecchio, "controllate le telecamere di sicurezza con il mio disegno precendente, dobbiamo, confermare la posizione, l'angolazione e gli obbiettivi" spiega il Professore, "forza, andate a cambiarvi" Chat obbedisce, mentre io mi metto alle spalle del Professore, "non dovevo andare con Chatnoir?'"gli chiedo, "no ho cambiato idea" "ah si? Perché cos'è successo?" Chiedo infastidita, "cambiato idea e basta" ma io non mollo, "cos'è successo?" Ripeto, "che c'è? Non ti fidi di me? Che cosa ho fatto?" Lui tace, "non ho fatto niente vero? Non è per questo" "no" "e allora cos'è?" "Mia madre?" "Un arresto cardiaco, mi dispiace" "quando?" "Ieri, ho deciso di non mandarti al museo per evitarti la tentazione di darle l'ultimo addio" spiega lui, "io rimango con lei, manda un'altro" dice Rena alle mie spalle, ma io la scosto lentamente, tenendo lo sguardo fisso sul Professore, "io non devo dire addio a nessuno, l'ho già fatto" ribatto ferma, "l'ultima volta voleva consegnarmi alla polizia, quella non era mia madre" esco dalla stanza prendendo le chiavi.
Adesso
Il telefono squilla, rispondo, "Professore, che devo fare con Viperion? Gliene dico 4, o lo faccio fuori?" "Ne parliamo dopo, adesso passami Minotauro" gli porto il telefono.
"Minotauro"
"Si?"
"Senti, quella foto che mi hai portato, dell'auto rottamata, era l'ibiza vero? Telo chiedo perché l'ho osservata attentamente e non lo so, mi sembra che il colore non sia esattamente lo stesso"
"Io ho lasciato auto a demolitore"
"Minotauro, la foto che mi hai portato, è dell'ibiza?"
"No, altra auto"
"Minotauro, ti ho dato mille euro, mille euro perché li pagassi, e invece non hai rottamato la macchina, ti sei intascato quei mille euro quando abbiamo un colpo da duemila milioni?"
"Duemila milioni, denaro volante, e mille euro, denaro in mano, io carcere, senza lavoro a Toledo, famiglia? Io tutti soldi mandavo a famiglia, se per te, mille euro non è importante, per me è importante"
"È importante Minotauro? Quell'auto è una mina vagante, e da lì possono trovare altrove altro, e altro"
Intanto io ascolto la conversazione, "noi chiusi qui dentro lasciare tante mine vaganti, tu lì fuori solo una"
"Va bene, e va bene, allora dimmi, se non hanno rottamato l'auto davanti a te, almeno hai spazzato via le tracce?"
"Si, si"
"Minotauro, cos'è una traccia?"
"Un traccia, si Professore una traccia"
"Non lo so"
"Hai pulito con l'amoniaca quella cazzo di auto!?"
"Si, no, questo non l'ho fatto" si sente un colpo secco, la telefonata termina.
Tana del Professore
"Buongiorno professore, come sta il signor Roman dopo l'operazione?
"Bene, sta riposando, pensavo che si fosse dimenticata di me ispettore"
"No non l'ho fatto, anzi, non faccio altro che pensare a lei"
" Ma guarda, sembra proprio una fantasia, forse dovremo procedere con l'indagine su questa pista"
" Se pensa di chiedermi se ho fatto colazione, se ho avuto un orgasmo mattutino, voglio chiarire che non la chiamo per questo, ma è vero, ho una fantasia, una fantasia con le manette, io che gliele metto, e che lo sbatto nel furgone"
"Beh, È sempre una fantasia in fin dei conti
"Certo, e dopo magari mi racconta le sue di fantasie, faccia a faccia"
"Mi ascolti bene, sto per darle una brutta notizia, in primo luogo, la nave che mi ha chiesto, la Malaica, è attraccata e in attesa di giudizio, quindi, è ancora in possesso del proprietario"
"Questa è una scusa ispettore, la polizia puó
Sollecitare al giudice per usare quella nave per persecuzione, e per percuisizione dei diritti, quindi lei può chiedere il permesso di usare quella nave, non mi dica che non l'ha fatto"
"Vedo che anche lei conosce la legge"
"Ah, pura passione, mi piacciono, le sentenze dei giudici, non immagina quando possono risultare appassionanti"
"Molto bene, lo terrò a mente ma non credo che abbia tutto questo tempo libero, sono stata sollevata dal caso"
"Siamo ad un punto morto, sono passate troppe ore ormai, e come può immaginare, i miei superiori hanno raggiunto il limite"
"Se vuole davvero negoziare con me, liberi 8 ostaggi"
"8 ostaggi, e voglio che siano minori"
"Perché dovrei farlo?"
"Perché adesso tocca a lei fare una mossa per me"
"Se vuole fiducia, liberi quegli ostaggi, ha un'ora per pensarci, non un minuto di più"
Butta giù.
Zecca di Stato, interno
Apro la porta, e trovo Chatnoir intento a maneggiare dei cavi.
"Che fai?"
"Sto montando le chariche, per collocare gli esplosivi nelle possibili vie d'accesso" "telo ha chiesto Viperion?" "Il Professore" "a scopo dissuasivo, perché lo vedano nella tenda"
"E quello?"
"Quel bastardo aveva del Brendi, e io lo aiuto a finirlo" faccio una risatina, "ma guarda"poggio il fucile su una sedia.
"Capo" "il posto di direttore generale le si addice molto" scherzo, lui si mette a ridere, "si sieda signorina Ladybug, prego" sto al gioco, "ho visto che è arrivata in ritardo, dovrà rendermene conto" faccio il finto broncio e sbuffo, "mi dispiace molto signor direttore" lui si rimette a ridere, mi alzo e gli dò un bacio.
"So come ti senti" torno seria, lui sta in silenzio, "Chat..." "Sono qui, chiuso in questo buco, mi sto chiedendo come ci sono arrivato, e non melo ricordo" "mi ricordo che un giorno, mi chiesero di akerare un sistema di sicurezza, che risultò essere di una villa, di cui non restano neanche i tappeti, io non ero lì, però cavolo, akerare un sistema di sicurezza, è molto più emozionante di fare l'informatico in una società" "non ci ho neanche pensato, per me era un gioco" annuisco leggermente, "e ora non ho più genitori" abbasso lo sguardo, "neanche io ho mia madre" "è un po' diverso no?, I miei sono ancora vivi, potevo essere onesto, ero bravo sai? Potevi fare i soldi, potevo fare una vita normale, conoscere una ragazza normale, avere amici normali, io non ero come voi" la sua voce trema un po', poggio la testa sulla mano, con gli occhi lucidi, "non so cosa dirti" rispondo con un finto sorriso, "credo che mi serva la tua porta" "quale porta?" "Quella di cui mi parlasti il giorno, in cui venimmo al museo" quando sapemmo che tua madre era morta".
Flashback, museo, Zecca di Stato
Entriamo nel museo normalmente,tenendoci le mano, come una coppia normale, ci guardiamo intorno, e ogni tanto Chat commenta sottovoce le angolature delle telecamere.
Andiamo nei bagni, e improvvisamente, non so neanche io perché, scoppiò a piangere, lui mi abbraccia.
"Sento che l'ho uccisa io" singhiozzo sulla sua spalla, "lei era così buona" .
Mi calmo, e ci sediamo con la schiena contro il muro.
"Lei voleva solo proteggermi" inizio, "mi amava, mi amava da morire, e se voleva consegnarmi alla polizia, era perché non voleva vedermi morta su qualche giornale" "quando ero piccola, sapevo che con lei non mi sarebbe successo niente, il brutto era quando non c'era" " e tuo padre?" Mi chiede, "non ho un padre" rispondo ferma guardando davanti a me, "mia madre lavorava in una fabbrica di valige" "e quando non si arrivava a fine mese, faceva i turni di notte, e, siccome non sapeva con chi lasciarmi, restavo da sola, avevo una paura..." "Quanti anni avevi?" "8,9 un po' più giovane di te ora" ironizzo, poi, prendo un pennarello bianco dalla borsa, mi volto verso il muro nero.
"Così, mia madre si inventava un trucco, dipinse una porta, sulla parete della mia camera" spiego disegnandola su una mattonella, "era una porta magica, se avessi avuto paura, avrei potuto aprirla e trovare lei" "e tu alla fine l'hai aperta?" "Diceva che potevo aprirla una volta, una sola volta, nella vita, poi non sarebbe più servita, ma una volta, così quando avevo paura, pensavo sempre che avrei potuto resistere un'altro po', e ancora un po', magari il giorno dopo avrei potuto avere più paura, o sentirmi più sola, e poterla aprire" lui mi ascolta in silenzio, "io la avrei aperta il primo giorno" interviene poi, c'è una pausa, "io non l'ho mai fatto" "sei la persona più forte che io conosca" credo che nessuno mi abbia mai detto questo, "e la più incredibile, e" " e cosa?" Guarda l'orologio, "cavolo il parcheggio!" Esclama.
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