Un giorno di sole di tardo autunno
Volevo portarti un mazzo di fiori freschi,
ma i cancelli erano chiusi come
il cielo senza macchia che ti trattiene,
sul quale l'autunno dipinge
il mosaico dei suoi colori
che mi fermo a contemplare:
a ricordare quando facevi da mangiare,
poi veloce i compiti di scuola
ed il permesso di scendere in cortile
a giocare con gli amici fino all'imbrunire.
Sul prato verde ricoperto da foglie giallastre,
alberi rossi come cuori pulsanti
_ben lontani dall'essere spezzati_
osservavano in ossequioso silenzio
vivaci fantasie creative, recitate
e poi disegnate sui fogli bianchi
del destino ancora tutto da scrivere.
Candidi, come speranze intatte,
come l'innocenza e l'incoscienza
di giovani ragazzi che corrono in gruppo
spensierati sulle loro biciclette,
instancabili d'estate anche dopo cena
a respirare a pieni polmoni
i suoi vivaci profumi fino a notte.
Volevo portarti un mazzo di fiori freschi,
come quelli che raccoglievamo in primavera,
ma i cancelli erano chiusi,
così ne approfitto per passeggiare perché
è un giorno di sole di tardo autunno,
in mezzo a tanti di pioggia e di grigio.
Tornerò domani a renderti omaggio
e per dirti che il gelido inverno
che sta per arrivare, la tua presenza
rendeva più mite; il mio piccolo mondo
di giocattoli e personificazioni
_a cui assistevi attenta ed entusiasta
giacché stavo seguendo le tue orme_
era maestoso giardino incantato
protetto da siepi e cherubini.
Se mai ci sarà una nuova alba
dopo la notte senza sogni né stelle,
al di là di quel sipario azzurro,
sul palcoscenico che era la tua vita
e che ora ti cela alla nostalgica platea
dai tempi dell'ultimo applauso
nello spazio siderale dei segreti,
io non chiedo nient'altro che tutto questo.
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