9. (Neuf)

Casa di Antonio è come sempre grande e silenziosa, ma al portoghese piace così. Bella osserva il soffitto dalla sua posizione sul letto in camera del portoghese, sdraiata accanto a lui. Fuori il sole è ormai sul punto di tramontare e Bella si accorge solo ora che non sente Jean da ieri mattina. Probabilmente sarà impegnato con il lavoro, pensa, seguendo i contorni dei raggi di luce più chiari che il lampadario crea sul soffitto bianco.

"A che pensi Johnny?" chiede Antonio, voltandosi verso di lei.

"Nulla di che in realtà, come mai questa domanda?" risponde Bella, voltandosi a sua volta per incontrare gli occhi di Antonio.

"Oh dai, ti conosco benissimo, lo so quando mi menti. So che stai pensando a Jean, non puoi nascondermelo."

"Robin mi ha detto che si vedeva fin dall'inizio." l'espressione di Antonio si fa interrogativa.

"Che cosa?"

"Che mi piaceva Jean, dal primo momento. Come lo guardavo in classe, eccetera..." Bella distoglie lo sguardo, tornando a guardare i giochi di luce sul soffitto. Sulla stanza cala qualche attimo di silenzio, mentre Antonio pensa a cosa dire a Isabella.

"Beh, io non c'ero quando tu lo hai visto per la prima volta in classe, ma quello che posso dirti è che quel pomeriggio in biblioteca voi eravate già molto intimi, vi ho visti molto vicini... e credo di dover dar ragione a Robin, tu sembravi già molto presa da lui nonostante lo conoscessi da poco."

"Cosa pensi di lui? Sinceramente, voglio saperlo da te."

"Beh, lo conosco relativamente poco... mi sembra una brava persona, mi hai detto che lavora appena fuori città, no? Sicuramente però tu lo conosci meglio e potrai darmi ragione o meno, ma mi sembra davvero uno di quelli a posto."

"Cosa intendi esattamente? Non afferro."

"Beh, intendo di quelli che prima di amare una persona le portano rispetto. Quelli che prima di tutto sono un confidente e un amico, poi un amante, quello che cerco di essere io per Robin. Ed è quello che per me dovrebbe esserci alla base di qualunque relazione stabile e sana."

"E Robin per te lo è? Un amante, un confidente e un amico?" il portoghese sorride a quella domanda, gioca con uno dei lacci del cappuccio della sua felpa mentre risponde a Bella.

"Robin sa più cose di me di quante non ne sappia io, non devo nemmeno chiedergli se ha tempo di ascoltarmi, lui lo fa sempre... e in questo periodo ne ho più bisogno che mai."

"Toni..." Bella si alza sul letto, appoggiandosi su un gomito. "Perché non mi dici mai nulla?"

"Non è niente Bella, le solite cose. Mio padre è sempre incazzato perché non sono mai a casa e sospetta come sempre di me... mamma mi protegge, ma ho paura che lui si sfoghi un po' troppo su di lei."

"Temi che tuo padre alzi le mani?"

"Non lo so, sinceramente non so cosa pensare. Vorrei tornare a casa ma ho paura di lui. È per questo che voglio invitare mamma di nascosto a Natale... papà non spenderebbe un soldo per venire a vedere il suo sciagurato figlio bisex." Antonio sospira e Bella non può fare a meno di avvicinarsi ad Antonio e stringere il suo braccio come se fosse un abbraccio vero, nasconde il viso tra le pieghe della sua felpa e sospira a sua volta.

"Lo sai che hai sempre me se hai bisogno, vero?" la voce di Bella è attutita dalla stoffa, ma Antonio riesce a sentirla comunque.

"Certo Johnny, grazie."

"Posso farti una domanda?" Bella si sistema meglio vicino ad Antonio e comincia a tormentare una delle tante pieghe della manica della sua felpa.

"Certo."

"A te è mai piaciuta Vittoria?" Antonio si ammutolisce, colto alla sprovvista dalla domanda della mora. "Se non vuoi rispondere non importa. Ma tu le piacevi, e volevo capire da parte tua se c'è stato qualcosa. So che non dovrei essere io a chiedertelo..."

"Non importa, sai tutto di me." Antonio sospira, guardando verso l'alto e pensando a come rispondere a Bella. "Sì, mi piaceva... e non poco devo dire. Solo che non sono mai stato in grado di approcciarmi come si deve a lei e alla fine siamo sempre rimasti soltanto amici... anche per colpa di Robin." i due si guardano negli occhi per un attimo, e Bella già immagina cosa dirà il portoghese da qui a un istante. "Lui è entrato nella mia vita in un modo che all'inizio non immaginavo nemmeno, pensavo che non avrei mai provato nulla di rilevante per lui, ma alla fine mi sono dovuto ricredere. È stato come un fulmine a ciel sereno realizzare cosa provavo davvero per Robin, era qualcosa di talmente forte che quasi mi faceva male, ma lui sembrava avere occhi solo per te e continuavo a ripetermi che dovevo fare in modo di farmi passare la cotta, o qualunque altro sentimento io provassi per lui. Alla fine è diventato talmente doloroso che mi è diventato impossibile ignorarlo e avvicinarmi è stato inevitabile. Penso che quel pomeriggio qui a casa mia sia stato, non sto scherzando, il più bello della mia vita. Robin è la cosa più bella che mi sia mai capitata." sul viso del portoghese si apre un sorriso sincero, e Bella non può fare a meno di notarlo.

"Sono contenta che voi due finalmente siate felici insieme. Non so chi dei due ne abbia passate di più coi propri genitori, ma è bello sapere che in qualche modo ora siete in un momento tranquillo..."

"Sì, un po' di pace ogni tanto fa bene a tutti."

"Tua mamma sa che stai con Robin?"

"Cerca di chiamarmi ogni tanto, quando mio padre non è in casa o lei fa una pausa al lavoro, ed è felice che io sia felice, non le importa con chi. Gliel'ho detto, ma le ho chiesto di mentire con mio padre, lui crede che io stia con Vittoria."

"Forse dovresti dire a Vittoria di questo, così che ti aiuti in caso di problemi."

"Lo so, glielo dirò appena trovo un minuto libero con lei, ma è sempre con André ultimamente." Antonio si mette a sedere sul letto e Bella lo copia poco dopo.

"Perché è attratta da lui, secondo me dovresti mandarle un messaggio e dirle di parlarvi un momento prima delle lezioni, o che so io." vede Antonio alzarsi e dirigersi in cucina, quindi lo segue a poca distanza. Il portoghese si passa una mano tra i capelli e si appoggia al piano della cucina. Bella vede il turbamento nei movimenti di Antonio e subito gli chiede cosa non vada.

"Bella, Robin non vuole perderti." la frase di Antonio lascia spiazzata Bella, senza una risposta pronta.

"Cosa...?" mormora, incapace di capire dove il discorso del portoghese voglia andare a parare.

"Lui ha perso tutto, e non ha più nessuno accanto."

"Lo so." risponde lei, apatica, guardando in basso le righe delle piastrelle del pavimento.

"Le uniche persone che gli sono rimaste siamo io, te e Vittoria. Lo sai meglio di me che per la sua famiglia lui è come morto."

"Sì, so anche questo." alza lo sguardo, determinata e decisa nella sua risposta. "Ma non mi perderà, lo sa bene, non potrei mai abbandonarlo, non potrei mai causargli anche io un dolore così grande."

"E non ti sei chiesta quindi perché abbia avuto quella reazione quando ti ha vista la prima volta già così intima con Jean?" Bella scatta sulla difensiva.

"Sembra che per voi tre abbia commesso un crimine a conoscere Jean." risponde, acidamente, salvo poi addolcire un po' il tono subito dopo. "Non c'entra nulla quello che c'è o ci sarà tra me e Jean, non lascerò da solo mio fratello, gliel'ho promesso molto tempo fa. So molto bene che lui mi amava ed è difficile per lui smettere di farlo, ma deve accettare il fatto che come lui si sta costruendo una vita con te anche io ho il diritto a fare lo stesso con qualcuno, ma questo non vuol dire che mi allontanerò da lui."

"Scusami, lo sai quanto tengo a lui."

"Anche io tengo a lui..." la mora sospira, per poi sviare un po' il discorso, è stanca di sentire parlare del suo rapporto con l'olandese. "Spero davvero che iniziando a lavorare lui riesca a compensare una parte delle mancanze a cui lo hanno abituato i suoi da un anno e mezzo a questa parte."

"Lo stipendio allo store dell'Audi non è male, per fortuna la retta dell'università non è molto alta, così riesce a pagare metà affitto con i soldi che si guadagna e metà con quei pochi che ancora gli danno i suoi e tenersi qualcosa di riserva." Antonio sorride, mentre apre il frigo in cerca di qualcosa da cucinare per cena per tutti e tre.

"È una fortuna che abbia trovato quel posto libero, questi ultimi mesi sono stati davvero un disastro con i suoi... mi aveva accennato che non gli mandano quasi più nulla... so che era la cosa che più lo preoccupava."

"Io sono convinto che smetteranno di preoccuparsi di lui prima di Natale, e a quel punto penso che gli dirò di venire a vivere qui, così avrà una spesa in meno di cui preoccuparsi. Resti a cena?" Antonio si avvicina al fornello con dei vassoi di carne in mano e delle carote che fa cadere nel lavello per prepararle.

"Toni, non puoi pagare un affitto intero nel centro di Parigi da solo."

"Non è quello che già faccio? Tanto sempre quella cifra rimane, e per fortuna mia madre sa ancora che suo figlio ha una casa da pagare." risponde con un sorriso il portoghese, mentre accende il gas e cerca una padella abbastanza grande per tutte e tre le bistecche.

"Jo aspetta, torno a casa tra poco."

"No assolutamente, tu rimani, ormai è deciso. Robin dovrebbe arrivare tra poco, non vedo l'ora di sapere com'è andato il suo primo giorno." esclama entusiasta il portoghese.

"Pensa che ho dovuto estorcergli con la forza quando sarebbe stato il suo primo giorno, non voleva dirmelo fino a quattro giorni fa. Dai, almeno lascia che apparecchi la tavola visto che insisti perché io resti." Bella si avvicina alla credenza e prende piatti e bicchieri, disponendoli poi sul tavolo dietro di loro.

"Lo sai che voleva che andasse bene, per questo non voleva farlo sapere troppo in giro." Bella ridacchia mentre prende le posate nel cassetto accanto alla lavastoviglie.

"È superstizioso per nulla. Mando un messaggio a mio padre prima che si chieda che fine ho fatto." la mora manda velocemente un messaggio, poi posa il cellulare sul piano della cucina, lontano dai fornelli, così che eventuali schizzi non lo sporchino. "Che ne dici se apriamo una bottiglia di vino e ci facciamo un aperitivo appena arriva Robin?" Antonio acconsente e si avvicina al frigo per prendere una delle due bottiglie che tiene al fresco, la stappa mentre tiene d'occhio le pentole sul fuoco. Bella prepara un tagliere con qualcosa da mangiare giusto per smorzare la fame e accende le candeline nel portacandele che Antonio tiene sulla penisola della cucina. Versa in tre calici il vino e il suo lo prende in mano per sentirne il profumo.

_isabella.ferraro_

Visualizzata da 190 persone

jeanericvergne
ha risposto alla tua storia

Bene, domani sera sei a cena
fuori con me

Per punizione

Dato che non sono stato invitato
all'aperitivo

:(

_isabella.ferraro_
hai messo "Mi piace" a un messaggio che ha inviato

Se questa è la punizione
farò la cattiva tutti i giorni

Non vedo l'ora che sia domani

Anche perché mi manchi
e non poco

ha messo "Mi piace" a un messaggio che hai inviato

Tu ne peux pas me dire ça

Anche tu mi manchi

Bella sorride al messaggio del francese, non puoi dirmi questo, non del tutto convinta di cosa vogliano significare quelle parole. È come se lui avesse lasciato la frase in sospeso e l'abbia mandata per errore, forse dimenticandosi di cancellarla del tutto o finire di scriverla. Non fa in tempo a finire di pensare a quella frase, a mettere mi piace a quella dichiarazione di mancanza da parte del francese, che Robin suona al citofono di casa di Antonio. Bella posa di nuovo il cellulare, sul suo viso spunta un sorriso in automatico. A quel messaggio ci penserà più tardi.

"È un buon inizio per me, finalmente mi sento più tranquillo, il capo mi è sembrato da subito gentile e disponibile." commenta Robin, seduto sul divano vicino ad Antonio, le dita intrecciate con quelle del portoghese.

"Sono contenta che l'inizio del lavoro ti sollevi un po', andrà tutto meglio d'ora in avanti, ne sono sicura." risponde Bella, seduta su uno degli sgabelli alti della penisola. Beve un altro sorso di vino dal suo bicchiere, l'alcol la scalda subito.

"Ne sono certo. Bella, non devi guidare?" fa notare l'olandese, mentre il portoghese gli passa delicatamente le dita della mano libera tra i capelli. La mora abbassa il bicchiere fino a posarne la base sul suo ginocchio, ma senza lasciarlo andare.

"Hai ragione. Direi che può bastare per stasera, torno a casa."

"No hei, ti porto io." cerca di ribattere Robin, ma lei lo ferma.

"Posso farcela, davvero." Bella si alza dopo aver controllato l'ora sul suo orologio, le undici e mezza.

"Non ti lascio prendere una multa."

"Dai Rob, è mercoledì, non mi fermerà nessuno."

"Bella, a me hanno fermato decine di volte mentre tornavo a casa in settimana, soprattutto nel tuo quartiere, lo sai che è la loro zona preferita." si intromette Antonio, smettendo di dare attenzioni a Robin.

"Ti posso portare." replica Robin, fermamente convinto delle sue parole.

"Anche tu hai bevuto." l'olandese la guarda aggrottando le sopracciglia.

"Sì, due sorsi di vino tre ore e mezza fa giusto per brindare con voi, non come te."

"Hey, mi stai dando dell'alcolista?" Bella lo provoca scherzosamente e lui non può fare a meno di ridere in risposta.

"Dai, ti porto io, a me non faranno niente. Quando vuoi andare?"

"Tu non devi tornare a casa?"

"Non ho orari, lo sai."

"Robin, resta..." il sussurro di Antonio lo sente anche Bella da tre metri di distanza. L'olandese si volta verso di lui e incontra i suoi occhi marroni.

"Accompagno Bella e torno allora." l'olandese si alza dal divano e Bella scende dal suo sgabello, andando dritta verso l'attaccapanni nell'ingresso di casa di Antonio, prende il suo cappotto beige e lo indossa, seguita dopo poco dall'olandese. "Un secondo, Bella." Robin torna indietro dopo essersi infilato il giaccone, fino a fermarsi davanti ad Antonio che ancora sta seduto sul divano. Il portoghese si sporge verso di lui, Robin avvicina il viso di Antonio al suo con le dita e le loro labbra si incontrano, in un bacio veloce e leggero, e Bella non può fare a meno di sorridere a quel piccolo gesto che per loro significa tanto.

Sono quasi le sette e mezza quando Bella ormai è pronta per andare a cena con Jean. Ha passato metà pomeriggio in chiamata con Vittoria per scegliere cosa mettersi al loro primo vero "appuntamento" ufficiale, anche se non è del tutto convinta che nel 2020 si possa ancora definire così. Alla fine ha deciso che per non correre il rischio di ammalarsi, ora che alla sera fa più freddo, è meglio optare per un maglioncino sotto il cappotto, a collo alto così che non debba portare la sciarpa e rischi di dimenticarla da qualche parte. Vittoria l'ha quasi obbligata a mettere quello color rosa antico che lei non mette mai, perché odia quel colore, ma la rossa è convinta che le stia bene ed esalti le sue forme che altrimenti sotto le felpe e i maglioni più larghi Bella nasconde sempre. Ora sta seduta al tavolo della cucina mentre aspetta il solito messaggio del francese con addosso il suo maglioncino e un paio di sobri pantaloni neri, truccata appena più di quando va in università, due linee di eyeliner non perfettamente identiche, dettaglio che trae in inganno la sua poca esperienza con il make up, il suo classico mascara e un velo di fondotinta.

"Sei nervosa?" chiede suo padre, che nel frattempo si sta preparando qualcosa per cena a poca distanza da lei.

"Un po'." risponde lei, facendo caso solo ora alla gamba che saltella quasi incontrollata sotto il tavolo e al battito del cuore un po' accelerato.

"Andrà benissimo, sei uscita a cena mille volte."

"Con lui è diverso papà, sento qualcosa di strano che non avevo mai provato prima." Bella si accorge di essersi portata le dita alle labbra per mordersi una pellicina, ma allontana la mano a forza.

"Credo proprio di sapere cosa sia." una notifica appare in quel momento in cima allo schermo di Bella.

Sono qui sotto

Muoviti lumaca

Bella sorride ai messaggi del francese e si alza dalla sedia.

"Credo di saperlo anche io. Devo andare."

Bella non crede di aver mai visto un ristorante del genere, quando il cameriere li accompagna al loro tavolo. La mora decide di fargli una foto subito, perché la vista sulla città è mozzafiato.

_isabella.ferraro_

Visualizzata da 280 persone

"Scusate, tolgo subito i piatti in più. Penso si siano sbagliati ad assegnarlo ad altri clienti." Bella nemmeno aveva fatto caso a quel dettaglio, talmente presa ad osservare la vista sui tetti di Parigi e la Tour Eiffel così vicina. Non appena il cameriere si allontana i due si siedono vicini, Bella sul divanetto di sinistra e Jean su quello di destra, così che entrambi possano vedere la sala di fronte a loro restando comunque nell'angolo più appartato del ristorante.

"Non pensavo esistesse un posto così." commenta la mora, mentre si toglie il cappotto nero e lo posa su una delle sedie libere che occupano i lati del tavolo opposti a loro.

"L'ho scoperto per caso una settimana fa, ma non riuscivo a trovare il pretesto per invitarti a cena." quando il francese toglie il cappotto, quasi identico a quello di Bella, lei non può fare a meno di sentirsi troppo poco elegante rispetto a lui. Ha una giacca nera e una camicia bianca addosso, il cui primo bottone ha lasciato aperto, così da renderlo più casual, e nonostante Bella sappia che i pantaloni del francese siano jeans neri, si sente comunque in difetto, la semplicità di Jean lo rende assolutamente perfetto per il posto in cui sono.

"Mi sento un pochino troppo casual per questo posto." commenta lei, posando le mani sul divanetto e incontrando subito quella di Jean che era posata lì anch'essa. Le loro dita si intrecciano subito.

"No Bella, va benissimo, sei perfetta."

"Grazie." mormora la mora, non abituata ai complimenti. I loro occhi si incontrano, e Bella come sempre rimane incantata da quelli del francese. Il suo profumo è leggermente più forte degli altri giorni, segno che lo ha messo da poco. Il viso del francese diventa un richiamo quasi irresistibile per la mora, che come sempre vorrebbe accarezzare, ma non si osa. Così si perde semplicemente nei suoi lineamenti finchè lui non richiama la sua attenzione.

"Bella, tutto bene?" la mora è costretta a togliere lo sguardo da lui per un istante, salvo poi tornare a guardarlo subito dopo, con un leggero sorriso imbarazzato.

"Scusami, non volevo." mormora, ma il francese non la lascia scusarsi.

"No, non mi ha dato fastidio. Mi sei mancata." la voce del francese è un sussurro sull'ultima frase.

"Lo so, anche tu mi sei mancato." i due si avvicinano, stavolta quasi in fretta, come se non riuscissero più ad aspettare oltre. Si fermano quando i loro visi sono vicini, come se un tentennamento dell'ultimo momento li bloccasse. "Sei bellissimo." sussurra Bella, che ormai può quasi sentire le labbra di Jean sulle sue. Ma dei passi che si avvicinano li fanno allontanare in un istante e i loro sguardi sono subito sul cameriere che si ferma dall'altra parte del loro tavolo. Bella sente appena l'imprecazione che Jean sussurra tra i denti mentre rivolge un sorriso tirato al cameriere.

"Posso prendere la vostra ordinazione?" chiede lui, fingendo di non aver visto lo sguardo d'odio che il francese gli ha lanciato.

"Se potessi tornare tra qualche minuto, non abbiamo ancora deciso. Intanto ci porti una bottiglia di rosso e un'acqua naturale." risponde Jean, liquidandolo freddamente. Il cameriere si allontana non appena ha segnato la loro ordinazione e Bella non può fare altro se non restare in silenzio ad osservare Jean prendere il menù e leggerlo, così anche lei lo prende. Il francese rimane sulle sue per un po', Bella sceglie qualcosa dal menù senza badarci troppo, gli interessa di più il ragazzo seduto accanto a lei. Lo guarda con discrezione fingere di essere concentrato sulle parole che legge, due piccole rughe solcano la sua fronte vicino alle sopracciglia. Una sottile ciocca di capelli scivola da dietro la punta del suo orecchio destro e cade a sfiorargli la punta del naso.

Il francese non reagisce a quel piccolo movimento, legge le parole scritte davanti ai suoi occhi senza vederle. Era sul punto di baciare Bella e tutto quello che ha ottenuto è stato a malapena sentire i loro respiri mescolarsi. Cerca di far sbollire la rabbia in fretta, non vuole e non deve comportarsi male con lei. Alza lo sguardo solo quando sente quello di Bella su di lui e i loro occhi si incontrano. L'effetto che gli fanno gli occhi verdi della ragazza italiana è sempre il solito dal giorno in cui l'ha conosciuta: attrazione pura e semplice, mista a una sensazione mai provata prima di protezione nei suoi confronti e serenità. Jean non crede di essersi mai sentito così bene come con Bella, per non parlare del fatto che sente che con lei può essere sé stesso senza paura che lei lo giudichi. Si sente capito anche solo da quegli sguardi che si sono scambiati fin dal primo giorno, come se le parole fossero superflue. Non credeva che sarebbe mai arrivato il giorno in cui qualcuno lo avrebbe fatto sentire così, pensava di essere una persona troppo complicata. È consapevole che lei l'abbia sentito imprecare, e sa che le deve delle scuse, ma lei lo anticipa.

"Eric... tutto bene?" Bella vede nelle iridi del francese la rabbia per essere stato interrotto sfumare pian piano. I suoi occhi si abbassano per un secondo in segno di pentimento, per poi rialzarsi poco dopo.

"Scusa se sono stato poco gentile."

"Non devi chiedermi scusa." il francese non risponde, resta in silenzio per qualche minuto, e poco dopo che il cameriere ha preso i loro ordini si decide di nuovo a parlare.

"Dopo cena, se non hai fretta di tornare a casa, ti va se andiamo a Campo di Marte?" abbozza un leggero sorriso, al quale Bella non sa resistere, così annuisce subito in risposta.

~~~~~~
Scusate l'assenza, è stato un periodo particolare, parecchio movimentato. Sono tornata, credo :')

~Jess

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top