12. (Douze)

Quando Bella finalmente riesce a sollevare lo sguardo sulla sala conferenze, i suoi occhi vengono catturati dai drappeggi bianchi e azzurro pastello sul soffitto, accompagnati da lunghe file di led bianchi che illuminano discretamente bene l'ambiente dall'alto. Tra le tante persone presenti Bella riesce a scorgere dei tavoli, apparecchiati con gli stessi colori dei drappeggi sul soffitto più una tonalità di blu che a lei piace molto, lo zaffiro, disposti sul perimetro della sala conferenze, da dieci posti ciascuno. A ridosso della parete opposta all'ingresso della sala, Bella intravede un lungo tavolo adibito a buffet. Si fa largo tra ragazzi e ragazze con Jean per mano e trova uno spazio più ampio della sala in cui fermarsi, vicino a un tavolo. Si volta verso il francese e gli sorride, stringendo un po' di più la sua mano.

"Ti va se ci sediamo a questo tavolo?" gli chiede, a un tono di voce non troppo alto, ma il giusto che basta per sovrastare la musica che fortunatamente non è troppo alta.

"Certo, sembra libero a prima vista. Vi va bene questo tavolo ragazzi?" Jean si gira per cercare Robin e Antonio e i due sono subito dietro di lui.

"Direi che è perfetto. Mi piace il fatto che abbiano deciso di non romperci i timpani almeno per il tempo della cena." commenta il portoghese, avvicinandosi a una delle sedie rivestite di tessuto bianco vicino al tavolo.

"Sì, è molto piacevole. Mando un messaggio a Tori e le dico che abbiamo preso il tavolo." Bella prende il cellulare dalla pochette e manda un veloce messaggio a Vittoria mentre la musica da pianobar risuona per la sala, che ha una discreta acustica alle sue orecchie. La rossa le risponde praticamente subito, dicendole che sono fuori in fila per il guardaroba. Bella mette via il cellulare subito dopo. "Ragazzi, tenete anche due posti per Tori e Dre? Vado a prenderli all'ingresso."

"D'accordo, vai pure, vi aspettiamo per andare al buffet." risponde Jean, posando le mani su altre due sedie del tavolo. Bella gli lascia un leggero bacio a fior di labbra e poi si allontana verso l'ingresso, sparendo tra la folla, lasciando Jean con un piccolo sorriso sulle labbra. La mora raggiunge in poco tempo l'ingresso della sala, ed esce nell'area dedicata al guardaroba, dove Vittoria e André sono in fila con André che tiene il cappotto di Vittoria. I due si tengono per mano e si guardano in modo dolce, a Bella quasi dispiace andare a disturbarli, ma si convince del fatto che in fondo poi avranno tutto il tempo per stare insieme a serata finita.

"Ciao bellezza." esclama Bella, avvicinandosi a Vittoria. La rossa si volta verso di lei e le sorride in risposta.

"Come stai?" chiede lei, abbandonando per un istante la fila per lasciarle un bacio sulla guancia.

"Bene dai, ora capisco perché André ti voleva tutta per sé prima del ballo, sei uno schianto." continua Bella, seguendo con lo sguardo la stoffa del vestito di Vittoria dal suo corpetto fino alla gonna, lunga appena oltre il ginocchio.

"Ti ringrazio. Anche tu stai molto bene, te l'ho sempre detto che il rossetto ti dona, ma tu non vuoi mai metterlo." Bella china leggermente la testa, accompagnando il gesto con un leggero sorriso imbarazzato.

"Sei davvero molto bella, Bella." André si aggrega ai complimenti della rossa, e la mora lo ringrazia. "Gli altri?" chiede il tedesco, cercando di sbirciare oltre le tende che li separano dal salone.

"Abbiamo preso il tavolo, c'è posto per tutti. Appena lasciate i cappotti vi accompagno."

Poco dopo aver mangiato qualcosa tutti insieme Jean decide di invitare Bella a fare un ballo insieme, e i due si alzano allontanandosi dal tavolo verso la parte di salone libero dai tavolo dove già qualche coppia di studenti si sta cimentando in un abbozzo di ballo lento, mentre altri sembrano già abbastanza bravi e con un po' più di esperienza. Il francese precede Bella di qualche passo e le porge la mano che prontamente la mora prende, avvicinandosi a lui. Jean circonda delicatamente la vita di Bella con il braccio libero e Bella posa la mano sulla sua spalla.

"Non sono molto bravo in questo, ma so abbastanza bene le basi."

"Beh, ti farà piacere sapere che io so meno di te al riguardo." la mora accenna un sorriso, il francese si lascia contagiare. "Chi ti ha insegnato?"

"Papà, quando erano giovani lui e la mamma andavano tutti i sabati a ballare." i due cominciano a muovere dei primi passi lenti seguendo la direzione presa da tutti gli altri presenti, senza mai smettere di guardarsi. "Avevano la nostra età e sicuramente provavano le stesse cose che proviamo noi, solo che ci hanno messo molto più tempo a dirselo."

"Beh, nessuno gli correva dietro, non dovevano per forza dirselo subito." risponde lei.

"Hai ragione. Oh, quasi dimenticavo!" esclama Jean, aprendosi poi in un sorriso a cuor leggero. "Tra due settimane prima delle vacanze di Natale io e Romaine abbiamo la conferenza, ci sarai?"

"Certo che ci sarò, quando e dove?"

"Martedì 15 alle 16, in aula 4."

"Mi sembri sereno, il che è una bella cosa."

"Sì, ho deciso per sicurezza di prepararmi quasi tutte le cose che dovrò dire, in modo da non fare errori e non entrare troppo in discorsi che non voglio affrontare e che mi creerebbero problemi." continua lui, stavolta più serio.

"Hai fatto benissimo, è il modo migliore di affrontarlo. So che il professore è una persona d'oro e se ti dovesse vedere in difficoltà sicuramente ti sarà d'aiuto. Ovviamente sarò con te tutto il tempo a supportarti." risponde Bella.

"Grazie."

"Non devi ringraziare, davvero." lo sguardo di Bella viene catturato da due figure oltre la spalla sinistra di Jean, sono Robin e Antonio che ballano insieme, persi l'uno negli occhi dell'altro.

"Che belli loro due, sono fatti per stare insieme." mormora Bella, accennando nella direzione dei due ragazzi. Jean volta la testa e accenna un piccolo sorriso.

"Sì, sono davvero belli. Mi hai detto che ne hanno passate tante." risponde Jean, tornando con lo sguardo su Bella.

"Anche troppe, e molte non si concluderanno mai, temo."

"È bello che abbiano trovato la persona giusta per loro. Anche io ho trovato la mia." gli occhi di Jean non si staccano da quelli di Bella, che sente il suo cuore saltare un battito.

"E ovviamente tu lo sei per me." risponde lei, ma talmente a bassa voce che crede che lui non abbia sentito.

"C'è una cosa che non ti ho ancora detto, e stavolta non perché non ho mai trovato l'occasione giusta, ma semplicemente per il fatto che sono letteralmente incapace con i miei sentimenti." i due sorridono, ma lei non gli fa una colpa di questo. "Bella, so per certo che..." il francese viene interrotto dall'avvicinarsi di una persona.

"Scusate vi disturbo?" i due si voltano e Robin è in piedi accanto a loro. Smettono di ballare e si allontanano, continuando a tenersi per mano. Jean non sembra arrabbiato dall'interruzione dell'olandese, piuttosto invece Bella percepisce la sua amarezza.

"No Robin, figurati." risponde Bella con una mezza bugia.

"Bella, vorrei chiederti un ballo se ti va." Robin rivolge lo sguardo verso Jean, che annuisce con un mezzo sorriso, lasciando la mano di Bella accompagnandola verso quella di Robin.

"Va bene. Noi ci vediamo tra poco al tavolo?" Bella si rivolge al francese che la guarda sereno, ma nei suoi occhi marroni la mora vede un velo di tristezza. Si immagina benissimo cosa avesse da dirle lui, e comprende bene quanto sia difficile soprattutto quando qualcuno ti interrompe. Lui annuisce e quando si volta verso l'olandese la mano di Robin è delicata sul suo fianco, anche più di quella di Jean.

"Stai bene?" la domanda di Robin lascia Bella senza una risposta pronta, non si aspettava che le chiedesse questo. "So che non ti piace il ballo."

"Sì, sto abbastanza bene, ma non credo che riuscirò a stare qui ancora a lungo, non fa ancora troppo per me."

"Il fatto che tu sia qui è già un bel traguardo rispetto a un paio di mesi fa quando non volevi metterci piede nemmeno per sbaglio." l'olandese ridacchia e la mora si unisce a lui.

"Penso di aver cambiato opinione..." continua lei, con un sorriso.

"Eh sì." Concorda Robin. "Antonio mi ha chiesto di trasferirmi da lui. I miei hanno smesso definitivamente di aiutarmi con le spese, ed è meglio dividerle con qualcuno piuttosto che continuare da soli." Ogni volta che Robin dice a Bella qualcosa di importante senza preavviso lei rimane senza una risposta, ma è il tratto che più caratterizza l'olandese. "Sposterò le mie cose entro Natale, non posso permettermi altri mesi di affitto..."

"È la cosa migliore per te e credo sia il modo migliore per allontanarti dai tuoi... forse non è giusto quello che dico, ma se i tuoi non sono in grado di fare i genitori e non ti parlano solo per il tuo orientamento, la cosa migliore è tagliare i ponti. È meglio non avere contatti con loro se non vuoi continuare a stare male e vivere serenamente con Antonio."

"Non ti devi preoccupare, lo so benissimo che è così. Alla fine l'unica cosa che mi resta è che potrei chiedergli di vederci a Natale, ma non lo farebbero mai... Antonio vorrebbe portarmi a casa sua, ma con suo padre la situazione è troppo tesa, quindi stiamo pensando a dove andare io e lui." Bella si sofferma sulle parole dell'olandese e riflette.

"Sono sicura che troverete un modo." Fa un leggero sorriso e la presa di Robin si fa leggermente più salda sul suo fianco. A Modena c'è spazio...

"Penso di doverti lasciar tornare dal tuo cavaliere." La musica svanisce in quel momento e Robin si allontana, ma tiene ancora Bella per mano.

"Hai ragione, credo che anche Toni ti rivoglia indietro." I due si allontanano dalla pista e tornano verso il tavolo, dove André, Vittoria e Jean sono seduti vicini a chiacchierare.

"Comunque sei una meraviglia stasera." Esordisce Robin, avvantaggiato dal fatto che con la musica ancora gli altri non possano sentirlo.

"Grazie, anche tu stai benissimo." Risponde, con un sorriso.

Un paio di ore dopo il loro ingresso al ballo, quando ormai sono tutti nella grande sala conferenze e hanno mangiato, ballato e bevuto, quando la musica è cambiata gradualmente da una serie apparentemente interminabile di lenti a un genere un po' più ballabile fino ad arrivare a vera e propria musica da discoteca, in un punto non specificato della sala viene faccio un annuncio a microfono, non prima di aver chiesto a tutti i presenti di sedersi per consentire a tutti di vedere.

"Annunciamo la proclamazione del re e della regina del ballo!" esordisce una ragazza, probabilmente una dei rappresentanti degli studenti. "La scelta è stata fatta da voi presenti nel corso della serata e i rappresentanti hanno contato i voti necessari a proclamare la nostra coppia vincitrice."

"Io ho votato André e Vittoria." mormora Bella, voltandosi verso Jean.

"Io ho votato Antonio e Robin." risponde il francese con un leggero sorriso, cosa che fa sorridere anche la mora.

"I nostri vincitori sono... oh! Sembra che avremo due re quest'anno!" Esclama stupita la ragazza. "I vincitori sono Robin Frijns e Antonio Felix Da Costa! Per favore ragazzi, avvicinatevi." Mentre nella sala iniziano gli applausi, i due si alzano sotto lo sguardo dei presenti e si allontanano nella direzione in cui sono stati chiamati. La ragazza tiene in mano un paio di corone di metallo probabilmente comprate online, ma adatte al loro breve scopo. I due vengono incoronati e poco dopo la sala si rianima della musica che era stata fermata prima, ma questa volta molta più gente è in piedi per ballare, anche in mezzo ai tavoli.

"Jean, ti va se andiamo a casa? Non me la sento di stare ancora qui." Chiede Bella, sporgendosi verso il francese ancora seduto accanto a lei. Lui annuisce ed entrambi si alzano, cercando pian piano di farsi largo tra la folla verso le tende dell'ingresso.

Tori, scusa, non me la sento più di
stare qui, io e Jean torniamo a casa

Salutami Dre, Toni e Rob

Il messaggio a Vittoria è breve, lo avrebbe evitato se tutti e quattro non fossero spariti tra la folla, con Vittoria e André che non si fanno vedere da prima dell'incoronazione. Bella riflette per un istante sul fatto che forse sarebbe meglio avvertire anche l'olandese, d'altronde lui tiene molto a lei, e lasciarlo alla festa con un messaggio riferito da Vittoria non è molto carino, anche perché non ha la certezza che la rossa leggerà nell'immediato quello che ha scritto. Continua a seguire Jean, tenendosi al suo braccio con una mano, mentre con l'altra cerca la chat con Robin e scrive anche a lui.

Se non mi vedi più sto andando
a casa con Jean, non ti preoccupare

Ci sentiamo domani

Lascia un cuore blu in fondo alla frase e ripone il cellulare nella borsetta, alza lo sguardo davanti a sé e si ritrova appena oltre le tende. Il guardaroba ci mette solo un paio di minuti a restituire loro i cappotti e poco dopo i due entrano in macchina, Jean accende il riscaldamento quando nota che Bella viene scossa da un brivido non appena si chiude la portiera accanto.

"Dove andiamo?" Chiede il francese, mentre esce dal parcheggio.

"Non ho voglia di stare fuori, vieni da me, se vuoi guardiamo un film." Propone lei, mentre cerca di scaldarsi le dita più velocemente aiutandosi con il fiato.

"Tuo papà accetta altri uomini in casa sua?" Scherza lui, con un sorriso, Bella ride.

"Non ti verrà a cercare perché hai dormito da me, non preoccuparti." Risponde lei. Il viaggio verso casa di Bella è tranquillo e silenzioso, ogni tanto la mora si volta ad osservare il francese mentre guida. Verso metà del tragitto, mentre sono in coda a uno dei tanti semafori, Jean le sfiora la gamba con la mano e si azzarda a posarla delicatamente sopra i suoi collant. In automatico Bella posa la mano sinistra sulla sua e la accarezza dolcemente, i due si guardano e si sorridono nella penombra della macchina. Mentre passano accanto alla Tour Eiffel, la mora la osserva incantata come sempre dalle luci che brillano sulla sua superficie.

Davanti a casa di Bella Jean trova parcheggio quasi senza difficoltà, avvantaggiato dal fatto che il sabato sera i parigini amano uscire e stare fuori fino a tardi. È quasi l'una e mezza quando salgono in casa, Bella fa per avviarsi verso camera sua per cambiarsi, ma si rende conto di un dettaglio.

"Hai bisogno di qualcosa per stare in casa? Posso prestarti una felpa di mio padre, ma non ho molto altro da darti." mormora, sulla porta della sua stanza. Jean abbassa lo sguardo per un momento sui suoi vestiti e le risponde subito.

"In realtà ho sempre un cambio in macchina e una felpa per quando devo andare via senza preavviso, posso andare a prenderlo." il francese si volta mentre la mora annuisce. "Lascio il portone aperto, quando busso alla porta aprimi."

"No, ti lascio dormire sul pianerottolo." scherza lei. Lui ridacchia, prima di chiudersi la porta alle spalle. Bella approfitta dell'assenza di Jean per cambiarsi e mettersi qualcosa di più comodo, e lui bussa esattamente nel momento in cui lei ha finito di mettersi una maglia a maniche lunghe. "Puoi metterlo nella mia camera." commenta, posando lo sguardo sul borsone che lui tiene a tracolla. "Ti lascio un paio di asciugamani sul termosifone in bagno."

"Mi fai sentire viziato così." commenta lui, sparendo oltre lo stipite della porta, la mora sorride mentre dall'armadio a muro del corridoio tira fuori gli asciugamani per lui. Li posa in bagno e poi si va a sedere sul divano, davanti alla tv, che accende su Netflix. Mentre scorre i titoli, il francese spunta dal corridoio e si avvicina a lei. "Non ero ancora entrato in sala, è molto carina." commenta, volgendo lo sguardo a destra e sinistra sui vari mobili illuminati dalla tenue luce del televisore.

"D'altronde quando mio padre ti aveva invitato per un caffè eri di corsa, e non vi siete nemmeno spostati dalla cucina per chiacchierare." Bella batte un paio di colpetti sul cuscino del divano, per invitare Jean a sedersi accanto a lei.

"Il lavoro chiamava e anche abbastanza urgentemente, non avrei potuto fare altrimenti..." risponde lui, sedendosi accanto a lei. Bella si avvicina e posa la guancia sulla sua spalla, Jean la abbraccia attorno alla vita, lei gioca con uno dei cordini del cappuccio, poi si accorge delle scritte.

"Ovviamente questa felpa non poteva essere di altra scuderia se non della Techeetah." sorride, e Jean con lei.

"È talmente comoda e calda che la uso anche quando non sono in fabbrica." risponde. Il trailer di una serie tv che nessuno dei due conosce inizia a scorrere sullo schermo della tv senza audio, ma non viene considerato. I due si guardano negli occhi per qualche secondo, poi Jean si avvicina a Bella per baciarla, sfiorando la sua guancia con le dita. Bella si sistema meglio accanto a lui e lui la avvicina di più a sé, posando l'altra mano sulla sua vita. Il loro bacio è delicato, interrotto solo ogni tanto da delle brevi pause. Le dita di Bella scorrono tra i capelli del francese, interrompe il bacio e nasconde il viso nell'incavo del collo di Jean.

"Sto così bene quando sono con te..." mormora, la voce filtrata dalla stoffa.

"Anche io Bella." risponde lui.

"Vuoi vedere qualcosa?" chiede, sciogliendo l'abbraccio.

"In realtà no, sei stanca?"

"Un pochino..."

Qualche minuto dopo entrambi sono in camera di Bella, lei è seduta sul letto mentre lui collega il caricabatterie alla presa di corrente e il cellulare al cavetto. La stanza è illuminata dalla luce dell'abat jour sul comodino di Bella, il francese le si avvicina e mettendosi in ginocchio sul letto si avvicina per baciarla. Lei sorride, le loro labbra si scontrano piano e Bella si sdraia sul letto, trascinando il francese con sé. Il bacio si fa più intenso e la mano del francese si infila sotto la sua maglia, sfiorandole la pelle del fianco. Presa dalla sensazione che sta provando, Bella ricambia il gesto, e il francese viene scosso da un brivido che fa tremare il letto sotto la mano che regge il peso del corpo di Jean. Il loro fiato è corto, la pelle di entrambi si scalda un po' di più e Jean scende a baciare il collo di Bella, che sospira. Il francese torna con lo sguardo su di lei e si sofferma a guardarla negli occhi.

"Vuoi provare?" chiede lui in un sussurro. "Ti assicuro che ho gli strumenti necessari." Bella sorride appena, ma è riluttante.

"Non lo so, vediamo dove arriviamo." risponde, dopo un paio di minuti passati in silenzio.

"Finché te la senti, poi fermami." il bacio che ne segue è più dolce, il francese solleva appena la maglia di Bella, il freddo e le dita di Jean le provocano un brivido. Vorrebbe poter dire che è in grado di lasciarsi andare, ma qualcosa la blocca, una paura a cui non sa dare un nome, tante cose potrebbero andare storte, e in fondo lei non sa assolutamente come comportarsi in questa situazione. D'altro canto però sa che vuole vedere fin dove può spingersi senza che la paura prenda il sopravvento, così cerca di lasciarsi trasportare dalla situazione senza pensare troppo a quello che fa. Jean la fa sedere sul letto e le sfila la maglia, lasciandola con il reggiseno, lei gli sfila la felpa. Si guardano per un momento negli occhi e quando tornano a baciarsi le dita del francese si infilano sotto l'elastico dei pantaloni di Bella. Li sfila piano, attento alla sua reazione, il fiato un po' corto, la schiena che trema per colpa del freddo. Quando sta per sfilarle gli slip, Bella prende il suo braccio con fermezza, interrompendo il bacio. Si lascia andare ad un sospiro e lo guarda negli occhi, Jean è sereno e calmo.

"Scusa, non me la sento." mormora, a fil di voce.

"Non chiedere scusa, va bene così. Non ti forzerei mai a fare una cosa che non vuoi."

Un minuto dopo sono entrambi sotto le coperte, con i vestiti di nuovo addosso, Bella rintanata tra le braccia di Jean.

"Mi dispiace Jean..."

"Non devi dirlo, nessuno ti corre dietro." le accarezza il viso nel buio della stanza. "Ti amo, e finché ne avrai bisogno io ti aspetterò."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top