11. (Onze)
Novembre
"Bella, tra qualche giorno dovrò partire." Giovanni si prepara il caffè come ogni mattina ma oggi, Bella lo vede anche da sola, lui non è tranquillo come al solito.
"È per questo che ti stai dimenticando di mettere il caffè nel filtro della moka?" Giovanni se ne accorge solo ora, mentre sta chiudendo la moka, che sua figlia ha ragione. "Sei distratto, la partenza ti rende nervoso?" chiede lei mentre finisce di bere dalla sua tazza il latte macchiato.
"Può darsi, sarò praticamente in un altro emisfero." Bella stenta a credere alle sue orecchie.
"Come scusa?" mormora, spaesata da quell'affermazione.
"La DS mi ha chiesto di girare un altro spot con loro, in Sudafrica." le parole di suo padre spiazzano la mora che è costretta a posare la tazza sul tavolo con cautela per non rischiare di farla cadere.
"Vai in Sudafrica tra qualche giorno -oltretutto senza di me- e me lo dici solo ora?" lo prende un po' in giro, con un accenno di sorriso in volto.
"Lo so solo da ieri sera. Partiamo il 24 e torniamo il 3 dicembre." continua lui, accendendo il fornello più piccolo del piano cottura. "E probabilmente quando tornerò sarò a lavorare in una produzione nazionale. Hanno chiesto di me per un film francese."
"Wow... è una bellissima cosa. Quindi mi abbandoni proprio il giorno del ballo..." Bella sorride, fingendo un po' di dramma.
"Non sei proprio sola no? Puoi sempre chiedere a qualche tuo amico di venire qui, oppure a Jean." Bella arrossisce a quelle parole, ma cerca di non darlo troppo a vedere. "Ormai state insieme no? So che te la caverai alla perfezione."
"Certo." sussurra Bella, che non sa come rispondere alla domanda di suo padre, Jean ancora non le ha chiesto di essere la sua ragazza e lei non sa più come comportarsi, ai suoi occhi questa storia sembra tutto un grande tira e molla. Lui a volte sparisce per giorni per poi tornare quando le lezioni chiamano e nonostante si scrivano sempre, il tempo che passano davvero insieme è poco e a Bella non basta mai. Pensa all'appartamento del francese, così grande per ospitare una sola persona, e nonostante lui vada quasi tutti i weekend a trovare i suoi genitori a Pontoise mentre è in zona che lavora in sede alla DS, pensa che forse non sarebbe una cattiva idea invitarlo da lei mentre suo padre non c'è. Il din di una notifica la distrae e si accorge che suo padre non è più in cucina.
È una settimana che non ti
vengo a prendere per andare
in università, sono una
pessima persona, lo so
Tra un'ora sono sotto casa tua,
mi perdoni?
Bella sorride al messaggio del francese e al cuore bianco in fondo alla frase.
Impossibile per me non perdonarti, lo sai
Te e quel tuo bel visino che ti ritrovi
Ti aspetto qui come sempre
Anche Bella lascia un cuore in fondo all'ultimo messaggio e in risposta ottiene soltanto un altro cuore bianco un secondo dopo. Un'ora dopo, come promesso, il francese è sotto casa sua.
"Beh, meglio tardi che mai." constata lei, una volta che è salita in macchina del francese. Lui si volta verso di lei per guardarla, con un accenno di sorriso in volto, gli occhi nascosti dagli occhiali da sole. Sa che Bella lo sta prendendo in giro perchè è quasi sparito, quindi si limita a sorridere senza prendersela inutilmente.
"Scusami, ci sono state delle novità in fabbrica e a breve anche io sarò pieno di lavoro." risponde Jean, soffermandosi con lo sguardo sulle labbra di Bella, ma lei non lo può vedere. "Mi sei mancata." mormora.
"Anche tu mi sei mancato, nonostante non ci vediamo solo da qualche giorno." Bella si avvicina al francese che si sporge verso di lei in un gesto ormai automatico, ma si ferma poco prima che le loro labbra si tocchino.
"Avrei dovuto chiederti questo molto tempo fa, credevo di dover trovare un'occasione giusta anche per questo, ma sono stanco di dover trovare il momento adatto per ogni cosa, quindi... vuoi essere la mia ragazza?" Bella è quasi tentata di allontanarsi appena da lui, solo per lasciarlo un po' sulle spine mentre finge di pensare alla risposta che vuole dargli, ma resta ferma e si limita a passare una mano tra i capelli del francese e avvicinarlo delicatamente a sé ancora un po'.
"Assolutamente sì Eric. Sei... meraviglioso." sussurra Bella, poi le loro labbra si incontrano in quello che è ormai il loro ennesimo bacio da quella sera di fine ottobre sulla Torre Eiffel.
Bella e Vittoria si incontrano nell'aula di spagnolo poco prima che arrivi Antonio, e le due sanno benissimo che questa sarà una settimana tesa. A dicembre ci saranno gli esami ed entrambe cercheranno di darne il più possibile, in modo da tenersi al pari con il loro percorso di studi, ma una sessione di un mese più quindici giorni a gennaio di solito corrisponde a un massimo di tre esami se non si sovrappongono nelle stesse date. Quest'anno però, prima della sessione, gli studenti sono più concentrati sul ballo. Bella sta per tirare fuori l'argomento, quando Vittoria la interrompe sul nascere mentre sta posando il suo zaino nero sotto la sua sedia.
"André e io stiamo insieme." Bella rimane per qualche secondo in silenzio, le sopracciglia leggermente sollevate per lo stupore, un sorriso che si forma sulle sue labbra chiuse poco dopo. "Abbiamo parlato della differenza di età, che era la cosa che forse ci ostacolava di più, ci siamo detti che a nessuno dei due importava, e abbiamo deciso di provarci."
"Sono molto contenta per voi Tori, anche Jean stamattina me lo ha chiesto." risponde Bella, che sente le sue guance sul punto di arrossarsi. "In realtà quasi ci stavo perdendo le speranze che me lo chiedesse." ridacchia, sedendosi accanto a Vittoria, in quel momento le raggiunge Antonio, che saluta le due abbracciando brevemente Bella e sporgendosi oltre lei per lasciare un bacio leggero sulla guancia di Vittoria.
"Che mi raccontate?" mormora, sedendosi accanto alle due. Si schiarisce la voce e ripete la frase, che esce dalle sue labbra con voce roca.
"Che entrambe ci siamo fidanzate." risponde Vittoria, con un sorriso sulle labbra. Antonio sorride all'affermazione, ma non risponde.
"Che hai fatto alla voce Jo?" chiede Bella.
"Ieri sono uscito un po' troppo scoperto e nonostante sia rimasto fuori poco la mia gola ha deciso che oggi non avrebbe collaborato." risponde, a fil di voce, sforzandosi di tenerla il più possibile alta.
"D'accordo, non sforzarti, l'importante è che non ti sia beccato un raffreddore o un'influenza proprio a due giorni dal ballo." lo punzecchia Bella, piantandogli un dito nel fianco in maniera scherzosa. Il portoghese si ritrae, allontanando la mano della mora, sorridendo.
"Tuo padre è partito?"
"Due giorni fa. Volevo invitare Tori a stare da me qualche giorno ma ormai vive da André." Bella si volta verso la rossa, che le riserva un sorrisino accompagnato da un'espressione sorniona, che sparisce subito dopo quando lei le risponde.
"Quasi mi sento in colpa, sto praticamente facendo pagare l'affitto ai miei per nulla o quasi... se lo sapessero mi ucciderebbero." ride, e qualche istante dopo la professoressa entra in classe.
"Però loro non lo sanno, e facciamo in modo che non lo vengano mai a sapere." le risponde Bella, velatamente tagliente. "Vieni a prepararti da me dopodomani?"
"Ehm... mi preparo da André, mi ha chiesto se posso diventare la sua modella per alcune foto con l'abito prima del ballo."
"Non si può proprio più fare nulla con te ormai." Bella e Vittoria ridacchiano insieme e Antonio si unisce a loro, per quanto la sua voce glielo consenta.
Bella è nervosa, mentre apre la custodia dell'abito dentro il suo armadio. È sola in casa da ieri quando è tornata dalle lezioni insieme a Jean, e nemmeno è riuscita a dormire decentemente stanotte. Sfiora la stoffa nera della gonna, è tentata di lasciar perdere il ballo, chiedere a Jean di venire a casa sua e per vedere un film insieme, oppure andare fuori città a cena, qualunque cosa le andrebbe bene, piuttosto che prendere parte a questa cosa. Cerca di mettere da parte la voglia di chiamare il francese per dirgli quello che pensa mentre tira fuori l'abito e lo appoggia sul letto, lui la passerà a prendere tra un paio d'ore. Resta ferma per qualche minuto ad osservarlo, con una mano a tenere il grande asciugamano che le avvolge il corpo, i capelli già asciugati e messi il più in ordine possibile, che per stasera ha deciso di lasciare sciolti. Sorride al suo abito e si volta verso la cassettiera, in cerca dell'intimo nero da mettere sotto. Si veste con calma, cercando di non formare pieghe sul vestito e mentre traccia una linea di eyeliner sui suoi occhi seduta alla scrivania davanti al piccolo specchio da tavolo, la sua mente la porta lontano, a Modena, a suo fratello e a sua madre che non vede da mesi, che ancora non sanno che si è fidanzata e probabilmente sarebbe corretto nei loro confronti dirglielo. Inconsciamente afferra il cellulare a poca distanza da lei e mette in pausa la musica che l'accompagna da quando è entrata nella doccia, cerca il numero di suo fratello in rubrica e lo compone. Passa una mano sul vestito mentre cerca il mascara nella piccola trousse accanto a sé mentre il telefono suona, lo trova proprio nel momento in cui suo fratello le risponde.
"Ciao Bella."
"Ciao Sam, disturbo? Avevo voglia di sentirti." Bella si avvicina allo specchio ed estrae lo scovolino del mascara dal tubetto.
"No, per nulla, sto tornando in negozio dopo una riunione abbastanza noiosa. Come stai?"
"Tutto bene grazie. Tu e Sara avete deciso quando sposarvi?" passa delicatamente il mascara sulle ciglia e subito i suoi occhi verdi risaltano contornati dall'eyeliner.
"Sì, il due maggio. Dovrebbero arrivare gli inviti a te e papà questa settimana, anche se so che per ora è via."
"Torna il tre, ma tanto non penso che vi serva la nostra conferma per sapere che veniamo." i due ridacchiano, poi Bella si butta e gli dice di Jean di getto. "Io e Jean ci siamo fidanzati."
"Wow Bella, sono molto contento per voi. Digli di venire con te al matrimonio." Bella arrossisce, non si aspettava questa proposta.
"Sam, noi stiamo insieme da relativamente poco, non so se è il caso di fargli una proposta del genere..."
"Beh, sappi che se vorrà venire io sarò ben contento di averlo al mio matrimonio. La mia sorellina che si è fidanzata... sembri molto felice, e lui è una persona buona, da quello che ho capito."
"Sì, lo è... e spero davvero che sia quello giusto in fondo. Con lui mi sento bene, in pace con me stessa."
"Ed è la cosa più importante secondo me. Non è stasera il ballo?"
"Sì, Jean viene a prendermi tra un'ora più o meno."
"Sento la tua riluttanza da qui, ma fidati, vai e goditi il momento con lui, solo perché c'è lui, il resto non calcolarlo. È comunque tempo che passate insieme e penso che sia la cosa più importante della serata."
"Impossibile darti torto, ne sai una più del diavolo." Bella sorride, mentre pensa se mettersi oppure no il rossetto liquido, che nonostante lei non ami, è comunque l'unica cosa che riesce a tollerare sulle labbra per più di dieci minuti senza che le prenda quell'irrefrenabile voglia di toglierlo subito.
"Sono o non sono tuo fratello? Ti conosco fin troppo bene."
"Lo so." decide che lo metterà, e ringrazia che sia una formula no transfer, così anche se Jean dovesse baciarla, almeno poi lui non dovrà preoccuparsi di avere un indesiderato colore rosso sangue sulle labbra. "Ci sentiamo presto."
"A presto Bella." Sam chiude la conversazione e Bella sorride, prima di concentrarsi sul suo rossetto liquido. Dopo averlo sistemato al meglio, afferra il cellulare e come d'abitudine apre Instagram per tenersi un po' aggiornata su quello che combina la gente nel mondo.
andre_lotterer
Paris
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Even the eye wants its part
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_isabella.ferraro_ sto vestito è stupendo, e ovviamente il fotografo è davvero molto bravo
_vbianchiii_ /_isabella.ferraro_ lo so, non so chi amo di più
andre_lotterer /_vbianchiii_ non me -.-"
Bella ride alle risposte di Vittoria e André e si passa una mano tra i capelli mossi, che hanno già perso metà del volume dei boccoli che ha impiegato una vita per fare.
Bella scende dalla macchina di Jean nel piazzale dell'università -che per l'occasione è stato riconvertito a parcheggio-, si guarda intorno e nel buio delle sette di sera di un giorno di novembre vede quasi un migliaio di macchine parcheggiate, e probabilmente non saranno nemmeno tutte. Stringe il montante della portiera poco prima di chiuderla, il francese la raggiunge, rintanato nel suo cappotto nero. Non ha ancora avuto occasione di vedere come lui sia vestito, e nemmeno lei ha lasciato che il suo vestito si intravedesse mentre erano in macchina, vuole che sia una sorpresa. Jean le posa una mano sulla vita, sopra il cappotto, e si ferma con lo sguardo nei suoi occhi, che sotto la luce gialla dei lampioni sono color oro. Si perde in quegli occhi che gli dicono tutto nonostante lei stia in silenzio, e gli ci vuole qualche secondo per pensare a quale fosse la domanda che voleva farle.
"Se non te la senti ce ne andiamo." mormora, avvicinandosi a lei.
"No, voglio farlo." risponde Bella con fermezza. Posa lo sguardo sul colletto della camicia che sporge dal cappotto di Jean, e le sorge spontanea la curiosità di sapere cosa lui si sia inventato per soddisfare il dress code di stasera. Torna con lo sguardo negli occhi di Jean e si avvicina lentamente, posando le labbra sulle sue e come ogni volta è un'esplosione di sensazioni il contatto con quelle labbra così incredibilmente morbide e delicate, ma che sanno anche bramarla quando vogliono. Il bacio è relativamente breve ed entrambi sorridono quando si allontanano, incamminandosi subito dopo verso l'ingresso della sala conferenze dove si terrà il ballo. La mano di Jean stringe delicatamente quella di Bella mentre lui le apre la porta, davanti a loro, all'ingresso, un'altra ventina di coppie sono in coda per quello che sembra essere a tutti gli effetti un guardaroba, separato dal resto della sala solo da un semplice divisorio in tela nero. La fila davanti a loro scorre con una lentezza disarmante, e i due si ritrovano presto a chiacchierare della parte di sala che si vede dalla loro prospettiva, nascosta dietro un paio di tende dal vago aspetto antico, tenute aperte da dei cordoni dorati. Persi nelle chiacchiere i due seguono passivamente lo scorrere della fila fino davanti un tavolo che separa i ragazzi addetti al guardaroba dal resto del salone. Bella si toglie il cappotto e lo passa alla ragazza di fronte a lei, che lo mette su un attaccapanni numerato e lo va a posare sul portaabiti di acciaio, poi porge a Bella un bigliettino con lo stesso numero da conservare per venire a riprendere le sue cose a fine serata. Ripone distrattamente il foglietto nella piccola taschina interna della sua borsetta e la richiude mentre alza lo sguardo su Jean, in piedi accanto a lei che sta sistemando alcune cose nelle tasche dei pantaloni. Bella vorrebbe potersi perdere nella vista che ha di fronte a sé ma sa che deve spostarsi e lasciare spazio agli altri studenti dietro di lei. Fanno entrambi qualche metro in direzione delle tende d'ingresso e poi si fermano. "Sei bellissimo..." mormora, con un accenno di sorriso. Il francese sorride a sua volta, abbassando lo sguardo sul suo gilet nero con doppio bottone e una catenella dorata agganciata sugli angoli della tasca sinistra. Sotto di esso, una camicia a collo alto e abbastanza stretto incornicia il viso del francese, accentuando la linea della mandibola. Le maniche a balze lunghe si allargano dalle sue spalle per poi stringersi sui polsini dai bottoni dorati che richiamano la piccola catena del gilet, creando un effetto palloncino degno di qualunque reale vittoriano mai esistito. Un semplice ma di grande effetto paio di pantaloni neri completa il quadro insieme a un'altra piccola catenella dorata sul fianco destro e delle classiche scarpe di vernice. Mentre Bella è persa nella vista del francese, anche lui non sembra intenzionato a staccarle gli occhi di dosso.
"Vedo che l'idea delle maniche a palloncino è venuta a entrambi." commenta lui. La mora abbassa lo sguardo sulle sue maniche e sorride, per poi sistemarsi una ciocca di capelli leggermente ondulata dalla piega ormai quasi completamente scomparsa.
"Sinceramente parlando, stanno meglio a te." Bella posa una mano sul braccio di Jean, avvicinandosi a lui. Il francese porta una mano sul suo viso e con il pollice le accarezza delicatamente la guancia, perdendosi nei suoi occhi verdi.
"Sei una meraviglia, Bella." mormora Jean in francese, posando lo sguardo per un istante sulle labbra di lei. Bella sorride, posando la mano sul polso di Jean e cercando le dita che le sfiorano la pelle, inspira piano il profumo del francese.
"Dovremmo entrare." mormora lei, incapace di rispondere al complimento del francese. Lui annuisce in risposta e la prende per mano, Bella sistema la tracolla della borsetta nera e si lascia guidare oltre le tende che li separano dal salone principale.
"Bella!" la voce richiama la sua attenzione prima che la mora riesca a posare lo sguardo sull'ambientazione. Si volta indietro e Jean copia il suo movimento, come se ormai anche lui rispondesse a quel nome. Trova Antonio appena oltre le tende che hanno superato, mano nella mano con Robin, e la domanda nella testa di Bella sorge spontanea, come ho fatto a non notarli in fila per il guardaroba?, pensa, mentre i due si avvicinano. Come Robin le aveva già accennato tempo fa, ha scartato l'opzione del frac, e ha preso un semplice smoking così da poterlo usare anche in futuro. Nessuno dei due porta cravatta o papillon, ma i bottoni delle camicie sono chiusi fino appena sotto il colletto. Qualche coppia passa tra loro e Bella mentre si avvicinano e la mora dà una breve occhiata ai vestiti delle altre ragazze, che non sono molto diversi dallo stile che hanno scelto lei e Vittoria. "Hey Johnny, sei bellissima." Antonio la distrae dagli abiti di chi la circonda e poco dopo la stringe in un delicato abbraccio.
"Grazie Jo, anche tu stai molto bene." la mora ricambia l'abbraccio, lasciando andare la mano di Jean, che comunque continua a starle vicino. "La tua voce è tornata."
"Sì, per fortuna non era nulla di che." risponde il portoghese, e dopo aver sciolto l'abbraccio con Antonio, Bella saluta Robin. "Ciao topino." mormora a bassa voce, così che possa sentirla solo lui, non appena anche lui l'ha stretta tra le sue braccia.
"Questo vestito ti dona molto." risponde lui, spostando poi le mani sulla vita di Bella, per allontanarla da sé. "Prima che Jean mi uccida con lo sguardo, è meglio se non ti abbraccio troppo." l'olandese la butta sul ridere e Bella scioglie l'abbraccio sorridendo.
"Non lo farebbe mai, lo sai." Bella si volta verso Jean, posando una mano sulla spalla di Robin e tendendo l'altra verso quella del francese, che la prende con un piccolo sorriso.
"Ti sta molto bene il rossetto." Jean e Robin dicono quella frase nello stesso momento, cosa che fa sorridere più apertamente Bella e i due ragazzi ridacchiano del loro sincrono.
"Vi ringrazio. Che dite, andiamo a fare un giro per questa sala conferenze o no?"
afelixdacosta
Parigi
Tag: robinfrijns1
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