10. (Dix)

jeanericvergne
3m

Bella e Jean camminano nel parco della Tour Eiffel vicini, ma senza toccarsi. I loro cappotti si sfiorano mentre lentamente si avvicinano alla struttura di metallo e si fermano ad osservarla, illuminata dalle luci dorate. L'aria è pungente, ma sopportabile, e Bella si stringe un po' di più nel cappotto. Si avvicina al francese fermo con lo sguardo rivolto verso l'alto, e sente le sue dita sfiorarle il dorso della mano. Il gesto è talmente delicato che quasi fatica a percepire la leggera scia che lasciano per andare a intrecciarsi con le sue. Bella sospira quando la mano di Jean è nella sua e vede il francese chiudere gli occhi e fare un respiro profondo, sulle sue labbra si delinea un sorriso. Quando riapre gli occhi, il suo sguardo è subito su Bella, il viso seminascosto dalla penombra delle luci intorno a loro che appaiono e scompaiono tra le poche foglie degli alberi che ancora restano attaccate ai rami e si muovono al ritmo di una brezza impercettibile.

"Ti va di salire?" il francese fa un leggero cenno della testa nella direzione della Torre. Bella la guarda per un momento e valuta che risposta dare al francese. È un po' che non sale in un posto così alto, e non sa se la sua paura dell'altezza se ne sia andata o meno.

"D'accordo, non è una cattiva idea." i due si avvicinano alla Torre, la fila per salire non è lunga, e finalmente entrano in ascensore quando ormai è mezzanotte meno un quarto.

"Abbiamo un'oretta per goderci il panorama." fa notare Jean quando scendono al primo piano della Torre. I ristoranti attorno a loro sono quasi vuoti e le persone sono poche anche sulle balconate. Trovano un posto in cui non c'è quasi nessuno, lontano dalle porte per entrare e uscire sull'enorme balconata che dà sulla città. La schiena di Bella viene percorsa da un brivido, nonostante non si sia alzato il vento. "Hai freddo?" la mora si stringe nel cappotto, abbottonando l'unico bottone di cui è dotato.

"Un pochino." il francese non risponde, si avvicina semplicemente a Bella, che lo abbraccia circondando la sua vita sotto il cappotto, e si sente presto molto meglio. Il profumo di Jean la inebria, e di riflesso chiude gli occhi, alzando leggermente il viso verso di lui. Ora, oltre ad essere appoggiata con la guancia contro il suo petto, il suo viso si va a incastrare perfettamente nell'incavo del suo collo, la barba di Jean che le sfiora lo zigomo. Bella giocherella con una piega della giacca del francese che trova per caso sulla sua schiena, facendo muovere la camicia sottostante, che sfiora la schiena di Jean e gli provoca un brivido.

"Hei, sei troppo delicata, mi metti i brividi." Bella sorride, ma lui non riesce a vederla.

"Scusa." mormora. Jean si perde con lo sguardo sui tetti di Parigi e più lontano, le cittadine nei suoi dintorni, Versailles e la sua Pontoise che quasi si confonde con tutto il resto attorno a lei. Anche Bella dalla sua posizione seminascosta dal cappotto di Jean ha più o meno la stessa vista sulla città.

"Ti piace la vista da qui?"

"Sì, finché non ci avviciniamo troppo alla balaustra."

"Hai paura dell'altezza?"

"Un pochino." i due restano in silenzio ancora per un po', senza fare nulla, poi Bella decide che forse è ora che lasci libero Jean. Scioglie delicatamente l'abbraccio e si sistema un ciuffo di capelli che le ricade davanti al viso, forse non portarsi la sciarpa non è stata una grande idea in fondo.

"Non vedo l'ora di portarti al ballo." ammette Jean, e Bella lo sorprende a guardarla quando torna di nuovo con lo sguardo su di lui, non sa con esattezza quanto sia rimasta a osservare luci e ombre confondersi e perdersi intorno a lei.

"Credo che ormai sia mezzanotte, quindi direi tra un mese esatto." il francese lancia uno sguardo veloce al suo polso, senza nemmeno avvicinarlo al suo viso per leggere l'ora, e dà ragione alla ragazza.

"Sì, un mese esatto." il francese abbassa lo sguardo, sospira, e i suoi occhi si spostano alle stelle coperte da qualche nuvola sopra di loro. "Bella, ci sono alcune cose che voglio che tu sappia, e credo che questo sia il momento e il posto giusto." la mora riserva tutte le sue attenzioni al francese, che affonda le mani nelle tasche del cappotto per cercare di nascondere il nervosismo che questa situazione gli crea. "Sai, ho pensato per un po' a cosa dirti, perché non sono bravo con le parole e a quanto pare nemmeno con i miei sentimenti, ma questa cosa va avanti da un po'. Questo mio sentirmi incredibilmente bene con te, quando pensavo che non esistesse nessuno in grado di farmi stare così. Non so esattamente cosa sia scattato dentro di me per farmi cambiare così, ma sento di non essere più la stessa persona che ero due mesi fa. È come se averti conosciuta avesse svegliato una parte di me che nemmeno sapevo esistesse, qualcosa di seppellito talmente in fondo che prima odiasse anche solo l'idea di venire a galla. È stata una cosa repentina, se fossi stata una persona qualunque sarebbero passati mesi prima che io riuscissi a fidarmi completamente di te e ti raccontassi tutto ma no, tu non sei una persona normale, perché non mi fai più dormire la notte, perché mi fai riscoprire fragile ma in un modo completamente nuovo, perché non esci dalla mia testa e non voglio che tu lo faccia. Dentro di me è cambiato tutto e posso dire per certo di star rinascendo un'altra volta, ed è tutto grazie a te, e vaffanculo alla mascolinità tossica, nessuno ha mai imposto che un uomo debba nascondere i propri sentimenti verso la persona che lo attrae e tu sei quella persona per me. So bene che è passato pochissimo da quando ci siamo conosciuti, ma mi sento così, è inutile nasconderlo o negarlo." il francese fa un respiro profondo, per riprendersi da quella confessione che gli è uscita dalle labbra come un fiume in piena. "Bella io non riesco più a starti lontano. Non ci riesco, mi danneggia soltanto."

Bella perde la cognizione del tempo quando Jean parla. Tutto intorno a lei scompare, e c'è solo lui. Solo quel ragazzo che le sta dicendo l'effetto che gli provoca averla vicina. I loro occhi si incontrano nel buio della notte, vorrebbe potergli dire che è esattamente come si sente lei quando gli sta accanto, ma rimane in silenzio, è la sera di Jean, e altre parole ora sarebbero superflue. Si avvicina a lui e posa la mano sulla sua guancia, stavolta non vuole trattenersi. L'elettricità, quella leggera tensione tra di loro tipica di quando si sfiorano, si irradia dal petto di Bella, la sente scorrere nelle sue vene e dove le dita di Bella toccano la guancia di Jean è incredibilmente forte, l'attrazione verso le labbra del francese cresce ogni secondo che passa.

"Allora non farlo." mormora. Passa solo un istante, uno brevissimo, le dita delicate di Jean si posano sulla guancia di Bella, le labbra si posano sulle sue. È un bacio leggero all'inizio, una piccola esplosione di sensazioni che nessuno dei due riesce a decifrare. Ma mentre i secondi passano e Bella realizza che quelle labbra sono davvero sulle sue, dentro di lei la fiamma viva che finora sembrava non trovasse un appiglio per iniziare a bruciare finalmente si accende. Una fiamma benevola, al contrario di tutte quelle tra cui è dovuta passare per anni. Il bacio si fa più intenso e la mano libera di Jean passa a circondare la vita di Bella, per avvicinarla di più a sé, le dita di lei si spostano dalla guancia del francese alla sua nuca, provocandogli un brivido quando lei gli accarezza delicatamente i capelli. Ma il brivido non è abbastanza per separarli, e ben presto restano entrambi senza fiato, vicini e leggermente accaldati, le loro labbra faticano a separarsi. Riprendono fiato solo quando le loro fronti si toccano e restano ad occhi chiusi, le braccia di Jean attorno al corpo di Bella, strette delicatamente attorno a lei come a proteggerla.

"Bella..." quello di Jean è solo un sussurro, un leggero spostamento d'aria che finisce sulle labbra di Bella e le scalda appena, il pollice di lei si posa sulle labbra di lui e le sfiora. Quelle labbra morbide e delicate che sono anche meglio di quanto Bella potesse immaginare.

"Eric..." Bella non è sicura che lui abbia sentito, non sa nemmeno più se ora come ora sia in grado di riprendere fiato nel modo giusto, il suo cuore martella nel petto e rimbomba nel corpo in un modo che non aveva mai fatto prima, si lascia andare a un piccolo sorriso che il francese non può vedere ma che percepisce, facendolo sorridere a sua volta.

"Pagherei perché questo momento non finisse mai." ammette lui.

"Non hai idea di quanto tu sia diventato importante per me." i due si allontanano, sciogliendo l'abbraccio, ma si tengono ancora per mano, e nei loro occhi brilla una luce diversa, più viva che mai.

"Anche tu lo sei." risponde Jean, fermamente, continuando a guardarla negli occhi.

"Prometto che farò ogni cosa in mio potere per aiutarti a superare quel periodo, per quanto vivo possa tornare nei tuoi ricordi." Jean rimane per un attimo senza una risposta pronta. Riflette sulle parole della mora, per un attimo è quasi preso dalla tentazione di ritirare tutto, di chiudersi in sé stesso di nuovo, per colpa di tutte le false amicizie con cui ha avuto a che fare, poi si rende conto che non è così che vuole andare avanti. Non vuole essere costretto a una vita sulla difensiva, a una vita di risposte fredde ed evasive, scontrose e odiose che l'hanno dipinto agli occhi della maggior parte delle persone come un arrogante pieno di sé. Vuole poter avere finalmente la certezza di confessare a qualcuno di cui si può fidare che quel giorno non gira come dovrebbe, e ormai André non è più abbastanza.

"Mi perdonerai se la maggior parte delle volte sarò chiuso in me stesso, vero?" Bella annuisce in risposta. "Prometto di esserci sempre a mia volta per te." i due restano in silenzio per qualche secondo.

"Il fatto che tu sia riuscito a esprimere quello che senti in questa maniera è stato..." Bella riflette per un momento. "L'ho apprezzato molto. Io invece non so esprimere quello che provo, non ho mai davvero sentito qualcosa per una persona, credo ci vorrà del tempo... ma quello di cui sono totalmente certa e consapevole è che anche tu mi attrai e... anche tu mi rendi parecchio difficile l'addormentarmi alla sera." Bella non sa se è questo il modo giusto per esprimere quello che prova, ma spera vivamente che lo sia. Vede nella penombra della Torre Jean sorridere, poi si rende conto di un piccolo dettaglio che ha caratterizzato questo fine di serata. "Sai cos'è bello di noi?" il francese la guarda con espressione incuriosita. "Che tu hai passato gli ultimi venti minuti a confessarmi di te in francese e io ti ho sempre risposto in italiano e ci siamo comunque capiti alla perfezione." la frase di Bella strappa un sorriso al francese non appena anche lui si rende conto di questo dettaglio.

"È bello stare con te, Bella." risponde lui in italiano, strappando un sorriso alla ragazza per il gioco di parole.

"Anche per me, baguetto." Bella fa per avvicinarsi di nuovo a Jean, le labbra quasi sulle sue, ma il francese la allontana delicatamente con una risata.

"Come hai detto?" Bella lo guarda un po' spaesata, cercando di capire.

"Dio, che ho detto? Non me ne sono resa conto." ammette lei, ritirandosi appena. Le mani del francese però non accennano a spostarsi dalla sua vita, segno che a lui non ha dato fastidio.

"Hai detto baguetto, e sinceramente voglio sapere da dove l'hai tirato fuori." continua il francese, ridendo ancora dolcemente.

"Non lo so! Ma è carino e ti si addice, d'altronde sei francese." i due ridono insieme.

"Ne ho sentiti tanti di soprannomi, ma questo ancora mi mancava! Sei incredibile." il francese si avvicina a lei di più.

"Se ti dà fastidio posso comunque chiamarti Eric."

"Chiamami come diavolo ti pare, il mio nome detto da te suona un milione di volte meglio." mormora lui, a filo delle sue labbra, prima di baciarla di nuovo.

Sono appena le nove e mezza della mattina dopo, Giovanni è già uscito di casa, quando Vittoria e Bella si sentono al telefono.

"È stato davvero... incredibile. Non avevo mai provato qualcosa di simile baciando un ragazzo." ammette Bella, mentre decide cosa mettere per quel giorno. Lei e Antonio andranno al cinema, mentre Jean e Robin sono impegnati al lavoro.

"Perché sei davvero innamorata, è così che ci si sente." risponde Vittoria, dall'altro capo del telefono.

"È strano, ma è molto bello."

"Quindi state insieme?"

"Non me lo ha ancora chiesto ufficialmente, ma penso di sì. André invece?"

"André ha così tanto da raccontare che se dovessi dirti tutto staremmo al telefono un paio d'ore. Lo so che te l'ho già detto almeno un centinaio di volte, ma penso davvero che sia una persona dolce come poche. Ieri sera ho dormito da lui."

"Dormito? Nel senso che...?" Bella si stupisce, non si aspettava che Vittoria fosse già così avanti nella sua relazione con André.

"No, Bella, diamine, abbiamo solo dormito. Sono la prima a non voler correre, che credi." le due ridono, mentre Bella inizia a vestirsi. "Non so esattamente quando voglia chiedermi di mettermi con lui, ma non voglio mettergli pressione, so già che sarebbe controproducente."

"Ognuno ha i suoi tempi." risponde distrattamente Bella.

"E cosa dirai a Robin?" Bella ci riflette rapidamente mentre si infila un maglioncino nero.

"Niente. Nemmeno a Jo, lo farò quando staremo davvero insieme, per ora non intendo dire nulla."

"Hai sempre detto ogni cosa a Robin." Bella sospira esasperata.

"Lo so, ma stavolta preferisco aspettare. Non glielo devo, quindi non cambia nulla."

"Andate a trovare Robin prima di andare al cinema?" chiede Vittoria, sviando un po' il discorso.

"Sì, mi aveva detto che se volevo passare a trovarlo in questi giorni mi avrebbe mostrato la concessionaria, quindi mi sono detta perché no. Volete venire anche tu e André al cinema? Volevamo vedere qualcosa di leggero visto che la prossima settimana stavamo pensando di organizzare per andare a vedere 007 tutti insieme."

"Grazie ma saremo via oggi pomeriggio, ha detto che vuole portarmi in un posto. Fateci sapere quando volete andare al cinema."

"Sì, appena Robin ha un pomeriggio libero."

robinfrijns1
Audi Showroom, Av. des Champs- Elyseés, Parigi

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Not really paying attention to the cam...

Pic: afelixdacosta

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Bella e Antonio sono sugli Champs-Elyseés quando Bella vede la foto che Robin ha pubblicato su Instagram.

"Jo questa foto è bellissima." constata la mora, sorridendo alla frase sotto la foto. Antonio si sporge verso di lei per vedere a cosa si sta riferendo e sorride a sua volta.

"Ti ringrazio, è giusto di ieri, volevo passare a trovarlo e mi sono improvvisato fotografo." risponde lui, le guance leggermente rosee per il complimento che gli ha fatto lei.

"Il casco invece?" chiede, guardando perplessa l'angolo in basso a sinistra della foto.

"Devo ammettere che non ho idea di chi sia, era sul tavolino a cui si è seduto Robin e mi sembrava carino da includere nella foto, almeno un pezzetto." risponde, Bella alza lo sguardo in quel momento e vede Antonio con una mano sulla maniglia di acciaio dello showroom Audi. I due entrano, e in lontananza, tra le auto sparse per lo store, intento a servire un cliente, trovano l'olandese, affiancato da un suo collega che probabilmente gli sta mostrando alcune tecniche impossibili da notare per un esterno al personale, per invogliare le persone a comprare una delle loro auto. Una collega di Robin, più vicina all'ingresso, dà il benvenuto ai due nello store, accompagnato da un sorriso. Loro ricambiano e si avvicinano a una delle auto nel campo visivo dell'olandese, che alza lo sguardo in quell'istante e li saluta con un sorriso accennato, prima di tornare a seguire la conversazione tra i due uomini accanto a lui. Bella si guarda intorno, mentre fa scivolare il cellulare nella tasca destra del cappotto, sofferma lo sguardo per qualche istante su ogni auto presente, cercando di coglierne quanti più dettagli possibili, osserva lo showroom in perfetta linea con il taglio moderno delle auto, cerca il braccio di Antonio per bloccarlo sul posto, in modo da non perderlo e in modo da non lasciarlo andare a disturbare Robin. Quando Robin lascia il suo collega con il cliente per concludere le trattative, l'olandese si avvicina ai due, ma tenendosi leggermente a distanza da Antonio. Bella nota questo particolare, ma non gli dà troppo peso, si avvicina all'olandese di un passo, per andare a salutarlo come si deve. Lui arretra di riflesso, e Antonio la prende per un braccio.

"Bella, resta qui." lei si volta verso il portoghese, senza riuscire a capire cosa succede, lo scruta con aria interrogativa.

"Scusa Bella, ma qui dentro preferisco evitare." mormora Robin con un sorriso tirato sulle labbra. La sofferenza per non potersi avvicinare ad Antonio attraversa i suoi occhi verdi.

"D'accordo, come preferisci." Antonio si finge improvvisamente interessato all'Audi A3 Sportback nera appena alla sua destra, apre la portiera del guidatore e si siede in auto, dietro al volante.

"Ero interessato a sapere quali sono i gadget di serie e quali optional su questo modello." esordisce, a un tono di voce leggermente più alto del normale, forse per farsi sentire da qualche collega di Robin, ma nessuno è in vista, e il suo sforzo di sembrare un cliente qualunque sfuma in un attimo. L'olandese si avvicina a lui e si china verso l'abitacolo, fingendo di mostrargli quello che lui ha chiesto, ma la verità è che questo è l'unico modo che è venuto in mente ad Antonio per obbligare Robin a stargli più vicino. Complice la penombra dell abitacolo, il portoghese ne approfitta per sfiorare la guancia di Robin, senza sentire una parola di quello che lui ha da dire, tanto che Antonio nemmeno si accorge che Robin non sta davvero elencando gli optional dell'auto su cui è seduto, ma sta semplicemente dicendo frasi senza apparente connessione logica mentre a sua volta si perde nella sensazione che la vicinanza di Antonio gli provoca. "Ti amo." sussurra il portoghese, sfiorando le sue labbra con il pollice. Vorrebbe baciarlo, ma lui è sotto la luce diretta dei led dello store e sta già rischiando troppo a esporlo così.

"Ti amo." risponde l'olandese, con il suo stesso tono di voce, facendo finire il suo respiro dritto sul pollice di Antonio. Bella si avvicina e si finge interessata a sua volta, permettendo ai due di prolungare il loro momento lontani dagli occhi delle altre persone presenti. "State andando al cinema?" Robin interrompe il contatto tra lui e il portoghese, tornando in piedi accanto a Bella, ma non abbastanza lontano da perdere il contatto visivo con Antonio.

"Sì, inizia tra più o meno venti minuti. Forse è meglio se andiamo." risponde Antonio, dando uno sguardo al suo orologio. Bella annuisce e Antonio scende dall'auto, chiudendo la portiera alle sue spalle. Intorno a loro i colleghi di Robin sembrano spariti e l'olandese rischia il tutto per tutto lasciando un bacio a fior di labbra ad Antonio. "Ti aspetto stasera a casa."

"Non tarderò." risponde lui, per poi seguire i due con lo sguardo mentre si avviano verso la porta d'ingresso, senza togliere gli occhi dal suo ragazzo.

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