Capitolo 22

Char mi prese la faccia con una mano, la voltò verso di lui e mi baciò. 

Fu come il nostro primo bacio, lento e dolcissimo, tenero e leggero. 

Decisi di prendere ancora una volta l'iniziativa e leccai lievemente le sue labbra, il quale mi invitò ad entrare. 

Il sapore della sua lingua era esotico tanto quanto l'odore della sua pelle. 

Era una sensazione inebriante. 

Passai una mano tra i suoi morbidi capelli biondi, mentre il mio basso ventre si contraeva ad ogni singolo movimento dei nostri corpi, il suono delle lingue che rimbombava sulle pareti rocciose della cava. 

Ciascuno dei miei sensi era rivolto verso il mio nobile amore, non notai il fatto che il pescatore si era alzato ed era in procinto di sciogliermi il vestito. 

Mi staccai dal primo e decisi di aiutare il secondo. 

Sciolsi con cura i lacci del corpetto che faceva aderire la tunica al corpo. 

Li guardavo divertita mentre osservavano concentrati ogni mio gesto, nella paura di non perdersi neanche il minimo dettaglio. 

Mi aiutarono a rimuovere l'abito blu notte e rimasi con la sottoveste bianca, quasi trasparente alla luce delle candele, le quali mettevano in risalto le ombre di ogni mia forma. 

Sebbene la cava fosse in penombra, sentire i loro sguardi sulla mia seminudità mi provocò un netto senso di vergogna.

Cercai di coprirmi con la sopraveste. 

Ancora una volta i ragazzi annebbiarono i miei pensieri. 

Strato dopo strato, con movimenti lenti e goffi, Char si privò della parte superiore dei vestiti.  

Rimasi imbambolata alla vista quasi eterea della pelle pallida e delicata del giovane nobile.

Il torace appariva magro e tonico, senza cicatrici o deformazioni, testamento dello stile di vita agiato e la disciplina imposta dal padre.

Il vestito quasi mi cadde di dosso quando cercai di sfiorare cotanta meraviglia.

Bash mi prese il polso e afferrò il tessuto prima che potesse toccare terra. 

Mi voltai di scatto e mi accorsi che anche lui era a torso nudo.

Lo vidi piegare la tunica e riporla su un cuscino e ne approfittai per ammirare il ben di Dio che mi era stato presentato giorni addietro. 

Le spalle larghe e le braccia muscolose facevano da contorno ad una schiena ampia e possente, la cui pelle ambrata era coperta dalle numerose cicatrici, causate dalle varie vicissitudini in mare.

Era molto rude paragonarli ma non potei fare a meno di notare quanto fossero diversi. 

Uno era scuro, massiccio e ferale. L'altro esile, aggraziato ed angelico.

Nonostante ciò, entrambi emanavano una certa virilità.

Dire di essere arrossita è davvero poca cosa.

Non capitava mica tutti i giorni di averli seminudi di fronte a me in tutto il loro splendore.

In quel momento mi resi conto quanto il nostro rapporto fosse cambiato. 

Negli ultimi giorni eravamo passati da amici a molto amici, fino a diventare addirittura amanti!

Ma che diavolo sto combinando?!

Mi portai le mani alla testa.

Ero forse impazzita?!

− Line.

Ascoltai di nuovo la melodia sirenica che mi aveva sempre attratto. 

Mi voltai verso Char.

Bash mi fu subito addosso.

Mi avevano nuovamente accerchiata.

Solo che al momento erano seminudi, irrequieti e concitati.

Impazienti di cominciare.

Mi cedettero di nuovo le gambe.

Fu il pescatore ad affarrerami stavolta.

Presa per le braccia, fece una lieve pressione e la tunica intima scese in basso, scoprendo del tutto il mio decolleté.

Provai a coprirmi ma Char fu più veloce e mi prese per i polsi.

Bloccata com'ero, fui alla loro mercé.

Bash passava la sua bocca avanti e indietro nell'incavo del mio collo, lasciando piccoli baci umidi. 

Il suo contatto delicato e il respiro caldo sulla mia pelle erano così piacevoli che inclinai la testa involontariamente da un lato di modo da permettergli un migliore accesso al mio collo. 

Char mi prese il mento e continuammo il bacio interrotto.

Percepivo le loro mani scivolare sul mio corpo, esplorando con trepidazione ogni singolo pezzo di me, mentre le mie erano finite una sulla spalla del pescatore e l'altra tra i capelli del contino.

Il loro tocco mi creava spasmi incontrollabili, costringendomi a emettere gemiti e trattenere a volte il respiro. 

Le loro mani si soffermavano su punti di cui non ne conoscevo la sensibilità fino ad allora.

Si stavano divertendo a darmi il tormento. 

Le mie braccia si abbandonarono sui fianchi e la sottoveste scivolò sulla mia pelle.

Un attimo e tutto si fermò. 

Rimasero ad osservarmi, mentre il mio viso tendeva sempre di più alla tonalità "sotteratemi direttamente".

Il sangue mi ribolliva nelle vene. 

Lo avvertivo scorrere, dettato dal battito accelerato del mio povero cuoricino, mentre scaldava il mio corpo fino a farlo ardere come carbone.

Percepii le dita di Bash danzare sulla schiena. 

Prima in alto e poi in basso, muoversi lentamente sui fianchi, passare all'addome molto lentamente e infine risalire per sfiorarmi i seni, racchiudendoli delicatamente nei palmi delle sue mani. 

Mi sfuggirono una serie di gemiti involontari e soffocati. 

Stavo impazzendo, sentivo sempre più caldo e volevo che continuassero a toccarmi all'infinito, presi le mani di Bash e le premetti più forte. 

Udii Bash emettere una sorta di sospiro strozzato nell'istante in cui cominciò a giocare con i miei capezzoli. 

La strana sensazione di bagnato tra le gambe aumentò.

Era piacevole e insieme spiacevole, come se sentissi la mancanza di qualcosa, il desiderio di andare oltre. 

Non riuscii a stare più in piedi. 

Il pescatore se ne accorse e mi prese in braccio, posandomi sul materasso più vicino.

I ragazzi si sistemarono come erano stati in piedi e ricominciarono a straziarmi con le loro carezze.

Il pescatore riprese a baciarmi il collo, le spalle e la nuca lasciando leggeri cerchi con la lingua tra le labbra semiaperte.

Le mani di Char erano su di me, mi accarezzava con foga alternata a momenti in cui lo sentivo sfiorarmi appena.

Fino a che non si soffermarono laddove era passato prima Bash.

Aprii le gambe volutamente, provai un'irrefrenabile desiderio di mostrare ogni parte di me. 

Quando sentì il movimento delle mie gambe, il mio ex migliore amico si diresse con movimenti molto lenti e delicati verso il centro nevralgico del mio corpo. 

Le pulsazioni che provavo al loro tocco e ai loro baci si fecero sempre più forti e sempre più intense. 

Tenevo a fatica gli occhi aperti mentre li guardavo scandagliare il mio corpo nudo come se fossi una rarissima pietra preziosa.

Il nobile osservava con attenzione ogni movimento delle mani del pesscatore, per poi imitarne il tocco.

Importunava con gesti ripetuti l'interno delle mie cosce, avvicinandosi sempre di più nel luogo dove io stessa desideravo ardentemente andasse.

Incurvai di nuovo la schiena, la mano di Bash che accarezzava zone di cui ancora non ero del tutto consapevole, conosciute solo tra i tomi di medicina occulta di papà.

Le punte delle sue dita aprivano pazientemente quel luogo sconosciuto, creando suoni mai sentiti fino ad allora, regalandomi vampate di calore e intense convulzioni in tutto il corpo.

Quello che stavo provando era fuori dalle mie abituali conoscenze, ma il mio istinto mi diceva che era il piacere allo stato puro. 

Alla fine un'ondata di calore misto a piacere crebbero sempre di più tanto da arrivare alla sensazione abbagliate già provata una volta.

Ogni punto del mio essere esplose improvvisamente. 

Non riuscii a trattenermi ed uscì un incrocio tra un gemito ed un urlo. 

Ero stremata. 

Cominciai a tremare ed allo stesso tempo sentire l'interno della pelvi contrarsi ritmicamente, mentre residui di quel piacere continuavano ad arrivare.

Mi accasciai sul petto bollente di Bash e notai che qualcosa mi puntava sulla schiena. 

D'istinto la raggiunsi con la mano e Bash cacciò un gemito di sorpresa, scostandola. 

A fatica mi voltai.

I suoi occhi, più neri della pece, erano carichi di una fame senza fondo.

Mi spinse verso Char che mi accolse a braccia aperte, si alzò in piedi e si tolse le brache. 

La prima cosa che pensai quando vidi ciò che assunsi essere il suo sesso, fu che dal vivo aveva davvero una strana forma, come avevo letto, e uno strano colore, dato che era più scuro della sua pelle. 

La seconda fu che che sembrava doloroso avere la pelle così tirata. 

Lo sfiorai con le dita presa da pura curiosità. 

Lo sentii trasalire mentre, incuriosita dalla vista, lo accarezzai con delicatezza, considerando quanto fosse solido e caldo. 

Sembrava duro come il legno, eppure il mio istinto mi suggeriva di maneggiarlo con estrema cura. 

D'un tratto Bash si inginocchiò davanti a me e mi tirò a sé per le ginocchia, posizionandosi in mezzo alle mie gambe. 

Quando iniziò a dirigerlo verso il centro e a infilarne la punta nella mia cavità, capii finalmente come funzionasse il procedimento. 

Non entrerà mai, pensai.

Mi sbagliavo. 

Eccome se mi sbagliavo.

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