La bevitrice di assenzio
Era successo tutto in cinque secondi proprio come in una ripresa amatoriale,con le inquadrature che mostravano in rapida successione i fasci di luce iridati che filtravano dal fitto fogliame, e ancora brandelli di cielo color pervinca tra i rami, tutti segni inequivocabili di una primavera radiosa e ignara.
C' era una luce feconda e benigna che cadeva sui viali alberati del grande parco, carezzando i nidi colmi di implumi, perfino il laghetto, uno stagno a dir la verita' ,traboccava di infervorata vita animale con cigni papere e relative nidiate e financo di incongrui gabbiani.
Era quello un rettangolo di natura boschiva assediato dalla città.
Si adagiava la morbida luce suscitando mille sfumature di verde.
Il verde rigoglioso delle piante, il verde tenero dei vialetti invasi da zolle di muschio, il verde brillante sui prati che si stendevano come un morbido tappeto, eletto a dimora dai bambini ,che sciamavano tra le aiuole, avevano le gote arrossate,i cari piccini, erano madidi di sudore, rincorrevano i cani,si rotolavano fra le primule.
Nella seconda inquadratura c'erano solo quelle mani solcate da vene turgide e spietate, vene che si tuffavano in una pelle bruna, estremità plebee di una casalinga esasperata, e stringevano, quelle mani, il volante di una piccola vettura giapponese, troppo vicine sul volante, quasi in preghiera, anzi proprio in preghiera, supplicavano una qualche divinità affinché la forza non abbandonasse quelle mani, che in vigore non tradisse quelle dita; poi la telecamera, quanta imperizia nelle inquadrature! si era soffermata su un bellissimo cocker fulvo, che caracollava pacioso accanto alla sua padrona fino a quando non vide davanti a sé, a pochi passi appena, l'inimmaginabile, un ermellino tremebondo, quasi trascinato dal suo padrone, un giovane smilzo e snob; camminava il giovane ammirando i propri jeans multistrappati ma soprattutto le scarpe di Tods che erano costate quanto uno stipendio della madre.
Il giovane coker perse la testa, strattono' i legami, sfuggi' al controllo della padrona e si precipitò guaendo e ringhiando sull'altro lato della strada, o perlomeno così avrebbe voluto ,spinto dalla frenesia di caccia della sua razza, un. istinto che non era stato smorzato da anni e anni trascorsi nei vari salotti della sua padrona, poi fu inquadrata una piccola autovettura che non fece in tempo a frenare e colpi' in pieno la bestiola, schiacciandola 'malamente
Ci furono le urla disumane della padrona del cane-
"Grace,Grace!"La donna abbraccio' la massa sanguinolente,il povero animale era ancora scosso dagli ultimi sussulti agonici ,la padrona della vettura provo 'a scusarsi:
"-Mi scusi,mi perdoni..".Non poté dire altro,la padrona del coker le si avvento 'contro,colpendola con calci e pugni,urlava
"-assassina,assassina!"
Dovettero separarle.
Impudica e spietata la telecamera, sobbalzando alquanto, si soffermava sul cocker sventrato e sull'ermellino, che dismessa l'aria smarrita si precipitò sulle frattaglie del cane.
Era un carnivoro in fondo.
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