Gloria

Zia Gloria si arresto' titubante davanti al portone di casa, ancora scossa dal recente incidente  poi fece dietrofront e si diresse verso la spiaggia antistante

Non era una bella spiaggia ,tutt' altro, l 'incuria di anni aveva fatto crescere sterpaglie spinose  che come una rete si infiltravano nella sabbia, in più, le correnti capricciose portavano a riva e poi sulla spiaggia i più vari rifiutii di plastica come se ogni giorno ci fosse stato un naufragio di giocattoli cinesi

Un naufragio, era orrendo quel vocabolo

Raccolse  automaticamente  le anche di una bambola e i frammenti di un veicolo dei pompieri, mai l avrebbe data vinta al degrado

Suo e degli altri

La donna si senti osservata:uno sguardo pesava su di lei, ma non riusciva a capire chi fosse a guardarla cosi intensamente, finche ' gli occhi le caddero sul grande levriero sdraiato sulla sabbia, sembrava stesse approfittando dell' ultimo calore rimasto sull' arenile e i suoi occhi grandi e velati sembravano gentili,ma colmi di un indicibile tristezza ,era un cane molto vecchio,si alzo' alla fine ,si avvicino ' a Gloria,ma senza toccarla,poi si allontano' a fatica muovendosi penosamente sulle sue vecchie giunture

Gloria  apri'con difficolta'la porta di casa:ormai la sclerosi a placche le aveva ghermito le mani;si chiese afflitta se la sua malattia ,ormai avanzata ,non avesse provocato l incidente,ripenso'con orrore al povero cocker dal ventre squarciato.

Chiuse il portone di casa ,entro'nel salottino,ammobiliato solo con un vecchio divano,malconcio ma pulito,e unico ornamento della stanza,un dipinto di un metro per cinquanta,copia pregiata dell opera di un grande pittore impressionista:la bevitrice di assenzio.
Gloria come al solito si soffermo 'a guardare il viso della povera alcolizzata, aveva maturato, per gradi ,una terribile convinzione ,anzi una certezza:si era convinta che quando il suo viso avesse raggiunto per profondita' di rughe e per generale avvilimento quello  del dipinto,allora,sarebbe stata finita anche per lei;controllo 'ansiosamente il suo viso con lo specchio da borsa, lo confronto' con il dipinto,sospiró'di sollievo:ancora non c'erano segni di peggioramento,era solo il viso un po' sciupato di una cinquantenne.

Come al solito si mise ad ascoltare i messaggi vocali, ormai non accettava più le telefonate dirette si limitava ad ascoltare i suoi interlocutori

la prima voce ad appalesarsi era morbida e flautata autocompiaciuta del proprio eloquio

"Gloria cara? io ti penso sempre e anche se i nostri sentieri si sono separati io sento che un legame sotterraneo continua a unirci, spero che tu ti trovi bene nella villetta marina di tua madre, io purtroppo ho dovuto occupare il triste appartamento cittadino, per tutelare il mio ultimo nato, invidio te che puoi respirare  l umida salsedine".

Non si puo' uccidere via fibra

La seconda voce era secca e sbrigativa

"mamma?Non tornero', per Pasqua ho troppo lavoro  ci sentiremo presto buona giornata".

Non ebbe tempo ne di indignarsi ne di immalinconirsi

Sentì' un fruscio,si volto'e lo vide,altissimo e un pó'dinoccolato:suo nipote Vasco
Il ragazzo la abbraccio'con affetto anzi con tenerezza
-Zia?tutto bene?
La donna scosse il capo
-tesoro no!oggi ho investito un cane!era sfuggito alla padrona!
Vasco la conforto'
-ho già sentito il tam tam social del quartiere,non è colpa tua!quella donna avrebbe dovuto tenere ben fermo il guinzaglio e quel benedetto ragazzo dovrebbe smetterla di portare a passeggio ermellini e furetti vari!
Gloria si sentì sollevata,si sciolse dall abbraccio e comincio' a cucinare:si costringeva a fare il necessario per il benessere proprio e del ragazzo:erano naufraghi ,entrambi,lei si era infranta contro gli scogli del suo matrimonio:suo marito, con. mille giri di parole e profferte teoriche di amore eterno, si era sbrigato ad abbandonarla, e rapidamente si era accasato con una giovane lettone, giurando e rigiurando che non era a causa della diagnosi di sclerosi a placche che pendeva come una spada di Damocle sulla testa di Gloria   ;Vasco invece era figlio di suo fratello ,lui e la moglie avevano divorziato ,avevano messo su altre famigliole ,con altra prole e con tacito accordo avevano lasciato il figlio superfluo a Gloria,completo di pigiama e orsacchiotto ,Vasco era stato scaricato nottetempo nella casa della zia
Entrando in cucina Gloria carezzo'la piccola statua del dio Anubi,sua madre era stata una valente egittologa e l aveva cresciuta a pane e geroglifici, adesso i piccoli manufatti egizi erano le uniche decorazione dello spartano cucinino.Sedettero al piccolo tavolo rotondo zia e nipote ,non potevano fare a meno di stringersi le mani ad aggrapparsi l 'uno all altra ,sapevano bene che non c era nessun a,ltro al mondo che si prendesse cura di loro

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