Chapter Fourty-two- Sick
Dedico questo capito a Isolinda25 , acrossthestvrs , gsofia2001 , Sirvi23 , HedeaOreust che compiono/hanno compiuto gli anni in questi giorni. Alcune delle ragazze qua sopra taggate compieranno gli anni tra pochissimi giorni e mi scuso se non vi ho potuto dedicare un capitolo nel giorno esatto ma come vedete siete in tante.
Che dire? Buon compleanno da me e da Xavi e Becca.
ADRIEN
Il medico, appena finito di accertarsi della mia ripresa, si stacca rivolgendomi un sorriso di circostanza. Sono ormai due settimane che sono chiuso in questa stanza d'ospedale, e la cosa inizia a snervarmi.
L'unica cosa alla quale ho potuto pensare è stata la figura oscurata dei miei ricordi, ma per quanto ho provato non sono riuscito in nessun modo a ricordare. Ma non ho parlato di ciò a nessuno, forse per una mia paranoia personale.
"Sta entrando il tuo visitatore," mi avverte il dottore, uscendo poi dalla porta in un silenzio innaturale. Guardo il mio ventre fasciato dalle bende e poi la porta d'entrata, dalla quale entra poi un viso a me molto familiare.
Matt chiude la porta dietro di se, senza salutarmi afferra poi una sedia mettendosi comodo davanti a me. I nostri sguardi si rincorrono, ognuno in cerca di risposte dall'altro.
"Vedo che ti sei rimesso," borbotta Matt, guardando la mia fasciatura e la flebo alla quale sono attaccato. Lo dice con un tono talmente neutrale che si filtra da essa il disinteresse per la mia salute.
"Cosa sei venuto a fare?" La mia voce esce gracchiante, debole. Sono giorni che non parlo a nessuno, è come se non riuscissi a farlo.
Matt sorride soddisfatto, come se aspettasse solo quella domanda.
"Per parlarti. Voglio che torni operativo appena ti sarai ripreso," mi dice lui, passandomi dei fascicoli.
"Dovrai contattare le Streghe e far in modo che creino delle barriere magiche tra le città umane e quelle mannare; ovviamente ne gli umani ne i mannari potranno oltrepassarla se non i rappresentanti delle due specie che siamo io e te."
Strabuzzo gli occhi per il tale carico di lavoro mentre sfoglio i fascicoli che Matt mi ha dato. Sul primo foglio ci sono nomi di streghe e stregoni da contattare, formule da verificare e molto altro.
"Ci sono anche nomi di guardie umane e mannare qui sopra, cosa significa?" Domando io, confuso. I mannari e gli umani non possiedono vera e propria magia quindi non capisco il coinvolgimento delle guardie.
Matt lancia un veloce sguardo al foglio che tengo in mano, con la risposta già pronta.
"Dovranno esserci delle guardie che controlleranno, una volta create le barriere, che esse non cedano. Tutto qui. Verrai dimesso domani pomeriggio, da li hai una settimana aggiuntiva di riposo a casa, quando sarai pronto recati agli indirizzi indicati." Matt guarda la mia ferita e storce il naso.
Deve ferire il suo orgoglio sapere che un Mannaro è riuscito ad entrare in una città umana, evadendo al suo piano.
Schiudo le labbra per chiedergli della figura dei miei ricordi quando i nostri occhi si incontrano. Così freddi e oscuri da farmi mordere le labbra per non lasciare che la domanda fuoriesca da esse.
Non mi fido di Matt, e a quanto ne so potrebbe anche mentirmi. Cercherò le mie risposte da solo.
Già, solo.
**
REBECCA
Apro gli occhi con fatica, strizzandoli un po' prima di riuscire a mettere a fuoco l'ambiente a me circostante. Sono sdraiata su uno dei sedili che io e Xavier abbiamo completamente appiattito per permettermi di stendermi completamente.
Affianco a me Xavier dorme, tenendo una sua mano dietro il mio collo. So che ogni mio minio movimento lo farebbe svegliare, questo perchè anche quando dorme è sempre in stato d'allerta.
Con lo sguardo vago sul panorama al di fuori dell'auto.
Splende il sole, ma di un colore piuttosto soffuso, oscurato dalle nuvole. Ci siamo fermati in un parcheggio dopo otto ore di viaggio, per riposare un minimo prima di ripartire. Io e Xavier ci siamo divisi le ore di viaggio, per permetterci a vicenda di riposare.
Mi tiro su lentamente, venendo colta da un forte capogiro. Porto una mano dinnanzi alla bocca, sgranando gli occhi e aprendo di scatto la portiera.
Sento subito le mani di Xavier afferrarmi i capelli, tirandomeli indietro, mentre con l'altra mano mi carezza la schiena.
Vomito sul cemento, sentendo le lacrime salirmi spontanee. Rimango qualche secondo ferma, con il fiato corto, mentre vedo avvicinarsi quattro paia di piedi. Realizzo subito che si tratta di Annael, Erwin, Rose e Michael.
Xavier mi aiuta a mettermi seduta mentre Rose si sfila dalla tasca dei suoi jeans un fazzoletto. Annael glielo prende gentilmente dalla mano, chinandosi davanti a me e facendo attenzione a non toccare con le scarpe la macchia di vomito a terra.
Annael mi tampona leggermente le labbra, pulendomi, piega poi il fazzoletto per asciugarmi le lacrime. Il petto di Xavier aderisce completamente al mio mentre mi bacia la tempia, tentando di tranquillizzarmi.
Michael guarda preoccupato Xavier e, "quanto le manca al parto?" gli chiede.
"Un mese e due settimane," risponde prontamente Xavier, allungandomi una bottiglia d'acqua. Bevo lentamente, sospirando mentre Xavier mi raddrizza il sedile, facendomi appoggiare la schiena.
Erwin, il compagno di Annael, si passa una mano tra i capelli posando una mano sulla spalla del compagno.
"Non manca molto per arrivare in Antartide, se ci sbrighiamo potremmo arrivare entro quattro settimane." Mi dicono loro mentre Xavier posa le sue labbra sulla mia fronte, scaricando energia positiva sul mio corpo.
Mugolo dal sollievo che provo mentre mi bacia le palpebre, trasmettendomi un'altra ondata di energia.
"Riposa." Mi sussurra lui, tracciando cerchi immaginari sulla mia pelle. Nonostante io non voglia dormire mi sento schiacciata dall'energia di Xavier e, contro la mia volontà, chiudo gli occhi.
**
"Il bambino potrebbe avere problemi. Non vedi come sta male Rebecca? Una gravidanza mannara è molto più complicata da concludere, sopratutto se la tua compagna è un'umana! Il suo corpo non è resistente come quello di una femmina mannara, e sta lentamente perdendo energie. Nelle gravidanze mannare è normale continuare ad avere il ciclo mestruale, ma non per le umane. I bisogni di Rebecca vanno contro quelli del bambino."
Riesco a sentire la voce soffusa di Rose mentre parla, ed il ringhio di Xavier che sembra far tremare il terreno. Tengo gli occhi chiusi, continuando ad ascoltarli pazientemente.
"Non lascerò che la mia compagna muoia, ne mio figlio. Non venirmi a dire che è colpa di Rebecca se sta così, perchè potresti non arrivare viva a domani." Il tono di Xavier è così freddo e pieno di rabbia che rabbrividisco, sconvolta.
Apro di poco gli occhi, vedendo Rose indietreggiare e alzare le mani.
"Non dico che è colpa sua, sto solo dicendo che potresti dover scegliere chi salvare tra lei ed il bambino." La voce di Rose trema, influenzato dall'energia negativa di Xavier.
I miei occhi scendono sul mio ventre gonfio e mi ritrovo a deglutire pesantemente, scossa. Non ho mai considerato fino ad adesso di dover pensare al fatto che il parto potrebbe essere troppo duro per me.
Lo stesso per Xavier vista la sua espressione di puro panico. Il ringhio che gli scuote il petto è un chiaro segnale che manda a Rose per dirle di andare via e lei, lanciandomi uno sguardo, se ne va.
Xavier cade stanco sul suo sedile, prendendosi la testa tra le mani. Mi guarda poi con la coda dell'occhio, agganciando il mio sguardo al suo. Trattengo il respiro mentre lui mi stringe la mano.
Ed entrambi, sotto lo sguardo cupo della Luna, consoliamo le nostre anime dannate, baciando i nostri peccati.
Angolo Me:
OMG questa frase così filosofica da dove mi è uscita? Non si sa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacio!
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